Nella Bibbia,
nel Secondo Libro dei Re, al Capitolo 3, viene descritta la storia di
una grande alleanze e della conseguente spedizione militare per
sconfiggere un paese che si era ribellato al dominio di Israele. Si
presume che questi fatti siano avvenuti intorno all’anno 850 avanti
Cristo, quando Joram, re di Israele, si alleò con Giosafat, re di
Giuda, a cui, in seguito, si aggiunse il re di Edom, per assoggettare
Mesa, re di Moab, che si era ribellato e non voleva pagare il tributo
di vassallaggio nei confronti del re di Israele. La coalizione dei “tre
re”, dunque, coi loro eserciti, partirono per andare a sottomettere il
re di Moab, Mesa.
Venuti a consulto su quale strada intraprendere, Joram consigliò di
inoltrarsi nel deserto di Edom, ma, inoltratisi, girovagarono per sette
giorni, venendogli a mancare, alfine, anche le provviste d’acqua.
Allora il re di Israele, Joram, si disperò, esclamando con angoscia:
“Ahimè, il Signore ci ha chiamati in questo deserto per farci morire”.
Dimenticando che era stato proprio lui a suggerire, agli altri re, di
inoltrarsi nel deserto. Il re di Edom, invece, non si espresse, non
manifestò nessuna angoscia, né tantomeno sicurezza, come se il problema
non lo riguardasse.
Ma il Re di Giuda, Giosafat, disse: “Non vi è nessun Profeta del
Signore che andiamo a consultare?”.
Il Re di Edom, il silenzioso, non si esprime, cioè non prende nessuna
posizione, sembra che la cosa non lo riguardi, si nota la sua totale
indifferenza. Quante persone oggi si trincerano “nell’orrore”
dell’indifferenza totale, verso tutto e tutti, e quel che accade
attorno sembra che non li riguardi? Questo periodo di crisi, passato in
mezzo al deserto, dove venne a mancare anche l’acqua, durò per una
settimana. Sembrava, apparentemente, una “crisi” senza vie di uscita.
Ho voluto prendere spunto, semplicemente, dalla storia dei “tre re”,
per parlare di “crisi” e di “opportunità”, per confrontare e analizzare
quest’antica storia della Bibbia, con le problematiche dei nostri
giorni.
“Crisi”, dal greco, Krìnein, significa decidere, scegliere, ed
“opportunità”, dal latino “opportunus”, ciò che è opportuno, occasione
favorevole, che giunge a proposito, conveniente, adatto.
Molto spesso, ai giorni nostri, ci facciamo condurre e indirizzare
verso il deserto, verso luoghi di oscurantismo, di arretratezza
culturale e di assenza di ideali. Alle volte, purtroppo, questa
condizione di annullamento e di “asservimento” della mente, può durare
per un lungo periodo. E nel nostro “deserto” scarseggiano le idee e gli
ideali, le azioni e il coraggio. Tutto questo fa cadere la persona in
uno stato di prostrazione e di angoscia, di ansietà e di paura. Ed è la
fine della speranza!
Per far sì che l’opportunità, l’occasione favorevole, torni a
rinascere, per fare uscire l’uomo dalla crisi, occorre “fermarsi”,
scrutare le possibili vie d’uscita, e percorrerle, con positività e
determinazione, sino in fondo! Le opportunità, le occasioni favorevoli,
tuttavia, per “rinascere”, devono essere anche coltivate, incoraggiare,
sostenute, protette…
Per uscire dal “deserto”, dunque, dobbiamo saper cercare le vere
opportunità, solo così potremmo vedere “i varchi vittoriosi”, e
ritornare a vivere e ad essere liberi!
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it