Lo dico subito: io sto
dalla parte dello studente serio e responsabile,
che capisce che è suo dovere studiare, e studia per capire.
Condivido, pertanto, le sacrosante proteste di questi giorni, e il
grido di dolore di chi lotta contro la politica governativa
per una scuola seria, più efficiente, più attrezzata, più
ricca e viva di proposte culturali, più attenta e sensibile, più
pronta e preparata a recepire e a soddisfare le aspettative
dei giovani e i "disegni" del loro futuro! Sacrosante
le proteste e le pretese di quei giovani che
vogliono capire perché proprio la scuola pubblica debba
essere indebolita e frustrata nel suo ruolo e nella sua
funzione, e si debbano, al contrario, incentivare le scuole
private; perché si sia costretti a studiare in aule
spesso inagibili e piene di crepe, anziché sicure, comode e
accoglienti; perché formazione e orientamento non funzionino come
dovrebbero, e perché non si investa
adeguatamente in tecnologie e ricerca, in edilizia scolastica, in
laboratori e palestre attrezzati, biblioteche aggiornate e
multimediali ecc. ecc. Condivido tutte le ragioni degli
studenti che sfilano in cortei e si agitano in questi giorni,
dentro e fuori le sedi istituzionali.
Mi auguro solo che queste manifestazioni non siano le solite rituali
rimostranze che puntualmente quasi ogni anno a metà novembre si fanno,
ed hanno il sapore (frizzantino) di un anticipo di vacanze
natalizie! Spero, perciò, che la lotta per una scuola
migliore, per una succursale decente, per una palestra che non abbia la
copertura del tetto in Eternit, per la trasparenza delle entrate e
delle uscite del Fondo d'Istituto, per la pubblicità degli atti e della
verbalizzazione del Consiglio d'Istituto, ecc. ecc., sia lotta
continua di rivendicazione di diritti irrinunciabili.
Gli strumenti legalmente praticabili, e riconosciuti, per
incidere sul quotidiano gli studenti ce l'hanno! Non parliamo
degli "antidiluviani"(?) Decreti delegati, che pure
aspirarono a investire il sistema scuola di un po' d'aria fresca
di democraticità!
Ma, chiedo, che fine ha fatto lo Statuto delle studentesse
e degli studenti?
Cari giovani studenti, l'esercizio della democrazia è duro,
e non ammette ignoranza.
Democrazia vuol dire partecipazione consapevole e responsabile.
Si scenda pure nelle piazze ma non si ignorino né i Decreti
delegati, né, tanto meno, si dimentichi che esiste
uno Statuto delle studentesse e degli studenti. Promulgato con il
decreto del Presidente della Repubblica 249 del 24 giugno 1998 e
modificato successivamente con il DPR del 21 Novembre 2007, n. 235.
, lo Statuto dei diritti e dei doveri nacque proprio
perché si voleva dare voce agli studenti e
stabilire nelle scuole un patto educativo basato su regole
chiare e condivise, un patto educativo di
corresponsabilità, un rapporto fiduciario tra istituzione
scolastica autonoma, studenti e famiglie, il cui obiettivo
primario doveva ( e deve) essere quello di impegnare
tutti a rispettare diritti e
doveri, a condividere in maniera sistemica i nuclei
fondanti dell'azione educativa della scuola, al fine di
migliorare non solo la qualità dell'offerta formativa
ma di far crescere nei giovani una coscienza
civica propositiva e responsabile. Ebbene, cari giovani, se
non l'avete ancora fatto, io vi esorto a (ri) leggere la Carta
fondamentale dei vostri diritti e dei vostri doveri. Scoprirete
che si può fare una rivoluzione permanente e
costruttiva per migliorare il sistema-scuola, senza per
questo dovere abbandonare lo studio e le vostre aule per la
piazza! Si può fare tanto per cambiare le cose, anche
stando dentro il Sistema, prima che fuori !
Vi richiamo, sommessamente, solo alcuni degli articoli
che stanno scritti nel Vostro Statuto, nella speranza
che possa venirvi la voglia di leggerli tutti!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com
Eccovi alcuni articoli dello Statuto:
-. Lo studente ha diritto ad una formazione culturale e professionale
qualificata che rispetti e valorizzi, anche attraverso l'orientamento,
l'identità di ciascuno e sia aperta alla pluralità delle idee. La
scuola persegue la continuità dell'apprendimento e valorizza le
inclinazioni personali degli studenti, anche attraverso un'adeguata
informazione, la possibilità di formulare richieste, di sviluppare temi
liberamente scelti e di realizzare iniziative autonome.
-. La scuola è una comunità di dialogo, di ricerca, di esperienza
sociale, informata ai valori democratici e volta alla crescita della
persona in tutte le sue dimensioni. In essa ognuno, con pari dignità e
nella diversità dei ruoli, opera per garantire la formazione alla
cittadinanza, la realizzazione del diritto allo studio, lo sviluppo
delle potenzialità di ciascuno e il recupero delle situazioni di
svantaggio, in armonia con i principi sanciti dalla Costituzione e
dalla Convenzione internazionale sui diritti dell'infanzia fatta a New
York il 20 novembre 1989 e con i principi generali dell'ordinamento
italiano.
-. La vita della comunità scolastica si basa sulla libertà di
espressione, di pensiero, di coscienza e di religione, sul rispetto
reciproco di tutte le persone che la compongono, quale che sia la loro
età e condizione, nel ripudio di ogni barriera ideologica, sociale e
culturale.
-. Gli studenti hanno diritto alla libertà di apprendimento ed
esercitano autonomamente il diritto di scelta tra le attività
curricolari integrative e tra le attività aggiuntive facoltative
offerte dalla scuola. Le attività didattiche curricolari e le attività
aggiuntive facoltative sono organizzate secondo tempi e modalità che
tengono conto dei ritmi di apprendimento e delle esigenze di vita degli
studenti.
....
Omissis.
p.s. Penso che questo florilegio possa bastare. Il resto lo scoprirete
da soli.
Buono studio e buon lavoro!