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Lavoro: I politici e le 18 ore dei Prof. Il blog del giornalista Porro registra più di trecento commenti

Opinioni

303 Risposte a “I politici e le 18 ore dei Prof”
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  1. franco epifanio il 26 ottobre 2012 alle 20:20:

Perchè non si parla di professionalità nel settore degli insegnanti?E’ un argomento che non piace a nessuno trattare.Allora col vostro permesso introduco io
questo argomento articolandolo su tre punti principali.
1)
Qual’è il grado di professionalità degli insegnanti?veramente molto basso.A parte una minoranza,la massa degli insegnanti è piuttosto ignorante.Sempre il mio conoscente mi raccontava,tanto per fare un esempio,che non sapevano fare in Italiano nemmeno le relazioni annuali sugli alunni (naturalmente non tutti,quelli bravi,anzi molto bravi e preparati ci sono naturalmente).
Mi è stato riferito anche che le varie case editrici,con i loro rappresentanti,preparavano loro le relazioni ai vari insegnanti per scrivere le motivazioni per il cambio del libro di testo,in quanto la maggior parte degli insegnanti non le sapeva formulare.
2)
Una cosa in cui gli insegnanti sono molto eruditi
è il campo dei loro diritti contrattuali,dei diritti sui congedi per malattia,del diritto del giorno libero,del diritto ad avere un orario di lezione consono alle loro esigenze ecc.
Sui loro aumenti di stipendio sono sempre aggiornatissimi,a differenza degli aggiornamenti professionali che la maggioranza li snobba.
3)
Parliamo anche della non licenziabilità degli insegnanti.Voi tutti dovreste sapere che un insegnante,specialmente quando passa di ruolo,non è più licenziabile,tranne per gravi motivi di carattere penale,quindi anche se è un semi analfabeta,nonostante la laurea,ha il posto a vita.
Inoltre non subisce alcun controllo per stabilire la sua idoneità all’insegnamento,pertanto se i nostri ragazzi hanno in cattedra un deficiente che non sa trasmettere nulla agli alunni,se lo devono tenere per tutto il loro ciclo di studi perchè sono inamovibili.
Per concludere egregi signori insegnanti per favore zitti e mosca.Lo stipendio che vi passa il convento è più che adeguato.
f.e.
P.S.
a Valter,per te è pronta la risposta,cerca di pazientare un po.

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  1. Ilio Catarsi il 26 ottobre 2012 alle 19:37:

Giacomo, (25 ott. h. 12:34)
dall’ultima indagine OCSE (2010) di Pisa è emerso anche il quadro delle competenze degli studenti dell’UE. In Italia i risultati segnano un progresso rispetto alle edizioni precedenti dell’indagine, ma più di uno studente italiano su cinque presenta competenze in letteratura inferiori a quelle BASILARI (dicesi basilari ndr). In Svezia, Francia, Paesi Bassi e Belgio il contingente dei migliori supera il 9%, mentre raggiunge il 14,5% in Finlandia. Nella matematica il 25% dei quindicenni non raggiunge il livello medio valutato sufficiente: solo la Lituania 26,3%; Grecia 30,4%; Romania e Bulgaria entrambe al 47%; mostrano risultati peggiori dell’Italia (Italia la sbandierata culla della cultura ndr).
I due livelli apicali della scala della matematica includono il 9% degli studenti delle scuole italiane, mentre la quota sfiora o supera il 20% in Finlandia, Belgio e Paesi Bassi.
In Italia è alta anche la dispersine scolastica e la partecipazione al sistema formativo dopo la fine del ciclo obbligatorio. In fondo a questa classifica insieme all’Italia ci sono Malta, Spagna e Portogallo.
Il Rapporto OCSE Pisa è lo specchio della mediocrità della scuola italiana e del personale Docente di riferimento.

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  1. chiara il 26 ottobre 2012 alle 19:07:

Caro Porro,come può scrivere così tante banalità…..meno male che a “Il giornale” ci sono persone come Veneziani, giornalista preparato e serio. Lei scrive senza aver mai messo piede in una scuola pubblica. Lei non è preparato. Lei dovrebbe provare ad insegnare e poi magari scrivere….
La saluto e se possible scriva meno articoli “Il Giornale” perderà troppe copie e non lo merita.

Rating: -4 (from 10 votes)

  1. Cesare52 il 26 ottobre 2012 alle 18:56:

PS – Invito il dott. Porro, che stimo, a valutare questo dato: Negli ultimi quattro anni (Tremonti + Bossi) i corposi tagli alla scuola pubblica (competenza statale) sono serviti a finanziare la mano leggera che si è usata con la sanità (competenza regionale e tutelata dalla Lega). un’autentica porcheria. O sbaglio?

Rating: -5 (from 5 votes)

  1. Cesare52 il 26 ottobre 2012 alle 18:51:

Sarò breve. I docenti fanno parte sì di un sistema a caste. Ma sono i paria, gli intoccabili. Un tempo almeno potevano agire d’intesa coi i genitori dei ragazzi; oggi le mamme stanno SEMPRE dalla parte del pargolo. Conclusione: la casta più spregevole è quella degli anticasta. Quanto allo stipendio, oggi la maggioranza è composta da persone che guadagnano 1250 Euro mese e che vengono assunte a settembre per essere licenziate a giugno. Sono in vacanza, d’estate, ma senza un soldo. Chiaro?

Rating: -4 (from 8 votes)

  1. R03ERT0 60RETT1 il 26 ottobre 2012 alle 18:42:

@ maria angela gobbi-colico:
Si, e’ giusto tenere conto di tutte le ore fatte a scuola, incluse le riunioni, consigli, sostituzioni, scrutini ed esami di maturita’, e quel che si vuole.
Tuttavia, scommetto che difficilmente un insegnante in Italia potra’ lo stesso arrivare alle 40 ore settimanali lavorate per circa 11 mesi l’anno, come fanno le altre professioni.
Il suo confronto con l’operaio che le ha chiesto di piu’ per le tapparelle non conta. In California se lei porta un’auto a riparare da un meccanico la manodopera la paga intorno ai $100-$120 l’ora. Cioe’ il doppio del salario di un ingegnere appena laureato che viene assunto dalla Google.
Ma i due valori non sono confrontabili.
Il salario orario che lei calcola per l’insegnante e’ probabilmente il salario netto.
L’ammontare che lei paga all’operaio che viene a casa a riparare qualcosa, e’ un ammontare lordo che copre molto piu’ del suo salario netto.
Esso e’ il lordo in cui si devonc includere i costi dei contributi sociali, le tasse a carico del datore di lavoro, l’apporzionamento dei costi fissi della sua ditta ecc.
Se vuole fare il confronto, lo faccia con il salario medio orario lordo di un lavoratore dipendente con lo stesso titolo di studio che lei ha, ma che non lavora come insegnante nella scuola pubblica.

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  1. Giacomo il 26 ottobre 2012 alle 18:39:

@ Luca (26 ottobre 2012 alle 13:25)
Premesso che non lavoro nella scuola e non vivo in Italia, ricordo che le scuole italiane sono aperte anche il sabato. Non so che lavoro lei faccia, ma tutti i dipendenti lavorano cinque giorni alla settimana. Quelli che devono lavorare il sabato (ad esempio i commessi dei negozi) hanno un “giorno libero” settimanale. Questo secondo lei e’ un privilegio da casta?

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  1. Giuseppe il 26 ottobre 2012 alle 16:55:

Concordo sull’analisi in pieno.
Ma sono quasi sconvolto dalla stupida fazionsita’ di questo commento: “dietro a tante belle questioni pedagogiche, il passaggio alle tre maestre elementari poggiava le sue radici più profonde e nobili nella necessità di triplicare le cattedre.”
Lo prendero’ per errore in buona fede ma avendo avuto figli sia prima che dopo ho visto il crollo tragico nella qualita’ della formazione dei miei figli e vorrei farle notare questo:
e’ appena ovvio che le tre insegnanti potevano dare una qualita’ migliore. Se davvero volevamo risparmiare, non era meglio licenziare gli insegnati piu’ demotivati e poco preparati, che sono quelli che costano di piu’ allo stato, per lo scandalo degli aumenti di anzianita’? Il ministro gelmini invece ha licenziato le insegnati piu’ giovani ed energiche, che tra l’altro erano quelle che costavano meno.
Di liberale nel licenziare i deboli piu’ utili e tenersi i costosi incapaci c’e’ proprio poco.
saluti

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  1. Giuseppe Itbread il 26 ottobre 2012 alle 16:49:

Chef, perchè mi censura?
Itbread – Como

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  1. Dante il 26 ottobre 2012 alle 15:55:

Cominciato oltre due anni e mezzo fa, il 2 marzo 2010, quando il conto era 980 giorni, il countdown è ormai agli sgoccioli..
(“Era l’ora” dirà qualcuno… ;-))
Nessuno saprà mai quanto condivido questo sentimento… ERA L’ORA :lol:
Comunque, ricordo a tutti che a tutt’oggi mancano…
…ancora 11 giorni… :mrgreen:

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  1. maria angela gobbi-colico il 26 ottobre 2012 alle 15:55:

Dovrei scrivere per 100 pagine..
1-la storia delle 18 ore e delle vacanze è una presa in giro
Adesso sono in pensione,ma uno degli ultimi anni di insegnamento mi presi il gusto di segnare accuratamente TUTTE le ore fatte a scuola, che non sono solo l’insegnamento,si aggiungano per favore i consigli di classe, i consigli di istituto,le riunioni per materie,l’aggiornamento (capitolo folle),i colloqui coi genitori (nelle ore comode per loro),gli scrutini.Alla fine dell’anno calcolai scrupolosamente lo stipendio effettivo di un anno,lo divisi per le ore fatte a scuola e ne venne una cifra oraria INFERIORE a quella richiestami da un operaio che mi cambiò una tapparella. L’unica cosa GIUSTA, che non sarà mai fatta,sarebbe obbligare la scuola a comportarsi come un’azienda: Tutti al lavoro dalle 8 alle 12 e dalle 13 alle 19 e a scuola si fa TUTTO;se si chiede un’ora extra si paga lo straordinario.
2-le Vacanze. Obbligo di farsele nelle date stabilite. E come risulta dal calcolo che ho detto prima,sarebbe più redditizio per gli insegnanti andare a scuola nelle cosidette vacanze ed essere pagati per ogni ora fatta a scuola in modo che la paga oraria sia un poochino superiore a quella di un tapparellista.
3. Una volta aderii ad uno sciopero,e mi fu trattenuta una cifra.. giusto?!! Si,ma c’è un piccolo particolare, e cioè che il lavoro non svolto nei giorni di sciopero fummo obbligati a recuperarlo in ore notturne!!! Non credo che se un ferroviere sciopera gli venga trattenuta una parte dello stipendio,MA POI VENGA OBBLIGATO A RECUPERARE LE ORE IN ALTRO ORARIO !!!!
4-La scuola è assolutamente idifferente alle esigenze dei ragazzi,se NE FREGA (non i singoli insegnanti, ma la SCUOLA Ufficiale)
5- i genitori avrebbero potuto essere preziosi ma si sono invece rivelati solo protettori di comportamenti negativi,scusando sempre i propri figli ecc ecc ecc
POTREI RACCONTARE EPISODI FOLLI
FINE: se si vuole una scuola otrtima si paghino gli insegnanti almeno il doppio di un tapparellista e si controlli COME insegnano,però con controllori tedeschi o almeno svizzeri!!!!

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  1. brunobeard il 26 ottobre 2012 alle 13:31:

Credo di essere uno dei pochi non professori a postare un commento a quanto Porro ha scritto attirandosi giudizi che vanno da un massimo di ipotesi di demenza ad un minimo di scrivere senza prima documentarsi che, per un giornalista, equivale al precedente giudizio.
Da quando ho memoria ogni qualvolta un ministro ha messo in moto un provvedimento di modifica di una Scuola che ci vede al 36esimo posto su 57 (34 paesi Ocse più altri del resto del mondo) secondo il rapporto Ocse, s’è attivata la mobilitazione generale della casta con trascinamento, nella stessa, di coloro che poi vorrebbero mansueti quando entrano in classe per svolgere l’attività didattica.
Effettivamente, la costante di estenuante pesantezza delle ore di attività in classe, mi trova d’accordo con molti dei commentatori; ma la domanda è: di chi è la responsabilità?
Ai miei tempi, lontani purtroppo, i Professori erano “autorità” che non cercavano “amicalità” con i discenti; i signori Presidi applicavano le regole con estremo rigore e guidavano con mano severa anche i signori professori.
Poi gli anni 70 con il rifiuto di qualsiasi forma di autorità a partire da quella parentale per proseguire con l’altro polo di formazione educativa costituita dal corpo docente.
Tornando alle “scemenze” scritte dal Porro ed alle rimostranze degli addetti ai lavori: ma veramente credete che qualcuno che non sia politico, quindi interessato ai vostri voti che sono tanti (!), possa credere che la vostra protesta sia determinata dal rischio d’impoverimento della vostra capacità formativa? Se dal 36esimo posto scivoliamo al 38esimo, cosa cambierà?
Molti dei commentatori lamentano il divario economico rispetto alle migliori situazioni europee, ma, di grazia, non vi risulta che nelle stesse o maggiori condizioni di divario ci siano quasi tutti i dipendenti privati italiani? E, sempre di grazia, nonostante quanto testé scritto: avete considerato che per i dipendenti non statali esiste frequentemente il rischio di andare in cassa integrazione e/o in mobilità? E lo sapete che questi dipendenti privati hanno contratti che prevedono mediamente 1710 ore di lavoro annuale?
E non è forse vero che, presidi in testa, i giorni di vacanze nel periodo estivo è al di fuori delle norme stabilite? Per cui, giustamente, Porro scrive della vostra vibrante protesta per la richiesta di revisione di un diritto acquisito in virtù della legge di Leahy che recita: se una cosa viene sbagliata abbastanza a lungo, diventa giusta!

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  1. Luca il 26 ottobre 2012 alle 13:25:

E come ogni casta che si rispetti si sono creati anche l’istituto del giorno libero. Gli orari devono essere organizzati per cui i professori abbiano un giorno libero (che non esiste nessuna legge o regolamento su questo) e’ una consuetudine che si sono autocreati a loro piacere, a casa mia si chiama previlegio, dove lavoro io gli orari li da l’azienda mettendo davanti gli interessi dei clienti, dove lavora lo stato a 18 ore settimanali ci si organizza per il giorno libero….. un altro duro impegno. Non e’ facile far saltare fuori un giorno libero a tutti, incrociando gli orari di tutte le classi!! :)

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  1. Luca il 26 ottobre 2012 alle 13:19:

Chiediamo a questi signori professori perche’, nella stessa scuola, lo stesso giorno, il 2 novembre, un assistente amministrativo per passarlo a casa dovra’ prendere un giorno di ferie mentre un docente sara’ pagato per l’intera giornata senza consumare un giorno di ferie e passandolo a casa?? E forse non tutti sanno che cio’ avviene anche per le vacanze di Natale e di Pasqua. Tutti pagati per stare a casa e non consumano un giorno di ferie, forse e’ per quello che Monti voleva dargliene altri 15, da buon tecnico del menga.

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  1. Giuseppe Itbread il 26 ottobre 2012 alle 12:57:

La scuola ha necessità di essere “schiumata” (come il brodo) per almeno il 20% dagli insegnanti…sciatti, incapaci,assenteisti, furbetti e senza scienza e coscienza.
Perchè vi inalberate tanto con lo chef se appartenete all’altro 80%?
Itbread Como

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  1. Vinci il 26 ottobre 2012 alle 12:18:

Alcuni amici mi hanno parlato del sito di Zolambiente, una associazione che si sta scontrando con la locale amministrazione comunale PD e con Pavimenta, un problema che abbiamo anche noi in romagna, ha mica notizie in merito ? Il Giornale ha scritto qualcosa sull’argomento che io possa leggere ? il sito che metto è quello che ho visitato in internet, pieno di docuemnti. Saluto.

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  1. Luigi il 26 ottobre 2012 alle 11:58:

@Elisa Ma perchè spiegare a Porro il nostro lavoro? Lui crede di averci provocato. I nostri problemi sono altri, recupare il gap culturale dei nostri allievi impostoci dalla Gelmini. Credo che le discussioni debbano essere altre. Si è trasformata la scuola in formazione, quello che fanno i privati per addestrare la loro manovalanza. I Porro ci stanno chiedendo di allevare dei cretini al servizio della confindustria. D’altronde Porro è un economista, cioè un mistificatore di una disciplina truffa che cerca di sopravvivere con trucchetti di prestidigitazione.

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  1. Luigi il 26 ottobre 2012 alle 11:47:

@Luca, si signor Luca, Porro ha bisogno di studiare perchè crede che la classe docente è la stessa cosa di quel gruppo di studenti che una volta maltrattò alla trasmissione di Santoro.

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  1. Luigi il 26 ottobre 2012 alle 11:39:

Mi meraviglio come molti colleghi siano caduti nella provocazione di Porro per fare audience al suo blog. E come se dicessi “I giornalisti rubano il loro stipendio perchè non fanno un lavoro manuale come dovrebbe competer loro, tipo zappare la terra” per far audience ad un mio blog. La legge è sbagliatissima perchè non dice nulla sulle evenutali mancate assunzione di precari che vedrebbero rubarsi dai colleghi di ruolo 1/6 delle ore, cioè la totalità delle cattedre a loro dovute. In pratica Porro sta dicendo, da vero liberista, che è giusto affamare i precari perchè bisogna detassare i privati in modo che si arricchiscano in questo periodo di crisi. il liberismo è questo, schiacciare i diritti per tutti ed esaltarne per pochissimi. Egr. Porro, vuol dire che nelle altre 6 ore, oltre le 18, insegneremo solo Marx :)

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  1. Marco il 26 ottobre 2012 alle 08:18:

La guerra tra poveri che in questo momento, fomentata dal governo, ci stiamo facendo, ci porta a parlare di casta anche per persone che di certo non si arricchiscono e probabilmente non hanno nemmeno grandissime soddisfazioni personali.
Detto questo pero’ ci sono due dati di fatto per cui l’aumento di produttivita’ e’ dovuto.
1 la scuola in Italia costa piu’ che altrove e questo e’ principalmente dovuto a costi fissi (salari, visto che le infrastrutture lasciano a desiderare), inoltre i risultati non ci fanno nemmeno brillare sul lato della qualita’ dei risultati
2 quando confronto i dati di dimissioni volontarie tra pubblico e privato (per non parlare dei licenziamenti) e vedo che nel pubblico non ci si licenzia, mi viene il dubbio che si ha un lavoro che tutto sommato ha i suoi aspetti positivi (vogliamo chiamarli privilegi?)
Se le condizioni venissero approvate, ci sara’ la possibilita’ di dare le dimissioni e trovare qualche occupazione che, fuori tutto, sara’ migliore. Se le dimissioni non arriveranno, beh forse si era (e’) privilegiati

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  1. Gianni il 26 ottobre 2012 alle 08:07:

A parole sono tutti bravi, quando si tratta di andare in aula ad insegnare a dei ragazzi che spesso non sono molto collaborativi il discorso cambia.
Comunque è chiaro: i prof, rispetto alla società italiana, sono una minoranza e come tali vengono schiacciati e denigrati.
Questa è solo propaganda contro la scuola. Qualsiasi categoria che si vedesse incrementato l’orario d’autorità del 33% in cambio di niente protesterebbe. Provate a proporre agli operai di Melfi di lavorare 8 ore al giorno anche il sabato e la domenica in cambio dello stesso stipendio.
Se pensate che 18 ore siano poche, tenete conto che quelle sono solo le ore di didattica frontale, mancano le ore di correzione dei compiti, preparazione delle lezioni, riunioni di ogni tipo che non vengono contabilizzate.
Infine, definire i professori una casta è decisamente improprio. Basta fare il confronto tra quello che guadagna un prof e quello che guadagnano altre categorie, parimenti laureate oppure no, come giornalisti, avvocati, commercialisti, architetti, notai, geometri, farmacisti, ecc.

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  1. Fulvio Basteris il 26 ottobre 2012 alle 00:45:

Caro Nicola,
mi metto in fila anch’io per risponderti. Forse non lo sai ma per trentatre anni ho insegnato greco e latino al liceo classico (e mia moglie nel ginnasio con italiano, storia e geografia in sovrappiù, proprio come la moglie del ministro Profumo che è stata anche nostra collega in quel di Cuneo) e oltre alle ore canoniche ho corretto montagne di compiti (mia moglie e quella di Profumo ancor di più perché avevano pure quelli di italiano, da leggere, correggere e rivedere: un tormentano peggiore degli articoli di certi cronisti). Abbiamo sempre passato le vacanze di Natale a fare medie e relazioni trimestrali, quelle di Pasqua pure, in estate io ero impegnato negli esami di maturità e a settembre c’erano le prove di riparazione. In più c’erano lezioni da preparare, libri da leggere e quant’altro. Nel frattempo colleghi di altre materie se la spassavano senza compiti o impegni domestici né esami estivi, pur ricevendo lo stesso stipendio (basso se lo confronto con quello dei tuoi e miei redattori). E con la pensione non è andata meglio. Un mio «collega» che insegnava applicazioni tecniche alle medie e non ha superato come me e mia moglie né corsi abilitanti (noi cinque) né concorsi (noi quello nazionale) e ha insegnato per meno di vent’anni prende di pensione due terzi della nostra che abbiamo lavorato praticamente il doppio come anni e non so quale altro multiplo come quantità e qualità di impegno. Già un quarto di secolo fa proposi a un ministro di riordinare gli squilibri fra docenti di materie diverse, di aumentare a 18 ore la cattedra di tutti (una mia collega di scienze è andata avanti per quindici anni con una di nove ore) e poi di passare a 21 aumentando di conseguenza lo stipendio di un sesto. Mi risulta che cercò di farlo ma il suo era uno di quei governi balneari o brevi che non riuscivano a mangiare il panettone a Natale e la cosa morì lì. Non è poi vero che i docenti italiani lavorino meno di quelli stranieri, ci battono (per due o tre giorni) solo i giapponesi. Nel corso del tempo in occasione di parecchi scambi con altre scuole europee abbiamo anche scoperto che tedeschi, francesi ecc. guadagnavano decisamente di più (e i loro allievi sono mediamente più ignoranti e impreparati dei nostri). Non è sempre stato così, in Italia abbiamo pagato le scelte dei sindacati di sinistra che dagli anni Settanta sono state ostili ai docenti, rei appunto di essere fagnani e di fare troppe ferie. La vera riforma della scuola si fa reintroducendo la serietà, il merito, anche fra i docenti (c’era un mio collega di Scienze che faceva pochissimo, dava dal sette in su a tutti e nessuno fiatava, tranne quando la sua materia era scelta per la maturità, allora fiorivano comitati di genitori, appelli, proteste: il Provveditorato, di solito, lo spostava l’anno appresso in un’altra scuola… ), eliminando il falso buonismo caro a tanti docenti della sinistra pedagogica. Ho anche avuto tanti colleghi che ci credevano, che erano preparati, colti, attenti alle novità, non velleitari né con la testa fuori dei tempi, benvisti dagli allievi che ancora oggi li ricordano volentieri. Insomma, non facciamo di ogni… zuppa un pan bagnato.
Fulvio Basteris
dir. resp. Il Giornale del Piemonte

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  1. Giuseppe Aragno il 25 ottobre 2012 alle 23:52:

Tardivo e spassionato, Porro, solo per dirle che trovo incompatibile la sua affermazione più “classica” con quello che ha scritto in questo suo infelice intervento. “Naturalmente io sono un liberale…”, sostiene ogni volta che può e penso, perciò, che conosca Einaudi e lo trovi liberale almeno quanto lei. Lei lo saprà certamnte: l’illustre economista non solo la pensava in modo diametralmente opposta alla sua, ma esprimeva un giudizio estremamente motivato, valido per i docenti di ieri, di oggi e di domani. Invece di replicare da saputello benpagato, per favore, provi, se può e sa, a smentire Einaudi, argomentando rispettosamente, come ci si attende da un liberale autentico.

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  1. Ugo il 25 ottobre 2012 alle 23:36:

le ore per attività d’insegnamento del docente sono 18 settimanali, che moltiplicate per 44 settimane lavorative annue danno 792ore
Il calendario delle lezioni è di 33 settimane, pertanto 792 ore diviso 33 settimane dà 24 ore di insegnamento per settimana
la norma non incrementa il totale delle ore d’insegnamento, ma si limita a riorganizzarle prevedendone lo svolgimento durante il calendario delle lezioni. Per compensare questo “disagio” incrementa di 15 giorni lavorativi le ferie portandole a 47 giorni (circa due mesi di calendario solare)
La riorganizzazione oraria comporta un incremento medio dell’orario di docenza frontale di una sola ora settimanale per le sole 33 settimane di calendario delle lezioni e non di 6 ore settimanali. In questo modo i docenti italiani non superano la media OCSE ed Europea delle ore di cattedra prestate
Con riferimento alla sostenibilità di un ulteriore ora settimanale di docenza, si osserva che già attualmente 55.000 docenti della scuola secondaria svolgono sino a 6 ore di docenza oltre le ordinarie 18 settimanali, mentre l’orario di cattedra dei docenti della scuola primaria è già attestato su 22 ore settimanali.
Le altre 5 ore sono previste a disposizione presso la stessa scuola in cui il docente presta servizio, non per attività di docenza ma per attività di recupero, potenziamento orientamento etc.e di sostegno per i docenti di sostegno.
In questo modo la scuola italiana dispone dell’equivalente di 11.000 docenti in più per attività didattica aggiuntiva a favore degli studenti, fermo restando il monte ore individuale di attività d’insegnamento, salvo il suo svolgimento durante il calendario delle lezioni anziché nell’intero anno lavorativo
.
La riorganizzazione del lavoro così prevista porta inoltre una disponibilità di 500 milioni di euro l’anno a favore delle scuole per edilizia scolastica, spese di funzionamento od incremento dell’organico di rete. Naturalmente detta disponibilità potrebbe essere finalizzata, in sede di esame parlamentare, all’incremento delle retribuzioni dei docenti.
La norma infine va opportunamente considerata in relazione alla proposta sindacale finalizzata alla riduzione di circa 400 milioni l’anno del salario accessorio del personale scolastico destinato al finanziamento dell’ attività aggiuntiva favore della scuola per finanziare l’anzianità di servizio dei docenti. Pertanto la scuola avrà 400 milioni di euro in meno per attività aggiuntive (recupero, sostegno, assistenza docenti disabili etc) a favore dell’incremento della retribuzione dei docenti per anzianità.

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  1. Gabriella il 25 ottobre 2012 alle 23:33:

Per me è una vera tristezza leggere tutti questi commenti di professori indignati e cosí affaticati dalla propria vita lavorativa. Mi fate una rabbia. Invito chiunque di voi a passare una settimana nella mia azienda di forgiatura dell’acciaio, qualche giorno in veste di operaio e qualche giorno al mio fianco come imprenditore, con il nostro stesso stipendio ovviamente. Vi assicuro che vi verrà la voglia di affrontare queste 24 ore settimanali e vedrete il mondo da un’altro punto di vista. Se volete potete portate anche qualche studente. Noi riceviamo sempre volentieri le scolaresche e si percepisce molto bene che sono su un pianeta tutto loro. Quando incontro questi ragazzi mi immagino quanto sarà difficile per loro l’ingresso nel mondo del lavoro reale. Una buona percentuale dorme in piedi. Non è forse colpa del livello scadente delle scuole italiane? Non credete di avere una responsabilità in tutto questo? Scusate ma da ex studente univeristaria (che tuttora ama l’istruzione) credo che in Italia gli insegnanti sono troppi e con un livello professionale troppo basso. Pochi sono i professori che ricordo con ammirazione e che si meriterebbero una paga da 4000 euro, troppi quelli che licenzierei.

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  1. Sara Cuomo il 25 ottobre 2012 alle 22:46:

Porro, le ho scritto in redazione perché a differenza sua non mi interessa mettermi in mostra. Una cosa però le riconosco: o lei ha avuto pessimi insegnanti o è stato ed è un pessimo allievo, perché non solo non ha capito un accidente, ma è pure invidioso di gente che non se la passa proprio bene…mi fa pena. Se gli insegnanti producono solo cultura, lei produce solo chiacchiere che non servono certo a far scendere lo spread….

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  1. depaoli.fabrizio@libero.it il 25 ottobre 2012 alle 20:02:

Un consiglio a tutti i prof. : incrementate le ore di educazione fisica ed iniziate a parteciparvi insieme ai vostri ragazzi, presto ne avrete bisogno perchè dovrete incominciare a CORRERE.
Miei cari prof. voi vivete su di un’altro pianeta, ma non dovete dimenticare MAI una cosa: i soldi del vostro stipendio arrivano dal pianeta terra… finchè noi terrestri siam disposti a versarli naturalmente.
Un saluto .

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  1. Marisa il 25 ottobre 2012 alle 20:01:

Egregio signor Porro,
mi stupisco davvero nel leggere questo commento (mi scusi se non lo definisco articolo) pieno di luoghi comuni, i soliti, che noi docenti siamo ben stufi di leggere.
Pensa forse di cavarsela a buon mercato concludendo il suo pezzo con una specie di captatio benevolentiae rivolta ai bravi professori, quelli che si impegnano e che amano non solo la professione ma anche gli studenti? Lo dice come se questa fosse l’eccezione e invece …
Io insegno Lettere in un liceo scientifico. Nella mia lunga carriera (ho iniziato quando ero ancora una studentessa universitaria e i supplenti non si trovavano) ho incontrato così pochi colleghi poco motivati, fannulloni e incompetenti che posso dire tranquillamente mi bastano le dita di una mano, nemmeno tutte e due. Quel genere di docenti, mi creda, costituiscono l’eccezione, non la regola. Noi abbiamo per anni fatto volontariato a scuola: riunioni a gogò, autoaggiornamento e formazioni non retribuiti, supervisione ai progetti didattici ed educativi con un compenso di circa 6 euro l’ora, visite di istruzione che ci costringevano a restare in servizio per 16 ore continuate, quelle in giornata, o 24 su 24, quelle con pernottamento, assumendoci una responsabilità che è facile immaginare per pochi spiccioli e un rimborso spese che mai le copriva realmente. Mi dica, signor Porro, quale altra categoria di lavoratori fa queste cose gratis o quasi? Senza contare che quando abbiamo le lezioni pomeridiane non abbiamo diritto ai buoni pasto, se abitiamo lontano dalla sede di servizio non abbiamo diritto al rimborso spese per la benzina o l’abbonamento del treno. Potrei continuare ma non voglio tediarla.
Vedo che ha seguito molto bene la lezione dell’ex ministro Gelmini. Dichiara, infatti, “La pubblica istruzione non è pensata per le generazioni future, ma come ammortizzatore sociale per il lavoro.” E poi cita lo spreco che per anni si è fatto di soldi pubblici per pagare il modulo delle tre maestre alla scuola primaria. Su questo mi trova perfettamente d’accordo ma mi spieghi, se può: perché mai la decisione dell’ex ministro Gelmini è stata attaccata da tutti, benché volta al risparmio e, al contrario, il ddl stabilità che prevede (per ora è stata solo annunciata la cancellazione, quindi non uso il passato) l’aumento dell’orario di insegnamento per la scuola secondaria da 18 a 24 ore, è accolto dalla stragrande maggioranza dell’opinione pubblica al grido “Era ora che lavorassero ‘sti fannulloni!”? Quindi, tre maestre e tre stipendi al posto di una sola persona andavano benissimo, non si badava al risparmio. Noi docenti laureati (lo sottolineo perché per la primaria solo ora è richiesta la laurea), che ci sobbarchiamo ore e ore di correzione compiti, certamente più impegnativi rispetto ai compitini delle elementari, riunioni fiume (a proposito, oggi sono stata a scuola 11 ore, partita alla 7 e 30, tornata a casa alle 18 e 30), preparazione delle lezioni, ricevimento genitori settimanale (gratis perché, pur non essendo obbligatorio, lo si fa in coscienza), invece dobbiamo ammazzarci di lavoro, ancora di più, perché bisogna risparmiare sugli stipendi? Mi spieghi, se può, perché due pesi e due misure. Quando si bocciava la figura del maestro unico (con cui sono cresciute e da cui sono state formate generazioni e generazioni, in modo straordinario) non si pensava al risparmio né si pensava che il modulo fosse senz’altro un’agevolazione per gli insegnanti elementari. Ora però è diverso. Ma cos’è cambiato? Io non capisco …

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  1. Piccolapatria il 25 ottobre 2012 alle 19:31:

Oddio che vespaio infinito; guai a toccare la categoria eroica degl’insegnanti; hanno perfino scoperto Einaudi via Internet e si fanno forti di suoi concetti espressi negli anni 10 del 1900, epoca in cui la situazione dei docenti era intuibilmente ben diversa.
Come può avere risultati qualitativi accettabili una scuola dove le risorse ad essa destinate vengono assorbite dagli stipendi per oltre il 95%?
La scontentezza economica dei docenti è cosa antica ma non ho conoscenza che, per questo motivo, qualcuno di loro abbia lasciato la scuola per avventurarsi, che ne so, in un soddisfacente lavoro autonomo ma a pieno proprio rischio e senza garanzia alcuna di ferie, malattie pagate e TFR, oppure come dipendente di un qualsiasi datore di lavoro dove, senza equivoci, l’orario è ben definito in 8 ore di presenza giornaliera e dove qualche volta si è costretti a dire “signorsì” per una paga più o meno accettabile.
So, invece, che molti si portano a casa un certo reddito ( incassato brevi manu e non dichiarato) per lezioni “private”, o per qualche affare tipo, solo per fare un esempio a me noto, amichevole mediazione immobiliare. Si presume che queste attività vengano svolte nelle ore notturne visto che, come si legge dai numerosi indignati interventi, in maggioranza dichiarano di essere impegnatissimi nelle competenze scolastiche, più o meno tutti i giorni per l’ìntero giorno quando non anche la domenica. Le ferie , molti dicono, sono obbligate nel periodo estivo quando la scuola chiude e altrettanto sono obbligati a far vacanza canonica in dicembre e in primavera…
Non possono negare che per dritto o per rovescio godono di un buon lungo periodo di vacanza rispetto ad altre categorie.
I dipendenti dell’industria anche i laureati ( quelli che ancora hanno un lavoro) si devono prendere le ferie a ferragosto quando i costi sono talmente alle stelle tanto che i più se le passano a casa.
Mi fermo qui, sento già gli strali degli eroi indignati per aver osato l’indicibile…
Grazie per l’ospitalità.

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  1. Ibadeth il 25 ottobre 2012 alle 19:06:

S’informi meglio sul lavoro dei professori nella scuola, mi pare che ne sappia abbastanza poco.

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  1. Angelo Imperatrice il 25 ottobre 2012 alle 18:31:

Se si misura il lavoro a peso forse il Dott. Porro ha ragione. In un’ottica qualitativa tutto cambia.
Diciotto ore alla settimana di lezioni frontali non sono una passeggiata. Al termine di ogni giornata lavorativa (tre/quattro ore giornaliere)non ti resta che un filo di voce, la quantità appena sufficiente per le comunicazioni della quotidianità. In classe devi parlare, devi parlare a voce alta per impedire le distrazioni degli allievi dalla tua lezione. Devi parlare ed essere interessante, non noioso, non scontato od antipatico se vuoi l’attenzione dei tuoi allievi.
Devi capire se i tuoi ragazzi hanno capito e se ti accorgi che il concetto è di difficile comprensione, ti devi ingegnare all’istante per trovare le parole semplici e gli esempi adatti al concetto che vuoi far comprendere.
La misura a tempo di simil lavoro non rende giustizia all’impegno, all’esperienza ed alle conoscenze che un prof. deve possedere per svolgere la sua missione proficuamente. Gli uomini di domani saranno quelli che oggi si formano nella scuola dei prof.. Si comprende bene quanto grande sia la responsabilità dei docenti. Si comprende bene quanto sia fuor di luogo discettare sul problema che i prof lavorano solo 18 ore e sarebbe un bene farli lavorare almeno 24 ore.
Insegnare non è semplice, anzi… Lo dimostra quanto oggi non siano in grado di farlo le famiglie poichè demandano alla scuola anche il compito educativo (oltre che formativo) che avrebbe dovuto essere di competenza dei padri (spesso assenti) e delle madri (spesso isteriche ed iperprotettive).

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  1. paolo il 25 ottobre 2012 alle 17:39:

Se comprendo bene il succo dell’articolo, Porro vorrebbe dire questo:
- gli insegnanti si accontentano di guadagnare poco pur di lavorare poco
- perciò è giusto farli lavorare di più continuando a dare loro il misero stipendio di prima!
Non comprendo bene il nesso logico – davvero poco aristotelico – tra premessa e conseguenza.
Qualcuno me lo spieghi meglio. Grazie.

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  1. SCHOLAR il 25 ottobre 2012 alle 16:43:
da ex insegnante non contesto la necessità di razionalizzare il sistema; penso però che il modo sia scorretto in quanto una modifica unilaterale del rapporto di lavoro (la prima dopo il ventennio) sia in forte dubbio di anticostizionalità e somigli più ad un “ballon d’essai” per trovare il punto debole.
Il miglior metodo è sempre il confronto con paesi meglio organizzati di noi. L’anomalia italiana sono le mini classi presenti in tutti i piccoli comuni, e l’enorme numero di portatori di handicap inseriti, nonchè tutti i vari progetti di inserimento con mediatori culturali, operatori sociali etc..
Per incidere nella società la scuola deve rimanere scuola e deve lasciare ad altre agenzie i compiti di inserimento di disabili stranieri disadattati etc..
Lo stato deve fornire uno standard minimo di servizi; il surplus deve essere fornito dagli enti locali con proprie risorse rendendo conto delle spese (ICI, addizionali..) ai propri cittadini.

Resta da sè che il bilancio degli enti locali deve essere in pareggio e se per due anni un comune va sotto deve necessariamente essere commissariato .

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  1. Luca il 25 ottobre 2012 alle 13:41:

claudia il 24 ottobre 2012 alle 14:48:
Questa e’ proprio la reazione tipica di una casta: “Siamo un gruppo di docenti, lettori del giornale siamo delusi dalla vostra linea editoriale….invece di attaccare la vera CASTA, attaccate i precare a 1300 euro il mese. Noi ci teniamo a dirle che “Il giornale” non lo compreremo più!!!!!!”
Questa e’ la linea politica di SEMPRE, contro gli sprechi e le caste. Mi fa pensare che il giornale non l’avete mai comprato, e ha ragione LUPACCIO, per andare in rating negativo qui, la linea politica del giornale, c’e’ qualcosa di strano e nello stesso tempo chiarissimo.

