Si terrà a Brescia, dall’8 al 10 novembre, il XII Congresso della Società italiana di Storia della Matematica, sul tema: “Tartaglia, tra matematica pura e applicata. L’impatto del computer nella matematica”. Ad ospitare l’importante simposio sarà l’Università Cattolica del Sacro Cuore di Brescia, nella Sala polifunzionale, in via Trieste, 17. La Società italiana di Storia della Matematica, quest’anno, ha voluto dedicare il seminario al famoso matematico bresciano, Niccolò Tartaglia. Niccolò Fontana, detto Tartaglia, nacque a Brescia, nel 1499, da una famiglia poverissima. Nel 1512, durante la presa della città, da parte dei francesi, il padre fu ucciso e lui stesso ferito alla mandibola e al palato. Dato per morto, sopravvisse grazie alle cure della madre, ma gli rimase una evidente difficoltà ad articolare le parole. Per questo ebbe il soprannome “Tartaglia” che accettò, e lui stesso, per tutta la vita, usava per firmare le sue opere. Da giovane, non poté frequentare nessuna scuola, ed era molto fiero di essere autodidatta. Nei suoi scritti, si vantava, infatti, di essere andato a scuola di scrittura solo per 15 giorni, all’età di 14 anni. Grazie alla sua abilità, poté comunque guadagnarsi da vivere a Verona, dove, nel 1521, fu insegnante di matematica, svolse importanti studi scientifici, e riuscì a risolvere l’equazione cubica o equazione di terzo grado. Tartaglia nel 1556 scrisse il “General trattato di numeri et misure”, opera enciclopedica di matematica elementare, dove compare il famoso “triangolo di Tartaglia”, applicato a problemi di probabilità. Il triangolo era già noto prima di Tartaglia ai cinesi. Diede anche un importante contributo alla diffusione delle opere dei matematici antichi. Sua è la prima traduzione, dal latino in italiano, degli Elementi di Euclide. Morì a Venezia il 13 dicembre del 1557.
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Angelo Battiato (inviato speciale a Brescia)
angelo.battiato@istruzione.it