I candidati che
si sono presentati alla prova preselettiva sono stati 264.423 contro i
previsti 327.789, ma il Miur fa sapere che si aspettava un numero di
ammessi non superiore a 90mila con una media nazionale di poco
superiore al 30% che dimostra “la piena funzionalità della prova”.
Secondo il Miur “il test
rappresenta un passaggio preliminare per la definizione della platea
concorsuale, così come avviene in tutti i concorsi pubblici, nazionali
ed internazionali, a prescindere dalle figure professionali. Alle
successive prove scritte e orali spetterà invece la valutazione delle
conoscenze professionali più specifiche”. Peccato che leader e
dirigenti del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della
Ricerca abbiano deciso questa decimazione di massa con quizzettini che
hanno convinto solo il Miur e meno candidati ed esperti di settore e
peccato anche che gli stessi ignorino che l’insegnamento non è una
professione qualsiasi e che tanti aspiranti docenti non potranno
dimostrare di essere in possesso di alte conoscenze e soprattutto
competenze solo perché non hanno saputo rispondere correttamente a
quizzettini banali, particolari o quanto meno irrituali.
Va aggiunto anche che statisticamente parlando la media nazionale -
scompensata in alcuni casi da quelle regionali - non regge: è la solita
storia del quarto di pollo consumato da tutti gli italiani! Il
confronto regionale dei successi rispetto anche al’età dei concorrenti
è emblematico e conferma quanto sopra.
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