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  1. Stefano251 il 25 ottobre 2012 alle 13:22:

Nei miei ricordi scolastici, potrei dire che il 20% degli insegnanti erano tra la completa inutilità e la completa incompetenza, commissione di maturità compresa. E questo giudizio è rimasto non solo a me, ma anche a quasi tutta la mia classe, certo, col senno di poi, ma questa è la verità.
Quindi se siamo al 158 posto su 180, TUTTO il sistema ne avrà pure tutto il merito.
Poi ci sono, come ovunque, persone che fanno bene il loro mestiere. Ma quando si “attaccano” i membri di qualunque categoria, comunqe, viene sempre fuori che questi sono “perfetti” e sbagliano sempre e solo gli altri. Bisogna cambiare tutto? Sì, ma dagli altri, qui non si tocca niente, anzi ringraziate, perché dovremmo avere anche più risorse. Troppo comodo, coda di paglia e coscienza sporca…

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  1. Biagio Morabito il 25 ottobre 2012 alle 13:16:

Gentili Signori, mi ero preso un periodo di “vacanza” dal blog ma viste le troppe minchiate palesemente campate sul più bieco corporativismo presenti negli scritti di troppi “prof” ecco, per chi voglia schiarirsi le idee in chiave non interessata, il rapporto dell’ OECD “Education at a Glance 2011”:
http://www.oecd.org/edu/highereducationandadultlearning/48631582.pdf
o, una sua molto più breve sintesi:
http://www.notapolitica.it/2011/9/15/punzi_politica15-09.aspx .
Da detto rapporto si evince, cifre alla mano, come i nostri “poveri” prof in vena di vittimismo, ove paragonati ai loro collegi tedeschi (ad esempio), guadagnino meno semplicemente perché troppi, ossia di come in Italia il problema NON sia la spesa per studente che in assoluto ed ancor più se in relazione al PIL, è delle più alte se non la più alta ma i numeri di una categoria che avendo scambiato la scuola per uno stipendificio, imponendo a mezzo del proprio sindacato un rapporto prof/studenti spropositato unitamente ad un numero di ore lavorative conseguentemente basso, adesso, pretenderebbe anche di farsi pagare alla pari di chi, in Europa ed altrove, si fa realmente il mazzo rischiando perdi più, come negli States, concretamente il licenziamento ove non si dimostri all’altezza.
A tal proposito vorrei solo ricordare che questi “poveracci”, al pari degli altri dipendenti pubblici e diversamente dai quanto avvenuto ai dipendenti privati, negli ultimi dieci anni hanno visto aumentare i propri stipendi del 30% al netto dell’inflazione!
Se poi volessimo mettere la cosa in relazione ai costi del pubblico impiego in Italia (oltre 165 miliardi l’anno):
http://www.contoannuale.tesoro.it/sicoSito/PaginaIniziale.jsp
ossia:
http://www.contoannuale.tesoro.it/sicoSito/presentazione_conti.jsp (ottimizzato per Internet Explorer)
provate a calcolare quante Finanziarie ci saremmo evitate a partire da quella dello scorso dicembre, quando MM ci regalò l’ IMU e l’aumento delle ascisse sul carburante giustificandole con la necessità di pagare le pensioni e gli stipendi (pubblici, aggiungo io).
Quindi ancora, insegnare 18 ore la settimana sarebbe duro?
Più duro che farsi il mazzo in una acciaieria o in cantiere edile 40/50 ore la settimana, magari rischiando la pelle per meno?
Ma va là!
Certo, se poi si potesse risolvere il problema degli esuberi cacciando i tanti pelandroni e/o incompetenti ancora meglio, ma finché ai fini del punteggio conterà più, ad esempio, essere sposati con prole che una caterva di Master la vedo assai improbabile.
Distinti Saluti,

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  1. roberto 2 il 25 ottobre 2012 alle 12:37:

Bravo Porro ha sollevato un lecito vespaio.
Mi sembra di assistere al canto delle vergini.
La qualita’ dell’ insegnamento da circa 40 anni a questa parte, fatto salvo poche eccezioni, fa piuttosto schifo, cosi’ come daltronde confermato dalle graduatorie internazionali.
Di chi la responsabilita’? Certo non solo del corpo docente che comunque non credo si sia battuto piu’ di tanto per riportare il livello di insegnamento a livelli equiparabili ad altri paesi Europei.
Checche’ ne dicano poi, pur tenendo conto di tutte le attivita’ extra scolastiche, il cumulo delle ore lavorative in un anno e’ sempre almeno inferiore di un 20% rispetto alle ore standard (circa 1780 anno) richieste lavorare nel privato.
Senza contare che al di fuori della scuola un pari grado di un insegnante, cioe’ un laureato, per potere ambire a qualche avanzamento di carriera e quindi aumento di stipendio, si trova molto spesso a lavorare ben oltre le canoniche 8 ore giornaliere.
Questo trend che e’ in genere visto come un extra sforzo dovuto ad inizio carriera per dimostrare la propria disponibilita’ e dedizione all’ azienda si trasforma molto spesso in una consuetudine per cui l’ orario di lavoro « normale » diventa in media di 9/10 ore giorno che se moltiplicato per le circa 44 settimane lavorative porta il totale ore anno a oltre 2.000.
Chiaramente le ore extra settimanali non sono remunerate nella piu’ parte dei casi.
Non ho dubbi nel riconoscere agli insegnanti, almeno a quelli seri, che la loro professione sia impegnativa.
Pero’ da qui a dichiarare che le 3 o 4 ore al giorno di insegnamento in classe bastino a esaurire fisicamente e psichicamente le forze dell’ insegnante ce ne passa.
Come ogni ex studente mi ricordo infatti ancora che l’ ora di insegnamento non era sempre un ora ininterrotta di monologo da parte dell’ insegnante che vuoi per le interrogazioni vuoi per gli esercizi o altro si poteva prendere le necessarie pause tra una spiegazione e l’ altra.
Per concludere, gli insegnanti dovrebbero anche riconoscere il vantaggio della grande flessibilita’ che la professione comporta e che gli permette di gestire le attivita’ extra scolastiche nelle ore a loro piu’ congeniali cosi’ permettendo loro, per esempio, di potere seguire i figli nelle attivita’ extra scolastiche cosa che non e’ certamente possibile per coloro i quali fanno orario pieno e che devono necessariamente lasciare i figli al doposcuola e costretti a volte a reperire anche un aiuto extra, non a gratis chiaramente.
Anche questo ha un valore sia qualitativo che quantitativo che dovrebbe essere riconosciuto dalla categoria.
Ma come si sa’ e’ difficile rinunciare ai privilegi e gli Italiani sono maestri nell’ inventarsi giustificazioni anche quando obiettivamente non ce ne sarebbero.
Quindi, cari insegnanti, mettetevi una mano sulla coscienza e invece di coalizzarvi solo quando si tratta di difendere i famosi « diritti acquisiti » fatelo anche per quanto concerne le tante cose che non funzionano nella scuola nostrana, siate propositivi e pretendete, ove ce ne sia bisogno, quelle riforme necessarie a riportare la qualita’ dell’ insegnamento ai livelli Europei cui vi piace compararvi solo per quanto concerne lo stipendio
Cordiali Saluti

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  1. Giacomo il 25 ottobre 2012 alle 12:34:

@Ilio Catarsi24 (ottobre 2012 alle 18:09)
“gli Ordinamenti internazionali di cui l’Italia è membro giuridico e culturale collocano la scuola del Bel Paese al 158° posto su 180 Paesi membri”
E chi sarebbero questi “Ordinamenti internazionali di cui l’Italia è membro giuridico e culturale”? Mi puo’ indicare la fonte di questa sua statistica?
Guardi, i dati piu’ completi e affidabili sono quelli del PISA report, condotti dall OECD. L’ultimo PISA disponibile (basta andare sul sito web dell OECD) e’ quello del 2009, che piazza l’Italia al 23esimo posto. Se poi uno va a guardare i punteggi assegnati nei vari aspetti (alfabetizzazione, scienza, matematica), si accorge che la differenza con gli altri maggiori paesi europei (Francia, Germania, UK) e’ minima. In soldoni: il sistema scolastico Italiano e’ in linea con il resto d’europa. Poi discutiamo di tutto, ma non inventiamoci statistiche balorde …

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  1. Fabrizio il 25 ottobre 2012 alle 12:28:

…continuerò ad acquistare il Giornale perchè vi scrivono persone come Marcello Veneziani,e soprattutto perchè diretto da un grande uomo che si chiama Alessandro Sallusti.Caro dott.Porro per lei ci sarà sempre un giornale ben pronto ad accettare e pubblicare di tutto,comprese le balle frutto della piu’ sconcertante disinformazione. Diciotto ore settimanali,roba da non dormirci la notte.La chiudo qui anche se la mia mano trema dalla tentazione di scrivere di piu’.

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  1. Hrundi V. Bakshi il 25 ottobre 2012 alle 12:25:

Sono davvero esterrefatto per le obiezioni all’articolo del Dr. PORRO mosse da alcuni che scrivono qui. Sono di origine indiana e posso garantire che in India la situazione degli insegnanti è ben peggiore.

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  1. gi.ggi il 25 ottobre 2012 alle 12:23:

Apprendiamo, oggi, che per la Confindustria è iniqua la tassa del 3 per cento per i ricchi, perché minaccia i consumi. Invece, per la Scuola dovrebbe essere equo l’aumento non retribuito di sei ore, con taglio dei posti di lavoro per i supplenti. Questo non minaccia forse i consumi? Come si vede i sacrifici, di cui parla Porro, non li vuole fare nessuno, nemmeno quelli che economicamente possono e non si capisce perché dovrebbero farli i docenti che oltre tutto vengono umiliati da certe proposte governative. Governo, che a furia di tagli e tasse, ha portato il debito pubblico al 126 per cento del Pil.

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  1. Giuseppe Itbread il 25 ottobre 2012 alle 11:53:

Grazia Dei 24/10 16:21
Una rondine non fa primavera. Fossero tutti come lei, non ci si porrebbe il problema.
Lucy 24/10 16:21
Veda di seguire lei la giornata lavorativa di un metalmeccanico oppure di un’artigiano falegname, si renderà conto che il problema degli insegnanti esiste, grazie al sindacalismo CIGL imperante.
Itbread – Como

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  1. Piero Diba il 25 ottobre 2012 alle 11:05:

Sono un docente di scuola secondaria nel suo giorno libero. Ho deciso di venire a scrivere sul Suo blog, dopo tre ore di correzione compiti, rilettura attenta delle programmazioni per la consegna ufficiale (badi bene non stesura, rilettura). Ecco il mio giorno libero come sta passando. Domani torno a scuola, entro alle 9.00 e ho consigli di classe sino alle 19.00. Solamente 10 ore di lavoro, di cui 4 delle famose 18 ore, le altre sono quelle che molti non conoscono o fanno finta di non conoscere. In due giorni faccio 18 ore, poi c’è il resto della settimana.
Io cambio volentieri il mio mestiere con il Suo, non so se vale il contrario, neppure con 10 ore frontali.

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  1. Mazzetta il 25 ottobre 2012 alle 10:59:

Cari signori indignati,
le vostre parole sono uno schiaffo a quelle categorie che come voi conoscono il precariato, lavorano a differenza vostra 40 ore settimanali, percepiscono quando va bene 1.000 euro, lavorano anche durante le festività e in estate contano su 15 giorni di ferie.
Le vostre parole sono uno schiaffo a quelle categorie che bacerebbero i vostri 1.300 euro e che per raschiarne 800, quando va bene, spesso, devono lavorare più delle vostre 18/24 ore.
Le vostre parole sono uno schiaffo a quelle persone che bacerebbero le vostre 18/24 ore di lavoro che sicuramente molti di voi svolgono al meglio, ma, tanti altri no.
Che vi piaccia o no, rispetto alla stragrande maggioranza dei lavoratori voi siete una categoria “fortunata”.
Agli scettici consiglio un tour in aziende, attività commerciali, edili, alimentari,servizi, agricole.
Saluti

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  1. Monica il 25 ottobre 2012 alle 10:41:

Caro sig. Porro,
credo che dovrebbe leggere il contratto collettivo nazionale dei docenti, poi dovrebbe passare qualche giorno in una scuola qualsiasi, anche se certamente pubblica.
Senza offesa, Lei non sa di che parla.
Prima di tutto le 18 ore non sono le ore lavorative, ma le ore di lezione frontale,cioè le ore passate in classe,dato che il contratto prevede un monte orario aggiuntivo di 80 ore annue per Collegi, Consigli di Classe, ricevimento genitori, riunioni per materia ecc.
Da questo monte orario aggiuntivo sono escluse le ore per la programmazione dell’attività didattica, per la correzione delle verifiche (consideri che ci son docenti con ca 200 alunni e conseguentemente 200 compiti da correggere al mese).
Consideri anche che l’ora di ricevimento mattutino settimanale o bisettimanale è ora aggiuntiva.
E’ bene anche sottolineare che,al contrario dei più importanti paesi europei, in Italia gli insegnanti hanno responsabilità penale nei confronti dei discenti,hanno ore di 60 minuti (in Germania, per esempio, le ore sono di 45 minuti),non hanno possibilità di pausa in orario lavorativo (per andare al WC si deve chiedere gentilmente la sorveglianza della classe al custode),devono adeguarsi ai famosi buchi (cioè quelle ore morte dovute all’orario scolastico per cui, anche a fronte di 3 ore di lezione al mattino, passi l’intera mattinata a scuola senza compenso).
Per quanto riguarda le ferie legga bene il contratto e poi anche la proposta del Governo: noi non siamo in ferie quando la scuola è chiusa.
Infatti i docenti sono spesso a scuola anche con la sospensione delle attività didattiche (così si dice). Nel periodo estivo c’è per esempio la formazione delle classi e comunque i precari son tutti o quasi licenziati al 30 di giugno.
In ogni caso noi siamo l’unica categoria di dipendenti pubblici che non può scegliere quando godere le proprie ferie e, come ribadito dal Governo,se si vuol godere dei 6 giorni permessi in periodo scolastico, dobbiamo trovare qualche collega che ci sostituisca, e Lei dovrebbe sapere che ciò è praticamente impossibile.
Le ore aggiuntive di gite e visite guidate, quasi sempre fatte al di fuori del proprio orario di lavoro, non sono retribuite.
Gli esami finali, che comportano un carico di lavoro anche di 10 ore giornaliere, non sono retribuiti alla scuola secondaria di I grado e prossimamente neanche a quella di II grado.
Tutto ciò a fronte di uno stipendio di 1300,1400 euro al mese, senza buoni mensa o rimborsi di vario tipo.
Noi non abbiamo chiesto un aumento della retribuzione,anche se i nostri stipendi son fermi da anni, ci siamo adeguati al momento di crisi del Paese.
Vogliamo semplicemente non essere annientati e che la scuola Italiana non venga annientata con noi.
Sarebbe meglio per tutti informarci bene prima di esprimere opinioni.
Ogni mattina milioni di persone portano i loro figli a scuola e li affidano a noi,forse anche Lei (se ha figli),perciò La prego di rispettarci.

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  1. MAgo il 25 ottobre 2012 alle 09:55:

non dovrei entrare in una guerra fra poveri, mi perdonino gli insegnanti statali, ma…ci sono tanti “ma”: 1) gli insegnanti avanzano richieste al datore di lavoro di Stato, a tutela della loro dignità; ma analoghe rivendicazioni potrebbero esprimere gli utenti della scuola di Stato: la qualità della scuola italiana è pessima, l’unico risultato garantito frequentandola è la scoliosi. 2) gli insegnanti italiani, dopo la laurea, hanno sgobbato e sgobbano come animali da soma(lo riconosco) pur di ricevere il loro stipendio dallo Stato (molto di più di quanto faticarono per laurearsi), ma mai li ho sentiti criticare il modello scolastico dello Stato Italiano, mai una riflessione su una proposta formativa diversa da quella pensata dal Ministero: semplicemente perchè a Loro non interessa questo tema, il loro unico progetto non è di fare l’insegnante, ma di fare l’insegnante di Stato. 3) Tante volte ho proposto ai miei amici insegnanti, perchè non proviamo ad organizzare una nostra scuola? Al chè, Loro mi guardano con lo sguardo assente e neanche mi rispondono. Scommetto che non risponderanno neanche qui

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  1. Ilio Catarsi il 25 ottobre 2012 alle 09:49:

Silvia Cioni, (24 ott. h. 18:08)
Uno Stato Sovrano, ancorchè costituzionale, può, eccome,cambiare le carte in tavola (diconsi normative) senza contrattazione. E ne abbiamo recentissima esperienza in materie sociali-esistenziali quali: le pensioni; gli esodati; tasse; imposte; studi di settore applicati addirittura con legge ordinaria sebbene la materia sia regolata da legge costituzionale (semplifico: ogni cittadino partecipa al mantenimento dello Stato in base alla propria capacità contributivà). Personalmente, poi, ho conosciuto insegnanti il cui Curriculum scolastico avrebbe dovuto essere fermato alla V° elementare per inadeguata padronanza della lingua madre.

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  1. Francesco C il 25 ottobre 2012 alle 09:26:

@paola il 24 ottobre 2012 alle 17:26
Noi continuiamo leggere il giornale proprio perché c’è un “cuoco” che continua a scrivere queste cose.
Nel suo intervento c’è proprio la dimostrazione del concetto espresso da Porro. Sinceramente, sarei molto soddisfatto se lei e molti suoi conoscenti non voterete più centrodestra a causa di quel che scrive in cuoco.

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  1. Monia il 25 ottobre 2012 alle 09:10:

Esiste da parte dei docenti italiani un piano di riforma della scuola?
Così com’è non va bene! Per gli insegnanti, per i ragazzi (le statistiche sulla preparazione sono orripilanti) e nemmeno per tutti quelli che pagano le tasse e quindi, la scuola.
Sarei curiosa di capire se dall’interno, esistono delle proposte e quali proposte.
Grazie

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  1. sassi vincenzo il 25 ottobre 2012 alle 08:58:

la discussione è annosa, ma per piacere, pur essendo d’accordo sull’uso che si fa della scuola come contenitore di mano d’opera non sempre necessaria, un po di pudore quando si parla di stipendi specialmente con quello che si sente di questi tempi mi riferisco ai dipendenti di parlamento regioni province e comuni ecc.

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  1. Luca il 25 ottobre 2012 alle 08:45:

Capito Nicola? Bisogna andare a vedere le condizioni in cui lavorano, stare chiusi in classe per 50 minuti di seguito, in aule non dipinte come i salotti, con gli alunni che disturbano e’ quasi da paragonare a un lavoro usurante!
Vorrei invitare i vari professori che fanno vittimismo per il loro duro lavoro a provare una settimana a fare un lavoro piu’ leggero, tipo muratore, minatore, fonderia, officina, oppure da un artigiano… ma a 36 ore non la meta’… non c’e’ che la scelta.
D’altronde se non e’ una casta… trovatemi qualche altro lavoro dove valgono queste condizioni di orari o queste regole previlegiate che non sia un altro lavoro statale.
Addirittura anche i precari sono previlegiati nella scuola (a confronto dei precari nazionali standard), se ti arriva una telefonata per una supplenza e il precario scolastico magari e’ in cinta si becca la maternita’ completa senza colpo ferire e senza fare un ora di lavoro.
Per non parlare di ore di recupero (fatte quando non servono)e recuperate per salvaguardare le infinite ferie, qui la flessibilita e’ ricercatissima!
Dov’e’ un altro posto, ma direi pianeta, dove accade questo?
E non discuto della qualita’ del lavoro, come in tutti i lavori ci saranno docenti capaci e appassionati come mezze calzette che pero’, sempre al contrario di altri lavori, vanno avanti fino alla pensione come quelli bravi, e trovatemi un altro posto non statale dove sta in piedi una cosa del genere.
La definizione di casta e’ perfetta: “gruppo di persone legate da interessi comuni che difendono i privilegi di cui godono”.
Se la scuola non fosse una casta gli incazzati verrebbero qui a denunciare gli sprechi o chi non lavora, chi mina il loro lavoro, perche’ da fuori l’immagine e’ questa.

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  1. Louis Cyphre il 25 ottobre 2012 alle 08:13:

Dal momento però che questo forum è stato aperto e che grazie ad esso la testata “Il Giornale” conta di provocare in capo al proprio sito un volume di movimentazione mediatica che, se non altro, faccia crescere il numero di accessi, oltreché certificare il nobile obiettivo di allargare e migliorare lo scambio di informazioni e di opinioni, ecco che non sono disposto a lasciar perdere senza prima aver completato il mio contributo a questa pagina.
Dovremmo ricordare che l’opzione per la professione dell’insegnamento è stata da sempre una precisa tradizione di scelta culturale ed attitudinale in forza di ben radicate valutazioni riguardo al futuro della vita pratica e reale. Generazioni di persone vi si sono accostate avendo bene in mente che si trattava di una delle scelte migliori attraverso la quale poter conciliare un lavoro serio e di decoroso stipendio che coniuga una discreta disponibilità di tempo libero per se stessi o, eventualmente, da dedicare alla famiglia. Non è un caso infatti che, come rileva [Grazia Dei il 24 ottobre 2012 alle 16:21], tale professione sia ancora saldamente a maggioranza femminile: accade che la natura (non la cultura come certa sinistra ha millantato) abbia affidato alle donne la fisiologia adatta a prendersi cura della prole nei primissimi anni di vita e questo richiede proprio quel tempo che è abbastanza agevolmente recuperabile dagli orari di insegnamento. Quindi date queste innegabili premesse, che io ho verificato e sentito esplicitare sia da compagne di scuola media e superiore che rincontrai sposate dopo i trent’anni sia tutt’ora da amicizie più recenti, non capisco come sia possibile lamentare questo primato di scelta consapevole femminile per dimostrare che la categoria sia in qualche modo negletta e la materia dell’insegnamento trascurata.
Sul fatto poi che le scuole manchino di attrezzature aggiornate sono spiacente di dover rilevare che allo stesso modo anche in azienda mancano attrezzature aggiornate: da sempre in qualsiasi ambiente lavorativo si combatte con le disponibilità di denaro in relazione al decidere se e quando rinnovare attrezzature, macchinari e installazioni. E da sempre la battaglia incessante è quella di tirare avanti fin che ce n’è un pezzo funzionante, anche nelle famiglie di quegli stessi docenti che però a scuola vorrebbero tutto nuovo ed aggiornato.
Poi c’è il discorso della comparazione degli stipendi egregiamente spiegato da [R03ERT0 60RETT1 il 24 ottobre 2012 alle 18:18] nel suo post di risposta a TEODOSIO ORLANDO dal quale evinco un messaggio subliminale ma certamente molto chiaro: se si vogliono maggiori riconoscimenti, ammesso che l’insegnamento sia davvero così spilorcio e dannato, è sempre possibile cambiare lavoro. Il signor [R03ERT0] ha giustamente prospettato il solo paragone ragionevole: pari laureati in diversi settori lavorativi. Dal che restare in quella che pubblicamente e ad ogni occasione reclamiamo come una situazione indecente alla lunga ci fa solo passare per quelli che in pratica non hanno saputo fare di meglio, non ripulisce certo quella situazione dall’indecenza, ammesso che sia davvero tale.
Non riconosco invece fondatezza a quanto scritto da [Luca il 24 ottobre 2012 alle 17:34], sostenere che da imprenditore poche ore di insegnamento lo hanno “cotto” è come sostenere da frequentatore del bar sotto casa che aver nuotato per venti metri al posto di Phelps ci ha distrutti. È appena ovvio e non costituisce per nulla certificazione che il lavoro da noi tentato, per un esiguo lasso di tempo e nel quale non siamo professionisti, sia fondatamente faticoso od impegnativo. Molto probabilmente i professori del Liceo dove il signor [Luca] ha insegnato per poche ore direbbero la stessa cosa se per qualche ora avessero sostituito [Luca] nel suo ufficio in ditta.
Tutto questo per dire che so benissimo quanto lo spirito di casta trovi dimora in ognuno di noi una volta che siamo riusciti in qualche modo ad inserirci in una qualsiasi attività lavorativa e trovandoci perciò ad elaborare il conseguente senso di appartenenza. Ma quindi è proprio questa consapevolezza che non intendo abbandonare a favore di alcuna altra casta che non sia quella alla quale nel momento corrente “x” io mi trovi ad appartenere. E proprio in forza del fatto che ognuno la pensa esattamente come me si manifesta l’inutilità di stigmatizzare o glorificare una moltitudine di individui in quanto costituenti un dato gruppo sociale quand’anche etichettato come casta. Tale gruppo si troverà affibbiato un congruo valore in ragione del suo reale peso di mercato (comprendendo in “mercato” anche i sostegni governativi) in un dato sistema economico: ed è come stanno le cose. Chiunque non si riconosca più in esso nei nostri paesi occidentali ha ancora la perfetta libertà di cambiare … casta.

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  1. antonio.chichierchia il 25 ottobre 2012 alle 07:57:

Caro cuoco, con grande fatica ho letto gli “elaborati” dei vari professori e professoresse che hanno affollato il tuo blog. Le 18 ore di insegnamento frontale sono probabilmente molto impegnative oggi, il resto si fa a casa con grande dispendio di …. riscaldamento privato, scrivanie, inchiostro… come a dire che se non avessero i compiti da correggere terrebbero la famiglia al freddo e al gelo. A fronte di questa estrema prevaricazione del datore di lavoro però, caso strano, non ricordo di aver mai visto i professori e tantomeno le professoresse BATTERSI per rimanere a scuola fino all 17,30 per svolgere il loro lavoro in sede. E diamogliela questa soddisfazione di lavorare 40 ore settimanali in sede (più gli spostamenti per raggiungere le sedi che molti vorrebbero fossero considerate ore lavorative (sic!!!).Paghiamoli di più (naturalmente in linea con gli stipendi italiani medi, NON con gli stipendi Europei medi.. del resto vivono in Italia, non in Danimarca).. Diamogli però anche le ansie delle aziende private (Sulcis, Alcoa, ILVA, etc .etc .etc. etc. etc. etc. etc. etc. etc. etc. etc. )introduciamo anche nelle scuole i licenziamenti collettivi (e ce ne sarebbe a iosa di motivi, basta leggere i forum dei ragazzi, non ce n’è uno che usi l’h per il verbo avere, per non parlare degli accenti… a già ma la colpa in quei casi è degli alunni non delle professoresse di fisica che esordivano: “Se dovete SCENDERE un secchio..”.La motivazione per i licenziamenti sarebbe inattaccabile anche dall’articolo 18:Ci sono meno studenti? licenziamo i professori in eccesso… come fanno nelle scuole private che si devono regolare sul mercato. Bestemmia? La parola mercato applicata alle scuole? E i precari? Ma se sono dieci anni che si sottopongono alle torture del Ministero della Pubblica Istruzione… perchè non mollano e vanno a lavorare nelle scuole private o nei call center? Non sarà che le faticosissime 18 ore a settimana ( pur con tutto il carico della correzione degli elaborati a casa) tutto sommato rappresenta ancora la miglior professione per le donne?Stipendio pieno,non licenzi abilità ( questo elemento vale un altro mezzo stipendio), possibilità di organizzarsi il lavoro a casa mentre magari si avvia la cucina e si bada alla colf…Di professoresse che nella pausa pranzo (un’ora) vanno al supermercato di corsa a fare la spesa e alle sette di sera sganciano il bambino dal seggiolino della macchina e corrono a casa per iniziare il secondo round della giornata..non ne ho mai viste… mentre incontravo molte colleghe super laureate alle casse e sempre di corsa…A questo punto però il “caprone” sei tu che non ti informi, non sai di cosa si parli, non hai mai insegnato…come a dire che se scrivessi del Sulcis dovresti aver fatto il minatore… ti consiglio di non fare mai un’inchiesta sulle prostitute…dovresti fare almeno due anni da Trans sui marciapiedi! E comunque, purtroppo, non ce la farà ne Profumo, ne Brunetta… e non ce l’avrebbe fatta neanche Stalin…. il de profundis per la macchina statale, professori o marescialli, è stato già scritto… dal debito pubblico.

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  1. maxmax il 25 ottobre 2012 alle 00:46:

Non avrei mai pensato che un articolo su un blog sollevasse questo vespaio! Quello che non capisco è perché se in Italia tutti lavorano con contratti superiori alle 35 ore settimanali, gli insegnanti lavorano con la metà del monte ore. Ci dimentichiamo che stanno a casa tutte le vacanze di Natale come i loro studenti? E quelle di Pasqua dove le mettiamo? E i tre mesi delle ferie estive? Certo, non credo che i tre mesi estivi siano sfruttati per riposarsi ma almeno quello di agosto al mare o in montagna è sacrosanto. Questo che scrivo è vero oppure anche questa è solo disinformazione? Ho cominciato a lavorare trenta anni fa e non ho mai potuto usufruire di un mese intero di ferie estive. Massimo venti giorni contando i riposi infrasettimanali e turnando con altri colleghi i vari periodi.
Qualcuno ha scritto che la scuola è stata utilizzata dai vari governi della Repubblica come zona di conquista del potere. La colpa se i governi hanno utilizzato la scuola come ammortizzatore sociale e come stipendificio non è mia o di altri che lavorano sodo per 35/40 ore la settimana , magari di notte per rendere un servizio al pubblico ma vostra, di voi docenti che avete accettato i vostri contratti da parte di sindacati chiaccheroni e incapaci di rappresentarvi. Troppo facile recriminare con Porro o con me e piangere con lacrime di coccodrillo. Non capisco perchè ci sono categorie pubbliche che da anni stanno aspettando il rinnovo dei contratti in silenzio e facendo il proprio dovere ed altre che si lamentano per l’ innalzamento di sei, diconsi sei ore settimanali di lavoro in cambio di giorni di vacanza in più! Dovreste soltanto vergognarvi! Tutti!! Indistintamente!!! Max Piras

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  1. Francesco il 25 ottobre 2012 alle 00:30:

Carissimo Porro, stasera da Vespa l’ho sentita lamentarsi per il contributo di solidarietà sui redditi oltre 150 mila euro . Capisco l’interesse personale, ma ci starebbe pure una vecchia signora acciaccata e maltrattata che si chiama Decenza e che quelli come Lei non vanno mai a trovare. Vergogna, Porro, proprio Lei che ha la faccia del bravo nipote, quello che ogni domenica si presenta dalla nonna con le pastelle fresche. Orsù, e gli faccia fare una passeggiata ogni tanto alla Decenza sua…Cordiali saluti.
P.S. Non si affretti a replicare qui: è un posto da cui passo molto raramente. E da cui vado via ogni volta molto rapidamente.

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  1. Antoniodaverona il 25 ottobre 2012 alle 00:06:

Io lo so perché gli insegnanti non vogliono fare piú ore: non resta loro piú tempo per le lezioni private in nero a casa! Mia suocera docet: 1 stipendio a scuola e altri 2 a casa! Speriamo che non mi legga…

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  1. Salvo il 25 ottobre 2012 alle 00:04:

Egr. Sig. Porro, poteva affrontare l’argomento con maggiore professionalità, senza offendere gli insegnanti, dicendo la sua, basandosi su dati reali. Sicuramente in questo blog sarebbe venuto fuori un bel confronto e non una presa di posizione irremovibile da ambo le parti. Un saluto

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  1. domenico il 24 ottobre 2012 alle 23:35:

Egr. giornalista, non la conosco, mi deve scusare, leggo questo suo articolo oggi e leggo il suo nome per la prima volta in vita mia. Ho provato a leggere tutte le risposte al suo articolo (che, penso, lei non leggerà mai per esteso ma, per il numero, evidenziano che lei probabilmente è uno abbastanza letto) ed è quasi stato un secondo lavoro. Lei probabilmente, su altri argomenti, sarà un discreto giornalista, glielo auguro per la sua carriera, ma su questo, mi creda, è stato superficiale. Avrebbe potuto avere l’occasione di entrare nel merito di una questione nemmeno tanto banale, perché banalizzata, e invece ha scritto sulla base di pregiudizi e di supposizioni. Mi permetta di suggerirle una catarsi: sperimenti questo mestiere, magari sotto mentite spoglie; invece di informarsi, si formi entrando nel ruolo; operi la sua indagine entrando in contatto con le realtà di un territorio scabro e variegato come quello italiano, da Aosta a Palermo; parli con tutti quelli che vivono a contatto con la scuola del nostro tempo: docenti, ragazzi, personale, famiglie – che sono la membrana più evidente – e poi con le case editrici e i loro rappresentanti editoriali, librai e cartolai, fornitori di attrezzature tecnologiche, hardware e software, imprese di pulizie, agenzie di viaggio, autotrasporti, strutture ricettive (gite, viaggi, etc), contractist di arredi, aziende telefoniche, distributori e grossisti di macchinette automatiche per generi alimentari, aziende di vestiario, e quant’altro creda. Scoprirà un mondo di cui non ha parlato e che, magari, anche pregiudizialmente, potrebbe darle una diversa cornice per racchiudere il quadro che lei ha dipinto. Scoprirà, al di là del monte orario, che un insegnante guadagna, in questo Paese, meno di un apprendista muratore (pur laureato, spesso con due lauree o un PhD), economizza su tutto per vivere con dignità e, talvolta, è costretto ad impegnare il tempo-casa come prolungamento del tempo-scuola. Le 18 o 24 ore di cui lei scrive, con leggerezza, sono soltanto momenti frontali in cui ci si confronta con ragazzi che potrebbero essere i miei o i suoi figli. Per definire i contenuti di questi momenti frontali gli insegnanti hanno già discusso di metodi di lavoro, valutazione, competenze, etc, nei dipartimenti disciplinari, nei consigli di classe, in estenuanti, mi creda, collegi docenti e, alcuni eletti appositamente, nei consigli d’istituto. Ore non conteggiate nelle 18/24 di cui lei parla. Nel corso dell’anno incontreranno (personalmente o collegialmente) le famiglie dei ragazzi, non come confessori ma educatori, psicologi, politici (nel più alto dei suoi significati), organizzatori, strateghi. Altre ore non conteggiate e, mi creda, non fa granché bene tentare di mantenersi in equilibrio in mezzo alle mille storie che si ascoltano. Veda, io sono un docente di ruolo che, grazie ai miracoli di nostra sorella Gelmini, è come se fossi un precario: ogni anno cambio scuola. Ogni anno devo adattarmi a non meno di trecento nuovi soggetti: studenti, docenti, dirigenti, personale scolastico (senza contare gli indotti delle famiglie). Ogni anno ricomincio daccapo, anche se l’anno precedente ho svolto correttamente il mio lavoro, perché in una sorta di mobbing legalizzato vengo trasferito in funzione di una serie di parametri a cui gli uffici provinciali devono attenersi: ogni anno vengo licenziato e preso in carico da una nuova struttura. Pensi al suo lavoro in questi termini: ogni anno cambi giornale, direttore, redazione, lettori, e mi faccia sapere. Per cui, come legge, non è facile sentenziare se non si ha contezza di un mondo in parte alla deriva (per motivi i più disparati) e in parte resistente ad attacchi che di anno in anno si fanno sempre più sibillini e arcaici. Lei certamente conoscerà le “strategie della manipolazione attraverso i massmedia” nel decalogo pubblicato da Noam Chomsky, per cui non le faccio nessun pistolotto in merito, vado piuttosto all’effetto finale: vogliamo annientare la scuola? si servano pure, ma lo facciano in maniera radicale senza evidenziare privilegi di casta, senza avvantaggiare la chiesa o le logge; un grado zero da cui sia possibile ricominciare a pensare un modello contemporaneo di istruzione, adatto alle nuove generazioni. Guardi, senza continuare a cincischiare di orari o stipendi, io sono d’accordo a ricominciare da zero, temo però che né lei né il ministro, per quello che dite e che scrivete, abbiate idee e competenze per farlo.

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  1. Pietro46 il 24 ottobre 2012 alle 23:17:

Porro ha scatenato un vespaio, sembra che la scuola esista solo per garantire uno stipendio ai precari : finchè scopo primario della scuola non sarà la preparazione e formazione dei giovani per la vita ed il mondo del lavoro non ne verremo a capo:
E che la smettano di rompere i dipendenti del Ministero sugli stipendi inferiori alla media europea, che li paragonino che so a quelli dei metalmeccanici Italiani…
fermo restando che la scuola sopravvive perchè una sparuta minoranza del corpo docente ci crede fermamente, e d’altra parte sarebbe ora di togliere valore legale a quel pezzo di carta…..
cordialmente

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  1. Francesca il 24 ottobre 2012 alle 22:33:

Peccato, pur lavorando per il Giornale, Lei mi era sembrato un uomo intelligente.
Tristemente mi sono dovuta ancora una volta ricredere

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  1. Daniele il 24 ottobre 2012 alle 22:30:

@ franco epifanio il 24 ottobre 2012 alle 13:36:
Gentile Franco, due precisazioni su quello che ha scritto.
1) Nela scuola quelli che si grattano la pancia, anche tra gli Ata (i bidelli), sono meno di quanto lei creda. Ascolti me, oltre al suo amico. Io, da precario, di scuole ne ho girato tante ormai, e posso garantire di aver trovato alcuni fannulloni, diversi ottimi lavoratori e una gran massa di persone che facevano il proprio mestiere con decoro e onesto impegno. Non generalizzi.
2) Prima di indignarsi per la correzione dei compiti nelle ore buche, dovrebbe capire di cosa si tratta. L’orario di un insegnante (le 18 ore di lezione in classe) non sempre è continuato, anzi, quasi mai. Capita che si faccia lezione dalle otto alle dieci e poi dalle undici a mezzogiorno. In quell’ora “buca” è naturale restare a scuola. Perché non dovrei correggere i compiti? Che differenze c’è se lo faccio a casa mia o in aula professori? Da come ne parla lei sembra che in quelle ore noi si rubi lo stipendio, come se timbrassimo un cartellino e poi ce ne andassimo a fare la spesa. Si tratta invece di ore in cui non siamo in servizio. Se restiamo a scuola è solo per comodità, perché non ha senso tornare a casa. Non applichi la logica dell’ufficio alla scuola, per cui c’è un orario di inizio e uno di fine. Il nostro è un orario flessibile, perché è legato alle esigenze delle classi e dell’orario scolastico. Ogni lavoro ha le sue specificità: non valuti l’uno sul metro dell’altro.
Tra l’altro le posso garantire che in una o due ore buche alla settimana i compiti raramente riesco a finire di correggerli, per cui lavoro anche a casa.

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  1. Anna Elisa Carrisi il 24 ottobre 2012 alle 22:19:

La ringrazio.

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  1. sissi il 24 ottobre 2012 alle 21:49:

Sa che le dico: un paese civile difende la scuola pubblica, investe sulla scuola pubblica! Chi scrive le cose che ha scritto lei non solo dimostra di essere poco informato, ma anche di essere poco lungimirante e soprattutto dimostra di non avere a cuore le sorti del nostro paese. Gli sprechi che hanno mandato in malora il nostro sistema non sono certo da additare al settore istruzione, che negli ultimo 10 anni ha subito continui tagli, ben l’80% di tutti quelli che hanno interessato la p.a. , quando, invece, avrebbe dovuto avere almeno la stessa percentuale di investimenti. Gli sprechi e gli sperperi sono quelli a favore di una classe politica inetta e mangiasoldi, di un sistema di informazione che “risucchia” finanziamenti pubblici per dare informazioni di parte, di alti dirigenti delle pubbliche amministrazioni che occupano posti-chiave solo per le loro “amicizie”, di diarie, premi, incentivi, sovvenzioni, finanziamenti a enti inutili, sindacati venduti, giornali sconcludenti.
La verità è che temete il ruolo della scuola pubblica: temete che gli insegnanti aprano le menti di tanti giovani che in ogni modo cercate di manipolare con un bombardamento mediatico di bassa leva. Ecco perchè attaccate la scuola pubblica.

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  1. physicus il 24 ottobre 2012 alle 21:45:

Gent.mo Porro, grazie per le sue parole.

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  1. Michele il 24 ottobre 2012 alle 21:41:

Articolo ahimè sciocchino. Non perché menta, ma perché pretende d argomentare senza mostrare che chi scrive si sia mai informato sull’argomento. E non tanto dell’orario egli insegnanti, ma del problema dell’organizzazione della scuola in Italia, della situazione della scuola, del reclutamento dei docenti e di tutti gli altri problemi che stanno da decenni tentando di mettere sul piatto insegnanti e ricerche universitarie. Mia moglie su 18 ore di lezione ne lavora altre 20. Chiaramente non insegna educazione fisica, ma matematica e fiscca. E finiamola pure con la storiella degli insegnanti seri che credono nella loro missione. L’insegnamento è una professione specializzata. L’Italia l’ha sempre considerata invece un’occupazione impiegatizia e come tale l’ha trattata. Non tacciamo certo lo sconcio di governi e sindacati, tuttavia la proposta di Profumo è di una pavidità imbarazzante: tagli le materie inutili e gli inesgnanti inutili; le graduatorie, i valori legali dei titoli di studio e i concorsi pubblici che funzionavano bene 80 anni fa. La selezione di personale specializzato e qulificato non si fa cos in nessuna parte del mondo civilizzato. Questo è rispamio, e soprattuto riforma coraggiosa e lungimirante.
Signor Porro, aveva idea, ad esempio degli argomenti che ho appena elencato?
Cordialità

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  1. chiara il 24 ottobre 2012 alle 21:26:

Volevo dirle caro Porro, che dopo questo articolo ha perso la mia stima. Credevo che fosse un giornalista preparato e invece scrive cose senza documentarsi. Parla per sentito dire…es : 18 ore prof. fannulloni e poi 3 mesi di ferie!!! Ma quali 18 ore e 3 mesi di ferie!!! Gli esami finiscono a metà luglio e il 1 settembre siamo a scuola!!
E poi riunioni su riunioni , collegi, problemi degli alunni…correzione compiti…ecc Si documenti Porro!!
Le dico poi che il giornale anche io non lo comprerò più! E non dica che tanto non lo leggevo… lei scrive sciocchezze quindi… addio al “Il giornale”

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  1. valter il 24 ottobre 2012 alle 21:26:

franco epifanio il 24 ottobre 2012 alle 13:36:
Caro Franco, tu non devi necessariamente scrivere/intervenire su tutti i temi proposti.
Soprattutto scrivendo idiozie squassanti.
Usando la tua stessa filosofia e citando un mio ignoto vicino di casa potrei dimostrarti esattamente l’opposto di quanto da te affermato.
Trattasi di un tuo conoscente. Uno che può sparare cazzate a raffica e tu ce le riproponi?
Trovo anche questa tua perla:
“Allora caro Porro,mi permetto di farti un appunto,se tu eri a conoscenza di questa altissima frequentazione degli insegnanti al tuo blog,cosa ti potevi aspettare se non queste reazioni da parte loro.
A me la vita ha insegnato di non dare mai dell’idiota ad un idiota,mai del ladro ad un ladro,
mai del fannullone ad un vero fannullone,sai perchè? perchè ti si rivoltano contro.
f.e.
Per te è normale questo leccaculismo. Pacca sulla spalla e autocompiacimento?
Evito di darti dell’idiota per i motivi da te esposti e ritorno serio.
Qui scrivono degli insegnanti, con le loro esperienze, le loro preoccupazioni, i loro problemi.
Tutta gente “sinistra”?
Adesso divento antiberlusconiano, anzi antiBerlusconiano come lo scriveresti tu.
Ricordi quando la classe insegnanti era considerata? Quando tu, tornando a casa con una nota, avevi la fondata preoccupazione di prendere una ramanzina da parte dei tuoi?
Quando anche la borghesia illuminata pretendeva da parte dei propri figli il rispetto per “l’istituzione scuola?”
Presente invece quando la becera piccola pezzente aspirante borghesia, sdoganata da Silvio all’insegna dell’arricchimento a tutti i costi, in barba a tutte le regole come il capo domandava, a fronte di una nota di biasimo preferiva insultare e minacciare gli insegnanti?
In fondo erano solo dei piccoli pezzenti che guadagnavano una miseria (il loro metro di giudizio). E si permettevano il lusso di “offendere“ i loro pargoli? Pargoli che, come conseguenza pur essendo degli emeriti idioti, guardavano i loro insegnanti con commiserazione?
Insisto con il non darti dell’idiota.
Valter

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  1. antonio.chichierchia il 24 ottobre 2012 alle 21:17:

….poi c’era la professoressa Mariastella M.P. che aveva scelto per le sue sezioni il libro di storia dell’arte scritto da lei e che coccolava talmente smaccatamente l’alunno figlio del più noto politico italiano ..che dagli ultimi banchi si levava la voce: “dillo a papà”, ma quelli erano discoli, poi c’era la (giovane in verità) professoressa di latino del Ginnasio che costruiva le frasi latine mettendo il soggetto in accusativo, poi c’era la professoressa di fisica che veniva in classe con una scarpa blue ed una marrone (ma questo non depone male) e iniziava dicendo:” se volete scendere un secchio..” e sempre dagli ultimi banchi si alzava la voce “ professoressa” scendere” è intransitivo..”, poi c’era la professoressa di inglese che quando interrogava la figlia della collega della classe accanto che aveva fatto scena muta , al momento di assegnare il voto, si rivolgeva ai compagni di classe“Quanto diamo ad Elisabetta ?” ben contando sull’indulgenza plenaria dei compagni di classe…, insomma non mi pare che i profili degli insegnanti rifulgessero sempre e comunque di luce cristallina come sembra trasparire dai post di questo Blog che oramai cede alla sera. Certo c’era anche la professoressa di filosofia giovane e sensibile che ti diceva” non può essere che TU non capisci questa cosa..” e infondendoti fiducia ti riscattava dal ghetto cultural-famigliare dal quale magari provenivi… e quella chi se la dimentica !
I più penosi, comunque, sono quelli che dichiarano apertamente: “visto che non sei nostro complice, non compro più Il Giornale “.. alla faccia del confronto democratico !

