Riceviamo questa
lettera inoltrata da una piccola studentessa, segno forse, di un
rapporto tra docente e alunno ormai stanco? Sicuramente un
segnale, una richiesta di aiuto da parte dei nostri ragazzi.
Frequento la terza media, quindi sono tre anni che conosco voi miei
insegnanti, e penso che anche voi conoscete abbastanza bene me. Capisco
che per voi sei ore di lezione a ragazzi di oggi, cioè movimentati e
alquanto spiritosi, sia molto pesante. Però vi chiedo di essere sinceri
e dirmi se per noi non è altrettanto stancante stare sei ore sui banchi
ad ascoltare le spiegazioni o magari stare in ansia per la paura di
essere interrogati e non riuscire a far capire di aver realmente
studiato. Dopo quelle interminate ore di scuola, tornando a casa si
sente il bisogno, dopo il pranzo, di riposare e perché no, guardare un
pochino di televisione. Ma qui, cominciano i rimproveri dei
genitori o meglio della mamma (perché i papà sono sempre fuori per
motivi di lavoro) che ci ricorda il nostro dovere. Ma lo pensate che
siamo ragazzi di tredici anni, cioè nel pieno diritto a godere, il
periodo più bello della nostra frenetica vita? Ricordate la vostra
gioventù? Non vi ribellavate anche voi ai vostri “superiori” che vi
spronavano a fare il proprio dovere?
Come sarebbe bella la scuola se dopo mezz’ora di lezione l’insegnante
si fermasse a parlare con noi, a sentire i nostri problemi, ad aiutarci
a superare le nostre difficoltà, e perché no a raccontare qualche
barzelletta o un aneddoto simpatico e divertente.
Vorrei fare una domanda e spero che siate sinceri nella risposta.
Eravate molto diversi da noi ai vostri tempi? Accettavate i consigli, i
rimproveri dei vostri genitori? Non vi dicevano allora anche loro “Ai
miei tempi…”? Quindi la storia si ripete e si ripeterà sempre, con i
giovani che cercano di vivere a modo loro la vita,mentre gli adulti
cercano di frenare la loro esuberanza. A questo punto voglio solo dire
una cosa: “Siamo irrequieti, ci reputiamo incompresi, ci sentiamo
vittime dei nostri “superiori”, però è pur vero che apprezziamo la
pazienza di chi ci guida e ci sprona ad essere bravi cittadini.!”
ἀγαθὸς