Ricerca,
rilancio, ripresa e poi ancora rigore, voglia di reagire sono state le
parole magiche pronunziate dal presidente della Repubblica Giorgio
Napolitano, nel discorso di fine anno, l’ultimo del suo Settennato. Un
discorso diretto al cuore degli italiani e all’intellighentia delle
forze politiche alla vigilia della competizione elettorale che anticipa
la chiusura del mandato governativo. L’Italia che vorrei risulta
dall’intreccio delle tante cose negative che di fatto hanno rallentato
il progresso economico ed hanno reso pesante il debito pubblico da non
permetterle di andare avanti.
La crisi economica mondiale, europea e nazionale ha colpito le famiglie
e le fasce deboli della società, incidendo fortemente sull’intera
comunità civile che subisce tagli e riduzioni, tasse e imposte che
sollecitano sacrifici.
La diminuzione e la carenza dei posti di lavoro, di contro, non
favorisce il necessario risveglio e la tanto attesa ripresa che mette
in moto l’economia.
Il discorso saggio e prudente del Presidente ha voluto infondere anche
un positivo ottimismo a tutti gli italiani, specie ai giovani,
dei quali ha giustificato le reazioni alle mancate riforme, ed
ha rinforzato il “coraggio della speranza” che aiuta da andare
avanti e a superare le molteplici difficoltà del quotidiano. Non si
tratta di facile e superficiale ottimismo, ha detto, ma di una
reale presa di coscienza delle responsabilità.
Nel bilancio del Settennato, condotto con “scrupolo, dedizione e
rigore” il Presidente ha elencato gli interventi a favore della
cittadinanza ai cittadini stranieri nati in Italia, la sicurezza nei
posti di lavoro, il diritto di famiglia che si rinnova, la condanna
della violenza alle donne, l’avvio della riforma delle carceri e la
definitiva chiusura degli ospedali psichiatrici penitenziari.
Ha lamentato le mancate riforme costituzionali per le elezioni, e nel
settore della giustizia.
Un particolare ringraziamento il mondo della scuola rivolge al
Presidente Napolitano per il positivo e stimolante coinvolgimento degli
studenti in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia,
momento e occasione di risveglio dell’amor di Patria e della storia
della nostra bella Italia che necessita studio e diligente ricerca, e
di conseguenza salvaguardia e tutela del patrimonio artistico e
culturale.
I numerosi incontri del Presidente con gli studenti in varie
parti d’Italia e al Quirinale nelle manifestazioni ufficiali d’inizio
dell’anno scolastico hanno reso le istituzioni vicine e presenti nel
percorso formativo degli studenti.
L’aver introdotto lo studio dell’Inno d’Italia come elemento
caratterizzante della scuola italiana, costituisce altresì
un’opportunità di incontro con la storia e la cultura della Patria che
va insegnata agli studenti con amore e rispettosa devozione.
Il culto ed il rispetto del Tricolore connota l’appartenenza allo Stato
Italiano e ne valorizza gli apporti storici e di sacrificio di quanti
hanno dato la vita per la Patria.
Le celebrazioni dei centenari delle opere di Giuseppe Lombardo Radice,
di Giovanni Gentile “Sommario di pedagogia come scienza
filosofica” e dell’assegnazione del primo Nobel per le Letteratura a
Rabindranath Tagore costituiscono occasioni di incontro con la
storia e con la cultura che il nuovo anno 2013 ci offre.
Ci uniamo agli auguri per il nuovo anno che auspichiamo per tutti
sereno e foriero di pace e di benessere.
Giuseppe
Adernò
g.aderno@alice.it