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  1. Laura il 24 ottobre 2012 alle 21:02:

Signor Porro, io sono un insegnante precaria da 15 anni e con due figli, mio marito è senza lavoro da un anno… (sa la crisi) se passasse il “ddl Profumo” e passassero le sue idee io mi ritroverei a casa in un battibaleno. Secondo lei, io faccio parte della cosiddetta CASTA??? Mi risponda. Sa che ogni anno vivo senza sapere se e dove lavorerò???? Sa quanto guadagno??? Pochi euro!!! 1235 ultimo stipendio!
Non scriva stupidate la prego e come la consigliano in molti, vada in una scuola e veda. Poi chieda umilmente scusa a tutti se ha un po' di dignità!
Ne dubito che lo faccia e so perchè.
Buon lavoro!

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  1. secondo il 24 ottobre 2012 alle 20:57:

Che Giuseppe Colosio conosca alla perfe­zione la normativa che riguarda la categoria degli insegnanti non lo darei tanto per scontato, ma forse nell’intervista ha preferito semplificare per cui non entro nel merito.
In matematica invece, se avete riportato correttamente quanto detto, sembra piuttosto debole:
34*18 = 612
612+40+40+30=722
quindi secondo l’illustre intervistato un docente serio corregge i compiti, prepara le lezioni e partecipa agli scrutini nelle restanti 78 ore (al massimo).
Vogliamo considerare 4 classi di 25 alunni (magari fossero solo 25, ma voglio venirle incontro).
2 ore tra discussione e burocrazia (verbali copiatura dei voti etc)?
restano 70 ore. Un compito in classe al mese?
25*4=100*9=900 compiti
Ne risulta 5 minuti a compito.
La sfido a leggere un compito (di qualsiasi materia) in cinque minuti. Dovesse essere che lei è un fulmine nella lettura mancano comunque all’appello la preparazione delle lezioni, l’aggiornamento e tutto quanto hanno elencato coloro che mi hanno preceduto.
Quando si vuole informare gli altri è meglio informarsi e verificare quanto si riporta
cordialmente.
P.S. io il suo giornale non lo compero, ma lo leggo ugualmente perché qui dove abito lo regalano (con il Tempo).

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  1. daniele1978 il 24 ottobre 2012 alle 20:30:

Sento parlare a qualcuno dei “professori” di ferie coatte, aumento delle ore lavorative da 18 a 24 ed incavolarsi.
Avete idea di quanto mediamete lavora un professionista od un imprenditore a confronto?
1) Anche l’imprenditore non chiude quando vuole, (ad esempio edile) perchè di fatto se lo facesse perderebbe le commesse…..per noi nell’edilizia le ferie sono ad agosto (ma solo perchè la gente è già tutta i ferie ed i magazzini sono chiusi) altrimenti lavoreremmo.
2) Le ore invece da 18 alla settimana sono almeno 60 (10 ore al giorno da lunedì al sabato) qualche stacanovista lavora alla domenica.
3)La scuola come molti enti pubblici sono pensati più come ammortizzatori sociali che come “servizi per la collettività” dove trovare comunque un posto di lavoro.
Personalmente (fatto anche piccoli appalti dentro qualche scuola), ho trovato sulla mia pelle gente che proprio voglia di lavorare “saltami addosso e portami via”
Mi son trovato poi in un occasione dove entro per fare il lavoro e no avevano spostato armadi dalle aule, schedari cattedre.
Alla nostra richiesta (visto che eravamo incaricati dal Comune) questi han protestato, abbiamo chiesto almeno di spostare le loro attrezzature…..morire se l’han fatto.
Così io per primo con l’aiuto degli operai miei l’abbiamo fatto. Se aspettavo l’aiuto dei bidelli il lavoro (fatto 4 anni fa circa) sarebbe ancora li da fare.
Quando sento sta gente che si arrabbia, manifesta per le strade per i loro diritti e MANCO TI AIUTA A SPOSTARE LA LORO ATTREZZATURA fa veramente INCAZZZARE…scusate il termine ma ci vuole.
Sicuramente se spostavano (con noi) la cattedra o lo schedario gli veniva l’ERNIA e magari il giorno dopo si mettevano in malattia per sforzo “eccessivo”.
Siamo in un momento di difficoltà in cui tutti sono chiamati a fare la loro parte, ma quando sento individui che pur prendendo un paga simile all’operaio edile lavorano la metà della metà fa veramente rabbrividire (e come non bastasse chiedono ancora diritti, ma che vogliono sti LAIANI).
Se l’Italia è nella cacca dobbiamo ringraziare questi signori, che protestano, manifestano per diritti ma il dovere di lavorare no.
Non la capiscono ancora, ma si rendono conto che chi lavora nel privato non solo non ha uno stipendio sicuro, ma spesso deve fare da “banca” per continuare a lavorare?
Non la capiscono ancora che è ora di tirarsi su le maniche (come fanno glia altri) darsi da fare per migliorare le cose????
Spesso in Italia con la storia dei diritti (per carità sacrosanti del lavoro) si è arrivato agli abusi…..al fatto di dire sempre a chi ti da il lavoro “o così, o ti denuncio?”

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  1. annalisa il 24 ottobre 2012 alle 20:21:

Gentile Signor Porro, noi elettori di centrodestra siamo allibiti da come siete fessi! Attaccando i precari perderete un sacco di voti! Io vi votavo ma Addio!!!! Leccate i piedi ai potenti e vi scagliate con chi guadagna pochi euro!!!!

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  1. franco epifanio il 24 ottobre 2012 alle 20:18:

Perchè ve la prendete con il Giornale?
Sarete anche gente laureata ma avete dimostrato di essere anche ridicoli e piccini quando affermate di non comprare più il Giornale.
Secondo me quelli che hanno fatto questa affermazione non hanno mai comprato il Giornale,sono sicuramente degli assidui lettori di Repubblica,come la maggioranza degli insegnanti.
Se così è avete sbagliato completamente indirizzo,
se volete la grazia rivolgetevi pure a Ezio Mauro o a Travaglio,in quanto qui potete trovare solo giustizia.
f.e.

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  1. serena di luca il 24 ottobre 2012 alle 20:14:

Caro Porro,dopo tutte le copie che farà perdere al suo giornale mi sa che la licenziano! Come a tutti i professori precari che guadagnano pensate bene anche 1280 euro!!!

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  1. R03ERT0 60RETT1 il 24 ottobre 2012 alle 20:12:

Volevo aggiungere un’altra cosa.
Se davvero gli insegnanti sono tanto sottopagati ed hanno condizioni di lavoro inaccettabili, come mai quando ci sono concorsi per insegnanti i candidati, sicuramente tutti laureati e qualificati, sono centinaia o migliaia per ogni posto offerto?
Se davvero si trattasse di un lavoraccio sottopagato come alcuni dicono, tutti quei laureati andrebbero a cercare lavoro in un altro posto dove sono pagati meglio.
Il fatto che si presentino a migliaia per pochi posti, mi dice l’esatto contrario. Cioe’ che e’ un lavoro MOLTO MOLTO ambito e molto meglio pagato che altrove.
Il fatto di avere tutto quel tempo libero (vacanze durante l’anno, lunghe ferie estive, orario settimanale inferiore alle 40 ore) ha un valore pecuniario.
Cosi come ha un valore pecuniario la sicurezza che viene con il lavorare nel settore pubblico. Un insegnante di ruolo e’ difficile che perda il lavoro con facilita’ come avviene invece nell’industria privata dove aziende possono andare in malora ad ogni recessione.
Allo stipendio magari basso, va quindi aggiunto il valore pecuniario delle tante ferie pagate e della sicurezza del posto di lavoro.

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  1. Viola il 24 ottobre 2012 alle 20:07:

Considero del tutto inutile lottare contro l’ignoranza e i luoghi comuni (spesso interessati e in mala fede )sul mondo della scuola Mi è toccato ancora leggere delle mitiche ferie lunghe estive!
Per non parlare di un ineffabile ministro che in un talk show ieri sera diceva + o meno così:
-come posso chiedere un’ora in più ad un metalmeccanico che ne fa 40 se non posso chiederlo ad un insegnante che ne fa 18?
Già che c’era poteva chiedere qualche ora in più di ambulatorio anche al medico di base. O no? No ovviamente, i medici non sono una casta, invece i professori sì
BENE, un ministro della P.I con un minimo di consapevolezza e buon senso avrebbe dovuto proporre non 24 ma 36 ore, ovvero l’orario dei pubblici dipendenti, perchè tali sono gli insegnanti ai quali non è riconosciuto lo staus giuridico di professionisti con contratto separato ecc, ecc. In forza di ciò l’attività “professionale” vera e propria al di fuori delle lezioni frontali,non esiste semplicemente!
NON è provocatorio ciò che dico circa le 36 ore: la pensano così tanti colleghi!
Allora questa è la proposta:si fanno 5 ore al giorno x 6 giorni dal lunedì al sabato . Alle 30 ore ore se ne aggiungono altre 6 suddivise in 2 rientri settimanali pomeridiani . Naturalmente orario continuato nei rientri! In questo orario DEVE RIENTRARE TUTTO
Tutte le attività di insegnamento frontale, lA preparazione e correzione delle verifiche, gli scrutini e i prescrutini, i consigli di classe, gli incontri per l’handicap, quelli con rappresentanti delle attività produttive, quelli per l’orientamento preuniversitario e ancora collegi docenti, colloqui con i genitori, attività di tutoraggio, di coordinamento di classe, di materia, di dipartimento…..
Naturalmente ogni docente deve avere uno spazio anche piccolo attrezzato per studiare, collegarsi ad internet e preparare e correggere le verifiche.
In questo suo “studio” professionale il docente riceverà i genitori, sempre entro l’orario stabilito (come aviene in Germania) Naturalmente non si potranno fare gli scrutini in tarda serata e moltissimi incontri e attività salteranno
( sarebbe talvolta una buona cosa.) Si valuterà con il cronometro alla mano il tempo di correzione delle verifiche. Perciò se ne faranno molte di meno, niente eleborati complessi, niente testi argomentativi o di analisi letteraria, ma test e crocette.Così si abbatteranno i tempi.Naturalmente dovrà cambiare l’elefantiaco e assurdo sistema che gestisce l’esame di stato. La prima prova? Quiz a risposta multipla e basta. Seconda prova? Pure. Terza prova: Quiz, quiz, quiz. Colloquio? Abolito.Con un può di buona volontà i tempi si abbattono. I problemi anche delicati, trattandosi di ragazzi, che si presentano un giorno sì e l’altro pure, vanno rigidamente compressi entro l’orario di lavoro.
I ragazzi inviano la tesina d’esame tramite email al prof che magari la valuta di domenica o durante le vacanze di Natale e sempre tramite mail risponde con i suggerimenti per la correzione? TUTTO QUESTO DEVE FINIRE e forse va bene così.Uscite d’istruzione? Abolite (già quasi lo sono)I colloqui ncon i genitori? Entro l’orario. Le attività di biblioteca ? Abolite se sforano l’orario. Il progetto del quotidiano in classe? Va portato avanti nel mese estivo non di ferie. Ma i ragazzi sono al mare! E allora?
Sono certa che i docenti che scrivono in questo blog sapranno dare molti validi contributi per rivoluzionare ed abbattere i tempi dell’insegnamento. Tutto entro le 36 ore.

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  1. viviana il 24 ottobre 2012 alle 20:02:

Gli unici docenti con i quali vale la pena prendersela, caro Sig. Porro, sono quelli che ha avuto Lei. È evidente, infatti, che non sono riusciti ad insegnarle né a scrivere né tanto meno a pensare. C’è da dire però che hanno attenuanti.

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  1. MAURO MASCIA il 24 ottobre 2012 alle 19:37:

Ma bravo, Porro, stai andando benone, continua così che la carriera è assicurata! Troverai sempre qualche padrone che ti finanzierà, e la tua vita scivolerà liscia; non fa nulla se qualche volta dovrai ubbidire al tuo padrone, lui ti compenserà lautamente. L’importante è strisciare, e lo stai facendo bene. Continua così, dai!

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  1. lupaccio il 24 ottobre 2012 alle 19:24:

Questa zuppa stà emanando un odore nauseabondo, non certo per colpa del cuoco! quindi se non ho capito male alcuni cari insegnanti hanno scritto che siccome l’ articolo non lisciava il loro pelo non acquisteranno più “Il Giornale”( a parte il fatto che non l’ hanno mai acquistato, figuriamoci!) !! complimenti!! questo si insegna in classe, il ricatto!! non parliamo poi
dell’ egoismo, dell’ arroganza e delle minacce di rappresaglie varie. Difendere i propri interessi è un conto, altro è voler passare sui diritti altrui. Cari insegnanti volete capire che lo stato Italiano è fallito e rischia anche la propria unità? eppure dovreste saperlo che quando si apre il vaso di Pandora può uscire di tutto! Non mi riferisco soltanto a voi ma a tutti quelli che credono di non dover rinunciare a nulla per salvarsi tutti, se ragionate così allora si salveranno dal disastro solo in pochi e non saranno sicuramente i migliori!!

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  1. V.P. il 24 ottobre 2012 alle 19:12:

@ Ilio Catarsi il 24 ottobre 2012 alle 18:09: Signori professori,
…. la scuola del Bel Paese al 158° posto su 180 Paesi membri. Alla pari dello Zimbaue e similari. Sicuri di essere estranei all’insuccesso?
CERTO CHE NO! MA SONO ANCHE DOPPIAMENTE VITTIME! NELLA IPOTETICA GRADUATORIA DELLE RESPONSABILITA’ I PROF SICURAMENTE NON SONO AI PRIMI POSTI. OPPURE ALL’INSUCCESSO RISULTAMO ESTRANEI E MENO RESPONSABILI I GOVERNI, I MINISTRI DELL’ISTRUZIONE E DELLE FINANZE, LE RICORRENTI RIFORME CERVELLOTICHE, LA PERCENTUALE INSUFFICIENTE DI PIL DESTINATA ALL’ISTRUZIONE, ANCHE LE FAMIGLIE SPESSO ASSENTI E INADEGUATE, ….

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  1. V.P. il 24 ottobre 2012 alle 18:58:

@ R03ERT0 60RETT1 il 24 ottobre 2012 alle 18:18: @ TEODOSIO ORLANDO:
1) “Lei non puo’ pretendere di equiparare gli stipendi di un paese con quelli di un altro.” PERCHE’ NO? SE PER EQUIPARARE SI INTENDE CONFRONTARE RAGIONEVOLMENTE TENENDO CONTO DEL PIL E DI ALTRI FATTORI. DEL RESTO QUANDO GOVERNO O MINISTRI O POLITICI VOGLIONO GIUSTIFICARE UNA “RIFORMA” (IN GENERE IN PEGGIO) SI RIEMPIONO LA BOCCA DI “CE LO CHIEDE L’EUROPA” ANCHE SE E’ FALSO!
2) “Il livello degli stipendi si forma in base alla domanda di mercato di una certa professione con un certo livello di educazione nel paese.” PER CHI INDIVIDUALMENTE PUO’ ACCEDERE AL MERCATO. PER GLI ALTRI ENTRANO IN GIOCO ANCHE DIVERSI FATTORI: IL RUOLO DEI SINDACATI, LA RICATTABILITA’ DEL DATORE DI LAVORO, LE CONSEGUENZE SU CHI UTILIZZA IL PRODOTTO O IL SERVIZIO, LA SITUAZIONE DI PRIVILEGIO DELLA CATEGORIA, ….
3) CHE GLI INSEGNANTI ITALIANI SIANO TRA I PEGGIO RETRIBUITI IN EUROPA; L’HA CONFERMATO GIUSEPPE COLOSIO SU IL GIORNALE DI OGGI STESSO A PAG. 10.
4) LA STESSA COSA AVEVA DETTO GELMINI NEL GIUGNO 2008 E, SOLO QUALCHE SETTIMANA FA, ANCHE UGOLINI E ROSSI-DORIA.

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  1. Alessandro il 24 ottobre 2012 alle 18:57:

Egr.sig.PORRO;mi permetto di darti del TU inquanto posso essere,come età, tuo padre (70)
Hai tutte le ragioni del mondo, questa massa di presunti sapientoni definiti impropriamente insegnanti,invece di essere portatori di istruzione per i ns/ figli, sono dei scadasedie dei passatempo senza dignità solo per lo stipendio fisso.
Questo, solo per quei denigratori della tua testimonianza. Perchè gli altri che hanno la coscienza a posto non commentono sanno che quello che hai scritto è la pura verità.Da domani compererò il Giornale che non ho mai fatto, solo per leggerti.
Continua così, passa vai e non ti curar di loro”"raglio d’asino non raggiunge il cielo”"

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  1. Marco il 24 ottobre 2012 alle 18:54:

Le 700-800 a cui lei si riferisce nel suo articolo sono solo quelle di docenza frontale(lezione in classe).
A queste si devono aggiungere quelle dei consigli di classe ( con rientri pomeridiani ), collegio dei docenti , gruppi di lavoro Handicap ( GLH ), colloqui con i genitori.
Passiamo ora alla preparazione, un buon insegnante non improvvisa le lezioni, deve prepararle, deve correggere i compiti assegnati e valutarli, obblighi questi che stanno al di fuori delle 18 ore settimanali di insegnamento.
Sarebbe come dire che lo stipendio di un giornalista è dato solo dai suoi articoli pubblicati.
Lo stipendio di un insegnante è il più basso di tutte le categorie che prevedono una laurea specialistica e concorso per l’abilitazione alla professione.
Veniamo ai numeri:
3 anni di preruolo più 20 di ruolo nella scuola secondaria di secondo grado 1750 euro, 13 mensilità.
10 di ruolo, vincitrice cattedra secondaria di primo grado, 1500 euro 13 mensilità.
E’ vero, alla fine dei conti sui giorni di “vacanza”: 30 in più verso le altre categorie.
Potremmo vederla come se fosse una 14^….
Il cattivo modo di operare di taluni insegnanti non deve essere pagato da tutti, i dirigenti scolastici dovrebbero avere più potere valutando per poi incentivare o richiamare i propri docenti fino a sospenderli dall’incarico.Forse così nessuno si lamenterà più dicendo che gli insegnanti sono tutti fannullonio incapaci. Ce ne sono, come ogni categoria ha le sue pecore nere. Ma si sa che non è buona norma fare di tutta l’erba un fascio. E poi, mi scusi, il nostro caro Ministro ha il coraggio di parlare di Hub delle conoscenze quando nella maggior parte delle scuole non esiste neanche una connessione internet, e di insegnanti che devono vedere la loro futura professione come quella di un direttore d’orchestra.Ma per favore! Queste sono le vere palle ideologiche sulla formazione!
Una domanda: il suo giornale, senza i finanziamenti dello stato, ritiene che sia in grado di sopravvivere? Perchè nn si taglia qualcosa anche da voi? Per garantire la sacrosanta libertà d’informazione è sufficiente oggigiorno aprire un giornale on-line e risparmiare milioni di euro che spesso finanziano giornalini che nessuno legge. Tagli di questo genere sono stati previsti? I giornali sul web garantiscono l’informazione, e a questo punto, mi sorge un’idea illuminante. Perchè non eliminiamo la categoria dei docenti, definitivamente, e dopo aver fornito ogni ragazzo di un tablet e di connessione wireless gratuita potremo dar inizio alla scuola telematica del futuro! Ecco, forse l’Hub delle conoscenze sarà questo. Mandateci tutti a casa, non saremo più i responsabili, ma i salvatori del debito pubblico e vivremo tutti più felici e più ignoranti.

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  1. Angelo Pavani il 24 ottobre 2012 alle 18:34:

Vorrei solo far notare al sig. Porro che i bravi insegnanti a cui si riferisce e che lavorano anche 30 ore non le svolgono di certo in cattedra, e se casomai lo facessero sarebbero pagate, come sono pagate le ore eccedenti le 18 canoniche. Quindi, ci sarebbe una bella differenza con la proposta Profumo: in questo caso sarebbero gratis! Quale colpa può avere una categoria per dover subire un aumento del 30% di ore lavorative senza che vengano pagate in alcun modo?
Se invece lei parla di ore “lavorate” nel senso di dedicate alla scuola, allora 24 ore sono anche poche: pensi alla preparazione e correzione delle verifiche, alla preparazione delle lezioni, al ricevimento genitori, al coordinamento classi, alle commissioni, ai corsi di recupero, insomma a tutte quelle funzioni necessarie per il funzionamento di una scuola che ancora vede un’organizzazione inadatta ai compiti che deve svolgere: un dirigente e una moltitudine di docenti che svolgono essenzialmente per senso di dovere le diverse funzioni. Allora bisognerebbe individuare figure intermedie, definirne con precisione i compiti e creare magari due categorie di insegnanti, chi vuole lavorare prevalentemente in cattedra e svolgere i compiti “tradizionali” e chi è disposto a svolgere più ore oltre a quelle di insegnamento, però riconoscendone il ruolo e remunerandolo adeguatamente. Non dimentichi che molti insegnanti sono donne che alla fine del loro lavoro a scuola assistono i figli, i genitori anziani e comunque su di loro ricade la maggiore responsabilità di sorreggere la tanto (a parole) considerata famiglia, in particolare proprio dalla destra cui lei appartiene.
Riguardo alle supplenze, sappia che ci sono precari giovani (trentenni…) che sono disposti a lunghi viaggi per spezzoni di cattedre e che con i pochi euro che guadagnano riescono, magari con altri lavoretti, a non pesare sulle loro già tartassate famiglie. Vogliamo negare ai giovani anche le briciole? E allora non si scandalizzino i benpensanti di destra se li vedranno battere ancor più sui loro tamburi e con i loro striscioni…che dovrebbero fare altrimenti? E’ la democrazia bellezza!
Cordialmente.

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  1. R03ERT0 60RETT1 il 24 ottobre 2012 alle 18:18:

@ TEODOSIO ORLANDO:
Lei non puo’ pretendere di equiparare gli stipendi di un paese con quelli di un altro. Il livello degli stipendi si forma in base alla domanda di mercato di una certa professione con un certo livello di educazione nel paese.
Gli stipendi medi di un professionista munito di laurea e’ piu’ alto in California che in Italia. Sia che si parli di un professore, sia si parli di un ingegnere o di un medico.
E’ logico che gli stipendi degli insegnanti saranno commensurati al livello degli stipendi di un simile laureato nello stesso mercato (nel mio caso la California), altrimenti se gli stipendi degli insegnanti fossero esageratamente piu’ bassi rispetto a quello che offre il mercato per simili laureati, nessun laureato andrebbe ad insegnare.
In Italia gli insegnanti sono pagati di meno, anche su base oraria, semplicemente perche’ tutti i laureati in Italia guadagnano in media meno di quanto un laureato guadagni in California.
Ma lei il confronto non lo deve fare con la California o con la Germania, ma con gli stipendi medi di un simile laureato in Italia.
Quanto guadagna un insegnante in Italia PER OGNI ORA DI LAVORO?
Una volta calcolata quella cifra lei deve confrontare quello stipendio orario con lo stipendio ORARIO di uno con un simile titolo di studio che non fa l’insegnante.
Facciamo l’esempio lei e’ un chimico laureato che insegna quella materia ad un Liceo o Istituto tecnico IN ITALIA. Divida il suo stipendio ANNUALE per le ore effettive di lavoro all’anno.
Confronti quella cifra oraria con lo stipendio ORARIO medio di un chimico che lavora in un’industria chimica o farmaceutica.
Se quella cifra e’ inferiore per l’insegnante, allora ha ragione a dire che l’insegnante e’ sotto pagato. Ma altrimenti no.
Gli studi simili fatti qui in America, hanno piu’ volte dimostrato che gli insegnanti di materie scientifiche tecniche tendono ad essere sottopagati, perche’ essi potrebbero tranquillamente trovare lavoro fuori dalla scuola per compensi orari maggiori.
Gli stessi studi tuttavia hanno piu’ volte dimostrato che gli insegnanti di materie umanistiche sono strapagati. Questo perche’ gli insegnanti di materie umanistiche vengono pagati tanto quanto quelli di materie scientifiche a parita’ di anzianita’, tuttavia se questi andassero a trovare lavoro fuori dal campo dell’insegnamento scolastico troverebbero difficolta’ a percepire gli stessi compensi orari che guadagnano insegnando nelle scuole pubbliche.
Sarebbe interessante sapere se lo stesso accade in Italia.

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  1. Ilio Catarsi il 24 ottobre 2012 alle 18:09:

Signori professori,
gli Ordinamenti internazionali di cui l’Italia è membro giuridico e culturale collocano la scuola del Bel Paese al 158° posto su 180 Paesi membri. Alla pari dello Zimbaue e similari. Sicuri di essere estranei all’insuccesso?

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  1. Silvia Cioni il 24 ottobre 2012 alle 18:08:

Nell’articolo mi sembra vengano tralasciati due piccoli dettagli, che hanno avuto invero un certo qual peso nella vicenda.
1) L’orario veniva aumentato di un terzo, lo stipendio no. Si fa presto a dire “è una buona proposta”. Ma se qualcuno preferisse i soldi alle ferie?
C’è poi, ora che mi viene in mente, l’altro piccolo dettaglio che gli insegnanti hanno le ferie coatte. Lunghe, forse, ma coatte. Non decidono quando andare in ferie, semplicemente chiude la scuola. Un po’ scomodo, se vogliamo.
2) Questa proposta, forse buona e forse no, non è stata presentata in sede di contrattazione sindacale, il che la rendeva non solo illecita, ma anticostituzionale. La “buona proposta” era destinata ad essere strappata via nel giro di pochi mesi.
Attualmente il contratto è scaduto. Se lo rinnovassero, si potrebbe discutere di tante cose. Ma uno Stato costituzionale nella UE non può permettersi di cambiare le carte in tavola senza contrattazione. Proprio non può, al di là di tutto.
Davanti a questo secondo argomento, tutto il dibattuto cade. Non è questione di casta, è questione del diritto del lavoro.

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  1. Marilena il 24 ottobre 2012 alle 17:44:

Signor Porro, mi aggiungo alla lista di quelli che non compreranno più il giornale grazie al suo articolo. Motivo: “Il giornale” paga un giornalista che non si documenta e inoltre scrive su cose che non sa. Che tristezza! Legga, studi, si informi. Le dico intanto che io non sono un insegnante ma stimo la maggior parte degli insegnanti poichè il loro lavoro è difficilissimo e poco riconosciuto.
Buon lavoro e si documenti, non scriva a casaccio!! Lei farà perdere tantissime copie alla sua testata!!!!

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  1. Fabrizio il 24 ottobre 2012 alle 17:35:

…Nicola Porro che mi diventa anche permalosetto,brutto segno.Lo so che a lei piace vincere facile quando disserta di economia (fra l’altro non sempre in modo corretto)con i vari La Russa,Di Pietro,Gasparri,Ferrero ecc.ecc.ma qui,lo ammetta,ha toppato alla grande.Un buon giornalista prima di scrivere deve informarsi e documentarsi,non si può improvvisare e scrivere delle emerite cazz…fra una comparsata e l’altra nelle varie reti televisive.Porro,Porro il tuo spread è salito oltre i 500 punti.

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  1. Luca il 24 ottobre 2012 alle 17:34:

Caro Porro, sono un imprenditore e le dico che non condivido affatto ciò che scrive. Mi creda ho insegnato per qualche ora in un liceo dove essere stato invitato per una lezione sul marketing, le dico che dopo tre ore di lezione ero cotto. Mi creda insegnare è durissimo! Ma quali fannulloni! I professori sono sottopagati e trattati male, purtroppo anche da persone come lei che si vede, non si è documentato per scrivere questo articolo pieno di luoghi comuni e mi consenta falsità!
Buon lavoro e mi raccomando studi prima di scrivere cose importanti ne va della reputazione del suo giornale!

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  1. Speranza il 24 ottobre 2012 alle 17:31:

Belle parole, sig. Porro, gran spirito di solidarietà nei confronti de “I contribuenti sopportano più tasse, hanno meno detrazioni, le imprese pagano più che nel resto d’Europa, le aziende private sono costrette a fare contratti di solidarietà, le fabbriche chiudono, abbiamo almeno un milione di pensionati (tra esodati e ricongiunzioni onerose) in ambasce, ma i nostri professori considerano un loro diritto intoccabile lavorare 18 ore alla settimana”. Perchè non contribuisce anche Lei a risollevare le sorti del nostro Paese; ad esempio, inizi una battaglia contro i finanziamenti di Stato alle testate giornalistiche, che non sono assolutamente a servizio del Cittadino (ma si mantengono con i nostri contributi ), infatti l’informazione è di parte e non vi è traccia di un giornalismo d’inchiesta o di denuncia;altrimenti, questo Paese non verserebbe in queste misere condizioni. Inoltre non crede di avere anche Lei delle responsabilità avendo sostenuto un Governo che ha, senz’altro, contribuito a questo sfacelo. Mi dica, inoltre, qual è il suo guadagno giornaliero? Cambia qualcosa se l’articolo lo scrive da casa o dal suo ufficio in redazione?
Io, oggi, ho guadagnato 45 euro, ho svolto quattro ore di lezione avendo di fronte 30 studenti per unità oraria. Il pomeriggio svolgerò altro lavoro a casa utilizzando il mio computer, la mia connessione internet, la mia stampante ed altro; se avessi il mio ufficio a scuola potrei fare lì il mio lavoro e con gli strumenti messi a disposizione dalla scuola, come a Lei li mette a disposizione la sua Redazione. Inoltre sono fermamente convinta che non si può chiedere ad un docente, di fare oltre 18 ore d’insegnamento frontale; per quanto riguarda il lavoro individuale, le Scuole forniscano gli spazi ai docenti e passeremo lì i nostri pomeriggi a testimonianza del nostro lavoro, del resto mi sembra una giusta questione che questo Governo di Tecnici, nell’era del Web 2.0, si ponga.

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  1. paola il 24 ottobre 2012 alle 17:26:

Si Signor Porro, io il Giornale lo compravo! Ma quando un suo giornalista scrive banalità così e su cose che riguardano la vita di migliaia di persone vuol dire che questo giornale non è più adeguato. Le dico inoltre che molte persone che votavano centrodestra sono indignate perchè ci definite CASTA! Una casta che percepisce 1300 euro ed è persino precaria. Voi non difendete i deboli ma leccate i piedi ai potenti. Le vostre battaglie anticasta sono finte! Ve la prendete con gli insegnanti precari che se passassero le norme di Profumo sarebbero licenziate! VERGOGNATEVI!

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  1. Uno il 24 ottobre 2012 alle 17:21:

Le caserme sono un altro ammortizzatore sociale?
I 40000 dipendenti pubblici delle caserme in eccesso di cui parla Stefano Lepri nel libro ‘la finanziaria siamo noi’2008 perché non sono stati licenziati?
Il bilancio della Difesa è destinato quasi esclusivamente a pagare gli stipendi, come quello della scuola, quindi la scuola è un ammortizzatore sociale, le caserme giammai!

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  1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 16:53:

@Anna Elisa Carrisi http://www.ilgiornale.it/news/economia/giuseppe-colosio-giusto-far-lavorare-pi-i-prof-849659.html

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  1. Giulia Filauro il 24 ottobre 2012 alle 16:45:

Bene, continuo a notare che si rifiuta di rispondere. Alcuni dei miei colleghi hanno sostenuto che la sua era una procovazione priva di fondamento: probabilmente hanno ragione. Lei non ha idea di cosa sia la scuola. e neanche vuole scoprirlo, non ha risposto in merito al mio invito. Al Signor Epifanio rispondo dicendo che le tanto declamate ferie sono 35 giorni nelle quali io non vengo pagata, sono disoccupata! Voglio anche precisare che lo Stato non mi ha pagata per il lavoro di funzione strumentale che avevo svolto ( Lei sa di che si tratta, ignor Porro?), sono dovuta andare alla DTP ( sa di che luogo si tratta? ) a sostenere file chilometriche. Veniamo ai permessi: come già precedentemente detto non sono retribuiti per noi precari, passiamo poi alle ferie natalizie che per ben due anni consecutivi non mi sono stati retribuiti, il mio contratto terminava il 23 dicembre e riprendere il 7 gennaio. Sarebbe bello che riflettesse su tutto questo, signor Porro e che argomentasse le sue risposte. Mi rendo conto che sia più facile parlare per sentito dire come fa il Signor Epifani. Ah, poichè io rispondo alle domande dichiarerò, con grandissimo orgoglio, che sono di sinistra e ne vado fiera. Difatti non credevo che Ruby fosse la nipote di Mbarak nè andrei a stringere la mano a Dell’Utri e Cosentino

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  1. daniela il 24 ottobre 2012 alle 16:43:

Credo sia arduo voler convincere chi nutre pregiudizi, a cui non vuole rinunciare, che una data situazione abbia implicazioni che sfuggono ad una visione miope del problema.Tanti colleghi hanno descritto come oggettivamente stanno le cose, quanto quei pochi docenti seri e coscienziosi si dedichino con passione e abnegazione al loro lavoro. Forse è perchè, da docenti, siamo abituati a dover comprendere le molteplici sfaccetature dei caratteri, delle personalità e delle situazioni, spesso problematiche, degli adolescenti con cui quotidianamente ci rapportiamo che ci porta ad essere incredibilmente aperti e democratici, ed anche testardamente positivi, nella speranza che ci legge o ascolta prima o poi comprenda. Non è questa la prima delle nostre funzioni? Trasmettere conoscenze e competenze, tentare fino allo stremo che tutti i nostri alunni possano crescere e tornare a casa con un tassello in più nella loro formazione e crescita culturale. Ci proviamo. Non sempre ci riusciamo. E quando questo non avviene siamo i primi a dispiacercene. Perchè abbiamo fallito. Ma continuiamo comunque. Forse siamo degli idealisti. Ma lasciamo sempre la possibilità di recuperare, per lo meno i buoni insegnanti, che sono anche educatori, lo fanno. La prego dott. Porro, dopo tutte le risposte che ha ricevuto da innumerevoli colleghi, che non mi sembrano vittime sprovvedute appartenenti ad una presunta casta, possibile che non le venga un ragionevole dubbio che quanto stiamo cercando di chiarire rispetto alle nostre condizioni di lavoro non sia, anche solo un pò, vero? Possibile che a suo parere i fiumi di parole che si sono riversati in questo blog siano solo frutto di lamentele deliranti e ottuse, di apologie di professionisti bugiardi che si sentono vittime di un sistema che non li supporta nell’espletamento delle loro funzioni, quando invece dovrebbero sentirsi dei lavoratori privilegiati? Io credo che sicuramente il nostro privilegio è quello di aver scelto la professione più entusiasmante del mondo. Ma c’è tanto da migliorare. Ed è questo che gridiamo a gran voce. E credo anche che, almeno un pò, Lei dovrebbe aver cambiato idea su molti di noi. Tutti perfetti non lo potremo mai essere. Nessuno lo è.

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  1. Louis Cyphre il 24 ottobre 2012 alle 16:33:

[Nicola PORRO]
Ma si figuri, doc! Per me scrivere nella sua zuppa è una piacevole … aggiunta di ingredienti, se mi capita di trovare un attimo di tempo preferisco questo al solito “caffé della macchinetta” fra colleghi. La seguo sempre nell’ottimo “In onda” con il suo fido, mi passi il termine, “antagonista” Luca TELESE. Oppure su “Piazza Pulita” con(tro) la Annunziata … Complimenti, in generale per i suoi interventi!

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  1. Anna Elisa Carrisi il 24 ottobre 2012 alle 16:28:

Se è possibile che lei rivolga la sua attenzione alla precaria che non ha serie rivendicazioni, vorrei chiederle delle indicazioni più puntuali sull’articolo del tecnico della scuola cui faceva riferimento ieri e che doveva essere pubblicato oggi. Dove posso trovarlo? Può darmi il link?

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  1. Lucy il 24 ottobre 2012 alle 16:28:

Se Porro vuol venire nelle classi con me una settimana e poi seguirmi in tutte le attività connesse al mio lavoro durante la settimana, sabato e domenica compresi, forse cambierebbe opinione. Che poi tutti i docenti non lavorino allo stesso modo, è ovvio: ci sono operai onesti e disonesti, impiegati onesti e disonesti, professori onesti e disonesti, giornalisti onesti e disonesti…

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  1. Grazia Dei il 24 ottobre 2012 alle 16:21:

Caro Nicola Porro,
arrivo buona ultima e non occorre che risponda nel merito alle sue affermazioni. Lo hanno già fatto in tanti. In tanti si sono anche purtroppo accodati al suo articolo demagogico (da lei proprio non me lo aspettavo) e disinformato. Questo è ciò che mi dispiace di più perché nè gli insegnanti nè la scuola e neanche la società meritano altra confusione.
La classe docente è putroppo già squalificata socialmente da anni (e il corpo docente, guarda caso, di conseguenza in buona parte costituito da donne). Se insegnare è una sinecura perché dunque tanti se ne sono tenuti giustamente alla larga? Anch’io, se potessi, lo farei e le assicuro che ho provato per dodici anni le 36 ore settimanali e mi stancavano meno delle 18 di scuola.
Quanto a chi dice che dovremmo svolgere a scuola anche le attività funzionali all’insegnamento, perché no? Mi farebbe solo comodo, se ci fossero le condizioni, e lo troverei anche giusto (anche per non sostenerne privatamente le spese vedi: baby sitter ecc.), ma ore di lezione frontale in più grazie, no. Può proporlo solo chi non sa di cosa parla.
Sono una lettrice del Giornale, voto centro destra, ho cercato di digerire Berlusconi per amore della libertà, non sono perciò una potenziale elettrice di Bersani e neanche di Renzi. Per questo mi ha fatto male leggere il suo articolo, perché ha già stabilito che se la riforma delle 24 ore di insegnamento non passerà sarà perché i partiti avranno comprato i nostri voti e perché avrà vinto il corporativismo, non ammettendo cioè che un ripensamento sia possibile per motivi meno ignobili.
L’attuale ministro è peggiore della Gelmini e di Fioroni e si muove sulla stessa linea, che tanto Le dispiace, dell’autoritarismo felpato e dello statalismo invadente e dirigista di tutti gli altri membri del governo. Sembra che le spari grosse così, solo perché è un buontempone incompetente, in realtà alza di proposito il livello dello scontro attirando gli strali anticasta, su chi a mio avviso non li merita, per mandare avanti, a tappe forzate e con un’arroganza mai vista, il rovinoso progetto di aziendalizzazione della scuola.
E fra poco, come Hollande, decreterà anche l’abolizione dei compiti a casa. Lasciamo andare… Segua l’ottimo blog del prof. Giorgio Israel per informarsi meglio sullo stato della scuola e dell’istruzione e nel frattempo scriva di Economia.
Cordialmente
Grazia Dei
P.S. Dubito che i professori del liceo suscitassero in lei l’idea di travet lavativi. Perché allora pensa che oggi lo siano diventati quasi tutti e che il loro lavoro sia riducibile a quello di passacarte?

