Quell’inno
che noi cantammo solo per amore, d’ora in poi si canterà per
obbligo di legge nelle scuole. Ma oggi so che non basta cantare e
studiare il patriottico inno di Mameli per fare l’Italiano! Ci vuole
molto, molto di più. In primis, una buona dose di educazione civica che
faccia da supporto al canto. Quell’educazione civica che, ahimè, pure
introdotta come materia alle scuole medie nel lontano 1958, non è
sembrata, aver riscosso, sin dai suoi esordi, grandi accoglienze né
grandi cure d’affetto e di riguardo da parte di chi doveva assicurarle
un approccio d’amorevole studio, e serio, presso i giovani
studenti. Lasciata all’angolo dagli insegnanti, sola e trascurata, qual
meraviglia se, sempre più snobbata nel quadro didattico della scuola di
ogni ordine e grado, s’avvilì e cadde senza mai attecchire nel
cuore dei ragazzi?
Non facciamoci illusioni: non può “destarsi” l’Italia, se non c’è
posto per i valori nell’insegnamento! Non può bastare un canto,
seppure epico-patriottico, a fare di uno studente un buon
cittadino, se quest’ultimo ignora quali siano i suoi diritti e i suoi
doveri: il perché bisogna che tutti paghino le tasse, che si faccia la
differenziata e che si rispetti l’ambiente, e perché sia sacrosanto
ribellarsi contro ogni forma di violenza che offende e limita la
libertà della persona. Insomma, non basta conoscere e studiare
Mameli per essere un buon italiano, se non si studia e non
si ama, e se si ignora la nostra cara Carta Costituzionale.
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com