Il libro
"Federico II e Gerusalemme al tempo delle crociate. Relazioni tra
cristianità e islam nello spazio euro-mediterraneo medievale,
1215-1250" sarà presentato a Napoli, domani 23 (ore 16), presso il
Complesso monumentale Santa Maria La Nova. Opera ponderosa, frutto di
tre lustri di studi - a cominciare dalla frequenza del corso di storia
medievale di S. Fodale, presso l’Università di Palermo, e del corso
Histoire de la Meditérranée, di H. Bresc, a Parigi – e di ricerche,
pubblicazioni e lezioni. L’intento dell’opera è di dimostrare come, tra
il 1215 e il 1250, lo Stupor Mundi abbia tentato di preservare quel
contesto multiculturale di civiltà che si era realizzato tra
cristianità e islam: relazioni politiche, libera circolazione delle
idee, delle merci e degli uomini, serrato confronto tra culture:
”Federico II vive in questo spazio reale, il Mediterraneo, che mostra
una precisa identità multiculturale, e vive anche in uno spazio
immaginario, la Terra Santa, dove il tempo umano, nel primo lustro del
secolo decimo terzo, si apre a un tempo eterno, quello della salvezza
del genere umano i cui valori scendono sulla terra, segnando
profondamente i caratteri dell’uomo europeo e orientale”. La profonda
competenza degli eventi e del dibattito storiografico su Federico II, e
la certosina attività di ricerca (l’indice dei personaggi e dei luoghi
citati comprende molte centinaia di voci, e le opere consultate sono
centinaia) mettono Pacifico in condizione di proporre chiavi
interpretative che ribaltano quelle “ideologiche” consolidate dalla
storiografia:“Alcuni pregiudizi sul carattere geniale o anticlericale
dello Svevo, sul carattere sanguinario delle crociate, sul carattere
intollerante dei rapporti tra Cristiani e Musulmani, su quello
discriminante della società d’Oltremare, spesso ripresi dalla
propaganda del tempo e riportati a volte acriticamente dalla
storiografia moderna, falsano a priori l’immagine di un sovrano che per
trentacinque anni ha servito la causa di Cristo e per venticinque anni
ha governato il regno di Gerusalemme intrattenendo relazioni politiche
con i principati del Mediterraneo, dell’Europa continentale e del Medio
Oriente”. Devo segnalare l’eccezionalità di un impegno culturale che è
stato molto faticoso anche perché condotto, nell’ultimo lustro,
contemporaneamente a un impegno sindacale intelligente ed efficace,
innovativo anche questo non ricalcando le stanche piste del
fallimentare sindacalismo scolastico.
Leonardo Maiorca