
Dal 2003 possono essere assunti a tempo indeterminato anche se per legge insegnano una materia facoltativa, scelta da genitori e studenti all’iscrizione di ogni anno scolastico. Se i 13.880 insegnanti di religione cattolica entrati in ruolo ricevessero il ritiro del nulla osta vescovile, lo Stato continuerebbe comunque a pagarli.
A questa serie di privilegi si aggiunge il fatto che, come emerge da documenti ministeriali, sono gli unici per i quali, negli ultimi anni, il fenomeno del precariato è nettamente diminuito.
Possiamo dire quindi che, sebbene parzialemente, si è fatta giustizia, anche se parzialmente. Come organizzazione sindacale patrocinante, siamo in attesa di veder riconosciuto il risultato di simili ricorsi da noi presentati per docenti ed ATA con incarico a tempo indeterminato, i quali rivendicano il mancato riconoscimento (al tempo del precariato) dei medesimi aumenti corrisposti agli insegnanti di religione cattolica.
E così, mentre i “sindacati gialli” della scuola (CISL,UIL, SNALS e GILDA) pattuiscono con i rappresentanti del MIUR i tagli da effettuare al fondo delle istituzioni scolastiche al fine di reperire i finanziamenti per il pagamento degli scatti di anzianità ‘sospesi’ ai tempi di Tremonti col loro placet (scatti che quindi sono un diritto e andrebbero ripristinati senza tagliare il salario accessorio), il sindacato Unicobas Scuola continua la sua battaglia solitaria per la giustizia e la difesa degli interessi della categoria e dei lavoratori tutti, riuscendo, ancora una volta, a riportare un successo, a riprova della bontà del suo operare.
Stefano d’Errico - Segretario nazionale
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