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  1. teresa il 24 ottobre 2012 alle 16:15:

io sono una docente, credo di quelli bravi, visto che i genitori premono per iscrivere i loro figli nelle classi dove insegno e i miei ex alunni vengono a trovarmi ancora con piacere. leggo con amarezza questi commenti e penso che tutto ciò non fa bene alla scuola che dovrebbe essere un’istituzione strategica in un paese che progetta il suo futuro. purtroppo non è così da tempo, ma i responsabili di ciò sono molteplici. e d’altronde la scuola non è l’unico settore dove, se si prova a modificare qualcosa succede un putiferio. e gli avvocati? i tassisti? i farmacisti? i magistrati? e i giornalisti?….molte cose andrebbero cambiate nella scuola come è oggi, ma non confondiamo una norma per fare cassa con una riforma della scuola. si cita continuamente l’europa in modo improprio e si fanno paragoni basati su presupposti sbagliati. in germania ad esempio un docente ha 24 ore di lezione in classe. ma in germania la campanella suona ogni 45 minuti, non ogni 60 come da noi. etc.etc.non facciamo della scuola e dei docenti il capro espiatorio del senso di frustrazione e angoscia generato dalla crisi che stiamo attraversando e che non è stata causata dalle 18 ore dei docenti delle superiori.

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  1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 16:11:

@Physicus Ma scherza ma quale offeso. Il suo tra le centinaia di intervento che ho moderato è forse il più interessante. E comunque l’unico che mi ha fatto pensare, ragionare. La sua è finalmente un’analisi che porta un contributo prezioso alla Zuppa. La demagogia non era rivolta a lei. Al contrario ritengo che la sua sia una proposta, se mi passa il termine, choc, ma basata su dati di fatto. Dunque la ringrazio.

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  1. giuseppe zito il 24 ottobre 2012 alle 16:08:

Mi rivolgo a tutti i colleghi che sono intervenuti tra ieri e oggi per rispondere a questa provocazione del signor Porro. Come avrete notato, lo stesso, non è riuscito a controbattere, con valide argomentazioni, a nessuno di noi, è intervenuto solo per rintuzzare qualche attacco, magari un pochino pesante ricevuto, ma niente più, dimostrando così di non essere in grado di parlare di scuola, e di aver scritto ciò che ha scritto dopo aver scopiazzato quà e là e attinto notizie false dai tanti detrattori che purtroppo da sempre remano contro la scuola pubblica, Studi di più, e meglio, signor Porro, per oggi le metto un meritatissimo impreparato, torni la prossima volta.

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  1. Teodosio Orlando il 24 ottobre 2012 alle 15:59:

Gentile Fabrizio F., mi corre l’obbligo di correggere alcune sue imprecisioni.
Intanto non è vero che la preparazione garantita dal liceo classico nelle materie scientifiche sia ridicola. Molto dipende dai docenti, ma anzi proprio la riforma Gelmini, se da un lato ha eliminato, purtroppo, il Piano Nazionale di Informatica, dall’altra ha aumentato le ore di scienze e di fisca al classico. Inoltre, è semplicemente falso che “al liceo classico, anche all’ultimo anno, si studi a menadito la letteratura antica, ignorando quasi del tutto quella moderna, e totalmente quella contemporanea”: certo, si potrebbero insegnare anche le letterature straniere in modo comparato, ma nel programma di letteratura italiana si arriva spesso anche a Calvino o alla Morante. Le ore di filosofia poi sono tre e non sei (basta vedere i quadri orario di qualunque liceo su internet; e comunque si tratta di un fiore all’occhiello di cui il liceo italiano, unico in tutta Europa dove si studi la storia della filosofia, non può che vantarsi: in Francia fanno solo filosofia per problemi e in Germania, patria di Kant ed Hegel, la filosofia non è materia da liceo) e la lingua straniera NON viene affatto abbandonata, essendo anzi di solito tra le materie d’esame di maturità. Anche per la storia non è vero che “a malapena si arriva alla II guerra mondiale”, almeno da quando il ministro Berlinguer, con il D. M. 682 del 1996 decise di consacrare l’intero ultimo anno delle superiori alla storia del ’900.

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  1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 15:53:

@giuseppemaria sesta. ohhhhh finalmente questa è una proposta seria decisamente più efficace e giusta di quella del ministro profumo. Ma si figuri lei chi potrebbe mai avere il coraggio in Italia non solo di farla, financo di pensarla. verrebbe linciato

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  1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 15:49:

@Paola cara paola lei non ha mai comprato una copia del Giornale, altrimenti no direbbe che difendiamo la vera casta dei politici ladri

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  1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 15:47:

@Louis Cyphere lasci perdere Loius, questa zuppa sugli insegnanti è un esperimento. Vuole dimostrare, mi era già capitato con i commercialisti e con gli stessi giornalisti, che in Italia siamo tutti una casta e tutti riteniamo il nostro lavoro vitale e fondamentale. e tutti riteniamo di essere sottopgati per cià che facciamo e bla bla. Caro Louis costoro non si convincono con i numeri e i dati. Lasci perdere

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  1. Mimmo il 24 ottobre 2012 alle 15:41:

PRIMA DI SCRIVERE CAVOLATE UN BUON GIORNALISTA
SI DOCUMENTA!
PERCHE’ NON SI RECA A VISITARE UNA SCUOLA E VERIFICA LE CONDIZIONI DI LAVORO

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  1. Louis Cyphre il 24 ottobre 2012 alle 15:41:

[Salvatore il 24 ottobre 2012 alle 11:26]
Carissimo, ho fatto anch’io i conti grazie alla lettera che Lei, insegnante di Matematica e Fisica, ci ha sottoposto. Lei dichiara che le settimane di lavoro in un anno sono 41 e che, a conti fatti e finali, Lei dedica al suo lavoro la bellezza di 1478 h/anno.
SI RICORDI BENE CHE IO, ESCLUSE FESTIVITÀ E FERIE PERSONALI, LAVORO 8 h/giorno PER 230 giorni/anno cioè 1760 h/anno!!!
PER CIRCA LO STESSO STIPENDIO MISTER INSEGNANTEEEEE!!!!!!!
E quel che Lei chiama scrutini, consigli di classe, Collegi Docenti, riunioni dipartimentali e colloqui scuola famiglia per me non sono altro che Audits interni, Audits esterni, Staff meeting, Process meeting, Daily meeting, PD review, CD review. Lavoro, normalissimo e doveroso lavoro.
Con la differenza che a me non capita mai durante l’anno di andare in gita scolastica in qualche amena località culturale e/o turistica accompagnando giocose scolaresche. E non cerchi di spacciarmi l’impegno di responsabilità per tenere a bada queste giocose scolaresche, perché anch’io sono stato studente e ho ben visto come i professori gestivano le gite scolastiche. Carissimo!

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  1. Giulia Filauro il 24 ottobre 2012 alle 15:41:

Questo è un commento rivolto al Signor Porro e a quanti lo elogiano e elogiano quanto da lui scritto nell’articolo riguardante l’orario degli insegnanti. Mi rivolgo a persone arroganti come Luca che ha definitol la scuola uno stipendificio. Lavoro e pretendo di ricevere soldi in cambio, Lei no? Chiaro che non è mai entrato in una scuola o si è perso gli ultimi anni di politica in questo paese. Bene, allora vediamo di riassumere. La Riforma Gelmini ha tagliato in maniera selvaggia nella scuola mentre tutti gli altri paesi europei investivano in cultura e mentre qui in Italia si affermavano giganti della poltica come Nicole Minetti. La classe più toccata da suddetti tagli è stata quella degli insegnanti di sostegno che sono fondamentali perchè aiutano a armonizzare la didattica in classi che possono risultare problematiche. Torno a ripetere, visto che amo la trasparenza, che un docente italiano prende molto meno di un suo corrispettivo europeo a parità di ore. Adesso, Signor Porro e Signor Luca , pensate che l’idea del Ministro Profumo sia quella di migliorare la qualità della didattica o di punire gli insegnanti sfaticati? Noi che già dobbiamo provvedere a rifornire le classi dei gessi e a comprare cd e dvd da nostrare ai ragazzi. Non vi vergognate neppure un po’? Pare di no, fate male.
L’idea è quella di cacciare 30000 professionisti precari che per anni, come me, hanno lavorato da ottobre a giugno pagando inoltre una marea di tasse se impegati in supplenze due istituti diversi. Togliere le ore residue dandole ai professori di ruolo, creando una nuova classe di disoccupati, un’idea geniale. Ovviamente, Signor Porro, Lei si è ben guardato dallo spiegare cosa accadrà a quei lavoratori che non sono stati stati a scaldare la sedia ma hanno preparato compiti, spiegato concetti, redatto programmazioni. Siamo una casta, godiamo di privilegi tanto è vero che io ho sempre pagato le fotocopie dei miei alunni di tasca mia, ho comprato il sapone che mancava nei bagni, ho fornito il libro di testo a alunni che non lo possedevano, ho corretto per cinque ore di fila le prove INVALSI pur sapendo che me ne avrebbero pagate solo 3. Nonostante ciò Lei con tanta sufficienza ha insinuato che a me non interessa dei ragazzi, voglio i soldi e basta…..io mi ritengo indignata per le sue parole ma ciò che più mi secca è che Lei
Lei ha evitato, Signor Porro, di rispondere a una delle domande che Le ho posto nel messaggio precedente, non ha accettato il mio invito e ha scelto il silenzio, forse una scelta sensata perchè quando di ha una visione molto parziale della realtà è meglio stare zitti. Invito anche i suoi lettori e estimatori a fare altrettanto e a pensare che noi precari stiamo portando avanti una lotta non per difendere dei privilegi inesistenti oltre a dover sopportare le continue umiliazioni che ci infliggete voi, arroganti e presuntuosi, noi stiamo combattendo per proteggere il diritto di esistere.

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    • lupaccio il 24 ottobre 2012 alle 15:39:

    Direttore, è la prima volta che mi becco rating negativi sul suo blog, le altre volte ero sempre molto gradito! accidenti! questi insegnanti non sono solo una casta, sono anche coperti a testuggine nella difesa del loro cosidetto “lavoro”!
    Eppure risulta che la scuola Italiana è la più scarsa d’ Europa e trà le meno formative al mondo, la colpa però è sempre degli altri! c’è sempre un altro da incolpare della propria incapacità ed arroganza, per fortuna non tutti sono come voi.
    Qualcuna/o si lamenta anche perchè prende solo 1763 euro/mese!!!!!!!!!! Se si sente sottopagata rispetto alle proprie capacità si licenzi e si faccia assumere da chi la apprezzerà di più!
    Un vecchio detto contadino dice così: “Ci arriverete pure voi dove si inginocchiano i somari!”
    Certo che qualcuno di voi fà veramente schifo!!

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    1. Giuseppe il 24 ottobre 2012 alle 15:34:

    Voglio aggiungere che “Il Giornale” non lo comprero più!

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    1. Giuseppe il 24 ottobre 2012 alle 15:08:

    Gentile Porro, lei davvero dimostra di non conoscere il mondo della scuola. Lei non solo non conosce la scuola ma nemmeno si documenta. Provi ad insegnare di fronte a 30 alunni e dopo una sola ora piangerebbe!!! Sa quanti problemi hanno oggi questi ragazzi???? Chi ha subito violenze, chi ha i genitori in carcere, chi fuma droghe e barcolla in classe….Provi caro Porro! Lei sta seduto davanti ad un computer e nemmeno ripeto si documenta. Povero giornalista!!!!

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    1. mariapia lionello il 24 ottobre 2012 alle 15:07:

    sono una docente di inglese presso un liceo classico. Lavoro 18 ore frontali in sei classi,con cinque livelli linguistici diversi, con circa 150 studenti. In totale correggo pertanto al minimo 600 compiti all’anno, per un totale di ore 200. Ma la preparazione e la correzione dei compiti sono solo una piccola parte del lavoro in quanto passo il mio tempo ad aggiornarmi nella materia che insegno ( l’inglese è una lingua particolarmente rapida nell’evoluzione e i termini oggi in uso domani sono già obsoleti), a leggere libri in lingua che personalmente acquisto, a visionare ogni tipo di materiale in Internet per proporre ai miei studenti lezioni sempre nuove e sempre interessanti ( incredibile cosa si trova negli archivi della BBC). Durante l’anno incontro i genitori dei miei studenti dedicando circa trenta ore a questa attività. L’uso di nuovi strumenti (computer, LIM) mi porta a lavorare sempre di più al computer, che ovviamente ho comprato a mie spese. Non ho alcun problema a dire che io preferirei un orario “trasparente”, tutto a scuola. Ovviamente ciò significa mantenere 18 ore frontali; perché aggiungere 6 ore al mio orario vuol dire aggiungere due classi, cioè altri 60 studenti, e poiché io parlo in inglese durante le lezioni ciò comporterebbe ulteriore logorio fisico e mentale. Altre 18 ore di studio posso assicurare che non sarebbero sufficienti a completare tutto il lavoro che quotidianamente svolgo a casa , per cui sarei felice di restare oltre l’orario ed essere pagata uno straordinario, visto che dopo trenta anni di lavoro, ottenuto attraverso un pubblico concorso di cui risultai vincitrice, guadagno meno di 1800 euro al mese. Ferie estive? Personalmente termino verso il 10 luglio, perché sono sempre commissaria agli Esami di Stato. Gli esami di riparazione nella mia scuola cominciano intorno al 26 agosto. Si vuole limitare il nostro periodo di ferie? Giusto. Si facciano venire a scuola gli studenti per un numero di giorni maggiori, perché la mia professione è insegnare. Voglio però: uno studio, un computer, materiale di cancelleria, una ricca biblioteca con tutto il materiale cartaceo e multimediale a me necessario, il riscaldamento in orario pomeridiano ( attualmente il riscaldamento viene spento a metà mattinata), il condizionatore per i periodi più caldi ( già a maggio la mia scuola è un forno). Voglio che emerga tutto ciò che faccio perché sono stanca di essere presa in giro da persone che, del tutto incompetenti in materia ( a cominciare dal nostro Ministro) pensano di poterci insegnare il mestiere. Un’ultima cosa: se il mio lavoro va giudicato per la punta dell’iceberg che si vede e non per quanto ci sta sotto, come dovrei giudicare il lavoro di un giornalista di cui leggo un articolo al giorno? Posso dire che lavora forse dieci minuti? ( Inutile rispondermi a questo, mio padre faceva il giornalista e so bene cosa significa…). Caro Porro, la invito a venire nella mia scuola e a seguire il mio lavoro ( le mie “misere” 18 ore) in classe. L’aspetto
    Mariapia Lionello

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    1. paola il 24 ottobre 2012 alle 15:00:

    Caro Porro anche io lettrice del giornale le dico “Addio” !!! Attaccate i precari e la vera casta dei politici ladri la difendete. Non comprerò mai più una copia del vostro giornale! Mi piacevate……

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    1. claudia il 24 ottobre 2012 alle 14:48:

    Siamo un gruppo di docenti, lettori del giornale siamo delusi dalla vostra linea editoriale….invece di attaccare la vera CASTA, attaccate i precare a 1300 euro il mese. Noi ci teniamo a dirle che “Il giornale” non lo compreremo più!!!!!!

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    1. mariolino il 24 ottobre 2012 alle 14:43:

    Fabrizio F. il 24 ottobre 2012 alle 12:35:
    Mio caro, io sono abbastanza vecchio, ed ho subito la scuola vecchio stile e classista, quella descritta in modo magistrale da don Milani nel suo libro, quando la sbarramento era alla fine delle elementari, con apposito esame molto difficile per un bimbo di 10 anni senza aiuti di alcun genere, forse direi un pò presto per chiudere la porta in faccia alla gente per sempre, poi ho fatto il famigerato istituto professionale, chaimato anche scuola dei duri e da operai, e quello era, metà del tempo lo passavi in officina, e si andava a scuola 40 ore a settimana anche il pomeriggio, infatti studiare era impossibile, ma era anche poco richiesto, certo che nessuno vuole andare più in quelle scuole, impari a fare i lavori duri manuali, quelli che socialmente non contano NULLA, sfido chiunque a dimostrare il contrario, ormai si è visto che se vuoi andare avanti in qualsiasi ambiente di lavoro non basta nemmeno più una laurea ci vuole di più, poichè tutti quanti oggi hanno delle aspirazioni di miglioramento, cercano in qualche modo di andare avanti, lei vorrebbe fare la selezione prima, e come crede che verrebbe fatta, glielo dico io, come una volta e come anche ora, conoscenze e quattrini, perchè tuttora anche se sei riuscito a studiare ma sei figlio di nessuno, difficilmente fai strada, forse se sei un genio vero e riesci a dimostrarlo, cosa difficile anche quella, confrontare l’articolo che parla dei figli dei ministri, è la verità vera di come và il mondo.

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    1. karina il 24 ottobre 2012 alle 14:41:

    Sono un insegnante precaria di centrodestra e sono delusa da lei che parla di casta! Mi alzo alle 5 per insegnare inglese e poi riunioni su riunioni…torno alle 22.00 a casa 3 giorni su 5. Non una parola in difesa dei docenti precari da parte de “Il giornale”. Addio, non comprerò mai più una copia della vostra testata! Ringraziate Porro!

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    1. tiziano il 24 ottobre 2012 alle 14:35:

    Ho sempre votato Pdl e comprato il giornale ma dopo il suo stupido articolo………lei non ha mai insegnato e si vede… parla senza documentarsi, lei non è un giornalista!

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    1. Daniele il 24 ottobre 2012 alle 13:43:

    Quando, in Italia, si cominceranno a chiamare le cose con il loro nome e a non dissimulare orrende piaghe sotto cinti d’oro, cioè, fuor di metafora, quando si smetterà di chiamare “riforme” i tagli che da almeno un decennio sono inflitti al sistema dell’istruzione pubblica, parlerò volentieri di alcuni argomenti messi nella sua zuppa da Porro, nonché dei tradizionali difetti – tanti – della scuola italiana; persino del consociativismo tra partiti, sindacati, lavoratori.
    Quando, in Italia, potrò parlare con interlocutori che mi diranno “ho alcuni milioni di euro da investire nella scuola. Discutiamo di quale sia il modo migliore di farlo?”, mi confronterò volentieri sulle ore in più (in potenziamento delle attività, in recuperi, in arricchimento dell’offerta formativa, in sistemi di valutazione seri, …).
    Fino ad allora, fino a quando cioè toccherà opporsi al progressivo disinvestimento economico e ideale dello Stato e della società e sentirò solo la frase “quanti milioni di euro posso risparmiare tagliando sulla scuola?”, farò di questa una difesa a spada tratta, anche a costo di sentirmi dire che mi oppongo alla trasformazione e che difendo rendite di posizione.
    Fino ad allora opporrò ad articoli da agit prop come il suo, che a chiari fini ideologici discettano di scuola senza conoscerne la realtà, la nuda evidenza dei fatti.
    Caro Porro, il suo pezzo è un teorema e come tutti i teoremi è certamente fondato su di una logica e una coerenza, e per qualcuno potrà anche risultare convincente. Tuttavia soprassiede su di un elemento fondamentale, la realtà: non la realtà in generale della scuola italiana, sulla quale lei può anche avere alcune ragioni, ma sulla realtà di questi ultimi anni e di quest’ultimo provvedimento di Profumo. Dunque, i fatti.
    La “casta” dei professori ha già pagato, e non si sottrae, unica secondo lei, ai sacrifici (non avendo, per altro, potere di opposizione e dovendo piuttosto subire in silenzio le decisioni prese in alto). Si è già tolto in passato, un anno dopo l’altro, in dosi direi omeopatiche, in modo tale che nessuno se ne accorgesse. Così si può dire, come fa lei, che nulla è cambiato e che i professori italiani hanno continuato a godere di privilegi.
    Prima due esempi specifici della categoria, e minimi: cancellazione della diaria per le gite (ore si servizio 24/24 e serie responsabilità) e sottrazione in busta paga delle ferie non godute.
    Poi due esempi, più gravi e generali. Lo Stato in questi ultimi anni ha risparmiato eccome sulla scuola: contro una legge europea che impone l’assunzione a tempo indeterminato dopo tre contratti con lo stesso datore di lavoro (per gli insegnanti, il Ministero), esso ha preferito lasciare nel precariato un numero altissimo di insegnanti, per non dover pagare loro i mesi estivi, né riconoscere gli scatti stipendiali. Inoltre, forse che tutte le precedenti riforme delle pensioni e l’ultima della Fornero non riguardano anche noi? Allora, scusi, in cosa consisterebbe l’impermeabilità al sacrificio di questa casta chiusa ed egoista?
    I sacrifici che secondo lei anche noi dovremmo pagare, li pagherebbero soprattutto i soliti precari. Infatti l’innalzamento delle ore a 24 serve solo ad attribuire al personale a tempo indeterminato, a parità di spesa per lo Stato e di stipendio per il docente di ruolo, ore che fino a ieri erano attribuite al personale a tempo determinato. Aumentare l’orario di lavoro degli insegnanti aumenterà la qualità della scuola quando quelle ore saranno dedicate ai già citati recuperi, potenziamenti, arricchimento dell’attività formativa (per i quali di soldi bisogna metterne, non toglierne), non usate per appioppare al docente più classi e più allievi.
    Ancora sui precari: molti di questi hanno già subito le angherie della Gelmini e si tratta spesso di personale che insegna da anni e che ha studiato nelle Scuole di specializzazione, esistite fino a qualche anno fa (scuole di cui nessuno più parla perché fa comodo credere e far credere che gli insegnanti in Italia siano sempre stati reclutati con sanatorie ope legis e non siano mai stati professionalizzati). Io e i miei colleghi, in questi ultimi anni, abbiamo visto peggiorare nettamente le nostre condizioni di lavoro, dopo aver investito tempo e denaro per formarci per questo mestiere. Chi prima lavorava nella stessa scuola (ma si ricordi: sempre licenziato ogni estate e riassunto in autunno) ha cominciato a cambiare scuola ogni anno. Chi lavorava in scuole diverse ma su cattedra piena e fino a fine anno, si è dovuto accontentare di spezzoni orari. Chi lavorava su spezzoni orari si è dovuto accontentare di chiamate brevi, due settimane qui, poi due a casa, altre tre là, poi di nuovo a casa. Nella mia provincia i precari sono il 30% della classe docente; ciò significa che senza di noi le scuole semplicemente non aprirebbero. Con docenti trattati così, secondo lei la qualità didattica è migliorata o peggiorata?
    Lei parla, in coda, di bravi insegnanti che senza alcun riconoscimento esplicito nei contratti, lavorano 24-30 ore la settimana, lasciando intendere che siano solo una parte. Il suo calcolo non funziona (come non funziona quello sul numero di ore e di giorni lavorati in un anno, ma passons). Rifaccio i conti per lei, basandomi sull’esperienza diretta che lei non ha:
    18 ore di lezione frontale alla settimana +
    fino a 80 ore annuali di riunioni collegiali e di consigli di classe (diviso per 33 settimane di scuola fa più di due ore alla settimana, ma arrotondiamo a 1,5 / 2, così restiamo un po’ sotto le 80, che sono in effetti un tetto massimo, ma con la precisazione che chi ha molte classi quel tetto lo raggiunge sempre) +
    le ore di preparazione di lezioni e verifiche e di correzioni dei compiti (davvero difficili da quantificare perché c’è chi ne fa pochissime e chi ne fa tantissime, dipende molto dalla materia, dalla volontà dell’insegnante e dal suo modo di lavorare: in ogni caso è difficile scendere al di sotto di 4-5 ore alla settimana, perché significherebbe non correggere i compiti e almeno quello bisogna proprio farlo…) =
    24-25 ore.
    E queste sono le attività minime, obbligatorie per tutti. Tutti gli insegnanti, perciò, appartengono alla categoria dei “bravi” insegnanti da lei individuata. Poi ci sono quelli che a tutto ciò aggiungono ancora maggiore attenzione alla preparazione delle lezioni, per non dire all’aggiornamento, allo studio, alle letture. Posso garantire che io di queste ore, per passione, ne faccio almeno un’altra quindicina alla settimana. Come me altri colleghi. Questo è un mestiere intellettuale e richiede continui stimoli e arricchimento del proprio sapere e del modo di veicolarlo. Persino ciò che leggo nel tempo libero si ripercuote spesso nella mia attività didattica.
    Ma lei preferisce adottare la logica econometrica del numero di ore lavorate e non della qualità prodotta. Faccia pure. Chissà che, per paradosso, in ciò io non mi dimostri più meritocratico e liberal di lei: meritocratico e liberal nella sostanza.

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    1. franco epifanio il 24 ottobre 2012 alle 13:36:

    Leggendo i numerosi commenti mi sembra di partecipare non ad un blog dove sarebbe cosa normale una divergenza di opinioni,ma si ha l’impressione
    di essere in un blog di indignati.
    Nicola Porro ha semplicemente elencato nel suo articolo quello che succede nel mondo della scuola e,per quanto possa dispiacere ai vari indignati,ha descritto in maniera lucida quella che è la realtà della nostra scuola.
    Di mio voglio aggiungere una testimonianza giusto per rafforzare quanto dice Nicola Porro.
    Orbene un mio conoscente che ho l’occasione di frequentare molto spesso e che fa l’insegnante in una scuola pubblica,mi ha raccontato cosa succede nelle scuole.Oltre a lavorare poche ore alla settimana,oltre ad avere uno stipendio più che dignitoso,usufruiscono di tanti altri privilegi.
    A parte le lunghe vacanze estive per la chiusura delle scuole,nell’arco dell’anno usufruiscono di numerosi congedi per malattia quantificabili in almeno trenta giorni l’anno. Naturalmente per fare questo ci devono essere sempre dei medici compiacenti,e ce ne sono come che ce ne sono!e anche sindacalisti compiacenti sempre disponibili a proteggerli.
    Questo mio conoscente mi racconta anche che lui per la correzione dei compiti sfrutta le cosiddette ore buche,e gli insegnanti sanno bene di cosa parlo.
    Il mio conoscente quando deve fare cure termali,non va nei mesi estivi quando le scuole sono chiuse,ma nei periodi in cui la scuola è aperta.
    Nella sua scuola poi,mi diceva,il personale ausiliario,numerosissimi,ossia i famosi bidelli,non fanno nulla;
    mentre prima provvedevano alle pulizie adesso non fanno nemmeno quelle e si grattano i pollici per tutto il giorno.
    Ai Signori insegnanti voglio ricordare che questo è il mondo della scuola e per un certo pudore sarebbe bene che almeno tacessero.
    Nello stesso tempo però è giusto spezzare una lancia verso quegli insegnanti responsabili e preparati che veramente danno un forte contributo alla formazione dei nostri ragazzi. Questi ultimi però sono come le mosche bianche.
    So che alla maggior parte di voi indignati darà molto fastidio quanto ho scritto,ma a tutti voglio ricordare che a volte nella vita si deve dire anche ciò che è impopolare e saper incassare le eventuali critiche.
    f.e.
    P.S.
    Se fra voi insegnanti indignati c’è uno che non vota per la sinistra,è pregato di farsi avanti.

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    1. giuseppemaria sesta il 24 ottobre 2012 alle 13:35:

    Caro sig Porro
    E’ evidente che nè Lei nè il nostro Ministro della Pubblica Disistruzione Profumo ( protagonista peraltro di altre madornali frittate ) conoscete quello di cui volete occuparvi . Infatti
    il lavoro di chi deve insegnare a Scuola o in in’aula universitaria non può essere misurato solo dalle ore di insegnamento perchè dietro quelle ore sta tanto altro lavoro come del resto è spiegato in tanti commenti di chi tale lavoro lo conosce perchè lo fa . Se dunque è sbagliato misurare l’impegno di lavoro degli insegnanti con le sole ore di insegnamento in aula è evidente che al ns Ministro interessa risparmiare sulle supplenze a costo anche di peggiorare la condizione di lavoro dei professori e la qualità della Scuola . Miope calcolo di bottega indegno di chi dovrebbe avere a cuore prima di tutto di migliorare il rapporto tra qualità e spesa e non solo di abbassare le spese . Infatti è evidente come del resto hanno evidenziato diversi docenti che costringere i pro ad una maggiore presenza in aula porterà ad un peggioramento dell’insegnamento . Se invece si vuole abbassare le spese ed aumentare la qualità applicare la regola d’oro del premio del merito dei docenti più preparati attribuendo loro gratifiche aggiuntive a giudizio dei rispettivi Presidi . Ma i Presidi dovrebbero disporre di budget autonomi . Ciò sarebbe possibile se ai genitori fosse concesso di contribuire a tale budget mediante la scelta libera e cioè senza aggravio di spesa della scuola da essi preferita . Il sistema del Buono-Scuola o altro riconoscimento delle spese scolastiche sostenute potrebbe darci una scuola di qualità , con professori meglio pagati e più motivati e con minore spesa per lo Stato . Ma purtroppo una mentalità statalista e di corte vedute continua a vedere nella Scuola Privata un nemico anzichè un possibile alleato e pensa di curare i mali della Scuola di Stato strozzandola ulteriormente

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    1. V.P. il 24 ottobre 2012 alle 13:31:

    segnalo questa ipotesi interpretativa:
    La mossa ad arte del MIUR
    Le norme varate, in particolare quelle relative alle 24 ore per gli insegnanti della scuola secondaria, sono talmente maldestre, che abbiamo il sospetto che siano state costruite ad arte dal MIUR (in eterno conflitto con il Ministero dell’Economia e delle Finanze) per essere respinte e far sì che il che fare sia trasferito, ancora una volta, ai protagonisti veri, ossia alle burocrazie ministeriali e sindacali.
    da:
    http://www.adiscuola.it/adiw_brevi/?p=8837

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    1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 13:08:

    @Antonio Bessi. Grazie per la lezioncina. D’altronde l’ho pagata cara.

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    1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 13:06:

    @Luca toccato tasto caldo per quello insisto

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    1. Nicola Porro il 24 ottobre 2012 alle 13:05:

    @Fabrizio caro saccentino e so tutto io, si legga oggi Giusppe Colosio ex direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale della Lombardia e risponda a Lui. Ma è ovvio non può farlo perchè a lui non può dire che non conosce la scuola. Anche lui non conosce il tema? dice che la proposta di Profumo è positiva. Lavori un po’ di più e meglio, così da non farmi sprecare tutti i quattrini che daell mie tasche ogni mese passano alle sue

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    1. Louis Cyphre il 24 ottobre 2012 alle 13:01:

    Chiedo scusa ma io ragiono da impiegatino di una industria privata.
    Le 24 ore di “insegnamento frontale” corrispondono a 4 ore giornaliere dal lunedì al sabato. Raffrontato con il mio orario di “bevute frontali giornaliere continuative” (08:00-17:00, quindi NOVE ore in fabbrica al giorno!!!!), ma escludendo per equità il sabato che io trascorro a casa, in pratica si tratta di un lavoro “part time”. In azienda da me, non so se accade egual cosa in altre aziende, PER UN LAVORO PART TIME DI QUATTRO ORE GIORNALIERE SI RICEVE UNA PAGA PARI A METÀ DI CHI NE LAVORA OTTO!!! E si maturano LA METÀ dei giorni di ferie e LA METÀ dei contributi pensionistici!!!! Aggiungo che, sempre nella mia fabbrica, se qualcuno si porta del lavoro a casa PER L’AZIENDA È TUTTO GRASSO CHE COLA E TANTI SALUTI AL TRAM!!!! Quindi nessuno dei miei colleghi e nemmeno io ci sogniamo anche solo lontanamente di reclamare il riconoscimento del lavoro fatto a casa propria da parte del datore di lavoro. E nemmeno i sindacati ci sostengono in questo, anzi quelli semmai ci crocifiggono con l’etichetta di LECCHINI DEL PADRONE.
    Quindi concludo che sarò convinto del buon funzionamento generale della scuola solo quando vedrò i professori BOLLARE l’ingresso alle 08:00 del mattino e BOLLARE l’uscita alle 17:00 la sera, DOPO AVER TRASCORSO LE 4 ORE DEL POMERIGGIO A CORREGGERE I FAMOSI COMPITI DEGLI ALUNNI ED A PREPARARE EVENTUALMENTE LA LEZIONE DEL GIORNO O DEI GIORNI SUCCESSIVI!!!! In questo caso accetterei che finalmente anche agli insegnanti fosse concesso il sabato di riposo come sarebbe giustissimo che sia. E solo allora concederei che gli insegnanti potessero lamentare legittimamente di aver partecipato ai sacrifici imposti da una qualsiasi crisi “x”. CHIAROOOO!!!!!

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    1. Fabrizio F. il 24 ottobre 2012 alle 12:35:

    Come sempre, quando si parla di istruzione in Italia, si scatena un vespaio. Gli insegnanti, si può dire fin dal 1946, si lamentano degli stipendi, a loro dire troppo bassi, e soprattutto molto inferiori a quelli dei loro colleghi europei. Cifre alla mano, è anche vero. Ma è anche vero che, se guadagnano poco, è perchè sono TROPPI. Troppi in rapporto alla popolazione studentesca, e troppi in assoluto. Io non ho alcuna stima per l’ex-ministra Gelmini, in quanto ritengo dovesse la sua carica non certo ai meriti ma ai Bunga-Bunga fatti nella villa di Arcore. Però quando affermava che in Italia la Pubblica Istruzione è “uno stipendificio” in quanto il 98% del budget di 45 mld di Euro serve a pagare gli stipendi, aveva purtroppo ragione. La scuola, e più che mai nell’ultimo ventennio, è divenuta la nuova cassa del mezzogiorno (volutamente in minuscolo per il ruolo devastante per le finanze pubbliche, senza alcun reale beneficio per il sud), troppa gente “ha fatto il concorso pubblico per insegnare” senza il minimo interesse, ma solo perchè non aveva alternative? Che insegnanti potranno mai essere? Del resto, i risultati si vedono, e sono davvero men che mediocri. Ai miei tempi (1980) bastava un errore di ortografia al tema di maturità per essere bocciati. Adesso, è diventata la regola…Tempo fa il Corriere della sera aveva stigmatizzato la figura del “diplomato semi-analfabeta”. E’ una triste realtà. Persino i quotidiani sono pieni di strafalcioni, a volte scritti persino a titoli cubitali. Sicuramente esistono tanti bravi insegnanti, coscienziosi e motivati, ma anche parecchi “pesi morti”. Un esempio? da quel che sento dire da coppie di amici con figli, ormai è consuetudine per loro “Fare i compiti assieme ai figli”. Io ho SEMPRE fatto i compiti coi compagni o da solo. Al mio evidente stupore, rispondono “Perchè l’insegnante a scuola non ha spiegato l’argomento”. E non è un caso isolato. Inoltre, ho notato un aumento abnorme del “nozionismo becero” nel senso che già fin dai primi anni delle elementari i bambini vengono letteralmente “bombardati” di nozioni di ogni tipo, in maniera del tutto esagerata, neanche fossero degli hard disk da riempire di informazioni. Ma non è questa “la scuola”. E l’università? Meglio stendere un velo di pietoso silenzio. Moltiplicazione dei corsi di laurea e degli esami, spesso con nomi impronunciabili, e dall’utilità perlomeno “opinabile”. Percentuali di laureati irrisorie rispetto agli iscritti. A mmio modestissimo avviso, l’intera pubblica istruzione necessiterebbe di una riforma strutturale profonda, a tutti i livelli. Il numero di ore lavorate da ogni insegnante è un falso problema, il vero problema è COME vengono lavorate queste ore. In Italia, in ogni settore, si confonde la “produttività” con le “ore lavorate”: sono due cose ben diverse. Lavorare 14 ore al giorno non significa essere “produttivi”. Anzi, lavorare tanto, spesso significa “lavorare MALE”. Anche la “popolazione scolastica” necessita di una “scrematura” progressiva e graduale nel tempo: è inutile far arrivare tutti al diploma di scuola superiore, “cani e porci” come dice una mia amica, tra l’altro insegnante. Il “libero accesso” alla pubblica istruzione è un diritto, il diploma, NO. Deve “andare avanti” solo chi lo merita e si impegna. Tornando alle università, TUTTE dovrebbero essere a numero chiuso. Ed anche le suepriori dovrebbero avere dei “blocchi”: chi fa il Classico, dovrebbe poter accedere solo a facoltà umanistiche, come lettere, giurisprudenza o al massimo medicina. Perchè con la ridicola “preparazione scientifica” data dal liceo classico, si parte già svantaggiati in una facoltà scientifica. Idem lo Scientifico. E dare di nuovo impulso alle (ingiustamente) abbandonate scuole professionali, che insegnino mestieri pratici, indispensabili nella vita di tutti i giorni: vi pare sensato che, in un paese, mestieri come idraulico, elettricista, falegname, imbianchino, etc. siano svolte esclusivamente da stranieri? A me, no. Ed anche i programmi delle materie scolastche vanno “sfoltiti” e “modernizzati”: come diceva qualcuno proprio qui sul Giornale, è assurdo che, al liceo classico, anche all’ultimo anno, si studi a menadito la letteratura antica, ignorando quasi del tutto quella moderna, e totalmente quella contemporanea. O che si facciano ben 6 (SEI) ore settimanali di filosofia, abbandonando la lingua straniera. La storia? A malapena si arriva alla II guerra mondiale. E via discorrendo, si potrebbero fare innumerevoli esempi. La scuola, in Italia, è “vecchia”, come del resto è vecchio un po' tutto: legislazione, infrastrutture, politica……….

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    1. Tito il 24 ottobre 2012 alle 12:04:

    La scuola è diventata un carozzone pesante (e costoso) trainato da pochi e coraggiosi docente che ci mettono l’anima per fare il proprio lavoro… i primi a doversi scandalizzare sono proprio loro.
    Gli studenti, purtroppo, prendono quello che trovano… di 10 insegnanti mediocri ce n’è sempre uno sopra … ma non basta, e la preparazione media dei nostri studenti è ridicola… impreparati al mondo del lavoro.
    Ma non saranno certo queste 6 ore in più a risolvere il problema, certo, da qualche parte si dovrà pure iniziare…

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    1. Nello il 24 ottobre 2012 alle 11:51:

    Egregio Dott.PORRO
    La scuola ha bisogno di investimenti per affontare la sfida globale;tutto ciò non si fa aumentando il carico orario dei Docenti visti dai più come degli sfaccendati.Inoltre la Scuola, con questa proposta, sarebbe ulteriormente affossata ed i precari(come Me)l’anno prossimo (dopo 15 anni di precariato ed a 53 anni suonati)dovranno,se ci riescono,trovare un altro lavoro.

