In particolare, i docenti esprimono netta contrarietà ai seguenti provvedimenti già attuati, o in via di attuazione, nell’agenda politica:
- DDL 953 (ex Aprea), il progetto di riforma degli organi collegiali che, nella sua articolazione prevede: un restringimento degli spazi di democrazia aprendo la strada all’autonomia statutaria di ogni singola scuola, con la conseguente messa in discussione di un sistema nazionale pubblico dell’istruzione; la creazione dei presupposti per una pericolosa ingerenza di soggetti economici privati, che potranno far parte degli organi collegiali e, in ragione del loro finanziamento esterno, influenzare pesantemente il Piano dell’Offerta Formativa;
- l'aumento, inizialmente previsto, dell’orario di lavoro settimanale da 18 a 24 ore, con 6 ore in più non retribuite, in cambio della possibilità di usufruire di ulteriori 15 giorni di ferie nel periodo di sospensione delle attività didattiche. Un vero e proprio scippo alle prerogative del CCNL, così come appare uno scippo il concorso a cattedre appena bandito dal Ministero a danno di circa 30.000 precari inseriti già nelle graduatorie;
- blocco del contratto nazionale per i prossimi 4 anni (cioè fino al 2017, ma inizialmente previsto fino al 2020!); interruzione temporanea della progressione economica per anzianità di servizio e mancato pagamento degli scatti di anzianità;
- proposta di mobilità extraprovinciale per i docenti dichiarati soprannumerari, con conseguente licenziamento nel caso in cui entro 8 anni essi non ricevano un incarico su posti resisi disponibili; manifestando, al contempo, totale disinteresse nei confronti dei precari, cui viene tuttora negata l'assunzione a tempo indeterminato nonostante le classi siano divenute, ormai, sovraffollate e ingestibili (classi "pollaio" di oltre 30 alunni);
- obbligo, per il personale docente dichiarato inidoneo, di transitare, secondo quanto stabilito nella "spending review", nel ruolo di personale ATA;
- proposta di Legge di Stabilità, che vieta il pagamento delle ferie non godute al personale con contratto di lavoro a tempo determinato.
Il recente orientamento normativo sembra consentire a oltre 10.000 insegnanti, in esubero a causa del megataglio di 87 mila posti di lavoro operato dai ministeri Gelmini/Tremonti, di acquisire formalmente la specializzazione prevista per insegnare agli alunni diversabili. Tale ricollocazione del personale avverrà, però, senza tener conto delle reali motivazioni e dell’effettiva professionalità dei docenti. Infatti, insegnanti di sostegno plurispecializzati, con diversi anni di esperienza a scuola, sebbene ancora precari, saranno sostituiti, già all’inizio del prossimo anno scolastico, da colleghi di altre discipline, costretti a “riciclarsi” come insegnanti di sostegno. Tutto ciò sarà possibile con appena 120 ore di formazione, contro i due anni (800/1600 ore) del percorso formativo che gli attuali docenti di sostegno hanno sostenuto.
Pertanto, i docenti del Liceo “F. De Sanctis”, decidono di avviare la loro azione di protesta con le seguenti iniziative:
- diffusione del presente documento a mezzo stampa, internet, posta elettronica, televisione e network;
- sensibilizzazione e coinvolgimento delle famiglie e degli studenti con assemblee permanenti in Istituto e al di fuori dell’Istituto;
- "settimana di sensibilizzazione", ossia una settimana durante la quale, in orario curricolare, ciascun docente contestualizzerà all’interno della propria disciplina le tematiche inerenti la Scuola pubblica e la funzione docente. Gli studenti, altresì, saranno coinvolti in attività di studio e di ricerca propedeutici all’attivazione di dibattiti sulle finalità della scuola, su temi civici e su problematiche di attualità.
antonietta.pappalardo@istruzione.it