“Tutto comincerà da come vorrete che finisca”
così ha scritto Nello Musumeci in un manifesto elettorale e
adesso che la volontà democratica dei pochi elettori siciliani è stata
manifestata andremo incontro ad un governo regionale che
dovrebbe, secondo il presidente Crocetta, cominciare una fase nuova,
niente accordi, niente ribaltoni e aperture. L’assetto della nuova
assemblea regionale che ha al centro i 15 “grillini” vede una prevalenza di 39 parlamentari di
sinistra di cui 14 PD e 10 UDC , mentre a
destra siederanno i 36 “onorevoli” tra cui i 12 PDL e
10 MPA.
Il disegno lineare a ventaglio sarà presto irretito dalla fitta e
ingarbugliata rete di intrecci che vanno da destra a sinistra
provocando confusione ed incertezze circa le identità di origine
Mentre si leggono sui giornali le cifre che compongono la busta
paga di un deputato dell’Assemblea siciliana 11.781,euro più
7.990 come base annua per chi percorre più di 100 km per raggiungere
Palermo e 4,000 euro fuori busta per portaborse, eventi e
pubblicità i “grillini “ che non si faranno chiamare
“onorevoli” bensì “cittadini” del Movimento 5 stelle , tutte figure
nuove e neofiti della politica, dichiarano di accettare soltanto lo
stipendio di 2.500 euro al mese e si auspica che i 19 mila euro
risparmiati possano produrre dei benefici alla collettività. Si
potrebbero assegnare alle scuole e migliorare le carenze
nell’edilizia e nei servizi della scuola siciliana rimasta ancora senza
una legge sul diritto allo studio, annunciata e promessa da 60 anni.
Anche i tanti astenuti dal voto e sono molti, alcuni dei quali
fermamente convinti della scelta fatta di non votare, stanno a guardare
gli eventi e le evoluzioni dei cambiamenti, delusi dalle tante promesse
e dai cattivi segni della politica che ben poco della “ricerca del bene
comune”
I comizi e le
promesse sono terminati, ora occorre vedere i fatti.
Quando, durante la campagna elettorale, come ASASI (associazione
delle scuole autonome), insieme alle altre associazioni Anquap,
UCIIM, AIMC, ANP, Dirpresidi, e alle organizzazioni
sindacali della scuola, abbiamo organizzato l’incontro con i
futuri Governatori della Sicilia, Rosario Crocetta è venuto alle
Ciminiere, ma, invece di venire nella sala C3 dove c’erano
presidi e professori che parlavano di scuola, è stato dirottata
nella sala grande C1 dove era atteso anche il segretario nazionale del
Pd Bersani. Gli avremmo voluto chiedere quali programmi per la scuola
siciliana, quali prospettive di sviluppo e di miglioramento per una
scuola siciliana che ha la bandiera dell’autonomia e la tiene
piegata e chiusa nel cassetto dei ricordi.
La carente edilizia scolastica e la sicurezza degli edifici
scolastici dovrebbero costituire una priorità nella definizione
del piano di dimensionamento delle scuola in Sicilia, oggi mal trattate
da una fantomatica illusione autonomistica, che ha lasciato in
sofferenza oltre cento scuole siciliane rimaste in balia di
formali reggenze; ma di e quindi prive di vitalità e di sviluppo .
Il buono libro, il buono scuola e le borse di studio per gli
studenti, previsti per legge non trovano adeguato riscontro e
quindi si palesa un diritto violato; la formazione professionale
regionale , appellata con il termine “truffa”, non risponde ai
bisogni degli studenti che sono ancora in attesa dell’avvio dei
corsi e 8.000 docenti attendono lo stipendio; la negativa
gestione dei PON e dei POR da parte della Regione ha consentito
solo tramite il C1 e C5 , gestito dal Ministero, che le scuole
potessero realizzare positive esperienze; la diffusione della
lingua e della cultura siciliana, sancita per legge è rimasta un
contenitore vuoto di risorse e di applicazione.
Sono queste alcune delle questioni “calde” che assillano la
scuola siciliana che si fregia dell’autonomia e non riesce a sostenere
neanche l’ordinaria gestione dei servizi.
La carenza dei fondi comunali ha di fatto determinato che le spese per
l’istruzione (arredi scolastici, libri, servizi di refezione e di
trasposto) vengano ridotte se non addirittura annullati. Le recenti
indicazioni per la redazione del programma annuale vietano di
registrare spese per arredi e manutenzione che dovrebbero essere a
carico dell’Ente locale.
Il nuovo governo regionale si renda conto della difficoltà del momento
storico, carico di nodi e di pesi a causa dei precedenti errori
e, mentre alcuni auspicano il “commissariamento della regione
siciliana” così da consentire un’efficace potatura dei rami
secchi, un reale risanamento delle casse regionali, senza sprechi
e formule assistenzialistiche, ma con la reale ottica del lavoro
e dello sviluppo, altri , da buon gattopardeschi, consapevoli che i
cambiamenti sono lunghi e difficili, restano alla finestra ad attendere
che il cielo si apra delle grigie nubi e rispunti un pezzo d’azzurro.
Al sindaco governatore vorremmo consigliare la lettura dei discorsi di
Giorgio La Pira , sindaco di Firenze, componente della
commissione costituente , il quale ha saputo dare un’anima alla
fredda politica, costruendo ponti e dialoghi con il mondo intero. Si
auspica che sia di questo tipo la rivoluzione annunziata e non
quella indicata dai giornali esteri che salutano “A gay wins in the
Sicily of “machos”
Ancora una volta la Sicilia si presenta come “laboratorio politico” e
questa volta con la specifica connotazione del dissenso,
dell’anti partito, del “movimento” che nasce dalla base e
pretende di cambiare il vertice.
Le idee progettuali dei grillini per una scuola più radicata al
territorio, esposte da Angelo Nicotra, potrebbero prendere corpo
nell’assetto del nuovo dimensionamento scolastico, ma occorre che
l’autonomia scolastica sia alimentata da adeguate risorse finanziarie,
altrimenti si pesta solo acqua nel mortaio.
Staremo a vedere. Ai posteri l’ardua sentenza!
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it