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    1. Salvatore il 24 ottobre 2012 alle 11:26:

    Caro giornalista Porro prima di sparare fesserie leggiti questa lettera,
    sono un insegnante di Matematica e Fisica di un Liceo del profondo Sud . Uno dei tanti. Questa mattina mi sono svegliato e, da bravo matematico, mi è venuta la travolgente voglia di fare due calcoli (la mia, purtroppo, è una mania irrefrenabile). Ho pensato che forse questa mia digressione algebrica avrebbe potuto esserle d’aiuto nel momento in cui dovrà giustificare, in un giorno spero non troppo lontano, la sua proposta circa l’aumento delle ore di lezione frontale dei docenti, da 18 a 24.
    Come tutti ben sanno, i docenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) sono una categoria super privilegiata: hanno tantissimi giorni di ferie e, quelle poche volte che lavorano, lo fanno solo per 18 ore settimanali.
    A questo punto entra in gioco la mia indole freddamente calcolatrice.
    Dunque ho cercato di capire se faccio qualche altra cosa per la mia scuola e per i miei studenti, aldilà di queste 18 misere ore. Ecco cosa, con mio grandissimo stupore, ho scoperto.
    Ci sono 40 ore annuali tra scrutini, consigli di classe, Collegi Docenti, riunioni dipartimentali e colloqui scuola famiglia. Un’ora ogni due settimane per i colloqui antimeridiani con le famiglie.
    Per preparare lezioni e materiali per il giorno seguente impiego circa un’ora.
    Le settimane di lezione in un anno scolastico sono 41, togliendo ogni festività. In ogni settimana ci sono 5 giorni di lezione. Quindi alle 40 ore di cui sopra si vanno ad aggiungere 21 ore di colloqui con antimeridiani con le famiglie e 205 ore per preparare lezioni e materiali. Il totale è presto fatto: 266 ore.
    Giusto per essere pignolo ho provato a contare le ore che impiego per correggere i compiti in classe e le prove oggettive dei miei poveri studenti. La correzione di un compito in classe, di matematica o di fisica, di un singolo alunno porta via circa 20 minuti. Ogni correzione di prova oggettiva porta via circa 10 minuti. Tenendo conto del fatto che mi fregio di avere 42 alunni a cui insegno Matematica e 62 a cui insegno Fisica, che in un anno scolastico svolgo 8 compiti in classe e due prove oggettive, per ogni classe e per ciascuna materia, arrivo ad un totale di 416. A queste vanno aggiunte circa 40 ore per la preparazione delle tracce. Siamo arrivati ad un totale di 722 ore.
    Visto che, oltre ad essere un matematico, sono un irrimediabile filantropo stakanovista, ho deciso di non computare in questa mia folle corsa numerica le ore che passo su skype tutti i pomeriggi prima dei compiti in classe per aiutare i miei studenti negli esercizi che svolgono a casa, le ore in cui vado a coprire le classi gratuitamente, puntualmente dopo che si è esaurito il Fondo di Istituto e non ci sono soldi per coprire le supplenze, le giornate e le nottate che passo durante i Viaggi d’Istruzione per vigilare sui miei studenti, le ore che servono per organizzare visite guidate, viaggi d’istruzione e uscite didattiche durante tutto il corso dell’anno, le ore che servono per compilare verbali, pagelle, schede di valutazione intermedia, programmazioni, programmi finali, registri cartacei ed elettronici, corsi d’aggiornamento (che pago di tasca mia!!!).
    In tutto quanto questo non ho contato neanche tutte le ore che impiego per fare mille altre piccole attività funzionali al mio insegnamento. Ho voluto essere buono e ho fatto quell’atto di generosità che lei mi chiede.
    Però, aldilà di questo mio gesto di generosità, è doveroso che io faccia un ultimo calcolo. Le mie ore di lezione frontale in un anno scolastico sono circa 756. Se a queste sommo le 722 ore di cui sopra, ottengo un totale di 1478 ore.
    Lo stipendio di un insegnante di scuola superiore è di 1400 euro netti, che in un anno solare corrispondono a 17700 euro (compresi di tredicesima). In sostanza io guadagno circa 11,9 euro all’ora netti per le mie 1478 ore di lavoro all’anno.
    Adesso, gentile Ministro, paragoni il mio stipendio a quello di un qualsiasi collega europeo. Se le sembra imbarazzante il confronto, ripensi a quella sua proposta. Penso che la scuola meriti qualcosa di più.
    Amen.
    Data, 20 ottobre 2012
    Prof. Vito Fumai
    I.I.S.S. “G. Galilei” – Monopoli (Bari)

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    1. Stefano Boninsegna il 24 ottobre 2012 alle 11:25:

    E’ proprio come dice Nicola Porro. E lavorare a casa quando e se pare a loro sono tutte chiacchiere. Si lavora sul posto di lavoro. Punto e basta. Fate 18 ore a scuola e 6/12 ore a casa? Bene. Ora fatele tutte a scuola, se quello che dite è vero non ci sarà alcuna differenza. Ve lo chiedono i vostri datori di lavoro=i cittadini che con le tasse di chi lavora 40 ore minimo a settimana vi pagano lo stipendio.

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    1. Adele Buratti il 24 ottobre 2012 alle 11:15:

    A proposito dell’introduzione della scuola del “modulo” le sue affermazioni non sono vere (e Lei lo sa): le famose tre insegnanti furono introdotte per risparmiare, non per aumentare cattedre!!!
    Per affossare la “scuola a tempo pieno” che richiede 4 insegnanti su due classi, fu introdotto il “tempo vuoto” con 3 insegnanti.
    Adele

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    1. Fabrizio il 24 ottobre 2012 alle 10:31:

    …esimio dott.Porro,si astenga dal rispondere in maniera demagogica e sconclusionata.Inutile girarci intorno e arrampicarsi sugli specchi in cerca di improbabili giustificazioni.Ha scritto su di un tema che non conosce,la sua colpevole disinformazione traspare in ogni riga.Dia retta,chieda scusa ed eviti anche le velate e infantili minacce di querela,non si renda ancor piu’ ridicolo e poi…cosa c’entra Sallustri,lui è un giornalista.Ritorni da Santoro e da Telese e non scriva piu’ simili castronerie.
    Saluti

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    1. Donato il 24 ottobre 2012 alle 10:24:

    Voglia di lavorare saltami addosso!!! Ahahahaha improvvisamente scopriamo che tutto il corpo docente italiano è oberao di lavoro. Il vostro è un lavoro usurante? Ahahahah ma se basta essere consiglieri comunali per essere inamovibili, lavorare meno ed essere pure pagati per le ore non fatte. Ci sono istituti scolastici dove una buona parte dei docenti ha incarichi politici… alcuni richiedono tali incarichi per usufruire dei privilegi che la politica ha elargito in questi anni e non voglio scomodare quelli che abusano della legge 104. Vi fate nominare assessori esterni per evitare trasferimenti… e se andassimo a dare un occhiata ai bilanci dei vari istituti ??? Non è che troviamo tanti piccoli Fioriti??? Hahahah
    Dovreste chiedere più ore di lavoro e più soldi cosi magari quelli che la scuola la usano per il tempo libero dopo varie altre attività lascerebbero il posto a quelli che la professione di insegnante vogliono farla davvero.

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    1. antonellabetti il 24 ottobre 2012 alle 09:57:

    pienamente ragione al dott.Porro nel pubblico
    ormai sono tutti intoccabili e autoreferenziali
    se non siete soddisfatti del vostro lavoro esistono le dimissioni, venite a lavorare nel nostro paradiso.
    micro imprenditrice

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    1. Luca il 24 ottobre 2012 alle 09:31:

    Caro Porro la dimostrazione piu’ lampante che hai colpito una casta, sta nei numeri e nei toni, che non sono ordinari per questo blog. Quando tocchi uno stipendificio succede sempre cosi’, e’ come pestare un formicaio pieno di formiche con diritti acquisiti. Parlano di meritocrazia, ci sono presidi con la terza media che vanno in pensione 4000 euro al mese…. vorrei vedere che non si autodifendano e non accettano il confronto con altri umani lavoratori.

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    1. antonella il 24 ottobre 2012 alle 09:30:

    l’ho sempre seguita con stimae mi ha sconcertato il suo parere sulla riforma della scuola. dimostra di non conoscere l’impegno orario e le multifunzioni richieste agli insegnanti di oggi a causa delle problematiche giovanili. perchè non si è documentato su tutte le ore dedicata a: programmazioni, riunioni collegiali , progetti , verifiche, correzioni di compiti, preparazioni di lezioni e compiti, registri e programmazioni on line, aggiornamenti e tantissime altre cose richieste dalla scuola di oggi. Lei pensa di aver affidato l’istruzione dei suoi figli a dei parassiti dello stato? perchè non parla di altre categorie super privilegiate e intoccabili?

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    1. Antonio il 24 ottobre 2012 alle 09:29:

    MI dispiace molto leggere articoli come questo. Solo chi non ha mai varcato la soglia di una classe può, così impunemente, esprimere il proprio punto di vista.
    18 ore (nominali) di lavoro? Sono pure troppe. Sfido chiunque degli “economisti” d’accatto che hanno postato a permanere in un’aula con 30 ragazzini di una prima professionale cercando di fare il proprio mestiere (trasmettere cultura, “Do you know?”). Col sedere ben piantato sulla sedia si è tutti bravi a pontificare. Basterebbero tre ore per capire. La scuola non funziona? La colpa è di quelli che decidono senza sapere cosa sia. Il mio sogno è un ministro che è stato docente (ma no universitario, proprio alla secondaria).
    Si sarebbero mille motivi da rappresentare ma, ahimè, la platea è quello che è e penso sia tempo perso.

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    1. antonio.chichierchia il 24 ottobre 2012 alle 08:53:

    Un popolo di Eroi( Insegnanti ?)… eppure qualche professore non proprio missionario me lo ricordo bene: alle elementari c’era il Maestro che faceva anche l’elettricista (infatti aveva realizzato l’impianto di comunicazione della scuola) e nel ’59 aveva già la sua Fiat 600, al liceo Classico Virgilio di Roma , entrava la professoressa di Scienze, prendeva il libro (pardon il testo) e leggeva da pagina 32 a pagina 40.”Per dopodomani studiate da pagina 40 a pagina 48” e se ne andava. Così della fotosintesi clorofilliana ce ne sbattevamo le p.. noi alunni , ma anche la prof. Anche al liceo scientifico di mio figlio, Plinio Seniore di Roma, il professore di Scienze bocciò 14 alunni su 21 nella sua materia. Il sospetto che anche un po’ “l’allenatore” avesse qualche colpa ce l’ho sempre avuto.Però c’era anche l’immenso Professor Marotta di Latino e Greco che disegnava la Z di Zorro col gessetto sui grembiuli neri delle ragazze… di quello non ti perdevi neanche una battuta.. e così imparavi anche i ditirambi. Naturalmente tutti quelli che ti stanno ricoprendo di insulti sono tutti diversi da questi,nè arrotondano i loro magri guadagni con le ripetizioni a pagamento. Riporto un “florilegio” delle argomentazioni-insulti che ti hanno scaricato addosso che evidenzia la distanza in anni luce che separa la mentalità degli statali da quella dei lavoratori privati.
    “…svolgono onestamente il proprio lavoro, magari a centinaia di chilometri da casa e lontano dalla famiglia che vedono solo nei weekend (perchè succede anche questo!)”
    Quoque tu Porre svolgevi il tuo lavoro a centinaia di km dalla famiglia che vedevi solo nei week end…
    “Ma lo sai che : “C’e gente costretta a fare 5 ore di treno al giorno per una cattedra in posti lontani da casa, chi gliele paga queste 5 ore ?” Per fortuna non abitano a Sidney questi insegnanti se no costerebbero un patrimonio.
    “E gli anni da precario (con mesi estivi non pagati e senza contributi)?…
    E gli altri 2 milioni e mezzo di precari che lavorano , ad esempio, nei call center, a 400 euro al mese …lo scandalo vale per tutti i poveri disgraziati che hanno creduto e votato l’americanizzazione del lavoro in Italia, non solo per gli insegnanti.
    Caro Cuoco, (ti) devi documentare meglio… ad esempio .. perché non comunichi quanti tra quelli che ultimamente si sono suicidati ( qualcuno s’è dato fuoco !)per motivi di lavoro… erano insegnanti?
    In sintesi, fuori dalla scuola c’è il Far West, gente che si ammazza, ragazzi che per 1.000 euro al mese si trasferiscono da Salerno a Verona e vivono in quattro in una stanza, c’è il Sulcis, l’ILVA, Pomigliano,l’Alcoa , l’OMSA, etc etc etc etc etc etc etc etc etc , ma agli insegnanti non si può chiedere nulla perché già si ammazzano di lavoro.
    Tu li hai mai fatti due mesi e mezzo di ferie?La scorsa estate mi sembra di averti visto sempre “al chiodo” , tranne tre giorni a Ferragosto !
    Comunque complimenti: con poche righe hai compattato una categoria da sempre divisa in mille partizioni sindacali !

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    1. antonio bessi il 24 ottobre 2012 alle 08:48:

    Se lei avesse avuto un bravo professore di lettere, ora saprebbe scrivere e, prima ancora, pensare. Raccoglierebbe consenso e stima e non sarebbe così impopolare (ma neanche il contrario), come dimostrano le numerose risposte di chi cerca di spiegarle che si può avere un atteggiamento più opportuno, o giornalistico. Lei non vuole sentire, forse per odio, forse per ignoranza. Ma le due cose non sono così distanti. Sia più sintetico e non si lasci prendere dall’odio, ma soprattutto cerchi di spiegare le cose prima a se stesso, prima di gettare fango su un’intero gruppo di persone, tra le quali ve ne sono parecchie dedite all’aiuto del prossimo. Non si dia pena nel ricercare questioni complicate per apparire sofisticato, come fanno in troppi, e vedrà che anche lei, oltre che il lettore, ne trarrà beneficio, dapprima distinguendosi e poi per le poche parole che servono ai competenti.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 24 ottobre 2012 alle 08:00:

    Ultima cosa e poi la lascio in pace, anche perché sono troppo offesa dal suo ultimo messaggio per poter continuare a discutere con lei.
    Le lascio un prospetto del numero di ore effettivamente lavorate da un docente durante un anno di servizio. Faccia un po’ lei i conti e mi dica se 1300 euro sono troppi, anzi no, non me lo dica perché sono sicura che non saprebbe scrivere altro se non offese!
    350 ore l’anno per prerare le lezioni;
    30 ore annue per preparare le verifiche scritte da somministrare;
    405 ore annue per la correzione dei compiti scritti (calcolo forfettario: 27 alunni per classe; 5 materie insegnate; 30 minuti di correzione a compito, che per i compiti di italiano non bastano).
    40 ore annue di riunioni
    15 ore annue per la scelta dei libri da adottare, per la programmazione delle attività e per la compilazione della documentazione richiesta (programmazioni, programmi, schede di andamento della classe ecc.)
    594 ore annue in classe;
    14 ore annue di accoglienza degli alunni in classe (il docente è tenuto ad arrivare in classe almeno 5 minuti prima della lezione);
    30 ore annue per i rapporti scuola-famiglia.
    TOT: 1478 annue.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 24 ottobre 2012 alle 07:49:

    Errata Corrige: “Io penso che se avesse qualcosa da dire, le sue risposte sarebbero di più alto tenore”.
    Non vorrei che si distraesse a correggere e non avesse più tempo per le questioni poste, quelle non serie!

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    1. Anna Elisa Carrisi il 24 ottobre 2012 alle 07:43:

    Le rispondo ancora una volta educatamente, così come lei con me ha fatto mai!
    Lei mi scrive “Tra di voi che siete per la prima volta intervenuti nella zuppa c’è gente seria e che ha esposto le proprie ragioni. lei non è una di quelle”: credo che al di là della differenza di idee bisogna avere rispetto della sofferenza delle persone. Io non sarei una persona seria perché le ragioni di una precaria che lavora da dieci anni nella scuola e che si è formata per fare l’insegnante e che ha speso migliaia di euro per questa formazione e che dal prossimo anno rischia di non poter lavorare non sono serie?
    La verità è che lei scrive cose che ignora completamente, tanto che per non rispondere alle domande che le vengono poste è costretto a difendersi rispondendo offensivamente agli insulti. Io penso che se avrebbe qualcosa da dire, le sue risposte sarebbe di più alto tenore. E invece lei continua a fare discorsetti da amici al bar! Ascolti un consiglio fraterno, non si addentri in questioni che non conosce minimante, non è dignitoso per lei e per la sua professionalità.
    Le rifaccio una domanda, di quelle già fatte ma non serie, lo sa che la riforma Gelmini non è entrata pienamente a regime e che nei prossimi due anni ci saranno ancora tagli alla scuola solo in virtù di tale riforma? Sa cosa significa tagli per la scuola? Significa perdita di posti di lavoro!
    Si sbaglia a pensare che dietro queste proteste ci siano i sindacati, questa volta no! I gruppi di protesta stanno nascendo autonomamente senza bandiere e appartenenze e sa perché? perché la gente è stanca e non crede più a nessuno. Alla gente non interessa se le primarie le vince Renzi o Bersani, se Berlusconi torna in campo, se vince Bersani o Alfano, se Grillo prende troppi voti, alla gente interessa solo riuscire a sopravvivere dignitosamente, alla gente non sfugge che a fare i sacrifici sono sempre gli stessi, dove gli stessi sono i cittadini che lavorano onestamente. ATTENZIONE la situazione è molto grave e questa volta finisce in tragedia!

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    1. Fort il 24 ottobre 2012 alle 07:10:

    Ben detto, Porro!!
    La qualità degli insegnanti è discutibile e sono politicizzati.
    Chi scrive ne ha diretta esperienza e, quando mio figlio mi disse che, in aula tenne lezione il partigiano Pesce, via subito ad una privata!
    Ma anche se andava la medaglia d’oro Sogno era la stessa cosa.
    Comunque, di personale “non docente” e non pulente
    i bagni e di supplenti dei supplenti la Scuola, quella maiuscola, muore.

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    1. toryto ayala il 24 ottobre 2012 alle 06:46:

    Cito il “dott.” Porro in una delle sue risposte “Veda professore come si fa a non essere d’accordo con lei” . Lei sostiene di passare 12 al pc. Forse qualche lettura didattica sulla lingua italiana in formato cartaceo (es sintassi della lingua italiana) sarebbe preferibile e consigliata….

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    1. depaoli.fabrizio@libero.it il 24 ottobre 2012 alle 06:38:

    Stimato dr. Porro, leggo solo ora il suo articolo e non posso che farle i complimenti.
    Devo fare alcune considerazioni, non sull’articolo sacrosanto ma su quello che ha scatenato.
    Mi chiedo, da dove arrivano tutti questi blogger sconosciuti e mai visti prima? Come mai si vedono solo ora giusto per difendere il proprio orticello?
    Orticello che oltretutto è pagato con i miei soldi quando tutt’intorno c’è l’invasione delle locuste che sta facendo terra bruciata di quei poveri pirla che mantengono gli orticelli.
    Il problema principale di questi nuovi commentatori -i professoroni qui- è che devono a tutti i costi difendere il potere costituito, il loro campo visivo è di 15°, anzi 10°, devo notare che un’operaio medio sebbene più ignorante di un professorone, è molto più intelligente, perchè capisce una cosa semplicissima: se l’azienda per cui lavora chiude rimane a spasso e quindi in un momento di difficoltà aiuterà l’azienda a superarla.
    Già, ma i professoroni sono sicuri che la loro azienda non potrà mai fallire, per questo motivo salgono in cattedra con una certa arroganza.
    Ma attenzione, non mi sembra il momento di permettersi di “fare i furbi”, quando le aziende saranno fallite per mantenere voi, fallirà anche il vostro caro stato, a quel punto non saprete più da che parte girarvi, mentre quell’operaio medio più ignorante ma più intelligente di voi, sicuramente riuscirà a cavarsela.
    Dr. Porro sa qual è la cosa che fa più male?
    E’ che mettiamo l’educazione dei nostri ragazzi in mano a questi caproni.
    Un saluto .

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    1. Maurizio il 24 ottobre 2012 alle 03:59:

    Cari insegnanti…da figlio di insegnanti, fratello di insegnanti e marito di insegnante capisco benissimo tutte le argomentazioni. Il problema è che nell’immaginario collettivo, che spazia dal pensionato del bar sport al bulbico giornalista passando per il ministro di turno, voi lavorate 18 ore a settimana. Possibile sia un problema di comprensione loro, ma magari quantificando e ufficializzando l’impegno una volta usciti dall’aula si potrebbero evitare malintesi.

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    1. daniela il 24 ottobre 2012 alle 00:43:

    E’ tardi. Cos’altro aggiungere? GRAZIE per il neretto concesso ai professori seri e coscienziosi!

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    1. Filippesi il 24 ottobre 2012 alle 00:36:

    Bravo dr. Porro, condivido in pieno.I miei due figli alle elementari avevano 6 (sei !!) insegnanti, e la loro preparazione culturale alla fine è risultata PENOSA: Ora che sono alle medie, è un disastro. Ci sono alcuni insegnanti buoni ed onesti (pochi), molti altri francamente deludenti: e lo scandalo è che guadagnano tutti la medesima cifra. Questa è la cosa più vergognosa della scuola italiana: che, ore o non ore, ha sempre accettato questo vergognoso tiro al ribasso, che ha mortificato i capaci ed innalzato gli asini.
    Ammiro il suo coraggio, a dire cose che in questo Paese tutti sanno, ma nessuno ha le palle per affermarle pubblicamente. Cordialità

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    1. Massimo il 24 ottobre 2012 alle 00:19:

    MA QUALI 18 ORE?
    - 18 ORE DI 60 MINUTI DI DOCENZA FRONTALE NELLE CLASSI (AL MATTINO)
    - RICEVIMENTO GENITORI (AL MATTINO OLTRE LE 18 ORE)
    - PREPARAZIONE PER 18 ORE DI LEZIONE + PREPARAZIONE E CORREZIONE COMPITI PER 18 ORE DI LEZIONE IN CLASSI CON IN MEDIA PIÙ DI 25 ALUNNI + PREPARAZIONE E CORREZIONE LEZIONI E COMPITI PER ATTIVITÀ DIDATTICHE INDIVIDUALIZZATE (PER ESEMPIO PER ALUNNI DISLESSICI, I QUALI NON HANNO INSEGNANTE DI SOSTEGNO) (DI POMERIGGIO O SERA O FESTIVI)
    - COLLEGIO DOCENTI + RIUNIONI DI DIPARTIMENTO O DI MATERIA + RIUNIONE COORDINATORI DI CLASSE + CONSIGLI DI CLASSE + SCRUTINI + RICEVIMENTO GENERALE GENITORI + CONSIGLIO D’ISTITUTO + EVENTUALI (MA MOLTO FREQUENTI) CONSIGLI STRAORDINARI +INCONTRI CON FAMIGLIE E PSICOLOGI + INCONTRI CON VARI SPECIALISTI (presso altre sedi) ( AL POMERIGGIO E NON SONO PREVISTI NÉ BUONI PASTO NÉ RIMBORSI CHILOMETRICI)
    - USCITE DIDATTICHE + VIAGGI D’ISTRUZIONE + STAGES (OLTRE LE 18 ORE E SENZA ALCUN RIMBORSO)
    - MATERIALE: CANCELLERIA + COMPUTER (QUELLI DELLA SCUOLA SONO SPESSO INSUFFICIENTI) +TESTI D’AGGIORNAMENTO (HANNO ANCHE TOLTO LA DETRAZIONE FISCALE) A CARICO DEL DOCENTE!

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    1. Enrico il 23 ottobre 2012 alle 23:47:

    SIG. POORRO COSA SIGNIFICA CHE GLI STUDENTI NON CONTANO? NON SONO UNO STRUMENTO DI LAVORO, SONO IL NOSTRO FUTURO SU DI LORO DOBIAMO RIPORRE LE NOSTRE SPERANZE DI MIGLIORAMENTO DELLA SOCIETà, RIBADIRE CON LORO I CONCETTI DI ONESTà CORRETTEZZA E SOLIDARIETà.

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    1. Osvaldo Ponzetta il 23 ottobre 2012 alle 23:41:

    Egregio sig. Porro trovo che se lei fosse l’ avventore di un bar potrebbe forse le sarebbe concesso di nutrirsi dei più beceri luoghi comuni sull’orario degli insegnanti e di ignorare (o fa finta di ignorare) quanto la scuola ha già pagato in termini di tagli, blocco di scatti e congelamento di stipendi, e su quanto le retribuzioni degli insegnanti italiani siano lontanissime da quelle dei colleghi europei, che non lavorano più di noi.
    Ma lei è un giornalista di una testata che purtroppo con una tiratura di 223.105 copie ha una diffusione pari a 125.971 lettori ( dati luglio 2012, io mi documento a differenza sua) , ed è considerato l’ottavo giornale “d’informazione” (!) più diffuso del Paese. E allora a lei non si può perdonare di non essere informato, o di non dare un’informazione corretta e quindi di non fare seriamente il proprio lavoro. Lei ha delle grandi responsabilità verso chi legge i suoi articoli e verso la verità e la completezza delle notizie. Forse lei prima di scrivere ciò che scrive dovrebbe documentarsi di più aumentandosi, lei si, l’orario di lavoro, il tempo che gli dedica evidentemente non è sufficiente a far si che si documenti con serietà e senza pregiudizi, fatto salvo che lei sia in buona fede. Altrimenti vada a fare chiacchere da bar.

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    1. lea reverberi il 23 ottobre 2012 alle 23:33:

    Il brano che segue, del 1913, fu scritto da una personalità dalle qualità rare al giorno d’oggi: era istintivamente intelligente ed autenticamente liberale.
    Si tratta di Luigi Einaudi, dal quale molti di coloro che si proclamano liberali farebbero bene ad imparare. Ma non sempre i buoni maestri fanno i buoni allievi………………
    LA CRISI SCOLASTICA E LA SUPERSTIZIONE DEGLI ORARI LUNGHI.
    … Da vent’anni a questa parte le ore di fiato messe sul mercato dai professori secondari sono andate spaventosamente aumentando. Specie nelle grandi città, dalle 10 a 12 ore settimanali, che erano i massimi di un tempo, si è giunti, a furia di orari normali prolungati e di classi aggiunte, alle 15, alle 20, alle 25 e anche alle 30 e più ore per settimana. Tutto ciò può sembrare ragionevole solo ai burocrati che passano 7 od 8 ore del giorno all’ufficio, seduti ad emarginare pratiche.
    A costoro può sembrare che i professori con le loro 20-30 ore di lezione per settimana e colle vacanze, lunghe e brevi, siano dei perditempo. Chi guarda invece alla realtà dei risultati intellettuali e morali della scuola deve riconoscere che nessuna jattura può essere più grande di questa. La merce «fiato» perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana, tanto meno per 30 ore. La scuola, a volerla fare sul serio, con intenti educativi, logora. Appena si supera un certo segno, è inevitabile che l’insegnante cerchi di perdere il tempo, pur di far passare le ore. Buona parte dell’orario viene perduto in minuti di attesa e di uscita, in appelli, in interrogazioni stracche, in compiti da farsi in scuola, ecc., ecc. Nasce una complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e scolari a far passare il tempo, pur di far l’orario prescritto dai regolamenti e di esaurire quelle cose senza senso che sono i programmi. La scuola diventa un locale, dove sta seduto un uomo incaricato di tenere a bada per tante ore al giorno i ragazzi dai 10 ai 18 anni di età ed un ufficio il quale rilascia alla fine del corso dei diplomi stampati. Scolari svogliati, genitori irritati di dover pagare le tasse, insegnanti malcontenti; ecco il quadro della scuola secondaria d’oggi in Italia.
    Non dico che la colpa di tutto ciò siano gli orari lunghi; ma certo gli orari lunghi sono l’esponente e nello stesso tempo un’aggravante di tutta una falsa concezione della missione della scuola media …”.
    (Dal Corriere della Sera, 21 aprile 1913).

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    1. Laura Bianchi il 23 ottobre 2012 alle 23:15:
    Ma nessuno si accorge che è assurdo pensare di aumentare di un terzo l’orario di cattedra degli insegnanti? Non lo sa il ministro che alle superiori i sacrifici li stiamo già facendo e siamo solo al terzo anno del nuovo ordinamento della riforma Gelmini che andrà a pieno regime fra due anni, con contrazione di posti e aumento di classi per insegnante con conseguente aumento di compiti da correggere, programmazioni da fare, adempimenti burocratici vari?
    Non lo sa che le nostre pensioni sono state rimandate a data da destinarsi, in un remoto futuro?
    Con 18 ore di cattedra, più ore buche, più ricevimento parenti, più riunioni, più aggiornamento professionale (che siamo costretti a pagarci di tasca nostra), più correzione di ogni sorta di questionari, prove Invalsi e qualunque cosa venga in mente a qualcuno che la scuola debba insegnare, con le 18 ore il mio orario totale era sulle 40-50 settimanali, con frequenti veglie notturne nei periodi più caldi (quest’anno sempre, finora). Con 24 ore di cattedra dove andiamo a finire? A 70 ore settimanali, e poi? E uno che ci frusta non ce lo mandate?
    Certo che i maestri sono troppi, ma sono anni che ci accolliamo carichi di lavoro sempre maggiori c

    con la promessa di raggiungere un giorno i famosi livelli europei. E invece si scopre che si tratta della famosa carota, appesa ad un bastone che non ci permette mai di raggiungerla!

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    1. rosetta il 23 ottobre 2012 alle 23:12:

    Ciao Nicola! Volevo rammentarti che nel tuo articolo hai tralasciato di sottolineare che noi docenti siamo anche evasori fiscali in quanto spesso impartiamo ripetizioni private senz alasciare fattura. Complimenti per l’articolo: gravido di concetti assolutamente nuovi e condivisibili rispetto a quelli che in questi giorni vagano per la rete e sui cartacei zeppi infatti di luoghi comuni. Ma da un giornalista del tuo calibro ci si doveva aspettare un intervento di tale levatura. Di nuovo, Rosetta

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    1. Giulia Filauro il 23 ottobre 2012 alle 23:05:

    Un’ultimo commento sulla sguaita cacofonia prodotta dalla Signora Ciaffaroni: si documenti prima di chiacchierare a sproposito. Il lavoro di un docente con una cattedra di 18 ore non finisce quando suona la campanella: ci sono ricevimenti con i genitori, consigli di classe, collegi, riunioni di dipartimento, programmazioni, corsi per usare la LIM, redazione del registro, preparazione delle verifiche e correzioni. Sa di che parlo? Ne dubito. Immagino però che nella sua opinione sia inutile investire nella scuola, allora le do un consiglio: nei prossimi commenti scriva che la scuola pubblica va chiusa, che solo chi potrà riuscirà a garantire un’istruzione ai figli, questo sarà un grande risparmio e non ci saranno più precari che come Lei insolentemente dice, protestano

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    1. Marco Marchionni il 23 ottobre 2012 alle 22:59:

    La percentuale di PIL spesa dall’Italia nella scuola è in media europea.
    Oltre il 90% di tale spesa va in stipendi.
    A leggere gli interventi dei docenti sul blog, stipendi da fame.
    Il calcolo quindi è semplice: rispetto ad un altro paese europeo, i dipendenti sono troppi. Non è che ci siano sofisticate valutazioni da fare.
    Per cui, cari docenti che partecipate al blog e che conoscete bene l’ambiente e l’argomento, diteci dove, a vostro parere, con onestà intellettuale (RIPETO: CON ONESTA’ INTELLETTUALE a costo di inimicarvi la collega nella quarta gravidanza a rischio di cui non avrebbe in realtà necessità) i vostri colleghi sono troppi.
    Una piccola parentesi: quanti di voi danno lezioni private in nero? O quanti ne conoscete che ne danno? Perchè l’evasione è un grosso problema in Italia. Anzi: è il primo colpevole della carenza dei servizi a sentire il governo. Un docente che fa 2 ore al giorno a 20€ l’ora 5 giorni la settimana evade in un mese quanto un barista che non batte 1600 (milleseicento) scontrini di caffè. 53 caffè non battuti al giorno. Nemmeno Cetto La Qualunque.

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    1. physicus il 23 ottobre 2012 alle 22:56:

    Vede Porro, il problema della scuola italiana non è che si lavora poco, come vorrebbe farci credere profumo (quante ore fanno a proposito i prof universitari di catttedra?) e come fa intendere lei nel suo articolo: il vero problema, e lo ammettono in privato in parecchi, sindacalisti compresi, è che docenti e bidelli sono troppi e malpagati. Io ho fatto 2 proposte,credo serie e realizzabili: il sottoscritto è insegnante di sostegno e non si fa impetosire. 180000 disabili nella scuola statale non esistono: ci sono 180000 alunni certificati, che è tutt’altra cosa. Nella mia provincia in un anno gli studenti disabili delle medie certificati sono aumentati del 30%: è possibile secondo lei? Togliere 10000 cattedre non mi sembra uno scandalo: le ricordo che almeno nel nord molti insegnanti di sostegno non sono nemmeno specializzati e l’anno prossimo alcune migliaia chiederanno il trasferimento su posto normale. Nessun precario attuale non tornerebbe a lavorare! Non bastano 200 ml per tre anni? Blocchiamo il turn-over degli ata e ne risparmiamo altri 100 ml per anno. Vuole altro? Tagliamo i fondi d’istituto-che alimentano i clientelismi dei presidi- per 25000 euro, altri 200 ml di rispiarmo ogni anno. Perchè devo incrementare del 33% le attività frontali gratuitamente a persone che già guadagnano pochissimo? Se si è un po’ offeso per le accuse di demagogia, mi scuso; rimango tuttavia dell’idea che il contenuto del suo articolo sia profondamente sbagliato, basato sul luogo comune delle 18 ore totali di lavoro e dell’insegnante fannullone. La realtà è un po’ diversa e siccome mi rendo conto della necessità di tagli,ho presentato alcune proposte non demagogiche e sopportabili negli anni.Saluti.

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    1. spaina il 23 ottobre 2012 alle 22:56:

    Caro sig. Porro,
    è facile scagliarsi contro i professori ritenendo che lavorano poco, si chiama retorica, e, aggiungo, da quattro soldi ( tra l’altro quelli che i professori guadagnano..).
    Oltre all’ovvia obiezione che se si aumenta l’orario bisognerebbe aumentare la retribuzione, e all’altrettanto ovvia obiezione che se dei privilegiati ci sono in Italia questi non sono certo i professori, il problema è semmai un altro…parlo per la mia categoria, quella dei precari storici:
    innalzando l’orario a 24 ore ( da 18) si taglia un posto su 4 ( la matematica non è un’opinione), quindi non solo si tagliano posti che già ci sono, ma non si risolve il problema dei precari ( che sono abilitati via concorso passato nel ’90 o nel ’99)che sono in attesa di passare di ruolo, o meglio si risolve alla radice…non entra più un precario nella scuola pubblica….vergognatevi tutti e soprattutto lei, Porro, per quello che ha avuto il coraggio di scrivere in nome di un pensiero che in questo momento non può ssere seguito sul piano “ideale” perchè la dura realtà è che ci sono 188.000 persone ultra formate, ultra preparate che anzichè insegnare ( e per 1350 euro al mese, ammazza che ambizioni da privilegiati che avremmo!)vivacchiano con altri lavoretti perchè prima i tagli di Tremonti, poi l’innlazamaento dell’età pensionabile ed infine del numero di alunni per classe sta rendendo impossibile accedere al posto di lavoro per cui si sno naturalmente preparati e formati, ma già, come dice quell’altro genio dell Fornero noi siamo Choosy….la prego, sig. Porro smetta di scrivere idiozie come quelle che ho letto prima, anzi già che ci son smetto pure di guardare La7 se la vedo in Video…

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    1. Aristarco il 23 ottobre 2012 alle 22:51:

    Non voglio entrare minimamente le mondo della scuola e non voglio dare giudizi. Riferisco solo confidenze di numerosi insegnanti e parenti di ogni ordine e grado. Le difficoltà maggiori e le lamentele riguardano gli alunni e allievi.Sono rari gli scolari e i giovani con un minimo di educazione.La retribuzione non è adeguata alla sola vigilanza degli alunni per un minimo di disciplina,senza i mezzi necessari per trattenere per un’ora 20 studenti in classe.Certi studenti che vengono da quelle famiglie che si lamentano della scuola dovrebbero stare nei riformatori. E i loro genitori lo sanno molto bene,perchè anche loro passano i guai per tirare su quei figli.

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    1. Claudia Troiani il 23 ottobre 2012 alle 22:29:

    Gentile dr. Porro,
    sono un’insegnante dell’ITC Lucio Lombardo Radice di Roma e desidero rispondere al suo articolo pubblicato sul Giornale il 23/10.
    Nella prima parte Lei elenca una serie di argomentazioni (la casta, le ferie, la scuola come ammortizzatore sociale, il consociativismo, il debito pubblico di cui sarebbero responsabili gli insegnanti) alle quali mi sembra superfluo rispondere perché sono evidentemente risibili, qualunquiste e non corrispondenti alla realtà, sulla quale La invito ad informarsi con maggiore rigore.
    Mi ha indignato, invece, l’ultima parte dell’articolo, nella quale Lei si permette di affermare che per noi insegnanti i nostri alunni sono “solo uno strumento di lavoro”.
    Desidero sottolineare e ribadire energicamente che per noi ogni singolo alunno è una persona, non uno strumento di lavoro, come tablet o smartphone sono sicuramente per Lei.
    Nell’Aula Polifunzionale della nostra scuola i nostri studenti incontrano regolarmente personalità illuminate del mondo della cultura, della politica e del giornalismo: sono certa che, se Lei vorrà partecipare ad un dibattito con i nostri alunni, potrà appurare che dei meri “strumenti di lavoro” si trasformano in giovani cittadini responsabili, grazie alla nostra professionalità.
    Claudia Troiani
    ITC Lucio Lombardo Radice, Roma

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    1. Teodosio Orlando il 23 ottobre 2012 alle 22:28:

    Ah, dimenticavo. Le ferie non sono di meno, ma di più, almeno rispetto a un docente italiano impegnato fino al 15 luglio con gli esami di maturità. Per la precisione, questo è il calendario:
    http://www.esmunich.de/deutsch/pdf/Ferienkalender_2012_13.pdf
    First day of lessons: Tuesday, 04 September 2012
    03. Oktober 2012 (German National Holiday)
    AUTUMN 2012: Friday, 26 October 2012-Monday, 05 November 2012
    CHRISTMAS 2012: Friday, 21 December 2012-Monday, 07 January 2013
    Freitag, 21. Dezember 2013-Montag, 07. Januar 2013
    HALF-TERM HOLIDAY 2013: Friday, 08 February 2013- Monday, 18 February 2013
    EASTER 2013: Friday, 22 March 2013-Monday, 08 April 2013
    FIRST OF MAY 2013
    ASCENSION 2013: 9 May 2013
    WHITSUN 2013: Friday, 17 May 2013-Monday, 27 May 2013
    CORPUS CHRISTI DAY 2013: 30 May 2013
    SUMMER HOLIDAYS 2013: Friday, 05 July 2013-Tuesday, 03 September 2013.
    Penso che con questo ogni discussione sia chiusa. O meglio, se il sig. Porro e altri vogliono continuare a discutere e a cercare di confutarmi, ci provino pure. Troveranno pane per i loro denti.

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    1. paolosignoroni il 23 ottobre 2012 alle 22:26:

    Può capitare anche a un giornalista normalmente saggio e prudente, come Nicola Porro, di fare uno scivolone. Come nel caso di questo articolo. Il cui principale problema è questo: Porro, guardando alla scuola con l’occhio del pregiudizio (ideologico) e dal buco della serratura, ha finito per credere alle (invero confuse) esternazioni del ministro Profumo. Se avesse dato un’occhiatina, per es., al sito Eurydice, se avesse alzato la cornetta del telefono per chiedere lumi a un preside, se avesse fatto due conticini si sarebbe accorto che:
    1. alle 18 ore di lezione frontale si aggiungono, per un docente italiano, 80 ore annue per incontri collegiali, consigli di classe , scrutini etc., oltre a un’ora settimanale di colloqui;
    2. che il monte ore complessivo di docenza di un insegnante italiano è sì lievemente inferiore alla media europea ma , tuttavia, in pochissimi paesi è diffusa la prassi di assegnare (e quindi correggere) compiti a casa, di svolgere (e quindi correggere) scritti in classe (che sono comunque pagati extra, come avviene in Danimarca);
    2. nei paesi in cui i docenti restano a scuola il pomeriggio, hanno a disposizione uffici, computer, carta, penna, libri. Qui da noi i docenti usano strumenti personali per svolgere il proprio lavoro. Tutto ciò si è sempre tradotto in un cospicuo risparmio per le casse dello stato, nonchè per le tasche dei contribuenti (anche di quelle dei giornalisti). Può essere stato un errore (o magari un crimine) che i sindacati abbiano firmato simili contratti, ma allo Stato è andata bene (economicamente);
    3 è anomalia tutta italiana quella dei viaggi di istruzione/stage/uscite scolastiche non remunerate (lo erano pochissimo fino al 2008: da allora non c’è più un euro);
    4 capitolo ferie: l’Italia (si svegli, Porro!) è uno dei paesi che ne fa di meno! Le pause invernali e, qualche volta, anche estive in molti paesi sono più lunghe! In pochissimi paesi, inoltre, si lavora anche il sabato, differetemente che in Italia.
    Mi auguro che il dottor Porro decida di fare una cosa da giornalista: andare a trascorrere un settimana in una scuiola, magari in un professionale di periferia. Poi ne riparliamo!

