In
televisione, su facebook, su twitter si è accesa la polemica sulle ore
di insegnamento. Da un lato c’è il Ministro Profumo che vorrebbe
portare a 24 le ore di insegnamento nelle scuola superiore inserendo la
flessibilità pagando addirittura meno i docenti che desiderano lavorare
solo la mattina (ma credo che non ci riuscirà...). Mi piacerebbe
conoscerli i colleghi che con una famiglia decidono di lavorare in part
time, forse i professionisti ma anche loro ultimamente hanno rinunciato
al tempo parziale e sono comunque una minoranza. Dall’altro esiste un
mondo eterogeneo e variegato del corpo docenti, prof che accetterebbero
volentieri 24 ore con l’aumento di 107 euro circa all’ora lorde al
mese, come avviene attualmente, per gli spezzoni dati agli insegnanti a
tempo indeterminato tassate ovviamente al 38%!
(Un docente riceverebbe 645 euro lordi in più al mese (sembra una bella
cifra), ma togliendo il 38% 245 euro, l’importo netto diventa di
400 euro se dividiamo questo importo per 4 settimane e 6 ore alla
settimana in più di docenza, diventano 16,67 euro all’ora…).
Per questa cifra: 16,67 euro all’ora, di fatto si cancellano
comunque i precari che con tre spezzoni di 6 ore avrebbero un’intera
cattedra e potrebbero consentire alla propria famiglia di
sopravvivere...
Altri che invece non accettano oltre le 18 ore perchè ritengono la
scuola un sistema di qualità didattica altamente professionale e non
una catena di montaggio...
Ma questo lo sappiamo è a tutt’oggi un diritto del prof che può
insegnare fino ad un massimo di 24 ore ma percependo una sorta di
straordinario e non gratis oltre le 18.
Avremmo voluto avere in Italia il Consiglio Superiore della docenza
(come il Consiglio Superiore della Magistratura), un organo separato
dalle logiche partitiche, la valorizzazione dell’insegnamento, il
sapere e l’istruzione pubblica come elemento primario della nazione
Italia, la docenza che non è un semplice lavoro manuale, frutto di
conoscenza, formazione, del sapere, del saper fare… ma questa
proposta di legge presentata quasi in contemporanea con il disegno di
legge Aprea, dall’Italia dei Valori e scritta da Stefano d’Errico
segretario Unicobas Scuola, all’epoca del Ministro Gelmini non fu
nemmeno presa in considerazione.
Le responsabilità della trasformazione della scuola pubblica in
discount si conoscono e le verità sono scritte nero su bianco.
Gli insegnanti avrebbero potuto percepire uno stipendio come in
Francia, in Inghilterra, in Germania, invece i prof devono
accontentarsi di guadagnare come i greci ma in Italia a differenza del
paese ellenico abbiamo il costo della vita come in Germania, e non è un
caso!
Vorrei però spostare l’attenzione su alcuni aspetti del lavoro
dell’insegnante.
I politici quando parlano degli insegnanti hanno la cattiva abitudine
di associare il prof ad un colore politico.
Ad ogni forza politica da destra … passando dal centro… fino a sinistra
fa comodo fare demagogia sull’istruzione pubblica, atteggiamento che
nasconde purtroppo una grande ignoranza sul mondo della scuola, la vera
antipolitica scolastica la producono loro.
I ministri sono i primi a considerare i prof fannulloni, ignoranti e
sempre in malattia, ma riprendo un pensiero letto su sentieri
erranti.com: “il lavoro sommerso del docente” che reputo il vero
nodo da sciogliere da pubblicizzare su ogni organo di stampa nazionale
sia televisiva, telematica e cartacea!
Al prof dovrebbe essere riconosciuto:
- il diritto di timbrare il cartellino come un qualunque altro
dipendente pubblico (finchè non verrà definita una nuova piattaforma
professionale per i docenti) e le ore aggiuntive pagate come
straordinario;
- il diritto ad avere uno spazio fruibile a scuola per correggere
compiti, programmare, preparare le lezioni, fare ricerche e aggiornarmi;
- il diritto di avere un computer fornito dalla scuola, con
relativa stampante dotata di carta e inchiostro (che attualmente
acquistiamo e paghiamo noi docenti)
- il diritto di disdire l'abbonamento flat a internet e a riviste
specializzate, smettere di comprare libri per aggiornarmi, e non avere
la casa invasa da materiale relativo al lavoro scolastico!
- il diritto di avere la libertà di pensare ad altro quando si esce da
scuola, non dover utilizzare il proprio tempo libero, non riconosciuto
come lavoro, per preparare le lezioni, correggere i compiti, contattare
enti, esperti, aziende per organizzare attività e progetti!
...e visto che per fare tutto questo l’insegnante dovrà trattenersi a
scuola alcuni pomeriggi, ha il diritto, come tutti gli altri dipendenti
dei buoni pasto.
E’ su questi temi che i sindacati Flc-Cgil, Cisl, Uil, Snals, Gilda,
Ugl dovrebbero scendere in piazza ma non hanno voglia e non è
politicamente corretto… guai a toccare i “guru” dei sindacati!
Il problema delle 24 ore nascondono, di fatto il problema del lavoro
sommerso che andrebbe dichiarato e riconosciuto dal Governo Italiano e
denunciato dal Ministro Profumo! Non vi preoccupate che i proff
non vi chiederebbero gli arretrati…
Dovremmo avere in Italia un Ministro che si faccia carico dei problemi
del mondo della scuola e non viceversa crearne degli altri…
Gridare “Vittoria” per aver mantenuto le 18 ore non serve a
nessuno!
Questa è una strategia, della comunicazione: ti tolgo un diritto
per poi (in alcuni casi) ripristinartelo e sembrare un benefattore
della democrazia, soprattutto il Partito Democratico ha preparato quasi
una festa nazionale per essere riuscito a mantenere le 18 ore… invece
avrebbe dovuto chiedere le dimissioni del Ministro Profumo visto che
“ignora” il lavoro sommerso dei prof... e anzi vuole aumentarlo invece
di aumentare lo stipendio... lo chiamerei il paradosso Profum...iano!
Ecco perché nel lodigiano ( io ho chiesto con una lettera aperta a
tutti i sindacati del territorio ma non ho avuto risposta…
ovviamente!) e in tutta Italia bisognerà aprire un dibattito
pubblico sui problemi della scuola! Deve emergere il lavoro
sommerso del prof e solo così si potrà ridare a questa figura altamente
professionale l’importanza che merita!
A Novembre a Lodi inviterò in un’assemblea pubblica tutti i
responsabili sindacali del lodigiano (visto che per email non
rispondono...), tutti i docenti e il personale Ata (anche loro
sempre più maltrattati) per definire un documento unitario in difesa
del lavoro dell’insegnante da inviare sia alla VII Commissione Cultura
ed Istruzione della Camera dei Deputati e del Senato ed a tutti i
partiti politici!
Paolo Latella
Segretario Unicobas Scuola Lombardia
paolo.latella@alice.it