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    1. Teodosio Orlando il 23 ottobre 2012 alle 22:19:

    Per il sign. R03ERT0 60RETT1 (forse devo leggere Roberto Goretti)? Lei mi cita una sua fantomatica cognata che lavorerebbe fino a 40 ore in California insegnando spagnolo, ma non cita le sue retribuzioni. Allora le dico questo, che CHIUNQUE può verificare sul link che metto qui in calce.
    Io attualmente insegno alla Scuola Europea di Monaco, con 22 ore settimanali di 45 minuti ciascuna (e sono 45 minuti esatti), più varie attività collaterali. Il mio stipendio, che ovviamente è un po’ particolare perché sono in missione all’estero, ammonta a 5.150 euro mensili (il triplo di quello italiano).
    Qui trova la tabella delle retribuzioni:
    http://www.eursc.eu/fichiers/contenu_fichiers1/1636/2011-04-D-14-en-2.pdf
    (voce BASIC SALARIES OF STAFF OF THE EUROPEAN SCHOOLS WHOSE SECONDMENT STARTED AFTER 31 AUGUST 2011).
    Certo, anche rispetto a quelli tedeschi lo stipendio è più alto, ma i colleghi tedeschi mi dicono tutti che a parità di prestazioni nelle loro scuole percepiscono comunque intorno ai 3000 euro mensili, e fino a 3700 con il massimo di anzianità. Come la mettiamo, egregi signori Goretti e Porro. Aspetto una risposta convincente e documentata come la mia, che temo non verrà perché finora avete solo dato voce ai soliti clichés e luoghi comuni.

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    1. giovanni il 23 ottobre 2012 alle 22:18:

    Egregio Porro,
    La ringrazio per la Sua risposta. Concordo in pieno sul consociativismo e sul conformismo verso il basso secondo il motto “poco stipendio poco lavoro”. I Sindacati, putroppo, hanno sempre fatto abortire, sul nascere, ogni tentativo di differenziazione di carriere e stipendi.Si ricorda del Concorsone di Berlinguer che andava in questa direzione( anche se andava un minimo corretto)? Fu la sinistra stessa a bloccarlo. E si figuri che, nelle graduatorie di istituto,alla faccia della meritocrazia, anche se hai superato più concorsi per diverse discipline oltre a quella che insegni, lo Stato, poco incline alla meritocrazia, ne valida, ai fini del punteggio e della graduatoria, solo uno.
    Se quanto scrivo non Le convince,organizzi una bella inchiesta, magari a partire dalla mia scuola e dalla mia posizione.
    Con stima rinnovata

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    1. lisa il 23 ottobre 2012 alle 22:16:

    Caro Nicola, il coraggio dimostrato nello scrivere questo articolo mi lascia basita. Spero proprio che domani non ci siano i forconi ad attenderla davanti alla sede del giornale, visti i toni dei vari interventi. Detto questo, vorrei ricordare ai signori insegnanti i tanti giovani docenti a contratto che lavorano gratuitamente nelle nostre università e che,nonostante questo,insegnano con passione e competenza. Al dottor Porro offro tutto il mio sostegno. Un saluto.Lisa

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    1. giuseppe il 23 ottobre 2012 alle 21:53:

    non capisco, insegno 20 ore e non ho il tempo per fare la spesa, e alle volte neppure i soldi. Ho 30 anni, i miei genitori non possono mantenermi. Ho sudato per abilitarmi mentre facevo lavori saltuari. Ho la grazia di un affitto che riesco a coprire appena. Non posso uscire una sera senza contare i soldi che ho in tasca. Lavoro anche la domenica per preparare le lezioni, nella paura di perdere il posto su di una privata. Mi impegno il più possibile, così come fanno i miei colleghi. So l’inglese e so utilizzare le nuove tecnologie, anche a livello avanzato, tanto che per me un tablet ha lo stesso potenziale di una matita spuntata. Faccio fatica e faccio quello che posso, e veramente questo articolo mi rattrista.

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    1. antonio.chichierchia il 23 ottobre 2012 alle 21:49:

    Caro Nicola,a giudicare dai post mi sembra tu abbia dato fuoco alle … code (di paglia).E’ evidente che se gli tocchi gli orari durante l’anno gli tocchi il lucrosissimo business delle ripetizioni private e quindi, poveracci come fanno a fare un secondo lavoro tutto ben in nero? Vedi inalberarsi maestrine ed insegnanti per i loro miseri 1700 euro al mese…., ma per 2500 li farebbero per trentadue anni 500 km al giorno oltre a lavorare normalmente? Dubito che abbiamo gente di questa tempra.Nessuno ha colto il concetto più eletto che hai individuato:il sistema politico se ne frega bellamente degli alunni, l’importante è il serbatoio di voti della casta degli insegnanti. Prova ne sia la riforma dell’università: ai miei tempi mi laureai con 23 esami, mia figlia per una triennale del cavolo ne ha sostenuti 55 + la tesi. Cosa significa? Che la “riforma” ha moltiplicato le cattedre per sistemare i parenti dei vari baroni ed abbassato il valore del credito formativo di molti esami…a scapito del solito imbecille di turno: l’alunno.Una riprova: non posso credere che al Politecnico di Torino si siano iscritti il 51% di capre… tanti sono gli studenti fuori corso, mi viene piuttosto il sospetto che il corso di studi del Politecnico sia da rivedere, magari riducendo il numero dei docenti e delle cattedre e aumentando il valore dei crediti formativi per esame. Mi beccherò un rating da sepoltura, ma vivaddio finalmente c’è un Giornalista che ha avuto il coraggio di “movimentare” il settore.

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    1. Tiziana Maccarini il 23 ottobre 2012 alle 21:49:

    Caro Porro, gliene hanno dette di tutti i colori e, da bravi colleghi, hanno insistito allo stremo per far capire qualcosa, a lei ed ai suoi lettori, sulla realtà della scuola italiana. Le sue risposte sono state convenientemente acidelle, saccentelle, e fuori fuoco, come l’articolo. Lei ha delle tesi da sostenere e lo fa, per onor di firma e ideologia. Però,per favore, non venga a dire che dobbiamo tacere e subire perché (cito a memoria) ‘questo governo e quello precedente hanno cambiato le regole in corsa a pensionati, pensionandi, e cococo’. Forse che fra i pensionandi batostati non ci siamo noi, manovali dell’alfabeto a 1300 euro al mese? Forse che simili ai ‘cococo’ non sono i giovani (e nemmeno tanto) colleghi assunti, licenziati, riassunti, spostati come pacchi fra una sede e l’altra? Ma perché invece di offenderci come se fossimo tutti bramini oziosi e comunisti (!) non si chiede perché, dopo decenni di silenzio, siamo così tanti ad infestare il suo blog ed ogni altro spazio con la nostra per lo più ottima prosa cercando di difenderci da un attacco che lascia allibiti nella sua violenza e insensatezza? dopo tanti bersagli ‘estranei’, il nuovo mostro da abbattere sono i professori. Quale sarà il prossimo capro espiatorio? Un pensionato che non si decide a morire? Un bambino malato che non riesce a guarire? E’ con la caccia alle streghe che miglioreremo l’Italia?

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    1. Micaela il 23 ottobre 2012 alle 21:45:

    “docenti italiani hanno un carico settimanale di ore di lezione in classe – che, lo ripetiamo, sono solo una parte del totale – superiore alla media europea, sia nella scuola primaria (22 contro 19,6) sia nella secondaria superiore (18 contro 16,3) e praticamente identico nella scuola media (18 contro 18,1). Alcuni esempi concreti possono chiarire ciò di cui stiamo parlando: un docente francese a inizio carriera, abilitatosi con l’agrégation, ha 15 ore di lezione frontali a settimana per circa 2500 euro di stipendio, mentre il suo omologo italiano ne lavora 18 (oltre a tutto il carico supplementare di lavoro a casa di cui abbiamo parlato) per circa 1300; ora gli si chiede di lavorarne 24, andando di fatto a ridurre il suo stipendio orario.”"quest’ansia di misurare con parametri esclusivamente quantitativi il lavoro dell’insegnante nasconde un profondo disprezzo che vuol fare di lui non più un intellettuale che tramanda cultura e costruisce un’apertura di senso nel dialogo educativo con gli studenti, ma un guardiano a ore pagato per un parcheggio giornaliero e chiamato a impartire un sapere talmente elementare e meccanizzato che si possono aumentare a piacimento le sue ore di lavoro, senza che questo comporti un abbassamento del livello qualitativo”

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    1. nadia il 23 ottobre 2012 alle 21:36:

    vorrei ricordare al Sig.Porro-ma credo che lo sappia già-che in Italia sono ben altre le categorie privilegiate e altre sarebbero le possibilità di far fronte ad un momento critico con tagli economici.gli insegnanti guadagnano stipendi ridicoli se messi a confronto con quelli dei loro colleghi europei e, invece, nel nostro paese va forte l’idea che siano dei parassiti e che addirittura la scuola vada ad incidere chissà quanto sul bilancio dello stato.e questo perchè chi parla di scuola non ha la minima idea di cosa significhi lavorare in una scuola con dedizione e impegno, chi parla di scuola-politico o giornalista che sia- lo fa basandosi sui soliti e odiosissimi luoghi comuni.

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    1. Maria Teresa Ciaffaroni il 23 ottobre 2012 alle 21:31:

    Bravo Porro!
    Nella sguaiata cacofonia che si è levata in questi giorni a proposito dell’aumento a 24 ore dell’orario di insegnamento frontale degli insegnanti – senza aumento di stipendio – proposto dal ministro Profumo nella legge di stabilità, finalmente si è levata una voce non confusa a spiegare come stanno veramente le cose: quella di Nicola Porro che, nel post del 23 ottobre 2012 del suo blog sul Giornale, fa chiarezza definitiva sulla questione. Invito tutti a leggere l’articolo nella speranza che cessi quel tormentone di lamenti che ha inondato le bacheche di tutti i social network da quando la questione è diventata di dominio pubblico.
    In attesa che ciò succeda mi permetto qualche piccola chiosa a margine alle argomentazioni così sapientemente dosate da Porro al fine di aiutare i meno perspicaci a coglierne il senso.
    Tutti hanno dato di tasca propria per uscire dalla crisi. I Parlamentari si sono ridotti lo stipendio e quest’anno hanno anche rinunciato alla ferie pur di garantire la loro presenza in un momento difficile. Molte delle giunte regionali si sono addirittura dimesse pur di non gravare sui cittadini. I dirigenti delle grande imprese pubbliche non solo si sono ridotti lo stipendio ma hanno anche fatto a meno dei loro cospicui fringe benefit. Persino alcuni giocatori di importanti società di calcio hanno deciso di limitare i loro ingaggi milionari. Gli insegnanti erano ad oggi l’unica casta intoccata. Se non se ne fosse accorto il ministro Profumo l’avrebbero passata liscia, in barba ai più.
    Tra il milione di pre-pensionati ed esodati non c’è un insegnante neanche a pagarlo a peso d’oro. Figurarsi che qualche giorno addietro in un’aula in disuso di un liceo storico è stato trovato un arzillo professore ottuagenario che spiegava imperterrito la perifrastica passiva a ragni e scorpioni. Che motivo avrebbero i docenti di andarsene in pensione quando già lavorano per modo di dire? Meglio rimanere saldamente al proprio posto a sbafare a spese della comunità. Dati i lauti stipendi lo sbafo è garantito.
    La scuola, si sa, ha il turnover più elevato di tutte le filiere produttive. Basti pensare che l’età media degli insegnanti nostrani si aggira intorno ai 55 anni, tra le più basse non dico a livello europeo ma a livello mondiale. E’ questo ricambio dissennato “messo in atto dall’ultimo residuo di consociativismo politico che ha generato irresponsabilmente il nostro debito pubblico”.
    Fin qui Porro. Ora alcune implicazioni che Porro per savoir faire non esplicita.
    I ministri che l’hanno preceduto avevano per così dire preparato il terreno. Il ministro Profumo ha gettato le fondamenta. Chi verrà dopo di lui dovrà completare l’opera. Se l’orario del lavoratore medio è di 40 ore perché non dovrebbe esserlo quello dei docenti? Pensate che risparmio per la pubblica amministrazione. Ce ne sarebbe di che far azzerare lo spread.
    E questo non è che un passo. Quello successivo potrebbe davvero avere portata epocale. L’istruzione è un bene di lusso. Costa caro. Chi può la paghi, chi no si arrangi. Non si può avere tutto nella vita.
    Non si possono più dedicare all’istruzione risorse sudate forzatamente estratte dalle tasche dei cittadini. Smantelliamo il sistema e non se ne parli più. Cambiamo l’articolo 3 della nostra costituzione repubblicana e diciamo addio una volta per tutte al nostro sistema di pubblica istruzione. Ormai è più un ingombro che un beneficio.
    Chi avrà il coraggio di farlo avrà gli onori che spettano ai grandi.
    Una doente speranzosa

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 21:31:

    @physicus Ahhhh sì io faccio denagogia. Pensi un po’ se mi fossi azzardato a scrivere di ridurre di 10mila unità come fa lei gli insegnanti di sostegno, che bella tiritera mi avreste fatto. .

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 21:27:

    @Fabrizio Lovati Veda professore come si fa a non essere d’accordo con lei. Il punto è che quella burocrazia, quelle norme assurde di cui lei parla sono il cancro da estirpare. Mentre mi sembra che i vostri sindacati negli ultimi decenni si siano solo occupati di rendere la scuola una sorta di ufficio dell’impiego, fagocitento tutte le risorse disponibili
    un saluto cordiale
    n

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 21:24:

    @Claudio la sua mi sembra una proposta sensata. Finalmente

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 21:23:

    @Anna Elisa Carrisi no taccio perchè il mio contratto collettivo non prevede di stare 12 ore al giorno davanti al pc, come purtroppo faccio. Davanti a quattro sindacalisti che mi fanno il predicozzo. Tra di voi che siete per la prima volta intervenuti nella zuppa c’è gente seria e che ha esposto le proprie ragioni. lei non è una di quelle. E domani si legga cosa dice un tecnico della scuola delle sue rivendicazioni.

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    1. Susanna il 23 ottobre 2012 alle 21:19:

    Signor Porro, mi stupisco del fatto che lei in qualità di giornalista dica cose assai insensate. Parla di salvaguardare la qualità della scuola “Ciò che contano non sono gli studenti e la qualità dell’istruzione, ma la possibilità di impiegare più personale”. La inviterei a farsi un giretto tra i colleghi di ruolo, i quali dopo aver saputo del possibile aumento di ore hanno esordito dicendo che avrebbero corretto i compiti in classe, che avrebbero preparato schede esplicative per passare l’ora e quant’altro….. Sarebbe questa la qualità dell’istruzione? Non sa forse che siamo stapieni di insegnanti ultrasessantenni che non aspettano altro che andare in pensione e che sbadigliano in tutti i consigli di classe?
    Io insegno da 8 anni e ho quasi 50 anni, amo il mio lavoro di tappabuchi, ho due master di specializzazione e vedermi cancellata in un batter d’occhio da gente che continua a fare leggi ad personam non mi va proprio giu’. Ci sono mille altri modi per recuperare quei soldini che fanno tanto comodo a persone che hanno investito una vita per studiare e se elezioni possono essere un pretesto per non far passare il disegno sulla scuola , ben vengano. L’importante e’ valutare bene, da parte nostra, chi dovrà essere votato in Primavera. La campagna elettorale di cui lei parla , quest’anno la faremo anche noi.

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    1. physicus il 23 ottobre 2012 alle 21:18:

    No, caro Porro, non ci siamo. Un insegnante non lavora 700/800 ore per 170 giorni all’anno: sono almeno mille e per oltre 200. Le 18 ore frontali, comunque pesanti (e difatti siamo nelle media europea e probabilmente sopra per le riunioni), sono solo una parte. Quest’anno mi fanno timbrare: quanto tempo avrò trascorso a scuola alla fine dell’anno? Certo non sono tutte ore effettive, ma lo sono per gli impiegati e i bidelli? Non credo proprio. Se ho una riunione alle 17 e termino alle 12 e resto a scuola-pochi risiedono vicino a casa, specialmente i più giovani- le 5 ore di buco come le conteggiamo? Un po’ di disagio c’è, non pensa? Oltre alle 18 ore frontali ci sono obblighi da svolgere a qualunque ora: riunioni, esami, colloqui con i genitori, burocrazia varia. Se aggiungete preparazione delle lezioni e correzioni prove quanto è l’ammontare? E gli anni da precario (con mesi estivi non pagati e senza contributi)? Francamente non siamo molto indietro al resto del mondo come ore lavorate ma pagati molto meno. Non dico si lavori in miniera-fare il giornalista lo è?- ma il mestiere è più stressante di quanto si creda. Vogliamo risparmiare? Portiamo l’orario a 20 ore con incremento del 10% dello stipendio: però si perderebbero 30/40000 cattedre. Io lo farei,magari nel giro di 5/6 anni: i precari continuerebbero a lavorare ma per alcuni anni i 25 enni dovrebbero stare fuori. Chi è disposto a farlo? Si preferiscono da un lato i voti e le tessere sindacali e dall’altra la demagogia e i luoghi comuni alla Porro: e tutto rimane come prima, un postificio costoso e umiliante.
    P.S: se proprio volete cambiare il meno possibile e risparmiare 200 ml all’anno basterebbe ridurre di 10000 (su 100000) l’organico di sostegno che negli ultimi anno è raddoppiato e senza motivi seri. Saluti.

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 21:16:

    @Pier Franco Lisorini che fa mi diffama? stia calmo Lisorini. Come lo sono io. Se una mattina dovessi svegliarmi un po’ storto avrei numerosi elementi per querelarla: sa il mio direttore sta andando in galera per molto di meno.

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    1. Diego Ch. il 23 ottobre 2012 alle 21:11:
    Fare da cassa di risonanza di stantii luoghi comuni riguardanti gli insegnanti,senza conoscere la realtà del loro lavoro, non rende onore a PORRO. L’immagine che dà della attuale professione dei docenti non viene più creduta dag

    dagli italiani.Venga a vivere un anno scolastico al loro fianco!

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    1. elena schiavo il 23 ottobre 2012 alle 20:56:

    Molto grave quello che scrive Porro: si occupa di economia ma dimentica che i contratti degli insegnanti sono bloccati, bloccato ogni aumento da anni e rimandati sine die gli scatti (detti gradoni, che prevedono un misero aumento ogni sei anni), grazie ai tagli della Gelmini inoltre lavoriamo in classi più numerose (vedi il mitico parametro 27) e, almeno io che insegno latino e italiano, storia e geografia ho meno ore per classe e quindi più classi (la riforma ha tagliato le ore a scuola, da cinque ore di latino si è passati a tre ecc…). la crisi la stiamo già pagando, caro Porro. Ogni anno arrivano meno soldi per il fomdo di istituto e regolarmente ci autotassiamo facendo attività aggiuntuve (che danno stimoli ai ragazzi e prestigio alla scuola)accettando di essere remunerati magari meno dell’anno precedente (cifre da miseria). noi siamo laureati, spesso specializzati, abbiamo superato dei concorsi…l’autoaggiornamento è a carico nostro, siamo sempre più impegnati in procedure burocratiche che ci snervano per la loro inutilità! Per la verità qualche insegnante fancazzista lo conosco…io però aspetto da anni un vera riforma che sappia distinguerci per merito e penalizzi, anche a livello retributivo, i lavativi. perchè i meritocratici governi di destra non hanno saputo proporre nulla del genere? mi risponda Porro…

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    1. Marco il 23 ottobre 2012 alle 20:50:

    Che tristezza!
    In un momento come questo, nel quale ci sarebbe bisogno di una nuova generazione di giornalisti capaci di denunciare, di rischiare in prima persona per farsi portavoce della devastazione culturale, sociale ed economica del nostro paese, lei caro Porro, sembra un vecchio e stanco sostenitore di un regime che oramai è destinato inevitabilmente ad estinguersi. Eppure basterebbe poco per rendersi conto del progetto di smantellamento della scuola pubblica, portato avanti da una casta di plutocrati che non vogliono dare agli insegnanti la possibilità di formare veri cittadini pensanti, ma mirano piuttosto a creare semplici consumatori, ignoranti e facilmente ricattabili.
    Ci rifletta bene caro Porro.

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    1. Redi0205 il 23 ottobre 2012 alle 20:50:

    Peccato,sig. Porro! Ha perso un’occasione per stare zitto.
    Sono profondamente delusa dal Suo articolo, anche perché molto spesso mi sono trovata d’accordo con ciò che scrive.
    La pregherei, la prossima volta, di informarsi meglio su realtà che non conosce così bene come pretende invece di sapere.

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    1. vito il 23 ottobre 2012 alle 20:43:

    Ma lei, sig. Porro, ha mai fatto il professore per almeno 2 o 3 anni insegnando in 4 o 5 classi con circa 30 alunni per classe? Se si, ne possiamo parlare; se no, non può comprendere e nemmeno trattare in modo adeguato l’argomento. Non è un’offesa, voglio semplicemente dirle che chi non ha svolto una certa attività, non sa come funziona e pertanto può solo provare a formulare qualche pensiero su ciò che ha visto o sentito. In questo caso possiamo parlare solo del numero 18 che è minore del numero 36. Ma quale è il problema ? Trasformare il 18 in 36, così raggiungiamo l’uguaglianza e nessuno può dire “io faccio di più e tu fai di meno” ?
    Se il problema è mettere il simbolo ” = ” tra i due numeri, si cambia uno dei due ed il gioco è fatto ma diciamolo chiaramente e chiudiamo il discorso.
    Se invece volessimo confrontare in modo non puramente numerico quel 18 con altri numeri, dovremmo attribuire una stessa grandezza e pesare tutte le attività connesse a quella grandezza. Ovviamente tutto ciò è valido in qualunque contesto ma per parlarne in modo adeguato bisogna avere sperimentato le grandezze. Si ricordi che due numeri sono confrontabili solo se sono puri oppure se le grandezze a cui si riferiscono sono le stesse.
    Un’ultima considerazione: se lo scopo è risparmiare cominciamo dagli stipendi più alti sia umanamente, sia socialmente che religiosamente parlando.
    Distinti saluti.

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    1. emanuela il 23 ottobre 2012 alle 20:43:

    Scusi, sono quella di prima, dimenticavo…se vuol leggere qualcosa di sensato sulla questione ed imparare da uno che giornalista non è ma che di scuola capisce, legga su ilsussidiario.net l’articolo odierno di Pellegatta. Lo consiglio a tutti.

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    1. Pier Franco Lisorini il 23 ottobre 2012 alle 20:41:

    Mi spiace per Sallusti, che stimo, ma è grave, soprattutto in una fase così delicata per la destra italiana, aver aperto il Giornale con le teribili cazzate di Porro (non mi sorprende: sarei curioso di vedere il suo curriculum scolastico) e, ahimè, di Feltri. Al primo farei notare che misurare il lavoro intelletuale a tempo è roba da avvinazzati. La scuola italiana è in sofferenza per tanti motivi ma il principale è la svalutazione del ruolo docente, non solo perché sottopagato per poter superpagare le varie bande che hanno saccheggiato il Paese, giornalisti compresi,ma proprio perché si è preteso di ridurlo a quello di “operatore scolastico” che deve render conto di quanto tempo impiega per correggere un elaborato; al secondo suggerisco di fare due conti su quanto ci costa formare un ingegnere o un veterinario: non mi pare saggio sfornare ingegneri o veterinari per impiegarli nei call center. O forse va bene così per mantenere università tanto elefantiache quanto scadenti e garantire il posto a tanti/e fornerini?

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    1. Tamar il 23 ottobre 2012 alle 20:41:

    “La scuola è l’ultimo residuo del consociativismo che ha generato irresponsabilmente il nostro debito pubblico” Ma mi faccia il piacere!!!!

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    1. lupaccio il 23 ottobre 2012 alle 20:39:

    Direttore, cosa ha fatto???????? i docenti non si toccano!! docenti si fà per dire visto le stupidaggini che ho letto (a dire il vero non tutti le hanno scritte), se fossero così bravi come scrivono e come si indignano avrebbero capito da un pezzo che lo stato Italiano è già fallito nei numeri anche se non lo è ufficialmente. Questi signori lo sanno che fine hanno fatto i docenti Argentini dopo il default del loro paese? chi a fare il tassista a New York, chi a lavare piatti a Miami, ect. volete questo? affari vostri, nessuno si straccerà le vesti per Voi!
    Che dire poi della super indignata con 2 nomi, Anna Elisa Carrisi, che fà la maestrina anche nei blog e vuole anche le scuse, per cosa?? Voi vi indignate per i precari, nelle mie Marche chiudono di media 35 aziende al giorno( sono 12775 l’anno a meno che Lei non abbia una matematica tutta sua!), quelli lì che rimangono senza lavoro sono carne da macello o da cannone, come si diceva una volta?? allora che vogliamo fare per mantenervi grassi, pasciuti e senza stress? i figli di questi signori che chiudono le loro attività li mandiamo a fare gli uomini di fatica e le figlie a fare le prostitute!! così le piace eh!! si vergogni! egoista e saputella! almeno Flaminia ha parlato di problemi veri come le classi numerose, studenti maleducati, genitori altrettanto maleducati, aule fatiscenti, ect
    Il PDL per difendere i dipendenti pubblici a scapito della libera impresa è praticamente scomparso, voglio proprio vedere quanti altri politici vorranno immolarsi sull’ altare ingordo ed egoista dei dipendenti pubblici!!
    Se per Voi 18 ore a settimana sono tante e vi sentite discriminati, offesi, sottopagati, sfruttati, mettetevi in proprio! mostrate il Vostro valore, le Vostre capacità! il paradiso dell’impresa privata vi aspetta!! Chiedete al governo di poter aprire scuole private e fate vedere di cosa siete capaci!! Più coraggio e meno lamentele!!

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    1. paola il 23 ottobre 2012 alle 20:35:

    La casta dei professori????????????????????????????
    La casta dei professori, esimio Porro, dopo 30 anni di servizio prende 1730 euro mese netti a fronte di 18 ore nette di lezione settimanali, 80 ore di attività che un succedersi non meglio identificato di ministri ha definito funzionali all’insegnamento, almeno altre 15 ore settimanali di lavoro sommerso per preparazione lezioni e correzioni di una media di 1000 compiti l’anno… Facciamo due conti e vediamo quanto ci pagano???? La casta…roba da pazzi detto da un giornalista poi…

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    1. Viola il 23 ottobre 2012 alle 20:29:

    Gentile dottor Porro
    ha mai sentito parlare di analisi testuale
    (tip. a)
    di saggio breve nelle sue 4 varianti (tip.b)
    di tema di storia (tip. c)
    di tema d’attualità? (tip d)
    Sono le tracce dell’esame di stato e solo una tipologia di saggio breve prevede 7/8 documenti.
    Lo sa che queste tracce vanno date come esercitazione nelle quarte e quinte classi? Dunque bisogna cercare documenti significativi, comporli in alcuni fogli e poi vai con le fotocopie. File estenuanti davanti alla fotocopiatrice,per una verifica , naturalmente in un tempo di nessuno perchè questo lavoro obbligatorio non lo puoi certo fare mentre hai lezione.Immagini una verfica composta da 5 pagine x 30 ragazzi.Montagne di carta. Ha idea di quanto tempo ci vuole a compilare le griglie di correzione per un solo elaborato? Circa mezz’ora. Immagini 3 classi totale 80/90 alunni e moltiplichi per 3, tante sono al minimo le prove di un quadrimestre.
    Ah dimenticavo! Le terze prove! Stesso scherzetto più o meno.
    Ha idea delle incombenze burocratiche che sono cresciute e moltiplicate negli anni come una mostruosa pianta che ha solo sprecato il nostro tempo e soffocato lo spirito autentico dell’insegnamento?
    Ha idea del fatto che un docente che si divide tra 2 scuole non vede certo riconosciuto come lavorativo lo spostamento da una sede all’altra?
    Potrei continuare con le ore buche, gli scrutini problematici che durano 5 ore x una sola classe, le telefonate ai genitori che fai come coordinatore quando le lezioni sono finite e tu ti trattieni un’altra mezz’ora. Tanto è un non tempo il tempo dei docenti.
    Se lo meritano questo schiaffo da un ministro che non ha la più pallida idea di come funzioni la scuola?
    EBBENE SI’ e lo dico con tanto rammarico
    Dovevamo lottare per sottrarci alla soffocante tutela della triplice sindacale e pretendere il contratto separato, l’albo dei professori e una rappresentanza professionale vera.Ci aveva provato la Moratti a suo tempo a qualche modifica dello status dei professori…
    Tempo e fatica sprecati (della Moratti)
    Il corpo docente nel complesso ha ciò che si merita!! Quello che non condivido da parte sua è la non conoscenza del sistema scolastico, del suo reale quotidiano funzionamento.
    Con simpatia nonostante tutto

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    1. Donato il 23 ottobre 2012 alle 20:19:

    Carissimo Nicola, i nostri bravi prof. usufruiscono già (sottobanco) di quei 15 gg. in più di vacanza all’anno. Per loro è solo un incremento di ore di lavoro a parità di salario. Per questo sono tutti contrari. La didattica finisce prima… la presenza risulta mah… mi risulta inoltre che sperperano un bel può di soldi ogni anno per vari progetti formativi FASULLI es. la festa dell’albero e tante altre sciocchezze che si inventano per accedere ai finaziamenti, parlo di centinaia di migliaia di euro (poi non hanno i soldi per la carta igienica). Avete idea di quanto costa alla collettività un qualsiasi preside di una piccola scuola? Questa continua commedia in ogni ambito della società italiana (pensioni d’oro, stipendi d’oro furbate di ogni genere) farebbe ridere a crepapelle chiunque se non fosse che questi commedianti usano i nostri soldi e condannano alla miseria tanta gente che sopravvivono lavorando. Il pesce puzza dalla testa, il primo furbastro è lo stato italiano.

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    1. Riccardo Norris il 23 ottobre 2012 alle 20:17:

    Ah, Porro Porro, beato te che non capisci un tubo ma facendo il giornalista ti senti in dovere di dare la tua opinione!
    Il problema non è tanto che qualsiasi pinco pallino abbia un’opinione; è che più i pinco pallino sono ignoranti e più vogliono dirtela, la loro opinione.

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    1. VincenzoLinardi il 23 ottobre 2012 alle 20:15:

    Gentile Porro, l’ho sempre considerato un uomo di destra, ma intellettualmente onesto. Il suo articolo sugli insegnati, però, fa propri i più triti luoghi comuni, che riflettono lo scarsissimo rispetto che questo Paese ha per la Scuola, come istituzione, e per i suoi operatori.
    Io non sono un insegnate, ma un cittadino che si ritiene privilegiato per aver potuto studiare nella Scuola Pubblica Italiana (a Potenza, negli anni 60), dalla quale ha ricevuto un patrimonio preziosissimo che lo ha accompagnato per tutta la vita.
    Non credo che i miei professori venissero in aula e improvvisassero. Loro preparavano le lezioni, era chiaro dalla qualità del loro insegnamento e dalla capacità, già negli anni 60, di adeguare continuamente il piano didattico alla vita che correva. Direi che ora (mondo globalizzato, sviluppi tecnologici, internet) la vita corre moto di più! E lei davvero crede che un insegnate oggi possa limitarsi a raccontare sempre le stesse cose nelle 18 ore di lavoro in classe? Evidentemente lei immagina una scuola inutile, scollegata dalla realtà, che non svolge il suo ruolo. E’ la solita vecchia riserva mentale nei confronti degli insegnati che lavorano 18 ore a settimana e hanno tre mesi di ferie. Vergogna! Io invece credo che mediamente gli insegnanti italiani siano una risorsa del Paese, che con stipendi da fame (a fine carriera non arrivano a 1800 euro al mese) custodiscano il decoro di un lavoro importante per il Paese e fatto con serietà, nonostante la scarsa considerazione di gente come lei, che trancia giudizi superficiali. Se gli insegnati lavorano bene, e io credo che sia così, a ogni ora di lezione a scuola non può non corrispondere un’altra ora di preparazione a casa. Perché delle due l’una: o insegnare è una barzelletta, e allora basta ripetere sempre le stesse cose; o è una cosa seria e allora, col mondo che corre (che impone di cambiare ciò che si insegna), con l’approccio didattico da adattare alla singola classe e al singolo studente, con l’urgenza di rendere ciò che si insegna una esperienza culturale viva e stimolante per i ragazzi, non si può non dedicare almeno un’ora di preparazione a casa per ogni ora di lezione in classe. Già oggi, dunque, le ore dedicate alla didattica sono 36 (18+18). Aggiunga la correzione dei compiti e le varie riunioni (almeno due la mese, dell’ordine di quattro ore ciascuna) e arriva a non meno di 40 ore settimanali a 1500 euro al mese. E lei lascia intendere che si tratta di lavativi? Vergogna! La verità che la Scuola Pubblica va demonizzata perché demolisce le barriere sociali, e questo proprio non piace nel Paese dell’arbitrio, della sopraffazione politica, della corruzione istituzionalizzata e ostentata, nel quale bisogna mantenere le premesse culturali che agevolino un tale scempio.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 20:15:

    Il signor Porro tace ormai da ore, starà forse preparando un nuovo articolo, questa volta per chiedere scusa ai docenti?

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    1. Barbara il 23 ottobre 2012 alle 20:14:

    P.S…ci tengo inoltre a precisare che di fatto noi insegnanti abbiamo gia un orario settimanale di 20 ore in quanto ne diamo +2 (si chiamano ore a disposizione) per la sostituzione dei colleghi assenti.

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    1. claudio il 23 ottobre 2012 alle 20:12:

    Ripeto quanto ho già detto più giù, spero che mi risponda.
    ————-
    La prima cosa che si dovrebbe fare (e si può fare) è dividere la carriera degli insegnanti da quella del personale ATA (i bidelli e la segreteria), che adesso sono uniti, ma che sono totalmente differenti per tipologia di lavoro.
    La seconda è procedere alla valutazione ‘reale’ del carico di lavoro degli insegnanti per disciplina insegnata.
    Se fa questo Profumo avrà la strada aperta a qualsiasi riforma della scuola!

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    1. Fabrizio Lovati il 23 ottobre 2012 alle 20:11:

    Egr. Dott. Porro,
    Dopo aver letto il suo articolo non avrei voluto scriverle, anche se mi sono “arrabbiato”, probabilmente le sue considerazioni sono frutto di informazioni incomplete e pregiudiziali. Però, proprio oggi sono stato insultato pesantemente da un allievo, il quale stava beatamente sdraiato in palestra e riposava. Mi sono avvicinato e con garbo l’ho invitato a sedersi in modo composto, la sua risposta è stata ” non mi rompere il….. non ti sopporto, allontanati che mi dai fastidio”. Per la cronaca il giovane è un caso problematico e seguito da insegnante di sostegno. Questo è un caso marginale, se andasse nelle scuole dove il disagio sociale è diffuso, certamente i miei colleghi “EROI” avranno da raccontare ben di peggio. Per questo ho deciso di risponderLe. Parliamo pure di scuola analizzando però la situazione attuale sotto tutti gli aspetti, non solo per quelli occupazionali. Confrontiamoci con le realtà europea. Cosa ci si aspetta da questa istituzione e quanto siamo disposti ad investire. La nostra scuola è appesantita da una burocrazia sovente inutile, da norme spesso assurde, come in altri settori della pubblica amministrazione, vorace di risorse che potrebbero essere in parte risparmiate e investite più proficuamente. Dopodiché parliamo pure di orario di lavoro e dell’impegno accessorio richiesto, ma anche della relativa retribuzione. A conclusione Le faccio presente che l’orario medio d’insegnamento europeo è di 16.50 ore settimanali e la retribuzione degli insegnati italiani non compare ai vertici della classifica. Cordialmente
    Fabrizio Lovati

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    1. Giuseppe Lamanna il 23 ottobre 2012 alle 20:09:

    Egregio Sig. Porro,
    dopo aver letto il suo articolo,non posso esimermi dal commentarlo, alla luce di affermazioni palesemente scorrette. Ritengo innanzitutto scandaloso che si possa dare dell’appartenente alla casta (qualunque essa sia…) ai tanti insegnanti che, sottopagati, screditati (e a volte anche aggrediti da qualche genitore “esuberante”)svolgono onestamente il proprio lavoro, magari a centinaia di chilometri da casa e lontano dalla famiglia che vedono solo nei weekend (perchè succede anche questo!). Fare apparire come privilegiati docenti che per anni lavorano da precari(qualcuno fino alla pensione), quindi anche senza l’adeguamento di stipendio dovuto al riconoscimento degli scatti di anzianità, è quantomeno fuorviante. E’ evidente che Lei non conosce la realtà di cui scrive (a mio personale parere con tanta leggerezza) e la invito per il futuro a documentarsi meglio. Una ultima precisazione, mi risulta che da anni sindacati come GILDA si battano per il riconoscimento delle ore di lavoro “casalinghe” nella contrattazione collettiva. Se ciò non è avvenuto non è certo per volontà della categoria insegnante che avrebbe tutto l’interesse a far emergere questa “sorta di lavoro nero” non retribuito regalato allo Stato. Se fosse riconosciuto contrattualmente, necessariamente il nostro misero stipendio dovrebbe essere adeguato di conseguenza, cosa che spesso viene promessa ma mai mantenuta. E’ questo il motivo per cui nei contratti qelle ore non vengono conteggiate. Rovesciare la frittata equivale a prendere in giro i lettori che del mondo scolastico poco conoscono. Il problema non è solo fare un terzo di orario di lavoro in più. Il problema è farlo gratis e magari passando anche per sfaticati!
    Lei Sig. Porro lavorerebbe gratis? E non mi venga ora a dire di sì perchè non le crederei come penso farebbe qualsiasi persona al mondo.
    Quanto alle ferie, è vero, siamo fortunati, ma è altrettanto vero che molti dei miei weekend durante l’anno li passo a correggere compiti!
    Infine, dire che la scuola è stata concepita come ammortizzatore sociale, offende l’intelligenza del più stolto dei lettori, quando è sotto gli occhi di tutti che, in realtà, attualmente la scuola italiana è considerata dai nostri governanti il “fondo cassa” a cui attingere ogni volta che è necessario recuperare soldi che qualcun altro si è “mangiato” (le cronache sono zeppe di scandali riguardanti i nostri amministratori e politici..). Molto altro vi sarebbe da dire, ma non intendo toglierle tempo, ne tantomeno sprecare il mio!
    Certo che ognuno manterrà la propria idea al riguardo, giusta o sbagliata che sia, e che continuerò per molto a dover leggere inesattezze sul lavoro che svolgo e sul mondo della scuola, la saluto cordialmente, augurandole che un giorno il suo direttore non la costringa a lavorare gratis in barba a ogni regola contrattuale o principio costituzionale.

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    1. Margherita Campanella il 23 ottobre 2012 alle 20:09:

    Egregio Dr Porro,Le confesso di essere rimasta molto delusa dal suo articolo. Sono un docente di scuola secondaria di primo grado, di lingua inglese. Questo è per me l’anno di formazione, poiché per vent’anni ho prestato servizio nella scuola primaria. Come migliaia di insegnanti, ho dedicato e dedico la mia vita ai ragazzi.L’insegnamento è una professione molto delicata. Purtroppo debbo constatare che la scuola italiana negli ultimi trent’anni è stata oggetto di numerosi attacchi. In parte, concordo con Lei quando asserisce che il mondo della scuola, a causa della numerosità dei docenti, costituisce un utile serbatoio di voti. E’ anche vero che troppe volte gli stessi docenti si sono lasciati strumentalizzare dai partiti e dai sindacati che in Italia sono responsabili della paralisi di ogni riforma. Tuttavia, pur riconoscendo alcune pecche nella categoria a cui appartengo, ritengo ingiusta l’”animosità” Sua e di quanti continuano a pensare ai docenti come ad una casta che si chiude in se stessa per mantenere i propri privilegi. Innanzitutto, bisogna far chiarezza: le ore del contratto dei docenti della scuola secondaria sono 18, per quanto concerne l’insegnamento “frontale” in classe. Poi vi sono le ore dedicate ai Consigli di Classe, ai colloqui con le famiglie, ai Collegi Docenti, agli aggiornamenti e via discorrendo. A questo monte ore, va aggiunta l’enorme mole di lavoro da espletare a casa per la correzione delle verifiche e per la programmazione delle attività didattiche della settimana. Il lavoro del docente non termina con le 24 ore settimanali (22 di insegnamento + 2 di programmazione)dei docenti della primaria e con le 18 ore settimanali dei docenti della scuola secondaria.La verità è che in Italia, dal ’68 in poi, la professione dei docenti è stata mortificata, svilita e umiliata da una serie di riforme, o pseudo tali, che hanno contribuito ad appannare l’immagine dei docenti e del loro ruolo. Un’ altra verità è che in Italia i docenti da sempre prendono stipendi da fame e, con il tempo, hanno perso l’autorevolezza divenendo, il più delle volte, bersaglio di quei genitori che hanno completamente rinunciato al proprio ruolo di educatori. In realtà, un paese civile dovrebbe investire molto di più nella scuola e nei suoi docenti, ai quali è affidato il compito di istruire e di educare, col concorso della famiglia, coloro che costituiranno i futuri cittadini. Dr Porro, se proprio vuol parlare di caste, parli della casta dei professori universitari che solo il Ministro Moratti, cercò invano di “ridimensionare”, aumentando loro le ore di lavoro (le ore di insegnamento dei docenti universitari si aggirano attorno alle 200 ore annue). L’ambiente accademico, quello sì, costituisce una casta che favorisce pochi eletti, promuovendone ai massimi livelli, figli, mariti, mogli e tutto il parentado. L’amara verità è che nessuno ha il coraggio di toccare il mondo delle università con le loro “clientele”. E’ fin troppo facile unirsi al coro di coloro che attaccano strumentalmente i docenti (dall’infanzia alla scuola secondaria) che quotidianamente svolgono la propria “missione” in scuole fatiscenti, nella scarsezza di risorse e con alunni problematici a cui dare il proprio sostegno. La triste verità è che, in questi ultimi anni, chi è preposto ad occuparsi dell’istruzione in Italia, non ha la più pallida idea di cosa sia un’aula scolastica; ignora le problematiche del mondo scolastico; con ogni probabilità proviene da ambienti che nulla hanno a che fare con il mondo della scuola poiché, il più delle volte, questi è espressione del mondo accademico.

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    1. Carlo il 23 ottobre 2012 alle 20:05:

    Evidentemente per tanta gente DISINFORMATA il lavoro dell’insegnante è una passeggiata e il lavoro fatto a casa non conta niente Basta la parolina magica: 18 ore per togliere a tutti il lume della ragione.
    Allora propongo: le 40 ore che EFFETTIVAMENTE FACCIAMO fatecele svolgere a scuola (così timbriamo e siamo controllati)come negli altri Paesi europei.
    Il problema è che non lo faranno mai perchè non sono in grado di fornire almeno uno straccio di stanzino con scrivania, computer e internet per ogni insegnante, il riscaldamento è meglio usare il nostro di casa e spegnere quello della scuola alle 14.00 e così la luce, le pulizie, i fogli l’inchiostro….
    E’ comodo risparmiare su tutte queste spese e poi dire che “lavoriamo solo 18 ore”…ignorando tranquillamente i pomeriggi o i week end passati A CASA a correggere compiti, preparare lezioni e verifiche, spesso differenziate, programmazioni con il NOSTRO riscaldamento, la NOSTRA luce , il NOSTRO internet, le NOSTRE pulizie.
    giovanna230
    Riportato da altro blog.

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    1. Antonio il 23 ottobre 2012 alle 20:03:

    Caro Nicola, ti capisco, che tocca fa pe campa’, sono sicuro che scrivere sciocchezze simili ti è costato molto,(chiacchiere da vecchina al mercato) ti auguro di guadagnarci abbastanza per sopportare lo scherno e le risate dei tuoi stessi amici.

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    1. paola il 23 ottobre 2012 alle 20:01:

    “Se diciotto ore vi sembran poche…” A chi sta a cuore la qualità della scuola pubblica? Ci affidate i vostri figli e noi assumiamo una responsabilità enorme nei confronti loro e del Paese. Come una doccia fredda ci arriva addosso questa incredibile trovata dell’aumento delle ore di lezione frontale, un’idea che può esser venuta solo a chi non conosce la fatica fisica, intellettuale e psicologica di chi lavora con passione e dedizione con una media di 100 ragazzi ogni anno, entrando in una complessa relazione con loro, adolescenti alla cui crescita diamo un contributo fondamentale e che sono i primi a rendersi conto di quello che facciamo, nel bene e nel male, e sono i nostri primi giudici. Vorremmo un confronto a 360 gradi con l’opinione pubblica e con la politica. Non siamo un serbatoio di voti, siamo professionisti a cui è stato toccato un nervo scoperto e la mobilitazione è solo all’inizio per la scuola pubblica e la sua qualità. Solo se cresce la scuola, cresce il paese. I ragazzi contano, eccome…

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    1. R03ERT0 60RETT1 il 23 ottobre 2012 alle 19:58:

    Mia cognata qui in California insegna alle scuole superiori (insegna lingua straniera, lo spagnolo). Si deve fare 40 ore settimanali (da Lunedi a Venerdi) in attivita’ scolastiche (tra cui 35 di lezione vera e propria + 5 di altre attivita’ all’interno della scuola, quale sostituzioni, riunioni ecc), piu’ la preparazione e la correzione dei compiti, che le prende diverse ore dopo cena e al fine settimana. In altre parole lavora in eccesso di 45 ore.
    La prendo in giro sempre dicendole che gli insegnanti statali (anche qui sono statali) non lavorano quanto gli altri, in quanto si fanno diverse settimane di vacanza durante l’anno.
    I 2 mesi di vacanza d’estate non vengono pagati in California, pero’ l’insegnante puo’ scegliere di farsi distribuire lo stipendio annuale su 12 mesi invece di 10, se preferisce avere un introito mensile senza un buco di due mesi nella riscossione.
    Dopo aver letto che in Italia si discute se far lavorare gli insegnanti dalle 18 ore settimanali attuali alle 24 ore (in cambio, udite udite, di vacanze piu’ lunghe) mi sento in profonda colpa per aver preso in giro mia cognata per tutti questi anni.
    Le ho dato della privilegiata e scansafatiche, ma chissa’ cosa dovrei dire degli insegnanti italiani.
    Agli insegnanti italiani servirebbe un qualche annetto di esperienza in altri paesi per capire quanto siano privilegiati. Altro che spending review. Mi sa che in Italia avete un grosso problema di gente a cui piace molto lavorare poco ed avere la botte piena e la moglie ubriaca.

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    1. giuseppe il 23 ottobre 2012 alle 19:56:

    Signor Porro, le rispondo con un pensiero autorevole, e direi, anche profetico di Einaudi:
    «Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle “macchine per vendere fiato”. Ma “la merce fiato” perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla…settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una “complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo”. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo». (Luigi Einaudi, Il Corriere della Sera, 21 aprile 1913).

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    1. Teodosio Orlando il 23 ottobre 2012 alle 19:52:

    Egregio sig. Porro,
    devo dire che una delle cose che mi fa più rabbia della questione delle 24 ore è il fatto che Profumo, Grilli, Fornero, Cancellieri e compagnia bella, lei compreso, non vogliano, ipocritamente, riconoscere che i docenti italiani (ovviamente non tutti) spesso hanno una preparazione e insegnano argomenti di livello ben superiore a molti docenti stranieri, e che quindi il nostro trattamento economico è assolutamente inadeguato e offensivo, almeno allorché questi argomenti sono spiegati e trattati con cognizione di causa.
    Già insegnare la struttura della Critica della ragion pura di Kant o leggere in greco Sofocle implicano un impegno e una professionalità che all’estero si sognano.
    Un’eccezione può essere forse costituita dalle materie scientifiche (matematica, fisica, chimica, ecc.), dove in effetti spesso ci surclassano, soprattutto perché i programmi sono meno obsoleti.
    La superiorità dei nostri programmi umanistici la si può comunque facilmente verificare con opportuni confronti rigorosi.
    Ma anche con qualche esempio occasionale; oggi, qui alla Scuola Europea di Monaco, dove attualmente insegno in quanto docente comandato dall’Italia, per caso in ascensore sono stato salutato in italiano da una ragazza che non conoscevo (non è tra le mie allieve).
    Ho scoperto che ha i genitori italiani ma frequenta la sezione tedesca (solita tendenza a voler internazionalizzare i figli più del dovuto). Mi ha detto che qualcosa di Kant in filosofia lo leggono, almeno dell’etica, non certo di teoria della conoscenza (peraltro filosofia “debole” a 2 ore a settimana).
    Ma in letteratura tedesca di Hölderlin non hanno letto né leggeranno neppure un verso, dato che non fanno storia della letteratura, ma leggono alcuni romanzi contemporanei. Sarebbe come se da noi un liceale terminasse gli studi senza aver letto Leopardi; neanche nel più scassato liceo socio-psico-pedagogico penso che potrebbe accadere.
    E guardi che tra i docenti di liceo italiano ce ne sono molti che dovrebbero stare all’università, con dottorato di ricerca (lei ha questo titolo?) e varie pubblicazioni presso prestigiose case editrici, e che solo una scellerata politica di blocco delle assunzioni tenuto lontani dalle cattedre universitarie. Perché persone che oltre alle faticose 18 ore frontali spendono i loro pomeriggi, con notevolissimi sacrifici, a scrivere saggi su Kant, Leopardi e Dante, dovrebbero essere pagati sempre con stipendi inadeguati e gravati di una vergognosa corvée senza compenso aggiuntivo? Si vede che non solo lei non ha mai messo piede in un’aula scolastica, ma che in qualche modo non rende giustizia a una professione intellettuale che dovrebbe essere simile alla sua, ben protetto da un cadreghino di una delle testate più faziose e meno imparziali del giornalismo italiano.

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    1. Raffaele il 23 ottobre 2012 alle 19:50:

    Dott. Porro, in passato l’ho seguita spesso sul Giornale, ma il suo pezzo di oggi mi ha talmente sconvolto che mi domando se fosse veramente lei l’autore, perché tanta superficialità su un argomento di questa portata non la perdonerei a nessun giornalista degno della mia attenzione. Già molti insegnanti le hanno fatto notare che il nostro lavoro effettivo si aggira attorno alle 30 ore settimanali, e che in Europa siamo in assoluto i meno pagati e più esposti a pericoli di ogni sorta. Ma smascherare le intenzioni del ministro non basta. Voglio farle notare un altro aspetto, anzi due. Il primo è che le professioni non sono tutte uguali, e ogni attività ha un tasso di burn out differente, motivo per cui un camionista non può guidare 8 ore di fila o un chirurgo non può fare troppe operazioni senza riposo. Ebbene, fronteggiare una classe di adolescenti, frenetici, spesso giustamente demotivati, a volte ribelli, contrastare le loro tensioni minuto dopo minuto per quattro ore di fila, coinvolgerli senza urtare le loro molteplici sensibilità, e in tutto questo riuscire a far capire loro materie come la matematica e la fisica che insegno io, è una delle attività in assoluto più logoranti dal punto di vista psicofisico. Ho lavorato anche in azienda privata per 40 e più ore la settimana, e le garantisco che al confronto era una passeggiata. Faccio questo lavoro perché è il meno ripetitivo del mondo ed è un lavoro stupendo, ma se a fine mattina arrivo senza voce e un po’ di emicrania posso ritenermi soddisfatto. Insegnare frontalmente in classe per 24 ore significa semplicemente non insegnare. E qui arrivo al secondo punto. Lei parla di docenti meritevoli, e chi è dentro la scuola sa che sono la gran parte. Ebbene l’iniziativa del ministro Profumo può avere un solo effetto dal punto di vista didattico: i fannulloni, gli scansafatiche continueranno come hanno sempre fatto per altre sei ore la settimana, gli altri, nella impossibilità fisica di fare bene il loro lavoro si adatteranno a produrre voti nella mortificazione della loro vocazione, o al limite lasceranno la scuola. Se l’albero si riconosce dal frutto questa proposta è un’offesa al buon senso, o un tentativo mascherato di distruggere la scuola nella sua funzione.

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    1. Giorgio Primiceri il 23 ottobre 2012 alle 19:49:

    Non si può rimanere indifferenti di fronte ad una simile accozzaglia di inesattezze, frutto evidente di assoluta incompetenza in materia di docenza nella scuola pubblica italiana.
    Addirittura risibile il definire i docenti una “casta”, parola certamente in voga ma in ben più arcani settori.
    Ad ogni modo, la proposta governativa è semplicemente incostituzionale, laddove l’articolo 36 della nostra Costituzione, ancora vigente, così recita:
    “Il lavoratore ha diritto ad una retribuzione proporzionata alla quantità e qualità del suo lavoro”.
    Sarà sicuramente utile per tutti assistere attivamente allo spettacolo che Roberto Benigni terrà in dicembre sulla nostra Costituzione, rammentandocene – con la sua consueta verve e sagacia – la bellissima attualità.

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    1. Roberto Biancarelli Martinelli il 23 ottobre 2012 alle 19:48:

    Caro Porro,
    l’orario di cattedra di un insegnante è ora di 18 ore. A lei (che non ha mai insegnato) le sembrano poche. Io che insegno matematica da circa dodici anni (laurea in matematica, abilitazione, ecc. ecc.), le assicuro che poche non sono (comunque in media con l’Europa). Su questo punto di partenza non siamo d’accordo. Le faccio comunque notare che le ore di cattedra se ne trascinano dietro altrettante di lavoro a casa relative soprattutto alla preparazione delle lezioni ed alla correzione dei compiti. Cerco di spiegarle per quello che posso. Un insegante di matematica, in qualsiasi scuola si trovi, per completare l’orario deve necessariamente insegnare in più classi. Io, che ora sono in un Alberghiero, insegno in 6 classi (3 ore ciascuna), ho circa 130 alunni e, per lo meno una volta al mese, 130 compiti da correggere (20 minuti ciascuno, e sono pochi, ci vogliono più di 40 ore). Non la voglio convincere, la voglio solo invitare ad informarsi meglio ed a scrivere delle cose corrette.
    Quando scrive “La legge prevede il passaggio da 18 ore settimanali a 24”, non scrive una cosa corretta. Avrebbe dovuto specificare che le 18 ore sono di cattedra, e che quindi se ne trascinano dietro, come le spiegavo, altrettante (e non ho fatto riferimento ai collegi docenti, consigli di classe, colloqui ecc. ecc.). Ed anche quando scrive: “In cambio i professori otterrebbero 15 giorni di vacanze in più all’anno”, omette una cosa essenziale, perché non specifica che questi giorni di ferie si potrebbero prendere solo “nei giorni di sospensione delle lezioni”, quando quindi non c’è scuola.
    Non mi sembra, caro Porro, che lei fornisca un buon servizio ai suoi lettori.
    Un’ultima cosa che si è dimenticato di dire, e mi sembra la più importante, è che questo aumento di ore avverrebbe senza nessun aumento di stipendio, il quale è, questo sì, nettamente inferiore alla media europea (Il mio, con più di dieci anni di servizio, è di poco più di 1300 euro al mese. Se vuole le invio la busta paga).
    Quella che per lei è “una buona proposta” si tratta dell’aumento di un terzo del lavoro a parità di salario!. Lo faccia lei, da domani, vista la crisi. Magari passi un terzo delle ore in più di quello che abitualmente lavora ad informarsi su quello che scrive. Ne gioverebbe lei, ne gioveremmo noi e tutto il Paese in crisi. In crisi senz’altro anche a causa di alcuni insegnanti fannulloni, ma anche e soprattutto, se permette, a causa di molti giornalisti approssimativi e prevenuti.
    Distinti saluti,

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    1. Ferdinando Guariglia il 23 ottobre 2012 alle 19:43:

    Sono un insegnante di scuola superiore, pensionando ma non si sa quando, perché con la riforma della Prof. Fornero si è deciso che i nati nel 1952 non possono andare ora in pensione pur con trentotto anni di contributi. Sono stato reso invalido (causa di lavoro riconosciuta dallo Stato) nel senso che sono divenuto quasi afono. Ebbene, l’anno scorso una delle cinque classi in cui insegnavo (la prima) era costituita di 32 alunni. La mia materia è matematica, immaginate che “simpatico” il mio lavoro in tali condizioni. Ora mi si chiederebbe di fare altre 6 ore di docenza (parlare per spiegare, per richiamare l’attenzione, ecc.)!!! Per fortuna quest’anno, lavoro in classi meno numerose, ma il prossimo non si sa. Ma a parte la mia surreale situazione, voi, se avete dei figli, dove li avete mandati a scuola? Se in scuola pubblica, vi siete fidati di questa accozzaglia di lavativi che sono gli insegnanti? Ma avete affidato i vostri figli a tali impiegati dello stato? Volete così poco bene alla vostra famiglia? E poi c’è un modo per risparmiare i costi della scuola pubblica: chiuderla definitivamente!

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    1. sandra lubrano il 23 ottobre 2012 alle 19:30:

    Signor Porro, mi ha colpito scoprirla irrimediabilmente ottuso. ha fatto discorsi da vecchina al mercato rionale. e la pagano pure.

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    1. Minnie il 23 ottobre 2012 alle 19:29:

    Se io le contesto tutti gli errori che per ignoranza o per malafede ha scritto, lei mi risponde? Glielo chiedo prima perché sarebbe un lavoro lungo e laborioso, dato l’alto numero di dati errati inseriti nell’articolo…

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    1. Controcorrente il 23 ottobre 2012 alle 19:26:

    smontando ovviamente le sue tesi…
    che già, peraltro, per chi conosca un minimo la realtà scuola,piena di pericolosi pensatori comunisti e nullafacenti, si smontano da sole talmente è evidente il suo intento mistificatorio e privo di ogni parvenza di argomentazione decente.

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    1. Roberta Stella il 23 ottobre 2012 alle 19:23:

    …noi siamo la casta ?!?!?!?!?!?!?!?!!!
    Ma lei….CARO MAESTRINO….ha la minima idea di cosa significhi stare in classe con CENTINAIA di ragazzini…???
    Il nostro “misero” stipendio è PIU’ che sudato….I
    Il Suo…no !!! Per scrivere CRETINATE….pure La pagano…!!!

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    1. emanuela il 23 ottobre 2012 alle 19:21:

    Egr. Signore, decido di scriverLe benchè dopo 5 ore di scuola, 3 di correzione compiti, 1 di consigli di classe sia veramente cotta. Del resto devo ancora preparare le lezioni di domani…ma non se ne può veramente più di sentir parlar gente che di scuola evidentemente non sa nulla…A scuola ci sono i vostri e nostri figli e non giova certo loro il clima che state creando! Il giornalista serio è colui che prima si documenta e poi scrive, e soprattutto non fomenta i discorsi forcaioli da “bar sport”!

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    1. Controcorrente il 23 ottobre 2012 alle 19:19:

    Porro. il suo articolo è talmente fazioso e privo di conoscenza della realtà scolastica che per risponderle punto per punto ,dimontrando le sue tesi ridicole ci vorrebbe un papiro.
    Meglio non sprecare carta e tempo.
    Tra un po’ sarà colpa della cultura e dei docenti e non dei poteri finanziari e della fallimentare politica delle destre e del neoliberismo se siamo ridotti in questo stato ed i docenti sottopagati e già spremuti all’osso fanno del volontariato per insegnare a pessimi alunni a ragionare in modo corretto.

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    1. Fabrizio il 23 ottobre 2012 alle 19:12:

    …mamma mia,dott.Porro,questa volta ha proprio sbagliato tutto.18 ore? Ma non scherziamo.Si informi meglio e vedrà che le ore di lavoro dovrà moltiplicarle per 2 o addirittura per 3. Mi stia bene.

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    1. giovanna de simone il 23 ottobre 2012 alle 19:04:

    basta con i tagli,con il blocco degli stipendi, degli scatti di anzianità,con il blocco del turn-over….La scuola pubblica và salvaguardata!!!…Stabilizzazione di tutti i precari!!!Dalla scuola sono uscite grandi menti….!!!!!

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    1. Giuseppe2 il 23 ottobre 2012 alle 19:00:

    Non so dove ha preso i dati sul numero delle ore. Le do solo un paio di numeri. Mia moglie precaria di terza fascia da 10 anni, stipendio lordo annuo 24,000 euro per 18 ore di lezione alla settimana. A Natale viene molto spesso licenziata e riassunta a gennaio cosi’ non le pagano le “ferie”, che ovviamente non sono pagate nemmeno d’estate. Altri numeri, mia cugina insegnante in USA (Long Island, NY) da un paio di anni, scuola pubblica, 25 ore di lezione alla settimana, ferie estive pagate etc. , stipendio annuo lordo 68,000 dollari all’anno. Allora quando avremo questi stipendi in Italia, anche quelli della Francia o della Germania o UK vanno benissimo, ne possiamo parlare. E’ veramente vergognoso predersela con gente che e’ al limite della soglia di poverta’. Lei parla di consociativismo a sproposito, sulla scuola e’ in ritardo di una ventina d’anni. C’e gente costretta a fare 5 ore di treno al giorno per una cattedra in posti lontani da casa, chi gliele paga queste 5 ore ? Un articolo cosi’ se lo poteva proprio risparmiare , adesso va a finire che il problema dell’italia sono gli insegnanti.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 18:57:

    La verità è che lo stato è affidato a presunti tecnici che non sanno fare molto di più di quello che saprei fare io. Per fare i conti basta un ragioniere e una calcolatrice! Ci serve gente capace di investire, gente che nella vita ha lavorato veramente, che sappia gestire l’azienda scuola perché nella vita ha fatto questo!

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    1. Barbara il 23 ottobre 2012 alle 18:48:

    Un altro che parla a sproposito!!!
    Ma perchè voi giornalisti non venite nelle scuole per vedere un po’ come si lavora?
    A lei non è mai passato per la mente che il lavoro di 18 ore in cattedra significa altrettante ore di lavoro, se non di più, di preparazione e correzione compiti e verifiche a casa?
    Secondo lei i voti vengono dati a caso?
    O forse dietro ci sono precisi criteri valutativi?
    La sua disinformazione è veramente preoccupante!
    Un’insegnante che lavora!!!

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    1. ANTONIO il 23 ottobre 2012 alle 18:47:

    Se in tutta l’europa le ore di lezione frontale (in classe) sono uguali a quelle svolte in italia per le medie e addirittura inferiori per le elementari e per le scuole superiori, probabilmente un motivo concreto c’è, ma credo sia inutile cercare di spiegarlo a chi non vuol sentire e soprattutto non ha mai insegnato .
    Da (anziano) insegnante, sarei contento di avere uno spazio appena dignitoso per lavorare a scuola dopo le lezioni, dimostrando così con i fatti la cruda realtà, anche timbrando( volentieri) un cartellino.
    Molto, molto, brutta questa squallida guerra tra poveri purtroppo efficacemente orchestrata!
    Avrei tantissimo da dire…

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 18:45:

    Scriva sui veri privilegiati e allora sì che la gente sentirà interpretati i propri sentimenti.
    Non si preoccupi per il 4, le avrei dato la possibilità di recuperare!!! I buoni insegnanti fanno così!

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    1. Carlo il 23 ottobre 2012 alle 18:43:

    NICOLA PORRO il 23 ottobre 2012 alle 17:09:
    @Nicola grazie per la tua lettera. Ma perchè scusami nel tuo lavoro non fai altreettanto? Guarda sono abbastanza certo che tutti noi ci portiamo i compiti a casa. E sui prof universitari sfondi una porta aperta. Anzi spalancata. aspetto tue nuove, saluti
    CARO PORRO IL LAVORO CHE ADEMPIO NON POSSO CERTAMENTE PORTARMELO A CASA,IN QUANTO TUTTO QUELLO FACCIO E’ PER LA STRUTTURA ORGANICA STATALE CHE DEVE ACQUISIRE DATI ED AVERE AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE PER LA LAVORAZIONE DELL’ISTRUTTORIA,ESSENDO TUTTO CIO’ IN UNA RETE INFORMATICA DEDICATA.
    Un saluto A TUTTI il GIORNALE/ISTI

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 18:42:

    ma poi mi spiega perché è così evasivo nelle risposte? Le rifaccio la domanda:
    Se tutti i docenti di ruolo saranno impegati sugli spezzoni e le supplenze brevi, cosa mangeranno tutti i docenti inseriti da anni nelle graduatorie ad esaurimento? Come pensa che si possa risolvere il problema? Mi dia una risposta vera però!
    Voglio anche informarla che negli ultimi anni la scuola ha sofferto già tanto per i tagli che sono stati fatti. Sa chi sono i docenti soprannumerari? Lo sa perché sono soprannumerari? Lo sa che la riforma Gelmini non è ancora entrata pienamente a regime e che nei prossimi anni ci sarà un ulteriore riduzione dell’organico scolastico proprio in virtù di quella riforma? Capisco che siete in piena campagna elettorale e che ognuno pensa di dover dire quel che fa piacere ad un presunto elettorato, ma sappiate che la gente è stanca delle bugie e dei sacrifici. Non sono nella scuola le caste, si guardi altrove e si tagli dove veramente ci sono degli sprechi. Io penso che, se fosse stato neccessario,mio padre avrebbe preferito rimanere a digiuno pur di non lasciare me e i miei fratelli affamati e penso che anche suo padre, se fosse stato necessario avrebbe fatto la stessa cosa. Credo anche che se dovesse essere necessario, lei farebbe la stessa cosa per i suoi figli. Ma non fanno la stessa cosa i nostri politici. Ridurre i loro privilegi, abolire completamente i vitalizi, ridurre il loro stipendi a livelli normali, questo non le sembra morale?
    Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti!

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    1. Laura Bondì il 23 ottobre 2012 alle 18:42:

    Complimenti per l’accozzaglia di luoghi comuni che è riuscito a mettere assieme. E’ buffo: è esattamente quello da cui, da insegnante, tendo a mettere in guardia gli studenti. E’ da quando insegno – 13 anni – che sento il solito bla bla bla infondato sulla categoria a cui appartengo, e che io sia stufa di sentirla, lo ammetto, ha poca importanza. Quello che è terribile è che le bugie, a suon di ripeterle, diventano prima mistificazione, e poi temibile verità: la storia insegna, no? Le campagne dissennate contro categorie su basi di genere, razziali, religiose, sessuali, non hanno mai partorito begli eventi. Non vedo come la discriminazione infondata su base professionale potrebbe partorirne di migliori.
    La maggior parte delle persone pensa di sapere in cosa consista il lavoro di un insegnante serio solo perchè si sono sedute sui banchi di scuola. E’ un po’ il vizio degli italiani, che si sentono tutti allenatori solo perchè guardano le partite di calcio.
    In questi ultimi giorni migliaia di docenti giustamente indignati come me si sono adoperati per spiegare la fatica, l’impegno, la professionalità e il coinvolgimento emotivo che implica il nostro lavoro. E’ vero, certo. Non tutti siamo dediti e seri, esattamente come in qualsiasi categoria. Che si trovino criteri validi per stabilire chi lo è e chi non lo è: siamo i primi a volerlo. Siamo i primi a volere che emerga il lavoro sommerso. Che venga obiettivamente quantificato e, di conseguenza, retribuito.
    Chiamarci casta è ridicolo – come se fossimo noi i parassiti in questo Stato, fermi dal 2009 con lo stesso stipendio, e talmente deboli come categoria professionale che un Ministro che probabilmente (e qua immagino, non so per certo) ha frequentato le scuole private, si permette di ignorare allegramente costituzione e questioni sindacali per dirci che tra un anno lavoreremo di più allo stesso stipendio. E tutti a dire bravo, bravo, facciamoli lavorare questi nullafacenti, ciecamente beffati da numeri: 18, 24, 6. Mi chiedo quale rara genialità bisogna possedere per comprendere il mistero oscuro per cui dietro ogni ora di lezione ce n’è almeno un’altra, e che sei ore significhino mediamente due classi in più per un totale di circa 60 studenti più 120 genitori in più da seguire. A questo sommiamo le pure incombenze burocratiche e le attività funzionali all’insegnamento. La maggior parte di noi lavora ben più di 40 ore la settimana. In perfetta media coi Paesi europei, dove un insegnante riceve pressochè il doppio del nostro stipendio.
    Io da insegnante ho il dovere di aggiornarmi, di studiare, di attivare una didattica che sia il più possibile motivante per i miei studenti.
    E, visto che chi fa tutt’altro lavoro mi viene a raccontare cosa si fa nel mio e perchè, mi voglio proprio arrogare il diritto di consigliare vivamente a chi fa il giornalista di informarsi e possibilmente non nella sala d’attesa del medico di base o nelle vie del mercato rionale, e a chi fa il Ministro della Pubblica Istruzione di visitare le scuole italiane, e magari di fare il teacher-shadow per una settimana: quando vuole, Ministro, la ospito volentieri.

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    1. giulio il 23 ottobre 2012 alle 18:42:

    L’altro giorno un sindacalista a radio Rai:
    “In Italia si lavora 220 giorni l’anno, gli insegnanti lavorano 220 giorni l’anno…punto!” … Io sarei imbarazzato dall’essere rappresentato da un tipo così..anche se fossi un insegnante.

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    1. paola il 23 ottobre 2012 alle 18:41:

    quando non si sa di cosa si sta parlando è consigliabile tacere…

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    1. Rosario Oliviero il 23 ottobre 2012 alle 18:38:

    Gent.le Sig. Porro

    Lei si dovrebbe vergognare di quello che ha scritto. Il lavoro dei docenti comprende anche la preparazione delle lezioni, la correzione dei compiti, i vari consigli di classe, etc etc. Quindi va ben oltre le 18 ore. Inoltre neanche in Gre

    Grecia l’orario di lezione dei docenti supera le 18 ore. Perciò è meglio che lei si stia zitto e pensi agli sperperi che si stanno perpetuando nelle regioni.

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    1. Roberto il 23 ottobre 2012 alle 18:35:

    non leggo certo il tuo giornale, come nessun altro tra quelli schierati del resto… ma stamattina, durante la rassegna stampa, dopo che l’operatore del servizio pubblico ha riportato queste parole intrise di ignoranza e superficialità,ho appreso con amarezza che ne ne eri tu l’autore… sarebbe svilente entrare nel merito, mi sembrerebbe di dover argomentare di meccanica quantistica con mia nonna, viste le premesse… quanta amarezza…

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    1. pietro lorito il 23 ottobre 2012 alle 18:32:

    Caro Nicola Porro anche lei è caduto miserabilmente su un argomento che non conosce.
    1. I docenti Italiani lavorano molto di più dei colleghi Europei
    2. Siamo a parità di ore lavorate (lezioni frontal) preparazione delle lezioni ecc i meno pagati.
    3. Accetterebe Lei di lavorare di più è percebire meno? Io no.Non sono più disposto a sacrificarmi per un paese di puttane,ladri, consociati è via dicendo.Le vorrei inoltre ricordare che i docenti Italiani hanno già enormamente contribuito al risanamento del Paese tenendo bloccatto il rinnovo del contratto da oltre 6 anni.

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    1. Carlo il 23 ottobre 2012 alle 18:31:

    A tutti voi che, come Porro, parlate degli insegnanti in modo così dispregiativo devo dire una cosa: anni fa la pensavo esattamente come voi!
    Fino a quando mia moglie non è diventata insegnante, allora ho capito quanto lavoro c’è dietro a quelle famose 18 ore tanto contestate.
    Questo fine settimana mia moglie lo ha passato INTERAMENTE fino a notte fonda a lavorare sulle programmazioni da presentare. Ma forse non sapete neanche cosa sono, come non lo sapevo io anni fa.
    Lavora sempre fino a tardi per preparare le lezioni, preparare le verifiche (diverse nelle stessa classe per per i vari tipi di studenti!) e poi correggerle. E a scuola riunioni infinite.
    Certo, mia moglie ci tiene a fare le cose fatte bene, ma da come parla sembra che i sui colleghi non siano da meno. E IL TUTTO A 1300 EURO MENSILI!
    Se portano le ore di lezione a 24 mia moglie impazzirà e certamente non riuscirà più a fornire lo stesso livello di servizio.
    Secondo me per fare qualcosa di buono nella scuola bisogna introdurre un sistema meritocratico per colpire i fannulloni e premiare chi lavora con passione.

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    1. antonio il 23 ottobre 2012 alle 18:29:

    Basta con le chiacchiere. LA verità è una ed una soltanto chi lavora veramente come docente a qualsiasi livello conosce la fatica,quella vera mentale e fisica,di dover controllare la classe interessarla, incoraggiarla, dimostrare che è tutto verificabile e riscontrabile, dare loro fiducia e trasmettere sapere e moralità, rettitudine, ecc… non facciamo di ogni “erba un fascio” ce ne saranno di quelli che poco lavorano così come accade per molti politici dagli stipend dorati e dalle cariche altisonanti magari acquisite con passaggi poco chiari e amicizie di crociera. Ma ce ne sono tanti tantissimi che lavorano sodo e hanno famiglia dispostissimi ad un aumento orario ed un adeguamento salariale agli standard europei. Troppo comodo parlare di standard ed il sacrificio farlo fare agli insegnanti stessi. Ti dimezzo praticamente la paga poi però te la aumento ma, ergo nulla si crea nulla si distrugge ma diversamente dalla fisica nulla si trasforma. Pagate i professori altro che barzellette e venite con le vostre auto blu ed i vostri aerei a visistare le scuole e sedetevi 5 ore in classi da 15 persone con 31 studenti. Con 1350 euro e 600 euro di affitto + spese vorrei vedere voi al nostro posto. Vi assicuro che ci sono docenti (compreso il sottoscritto) con due lauree tecniche e specializzazioni di vario tipo che fatica ad arrivare a fine mese. Ma di quale giustizia stiamo parlando? ma di quale equità stiamo parlando? finirà tutto questo?

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    1. toryto ayala il 23 ottobre 2012 alle 18:28:

    Caro dott.Porro io non insegnerò mai ai suoi figli perchè sicuramente eserciteranno i loro studi presso scuole private. Io comunque insegno non inegno verbo il cui significato mi sfugge. Ho insegnato ai medici , ai carcerati , ai diversamente abili in scuole pubbliche e centri di formazione professionale e vanto specializzazioni presso provincialissime Università come quella sconosciuta presente a Oxford. Padroneggio i mezzi multimediali e da 9 anni presto il mio servizio di precario annuale presso la scuola secondaria di secondo grado.Nello specifico sarei pronto a discutere con lei dove razionalizzare la scuola pubblica ma probabilmente taglio del Fis e eliminazione delle funzioni strumentali sono vocaboli a lei non noti ma che farebbero risparmiare diverse centinaia di euro sulla scuola pubblica. La saluto cordialmente

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    1. franco epifanio il 23 ottobre 2012 alle 18:24:

    @ Nicola Porro
    Caro Nicola,sono un frequentatore del tuo blog da poco tempo. Con grande sorpresa oggi ho scoperto che il tuo blog è frequentato al 99% da insegnanti.
    Allora caro Porro,mi permetto di farti un appunto,se tu eri a conoscenza di questa altissima frequentazione degli insegnanti al tuo blog,cosa ti potevi aspettare se non queste reazioni da parte loro.
    A me la vita ha insegnato di non dare mai dell’idiota ad un idiota,mai del ladro ad un ladro,
    mai del fannullone ad un vero fannullone,sai perchè? perchè ti si rivoltano contro.
    f.e.

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    1. fans il 23 ottobre 2012 alle 18:18:

    Un suo lettore -Angelo
    Gent.mo Dott.Porro,sono un pensionato non docente,
    Lei ha ragione in tutto.Salvaguarda le persone corrette e lavoratrici(poche purtroppo) e scuote coloro che non lo sono. Le difese fatte, in nome di tanti sani e giusti principi, da docenti in buona fede,sono giuste e accettabili,ma tutto il resto è verità.Intendo dire che la scuola italiana è in mano a gente che ha poco da difendere in merito a lavoro,correttezza,serietà e spesso anche legalità. Tutti gli attacchi e altro che Lei riceve,tornano in faccia a coloro che le lanciano,vada avanti e spero che altri come Lei si facciano avanti per poter,se possibile,aiutare questo nostro disastrato Paese.
    Auguri Dr.PORRO

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 18:15:

    Volgare anche nelle risposte!

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    1. BENEDETTA il 23 ottobre 2012 alle 18:12:

    Ahahahahahahahaha,
    che ridere esimio signor Porro!
    Ignoro il suo punto di vista come lei ignora quello di cui sta parlando! Quello che fa è solo il decalogo della Demagogia (letteralmente: demos, “popolo”, e agein, “trascinare”).
    ps: quando salva qualche poco eletto prof si riferisce alla manciata di illuminati professori che hanno contribuito alla crescita del suo brillio giornalistico? Cos’è, malinconia?
    Sua in-sindacabile lettrice/telespettatrice.

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    1. pietro il 23 ottobre 2012 alle 18:11:

    Gentile sig. Porro,
    a parte i facili qualunquismi su cui lei scivola (se le fa piacere possiamo discuterne in dettaglio, in particolare la dicitura “casta” per una categoria che ha contribuito all’86% dei risparmi dello stato mi sembra piuttosto discutibile…)sperando di essere annoverato tra i “numerosi professori che ancora svolgono il loro dovere con coscienza e serietà…” eccetera eccetera, da ieri, per combattere la disinformazione che articoli come il suo provocano, pubblico online le ore di lavoro vero che faccio. Le chiedo solo una breve visita su http://cattedra18h.blogspot.it/
    Il problema non sono sei ore in più, sono due/tre classi in più, che azzerano la qualità.

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    1. Antonio il 23 ottobre 2012 alle 18:08:

    Gentile Porro
    Da come parli, penso che la scuola la conosci solo come discente. Lasciamo stare le problematiche relative alla preparazione delle lezioni (gli alunni non sono sempre gli stessi e in ogni caso di anno in anno lo stesso alunno, fortunatamente cresce con nuove richieste, esigenze, ..) correzione compiti, riunioni di consiglio di classe, di dipartimento, collegi docenti, e via dicendo. Che dire delle ferie, sono stato sempre presente agli esami di stato, come tanti colleghi, che terminano solitamente il quindici/venti di luglio. A scuola non si rientra il primo di settembre, con gli esami sui debiti formativi, verso il ventisette si siamo nuovamente in pista. Lasciamo perdere la regalia dei quindici giorni di ferie.
    Lasciamo anche da parte la complessità dei componenti dei gruppi classe, su venticinque alunni, in una classe ci sono solo tre italiani, il restanti, indiani, filippini, marocchini, senegalesi, peruviani, complessità che arricchisce, tuttavia, in mancanza di intermediari linguistici, insegnanti di sostegno (vedi tagli nelle diverse finanziarie), il compito non è semplice.
    SI PUO’ PROPORRE UNA RIVISITAZIONE DELL’ORARIO, L’IMPORTANTE E’ EQUIPARARE LA NOSTRA PROFESSIONE DI INSEGNANTE A QUELLA DEI COLLEGHI EUROPEI, DANDO A DISPOSIZIONE SPAZI DI STUDIO, DI RISTORO, FORMAZIONE ADEGUATA, ALLINEAMENTO DELLA RETRIBUZIONE.
    Cordiali saluti.

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 18:04:

    @Luca non mi vergogno con chi si vergogna di firmarsi. Vigliacchetto

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 18:03:

    @Anna Lisa Carrisi, non si preoccupi non faccio certo la vittima. Occore un carnefice. Le vittime temo che siano altre; ad esempio i suoi alunni

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    1. tiziano il 23 ottobre 2012 alle 17:49:

    Caro Signor Porro. Lei non ha mai insegnato quindi non sa. Il peggio è che non si documenta, quindi è un pessimo giornalista. La invito ad entrare in una scuola…guardare, capire e poi scusarsi con tutti i docenti.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 17:46:

    ATTENDIAMO ANCORA LE SUE SCUSE!!! Sono disposta a leggere prima della pubblicazione il suo prossimo articolo e a correggerlo gratis, magari riusciamo ad evitare le “palle ideologiche”!

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    1. Paolo il 23 ottobre 2012 alle 17:44:

    http://www.luigiberlinguer.it/2012/10/regole-ed-etica-per-le-primarie-video-intervista-a-luigi-berlinguer/

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 17:39:

    Questi precari sono così fastidiosi che non meritano neppure una risposta, vero? Allora lancio una proposta, riuniamoli da qualche parte e mettiamo una bomba e improvvisamente le graduatorie ad esaurimento sono esaurite!!!
    A proposito, se fosse stato un mio alunno e il suo articolo fosse stato un compito di italiano, avrebbe preso 4 per lessico inadeguato e povertà argomentativa.
    Quanto agli insulti sa bene di averli meritati, non faccia la vittima.

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    1. Placido il 23 ottobre 2012 alle 17:38:

    I politici e le 18 ore dei Prof – Il Blog di Nicola Porro http://blog.ilgiornale.it/porro/2012/10/23/i-politici-e-le-18-ore-dei-prof/#comments
    Eg.Sig.Porro mi spiace che Lei si pronunci su cose che non conosce ( io non lo faccio senza prima essermi adeguatamente informato) Per sua cultura un docente non svolge 18 ore sett. ma a queste deve aggiungere:collegi docenti,consigli classe,riunioni per materia,ricevimenti (non pagati) mattutini con famiglie,quelli pomeridiani (circa 10 ore annui),preparazione compiti ( specie per le V classi ) nonchè correzione ( ho 7 classi 7 compiti al mese x una media di 28-30 rag. faccia Lei le ore .La mattina non ti puoi presentare in una v classe e parlare del tempo che fa …..ti magerebbero vivo. Senza parlare delle ore che passiamo ( perchè la scuola è anche volontariato) per doverci conservare il posto all’orientamento in ingresso ed uscita. Perchè Lei sicuramente saprà che se non ci sono le classi ogni anno possiamo essere trasferiti anche a distanza di 50 Km. (che sono quelli che attualmente faccio) con aggravio di spese ( non recuperabili)
    Di cosa parliamo?Lei ci starebbe a condurre programi senza essere giustamente remunerato????
    Beh allora …….

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    1. flaminia il 23 ottobre 2012 alle 17:36:

    La casta dei mendicanti, questo siamo, a contatto con ragazzi sempre più ingestibili, depressi, bulimici, anoressici, con crisi di pianto e di panico in classe , svenimenti (io, senza nessuna preparazione professionale in tal senso ne ho dovuto soccorre più di uno ).Le famiglie spesso devastate che hanno alle spalle ci aggrediscono ferocemente per ogni voto negativo riportato dai figli, ci minacciano, chiedono l’accesso agli atti, provano a farci causa…La classe dove lavoro attualmente è una specie di sottoterrazza con il il soffitto a rischio crollo e temperature che a settembre maggio-giugno raggiungono anche i 40 gradi (vi respiriamo in 31!)Il carico di lavoro il pomeriggio e _ a volte_ la notte è letteralmente disumano. Eccola la casta.

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    1. luca il 23 ottobre 2012 alle 17:35:

    si vergogni, lei e il giornalismo siete come due rette parallele…

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    1. giuseppe zito il 23 ottobre 2012 alle 17:26:

    Ed ecco ripresentarsi uno dei problemi principali che abbiamo oggi in Italia, l’esistenza di un numero elevatissimo di tuttologi, individui che pensano di essere grandi esperti un po’ di tutto, e si permettono di esprimere opinioni su argomenti e su mondi che sconoscono totalmente. Credo proprio che questo signor Porro non abbia la minima idea di cosa significhi fare un’ora di lezione frontale in una classe di liceo; certamente non la si può minimamente paragonare a un’ora di lavoro di altre categorie di dipendenti statali. tuttavia non è da persona intelligente criticare senza cognizione di causa, in maniera così gratuita. Forse dimentica il signor Porro che negli ultimi anni la scuola italiana è stata carne da macello per i governi di turno, che hanno saputo solamente tagliare a più non posso, a 360°, con l’unico scopo di risanare il debito pubblico che proprio loro, rubando meschinamente a destra e a manca, hanno portato a livelli altissimi. Per fare solo qualche esempio ricordo al signor Porro l’innalzamento del numero di alunni per classe, arrivato addirittura a 30, l’eliminazione di alcune materie ritenute fondamentali per alcuni indirizzi scolastici, i continui tagli al personale. Lo sa il signor Porro che la partecipazione di un insegnante agli esami di stato viene retribuita con la misera somma di € 300, quasi un’elemosina? Voglio inoltre ricordare al signor Porro che l’impegno settimanale di un insegnante non è di 18 ore settimanali (che tra l’altro costituisce un numero di ore che rientra perfettamente nella media europea, con la differenza che gli insegnanti delle altre nazioni europee guadagnano molto di più dei loro colleghi italiani), il reale impegno settimanale di un insegnante lo lascio immaginare a lei signor Porro, informandola solamente che un insegnante italiano ha il dovere di partecipare ad altre 80 ore annuali tra consigli di classe, collegi docenti, programmazioni, scrutini, e così via; ad altre 40 ore annuali per il ricevimento genitori; e inoltre infinite ore trascorse a casa a preparare le lezioni, correggere i compiti, e così via. Vorrei chiedere al signor Porro se è a conoscenza del fatto che la categoria degli insegnanti di scuola secondaria è formata da personale in possesso di una laurea (non breve), per cui non si capisce bene il perchè un impiegato statale di altri ministeri, con la laurea, percepisce invece uno stipendio maggiore di 3 o 4 volte quello di un insegnante. Potrei stare ancora quì a spiegarle 100 altri problemi che vive oggi la scuola italiana, le lascio anche il mio indirizzo di posta che è giuseppe.zito@tin.it, qualora desiderasse avere qualche altro chiarimento in materia. Vedo però che lei è un giovane,un cavallino rampante, forse senza la giusta dose di umiltà per accettare un confronto diretto e serio con chi conosce davvero la scuola italiana perchè la vive tutti i giorni e ne vive la sua lenta ma continua involuzione, e la invito quindi a informarsi bene sull’argomento scuola, altrimenti una bella bocciatura non gliela toglierà nessuno!

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    1. Carlo il 23 ottobre 2012 alle 17:22:

    Caro PORRO
    1)Classe Elementare?
    2)Classe Media?
    3)Classe Liceale?
    la scuola è fatta di tanti asini?
    200a nellagraduatoria mondiale?
    UNIVERSITA’ITALIANA
    Diventano SOMARI.
    Merito della didattica vulgata intelligentia e dei prof.sessantottini del 18politico.(Ma i genitori sanno che cosa propala i vari libri di testo ?
    Solo Nozionismi.
    PS
    Sono stati pubblicati da giornalisti testi di strafalcioni dei vari concorsi pubblici.
    Quello di avvocato,….di uditore giudiziario.
    Da ridere?
    NO DA PIANGERE.

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    1. Paolo il 23 ottobre 2012 alle 17:14:

    “I traduttori sono pagati male e traducono peggio.”A.Gramsci
    sig.Porro non conosco il suo salario da giornalista, e sinceramente non mi preoccupa neanche conoscerlo, mi auguro che almeno sia pagato per quello che traduce……..Buona giornata.

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 17:09:

    @Nicola grazie per la tua lettera. Ma perchè scusami nel tuo lavoro non fai altreettanto? Guarda sono abbastanza certo che tutti noi ci portiamo i compiti a casa. E sui prof universitari sfondi una porta aperta. Anzi spalancata. aspetto tue nuove, saluti

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 17:06:

    @Romy lo spieghi ai suoi numerosi colleghi qua nella zuppa…

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 17:06:

    @toryto ayala mi auguro che gente piena di pregiudizi come lei non inegni ai miei figli

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    1. giuliana ruggiu il 23 ottobre 2012 alle 17:05:

    ora basta! voglio svolgere tutto il mio lavoro a scuola!30 ore settimanali? perfetto: 18 ore di lezione frontali, studio, preapazione e correzione delle prove, corsi aggiornammento, riunioni,incontri con le famiglie, attività di commissioni varie, corsi di recupero, esami e quant’altro svolgiamo e che pochi sanno che facciamo!e poi finalmente a casa liberi di organizzare il nostro tempo come meglio crediamo.
    Ricordo a chi fa finta di non sapere: svolgere un’ora di lezione frontale con 25/27 alunni ( ogni docente insegna in diverse classi) tutti diversi fra loro con problemi diversi, che bisogna cercare di comprendere e se possibile aiutare a risolvere, studenti spesso poco motivati; non è per niente facile lavorare ottenre risultati!Ma noi non dipsriamo!
    R Firmato
    un’insegnante per scelta e con una grande
    passione per il proprio lavoro!

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 17:04:

    @Giovanna Caratelli. temo che lei abbia ragione e che questo sia il modo giusto di porre la questione alle istituzioni. Non so se sia di destra o di sinistra.

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    1. Nicola Porro il 23 ottobre 2012 alle 17:02:

    @Giovanni. é evidente che la sua posizione è più che condivisibile. Le vorrei seganalare che questo governo e quello precedente hanno cambiato contratti in corso d’operra a praticamente tutti i cittadini. Pensi ai pensionati, ai pensionandi, pensi ai contributi per i cococo. Ciò, che non lei, ma molto suoi colleghi che amano insultarmi non riescono però a capire è che questa situazione l’avete creata voi con i vostri sindacati. Avete preferito massificare l’insegnamento, a scapito della qualità e della quantità retributiva. C’è stato negli anni uno scambio tra retribuzioni basse e assunzioni. E vigliaccamente avete, non lei giovanni ma tanti sei suoi colleghi che in questa zuppa fanno i verginelli, ingannato centiania di migliai di giovani facendo loro pensare che nel futuro ci sarebbe stata una loro stabilizzazione. Ovviamente a spese del contribuente.
    Siccome dal tono della sua garbata risposta sono certo che sia possibile istaurare un dialogo con persone come lei. E siccome il giornalista deve sempre mettere in discussione le proprie opinioni ed essere animato dal sacro fuoco del dubbio, le chiedo. D’accordo è necessario un incremento retributivo.
    E allora ai suoi esimi colleghi che mi insultano chiedo. Sareste d’accordo ad aumetnare le ore per un aumento retributivo come dice Giovanni? Imporvvisamente la questione dei prefcari come la mettete?

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    1. laura54 il 23 ottobre 2012 alle 17:01:

    Mi meraviglio della superficialità con cui chi dovrebbe fare informazione parla dell’orario di insegnamento. Con quali docenti ha parlato, dottor Porro? quale scuola ha visitato? quanti pacchi di compiti ha visionato? quali corsi di aggiornamento a fianco degli insegnanti e per quante ore ha seguito, per adeguare la didattica alle sfide di una società profondamente mutata? Sa che cosa sono gli alunni DSA? i BES, ora detti EES, per non parlare degli alunni stranieri alfabetizzati e non in Italia, o le diverse disabilità? E la didattica con la LIM? Pensa forse che le ore di aggiornamento su queste tematiche avvengano all’interno delle 18 ore o che siano retribuite a parte? Sa cosa sono i PEI, i PDP, le programmazioni individualizzate e quelle personalizzate che ci vengono chieste? E’ informato sulla percentuale di alunni che vivono in condizioni di disagio e di cui occorre farsi carico? Si è mai recato con un insegnante presso l’equipe di NPI o dalla logopedista o dagli assistenti sociali o dagli educatori delle comunità che ospitano alunni in difficoltà, per ricevere e dare informazioni allo scopo di aiutare proprio gli alunni più deboli? In quali ore vengono effettuati questi incontri?forse ll’interno delle 18 ore di servizio?Quale esperienza diretta di scuola ha, dottor Porro, per dare informazioni ai suoi lettori? quale la fonte delle sue opinioni? Pensa forse che la scuola di oggi sia quella che ha frequentato lei ai suoi tempi, o io? quella in cui l’insegnante teneva la sua lezione frontale e chi seguiva, seguiva? quella in cui non c’erano dislessici,stranieri, bisogni educativi speciali di vario genere? Insegno da più di 30 anni nella scuola media ed ogni giorno preparo le mie lezioni, non perché debba rinfrescarne i contenuti, ma perchè devo fare in modo da interessare tutti i miei alunni,far acquisire loro gli argomenti, anche agli stranieri, al disabile, al dislessico, al pelandrone, all’ipercinetico, al cervellone e di conseguenza strutturo esercizi,schemi adeguati, ricerco immagini per stimolarli.Quanto tempo impiego quotidianamente?tanto e non lo quantifico, perché per me è doveroso farlo. Dottor Porro, se vuole dare una informazione seria e veritiera ai suoi lettori, la prego: faccia una seria indagine nelle scuole italiane. Scoprirà un mondo sconosciuto, le assicuro. Mi scuso per la lunghezza, che d’altronde non esaurisce ciò che ci sarebbe da dire.

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    1. Giulia Filauro il 23 ottobre 2012 alle 16:56:

    Inoltre mi piacerebbe aggiungere un commento a tutti quei geni che si sono permessi di criticare la “casta” dei professori. Statistiche alla mano, miei carissimi, i professori italiani sono quelli che percepiscono meno a parità di ore di lezioni frontali, in tutta Europa. Continuo dicendo che i colleghi che sono giustamente scesi in piazza per manifestare lo hanno fatto per solidarietà con chi rischia di perdere il posto, noi precari. Continuo dicendo che le ore passate in classe sono faticossime, si incontrano in una mattina una media di 120 studenti di cui bisogna coordinare il lavoro e di cui bisogna soddisfare le esigenze. Termino infine dicendo che la laurea e la specializzazione insieme a un numero infinito di corsi che personalmente ho sostenuto dovrebbero dare la possibilità di lavorare. E’ bene non parlare di ciò che non si conosce ma alla vostra boria e alla boria del Signor Porro non c’è mai fine

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    1. giovanni il 23 ottobre 2012 alle 16:50:

    Egregio Porro, sono un docente, assiduo lettore del Giornale e suo primo estimatore.
    Non è bello sparare nel mucchio( dei fannulloni) e colpire chi lavora. Ha ragione su tutto tranne che sull’aumento delle ore a parità di stipendio. A mio avviso è incostituzionale in quanto rientra nel capitolo della contrattazione. Sarei disponibilissimo ad insegnare per ventiquattro ore settimanali, anche per 30 o 35, non mi porrei il problema dei precari, ma vorrei essere ricompensato. La ritengo una questione di principio: non si cambiano i contratti in corso d’opera e senza averne il diritto. Ritengo, tale proposta, un grosso scivolone istituzionale e dovreste darne ampia diffusione mediante un’ opinione difforme rispetto alla Sua.

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    1. Giulia Filauro il 23 ottobre 2012 alle 16:43:

    Gentile Signor Porro,
    so cosa significa avere un’educazione e per questo mi rivolgo a Lei con questi toni ma Lei non lo merita affatto. Amo parlare di ciò che conosco, voglio raccontare la mia storia. Parlo quattro lingue e mi sono laureata con il massimo dei voti, lavoro nela scuola pubblica italiana da sei anni. Lei definisce questa riforma giusta, davvero una riforma che lascia disoccupati 30000 persone è giusta? Quelle persone ( precari tra cui ci sono anche io) sono necessarie, lavorano su spezzoni di cattedre, preparano lezioni, correggono compiti, spiegano concetti. Io ho studiato per svolgere questa professione, cosa crede? Non ci si improvvisa insegnanti , io mi sono preparata investendo molto denaro nella mia formazione come insegnante sia in Messico che in Brasile. Dunque non parli di argomenti che non sa, non si azzardi a dire che a noi non sta a cuore l’educazione dei ragazzi e la formazione, altrimenti non avrei preparato di persona le decine di questionari, traduzioni per integrare le lezioni del libro di testo. Sarei ben felice di poter timbrare il cartellino dimostrando quante ore lavoro fuori dalla classe. Pensa che il contratto lo abbia redatto io? Oppure gli altri miei colleghi precari? Lasciamo perdere i giorni di lavoro da Lei conteggiati, menzogne allo stato puro. Sa che un professore di ruolo lavora fino alla terza settimana di luglio con la maturità e il primo settembre è di nuovo in servizio? Sa che io l’estate sono disoccupata? Questa manovra è scandalosa semplicemente perchè per non toccare i privilegi dei potenti, lascerebbe 30000 professionisti precari a casa. La invito nella mia scuola a Roma a Largo Borghi, così vedrà cosa significa essere insegnante dato che non ha idea di cosa significhi e gradirei ricevere le Sue scuse.

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    1. Maria Lorena il 23 ottobre 2012 alle 16:37:

    Egr. Dottor Porro, io sono una docente. lavoro già a scuola più di 18 ore (non retribuite)Questo per passione. Il lavoro me lo preparo a casa perché la mia scuola non é informatizzata. Se lo Stato vuole
    che io lavori come tutti i docenti europei, mi deve dare i mezzi!! Abbiamo già avuto il blocco del contratto, le ore eccedenti che una volta erao pagate, sono gratis. Ma perché non si tagliano i loro stipendi

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    1. Franco Camporesi il 23 ottobre 2012 alle 16:36:

    Caro Porro,
    Se il lavoro dei professori consiste unicamente nelle 18 ore di lezione frontale, allora il lavoro del giornalista si esaurisce soltanto nei 20 minuti giornalieri necessari per battere un articolo.
    Credo che in questo collettivo risentimento nazionale contro gli insegnanti ci sia anche una infantile opposizione edipica.

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    1. tiffany il 23 ottobre 2012 alle 16:35:

    Alla gente che giudica il lavoro degli insegnanti, senza essere mai entrata in classe direi:provare per credere!su venite a vedere come si lavora con i vostri pargoli…chi chiama vergognose le 18h ovviamente non sa che dietro ce ne stanno molte altre, non considerate…Parlo da precaria con laurea e specializzaione e master…non dò lezioni private perchè non posso prendere impegni e mantenerli perchè saltano fuori riunioni e consigli…noi non possiamo fare programmi a lungo termine…non possiamo prendere 1 giorno di ferie durante l’anno se non per motivi gravi (lutto o malattia grave)….ma vi prego, voi che criticate, fate cambio con un docente!noi non abbiamo macchine o telefoni o pc di fronte…abbiamo persone da formare….spesso 30 alla volta!non è per niente un lavoro privilegiato…ogni vostro commento contro di noi è un’umiliazione più grave di quelle già subite…

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    1. enrica il 23 ottobre 2012 alle 16:26:

    “Gli insegnanti, il cui orario settimanale è andato via via aumentando, sono diventati delle “macchine per vendere fiato”. Ma “la merce “fiato” perde in qualità tutto ciò che guadagna in quantità. Chi ha vissuto nella scuola sa che non si può vendere impunemente fiato per 20 ore alla settimana. La scuola a volerla fare sul serio logora. E se si supera una certa soglia nasce una “complicità dolorosa ma fatale tra insegnanti e studenti a far passare il tempo”. La scuola si trasforma in un ufficio, o in una caserma, col fine di tenere a bada per un certo numero di ore i giovani; perde ogni fine formativo”.
    Luigi Einaudi.
    ‘tratto da Corriere della Sera 1913′

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    1. Gianfranco Mosconi il 23 ottobre 2012 alle 16:22:

    Se il governo vuole innalzare da 18 a 24 (!) le ore di
    lezione settimanali dei docenti, e senza nessun aumento stipendiale, lo
    fa evidentemente perché ritiene (come la massa disinformata) che
    appunto noi docenti lavoriamo solo 18 ore: quel che appunto Porro ripete senza nulla sapere. Noi docenti siamo stufi di
    questa chiacchiera da bar continuamente ripetuta, tanto più quando il
    Governo sembra farla propria! Dopo le lezioni, a scuola rimaniamo altre
    ore per ricevimento genitori (mattutino e pomeridiano), colloqui con
    singoli alunni, consigli di classe, scrutini, riunioni vari, colloqui
    col dirigente, compilazione pagelle, registri, comunicazioni iscritte
    alle famiglie (talora menefreghiste), relazioni, impicci vari (serve
    elenco?). E a casa correggiamo compiti (in un anno, un migliaio), e
    soprattutto prepariamo le lezioni (studiamo, leggiamo, rileggiamo,
    facciamo schemi, prepariamo fotocopie da distribuire, prepariamo le
    prove da somministrare, approfondiamo argomenti di ogni genere – in una
    mattina mi posso occupare dell’Eneide, della fine dell’Impero romano,
    della Cina contemporanea, della sintassi latina, della poesia di Dante,
    della Costituzione italiana, ecc.). E poi, se possibile, leggiamo nuovi
    libri, romanzi, saggi, e quotidiani, e riviste, ecc… Alle 18 ore di
    lezione (e comunque, un’ora di lezione non è una chiacchierata), si
    aggiungono 18 ore di lavoro: non visibile, ma concreto e intenso (e non
    mi posso certo distrarre!). Come sa bene chiunque svolga un lavoro
    intellettuale (anche i giornalisti, e i ministri professori, spero).

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    1. cristina il 23 ottobre 2012 alle 16:21:

    a costo di ripetere alcuni dei commenti soprastanti…
    Quello che lei afferma è profondamente sbagliato.
    Dovrebbe infatti sapere che il lavoro dell’insegnante non consiste solo nelle 18 ore in cui si fa la lezione frontale.
    Se non ci fosse il lavoro di :
    - programmazione,
    - di preparazione delle lezioni e
    - delle verifiche,
    - della correzione e valutazione delle stesse,
    non si potrebbe insegnare granchè (non crede?).
    A questo va aggiunta la partecipazione a tutte le riunioni (consigli di classe, collegi docenti, incontri con asl, incontri con le famiglie, corsi di aggiornamento e formazione, e per finire delle visite di istruzione (programmate, organizzate e seguite dagli stessi insegnanti, senza alcuna remunerazione aggiuntiva e nessun rimborso per il vitto, ma con tutta la responsabilità possibile e immaginabile).
    Perciò è come se io dicessi che lei (giornalista) lavora solo le ore di presenza effettiva in redazione, mentre immagino che molto lavoro lo svolga altrove (recandosi sul luogo degli avvenimenti, a conferenze stampa, o anche a casa davanti al computer, o perfino a cene di gala)…o no?
    Se lo scopo del governo fosse quello di accertare che tutta la mole di lavoro che solitamente svolgiamo fuori scuola, venga effettivamente svolta, l’aumento orario non dovrebbe essere in ore di lezione, ma dovrebbe consistere nel lavorare in sede. (peccato che nelle nostre fatiscenti scuole non esistano spazi adeguati e neppure strumenti).
    Ma alzare l’orario di lezione significa per esempio nel caso di un insegnamento con
    2 ore settimanali per classe (ad esempio: Educazione Artistica, Tecnologia, Francese, Educazione Musicale, Educazione Fisica ecc.) passare da 9 classi di 25 alunni in media (tot. 225 preadolescenti) a 12 classi per un totale di circa 290 persone.
    Con un aggravio relativo degli impegni didattici e burocratici annessi!
    Senza contare che così si “farebbero fuori” tutti i precari e i giovani aspiranti insegnanti…

    In una scuola e in una società sempre più allo sfascio e allo sbando, dove i ragazzini sono sempre più problematici e fragili, lo stato toglie sempre più aiuti anche a livello di sostegno per gli handicap, e agli insegnanti viene chiesto di diventare sempre più assistenti sociali e psicoterapeuti o nel peggiore dei casi baby sitters…
    Facendoci arrivare, insegnando, fino alla soglia dei 70 anni senza pensare al gap generazionale!
    Vorrei che lei provasse a mettersi nei panni di un insegnante… o almeno le auguro di fare un sogno stanotte, in cui lei sia al posto di una sua prof di quando faceva le scuole medie.
    Una Professoressa 65enne, che dopo 40 anni di insegnamento coatto, si trova a gestire classette di 30 scapestrati in una scuola media della periferia di Milano o Roma o Napoli o Palermo (o dove vuole, il risultato non cambia) cercando di insegnare Pascoli o il teorema di Pitagora! Sogni d’oro!

    Tanto l’incubo resta a noi.

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    1. mimmo il 23 ottobre 2012 alle 16:14:

    No Porro, non sono d’accordo. E le spiego perchè. Il costo dei nostri interessi sul debito è pari a circa il 9% della spesa dello Stato. Questo vuol dire che, anche ipotizzando che Francia e Germanie non paghino un euro di interessi sul debito, noi avremmo a disposizione un 9% in meno delle risorse di questi Stati. Ogni 100 euro spesi dallo Stato francese 10,4 vanno in istruzione, mentre la Germania ne spende 10,5. Decurtando un 9% della spesa, per gli interessi che paghiamo per il debito (sempre facendo finta che Francia e Germania non paghino interessi) noi dovremmo spendere 10,4 – 9% = 9,4 euro per ogni 100 euro di spesa dello Stato. Ad oggi (dati OCSE) ne spendiamo 9. Il capitolo istruzione sta già facendo quindi la sua parte nel contenere le spese e credo che dovremmo puntare l’attenzione ai capitoli di bilancio sulle quali siamo pesantemente sopra la media europea. Per risparmiarmi la fatica di rispondere a demenziali e prevedibili contestazioni ideologiche aggiungo che sono un imprenditore e libero professionista che non collabora con la Pubblica Amministrazione.

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    1. Adriano il 23 ottobre 2012 alle 16:14:

    Egregio sig. Porro, ma lei che scuola ha fatto per essere così poco analitico e decisamente impreciso su una questione delicata come la formazione dei futuri cittadini? Almeno prima di pronunciarsi in modo così perentorio si aggiorni sull’effettivo numero di giorni lavorativi e sul monte ore di un docente italiano…

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    1. lisa il 23 ottobre 2012 alle 16:13:

    Caro Nicola, sono perfettamente d’accordo con te. Se io ho imparato qualcosa è stato grazie alla frequenza di buone scuole e ai miei genitori che mi hanno insegnato molto. Noto che molti dei miei compagni hanno gravi lacune nella loro preparazione di base.Non credo che i nostri insegnanti occupino tutti i loro pomeriggi con aggiornamenti e programmazioni didattiche!E i risultati sugli studenti emergono chiaramente.
    Uno stipendio di 1300 euro è più che sufficiente contando le ore di lavoro e i periodi di ferie.Purtroppo si tratta di un privilegio al quale pochi vorranno rinunciare.Un caro saluto.Lisa

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    1. Roberto il 23 ottobre 2012 alle 16:07:

    Proprio di Zuppa si parla, della stessa ricetta che è tornata (purtroppo) tanto in voga in Italia: allungare il brodo per sfamare più commensali con le stesse patate. Stesso brodo nel quale stanno cuocendo i docenti che scendono in piazza. Le supplenze viste dagli studenti equivalgono ad “ore di buco”: inutili e controproducenti. Evidentemente fa comodo crescere i nostri giovani come teste di porro (minuscolo) ma diminuendo il tempo libero dei prof chi dovremmo pagare -in nero- per qualche lezione privata ?

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    1. Gianfranco Mosconi il 23 ottobre 2012 alle 15:58:

    Pur di gettare fango su quella che lui considera “casta dei professori” (‘casta’? a 1230 euro al mese?), nel suo editoriale di ieri, Nicola Porro, attingendo ad autorevoli luoghi comuni e chiacchiere da bar, colleziona vari clamorosi errori (o consapevoli falsità?). E’ falso che la ‘casta dei docenti’ non abbia già pagato per la crisi (annullamento di tre anni di anzianità e blocco dei contratti per sei anni: sa, caro Porro, che ciò vale una perdita di potere d’acquisto del 15%?). E’ falso che i giorni di lezione siano 165-170: sono circa 210 (per legge, mai meno di 200), cui si aggiungono i vari impegni che partono dal primo settembre e proseguono ben oltre la fine delle lezioni a giugno (fino a metà luglio per chi è impegnato con gli esami di Stato). Falso che i docenti lavorino – a scuola – solo 18 ore: quelle sono solo le ore di lezione (non di lavoro: Le è chiara la differenza?!), cui si aggiungono – come attività ben quantificabili – un’ora di ricevimento settimanale e 80 ore annue di riunioni e ricevimenti pomeridiani, e ancora gli scrutini (variabili a seconda del numero di classi in cui si insegna). E’ falso che il mondo della scuola rifiuti di quantificare il lavoro svolto fuori dell’aula in funzione delle lezioni (correzione compiti, preparazione delle lezioni, colloqui, aggiornamento, burocrazia…): semplicemente, tale lavoro si svolge in gran parte fuori di scuola, a casa (a proprie spese), né potrebbe essere altrimenti, visto che in nessuna scuola ci sono spazi per i docenti che vi si vogliano trattenere (la sala professori del mio Liceo, immersa nel rumore di fondo, offre, a 60 docenti, 10 posti e due computer malfunzionanti). Ancora è falso che i professori (la stragrande maggioranza) che svolgono il loro lavoro con “serietà e coscienza” lavorino – come Lei crede – “24-30 ore” (evidentemente, Lei valuta il lavoro di preparazione di un’ora di lezione basandosi sulla Sua frettolosità nel preparare il Suo editoriale): ogni docente arriva, senza problemi, a lavorare 36-40 ore settimanali, escluso l’aggiornamento (leggere nuovi libri e/o rileggere, visitare mostre e musei, seguire convegni, ecc.). Ed infine, è falso (anzi, è palesemente insensato) affermare che aumentare il carico di lavoro dei singoli docenti (fino a 45-50 ore!) migliora la qualità dell’insegnamento rivolto agli studenti: saranno loro le prime vittime di questa (indegna) proposta di legge. Certo, non so come l’Italia possa sperare in un futuro migliore se attribuisce così poco valore al lavoro di quei docenti a cui il Paese affida, con l’educazione dei giovani, proprio il suo futuro.

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    1. ugo54 il 23 ottobre 2012 alle 15:47:

    Non si capisce con chi ce l’ha! Con i sindacati? Con gli insegnanti? Ma quanto occorre per scrivere un articolo? E poi che fa il giornalista tutto il giorno, ha il doppio lavoro come Lei? Per i tagli ormai il suo è un delirio ricorrente. Perchè non tagliamo anche i tanti giornalisti che lavorano senza essere letti, visto che quasi più nessuno compra i giornali.I poveri studenti resi ancor più asini dai suddetti docenti perditempo e fancazzisti vi leggeranno appena diverranno maturi?. In soldoni, Dottor Porro chi le pagherà le tasse in Italia se tanti lavoratori verranno “tagliati” dal rigore del “mercato”.

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    1. Tiziana il 23 ottobre 2012 alle 15:42:

    Vorrei solo ribadire che NON sono gli stipendi degli insegnanti che sottraggono indebitamente denaro alla spesa pubbllica, come vorrebbe far passare un certo tipo di informazione, che alimenta un certo tipo di opinione pubblica. Noi lavoriamo esattamente come in tutto il resto d’Europa, con mezzi e risorse nettamente inferiori alla media, e costiamo pure meno.
    Non siamo noi la casta, mi dispiace.
    Anzi no, non mi dispiace affatto.

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    1. claudio il 23 ottobre 2012 alle 15:40:

    La prima cosa che si dovrebbe fare (e si può fare) è dividere la carriera degli insegnanti da quella del personale ATA (i bidelli e la segreteria), che adesso sono uniti, ma che sono totalmente differenti per tipologia di lavoro.
    La seconda è procedere alla valutazione ‘reale’ del carico di lavoro degli insegnanti per disciplina insegnata.
    Se fa questo Profumo avrà la strada aperta a qualsiasi riforma della scuola!

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    1. gi.ggi il 23 ottobre 2012 alle 15:35:

    Nel momento in cui a tutti è richiesto un sacrificio la casta delle nostre scuole non ci stà: di sicuro ha seguito l’esempio dei politici.

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    1. Daniele il 23 ottobre 2012 alle 15:25:

    Bravo dott. Porro, analisi chiara e disarmante sull’ennesimo aspetto deprimente e depressivo della nostra società; poca voglia di lavorare e studenti sempre più somari…

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    1. Morgan Di Pizzo il 23 ottobre 2012 alle 15:23:

    Gentile signor Porro,
    Lo Stato italiano dovrebbe fare solo una cosa: licenziare tutti i professori nullafacenti, impreparati e non all’altezza del proprio compito che ha assunto in tempi di vacche grasse e che ora, di ruolo, sono inamovibili. Esso preferisce invece aumentare il carico di lavoro di tutti gli insegnanti, ottenendo un triplice risultato negativo: coloro che si danno da fare vedranno la loro didattica penalizzata, in quanto non avranno più il tempo necessario per preparare adeguatamente le lezioni; coloro che non hanno mai fatto nulla continueranno così, per 24 ore al posto che per 18; i precari – mediamente più preparati e motivati dei loro colleghi di ruolo, anche se non è possibile generalizzare – saranno tagliati fuori per sempre dall’insegnamento. E lei definisce questa una “buona proposta”? In ogni caso, “proposta” è un termine fuori luogo quando si impone unilateralmente, senza discussione alcuna, un aumento di orario che viola un contratto colettivo in essere. Vorrei vedere la sua reazione qualora il direttore de “Il Giornale” la accogliesse domani comunicandole che il suo stipendio è decurtato del 30%.
    Distinti Saluti,
    Prof. Morgan Di Pizzo

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    1. Luigi Guadagni il 23 ottobre 2012 alle 15:13:

    Dalla lettura dell’articolo emerge in maniera chiara che il giornalista non conosce il mondo dell’istruzione secondaria superiore, descrivendo in modo confuso il ruolo dei docenti e il loro rapporto con gli studenti. Ognuno certo ha le sue opinioni, e non tutte devono essere condivisibili.
    Peccato che abbia una siffatta tribuna.

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    1. francesco tranquilli il 23 ottobre 2012 alle 15:03:

    Non vedo consequenzialità nel suo ragionamento. I professori, dice lei, lavorano quasi tutti 24-30 ore senza riconoscimento pubblico… quindi è giusto aumentare il loro orario a parità di stipendio. Mah. Ciò che contano, dice lei, non sono per i prof la qualità dell’insegnamento… quindi aumentando il carico di lavoro – par di capire – la qualità aumenterà? Boh. E i docenti che si ritroveranno, dopo anni o decenni di precariato, senza uno stipendio da un anno all’altro, quelli sono parassiti? Che possono essere lasciati per strada senza nemmeno un grazie quando sono loro che portano linfa vitale alla scuola pubblica? Perché lei non ha nulla da ridire, ad esempio, sui 223 milioni di euro destinati alle scuole private (assai più dei 181 che quest’improvvida iniziativa del governo dovrebbe far risparmiare). Se l’ha ammesso anche Profumo che della scuola non gli importa nulla, ma ciò che conta è fare cassa: “Si può cambiare metodo purchè i conti tornino lo stesso”, parafrasando liberamente. Volete umiliare la categoria, l’abbiamo capito, forse se lo merita pure, ma almeno non vi trincerate dietro argomentazioni ipocrite.

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    1. giovanna caratelli il 23 ottobre 2012 alle 14:59:

    Sono un’ insegnante di sinistra ma mi riconosco pienamente in questo articolo, tuttavia c’è un passaggio che non condivido. Perchè anche questa proposta non fa emergere il lavoro sommerso e porta a 24 il lavoro “frontale” con danno per la qualità dell’insegnamento e per tutte quelle attività che gli insegnanti oggi fanno a titolo quasi gratuito per supplire a tutte le carenze della scuola. Le faccio un brevissimo resoconto della giornata di oggi una giornata “tipo”: due ore di lezione in una classe II Alberghiero (tre studenti disabili, una straniera, tre in casa famiglia, due orfani di padre una ragazza affidata alla zia per padre violento e questo NON è un’eccezione)3 ora GLH per studente disabile di un’altra classe 4 ora incontro con università di Salamanca per organizzare settimana di stage linguistico, 5 ora in quinta, lezione di storia con mio computer personale visto documenti di Istituto Luce su impresa di Fiume. Tornata a casa ho scritto l’articolo per la stampa locale su incontro con gli spagnoli. Insomma mi sarebbe proprio piaciuto che Profumo avesse detto portiamo il lavoro degli insegnanti anche a 30 ore per completare l’offerta agli studenti ma anche questa volta si preferisce ricalcare il vecchio luogo comune: gli insegnanti hanno un sacco di ferie e lavorano poco, peccato.

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    1. maxmax il 23 ottobre 2012 alle 14:49:

    Chef, pienamente d’ accordo con lei. Il problema principale è che in italia manca il manico. Mi spiego meglio. Negli Stati Uniti d’ America, negli anni 80 Ronald Raegan ha potuto licenziare i controllori di volo e Margareth Thatcher nel Regno Unito ha potuto sconfiggere le Trade Unions dopo il famoso sciopero dei minatori perchè erano leader veri supportati da altri politici veri. Qui da noi ce li immaginiamo ABC che dopo averci rotto le tasche con IMU e altro possano pensare,vista la vicinanza con le elezioni di appoggiare una norma di buon senso come quella del ministro Profumo?

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    1. Luciano il 23 ottobre 2012 alle 14:49:

    Porro parla di tutto sapendo niente. la sua attività lavorativa non ha la benché minima utilità. il suo lavoro è totalmente inutile. Il lavoro dei tre maestri invece (maestri e non maestre, come scrive porro in senso dispregiativo) ha tirato su due (purtroppo) dei miei tre figli (il terzo avrà un solo maestro) e pur non essendo io maestro devo dire in modo egregio.

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    1. valentina il 23 ottobre 2012 alle 14:43:

    scusate sopra intendevo 24… ovviamente

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    1. valentina il 23 ottobre 2012 alle 14:42:

    Lo stato ha SCELTO di far lavorare per anni ( anche 10 o 20) lo stesso personale senza mai stabilizzarlo. Adesso non può far finta di niente. Valutare gli insegnanti per come lavorano in classe può migliorare la qualità dell’insegnamento, non aumentare le ore indiscriminatamente. Chi non fa nulla nelle 18 ore è difficile che faccia di più in 18.

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    1. Vincenzo Sciotto il 23 ottobre 2012 alle 14:31:

    Condivido pienamente la proposta del Ministro . Tra l’altro ai miei tempi le ore di lezione duravano 45 minuti ! per cui se le cose non sono cambiate le 18 ore non sarebbero tali ma 13 e 1/2 !! Capisco che i prof più impegnati debbano correggere i compiti in classe il pomeriggio ma molti fanno lezioni private/ripetizioni (sempre fatturate?) o svolgono altre attività professionali. Purtroppo rientra tutto nella logica del “posto fisso pubblico” e la conseguenza è che ci ritroviamo una schiera di ipergarantiti che pure si lamentano…. Ps le 13h30 le faccio quasi in un giorno ! un saluto

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    1. Dipendente Privato il 23 ottobre 2012 alle 14:27:

    Nell’industria, nel commercio ed in genere nel “privato”, senza contare gli straordinari, il monte ore annuo è 1760 ore. MILLESETTECENTOSESSANTA ORE, Il 54% in più dei professori ex sessantottini che prima protestavano per riformare la scuola, oggi protestano per la riforma della scuola.

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    1. Francesco M. il 23 ottobre 2012 alle 14:25:

    Mi dispiace che anche Nicola Porro, giornalista che stimo, parli di scuola senza sapere quello che dice…solo quando si parla di scuola nessuno, e soprattutto giornalisti e opinionisti vari,sentono il bisogno di documentarsi…di scuola si parla come si parla di calcio;

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    1. toryto ayala il 23 ottobre 2012 alle 14:22:

    Caro dott.Porro lei è un pressapochista e qualunquista alla stregua di Grillo. Ma sa quanto guadagna un docente precario al mese?.1300 euro compreso viaggi e pasti. Parla di casta .Ha mai insegnato in vita sua? Sa che l’istruzione è una risorsa strategica per la nazione e non una fastidiosa spesa da tagliare. Sa questo governo quanto ha destinato alle scuole private quest’anno? 223 milioni di euro andando contro il dettato costituzionale. Se proprio c’è da tagliare diamo una sforbiciata alle testate giornalistiche come la sua che non contribuiscono ne al sapere e ne alla informazione.

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    1. romy il 23 ottobre 2012 alle 14:01:

    Da ex lavoratore della Scuola oggi in pensione,da ex Sindacalista impegnato a 360°,da ex esponente eletto nei vari Consigli Scolastici della Scuola,sia a livello Provinciale che Regionale,per la miriade di incontri svolti a livello Ministeriale,per il lavoro svolto nelle varie lotte per i contratti di lavoro,ecc.ecc.ecc.condivido in pieno quanto scritto dal dott.Porro.

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    1. Anna Elisa Carrisi il 23 ottobre 2012 alle 13:47:

    Il suo articolo “Se i prof. si inchinano …” è una vera vergogna e se ha un minimo di buon senso la prego di scusarsi. Capisco che a volte si è costretti a scrivere in fretta e che nell’era del commento facile non è sempre necessario verificare quel che si sta scrivendo, ma informarsi prima di dire bugie e cattoverie rimane l’unico modo valido per non offendere le persone. Sono precaria da 10 anni e in questi anni ho investito tempo, denaro ed energie per formarmi e per poter diventare una buona insegnante. Ho scelto questo mestiere perché era quello che mi piaceva fare e non perché a scuola si lavora poco e si vive sulle spalle degli altri. Ho superato un esame di ammissione al corso SSIS nel’ormai lontano 2002 e nel bando di accesso era chiaramente specificato che il numero dei posti messi a disposizione era stato calcolato sulle effettive esigenze del territorio. Ci ho creduto e ho sbagliato! Ci ho creduto e ho affrontato 35 altri esami, oltre a quelli che già avevo sostenuto all’università, e un esame di stato finale, mi sono inserita in graduatoria, ho lavorato anche per quattro ore a settimana distribuite su tre giorni pur di riuscire a “fare il punteggio” e nel frattempo mi sono formata attraverso un dottorato di ricerca (esperienza altamente formativa che nelle graduatorie e nel bando del concorso ha una valore del tutto marginale), più corsi di perfezionamento, attestati di lingua straniera e di informatica di livello avanzato, ho seguito i corsi di aggiornamento organizzati dalle scuole, mi sono occupata di didattica e ho pubblicato alcuni lavori. Ora lo Stato non ha più bisogno di me, mi tira un calcio nel sedere e neppure mi ringrazia! Ma non bastava una laurea per pochi anni di collaborazione? perché impagnarci così tanto per poi costringerci a inventare un nuovo mestiere? Probabilmente ha ragione lei, lo Stato prima ci obbliga a formarci e poi ci manda a quel paese perché così i “conti tornano”, ma non crede che il suo posto lo merito io?

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    1. Nicola il 23 ottobre 2012 alle 13:37:

    Caro Porro sono un assiduo lettore del ns quotidiano.A voce alta dico che LEI è preparato sulla zuppa “ECONOMICA”,però stavolta non sono d’accordo che mi cade sulla scuola.
    1°I “proff”: ore lavorative 600-700 ore.stipendio €1.300,00
    (NB Prof ordinario universitario ORE di LEZIONE da 60 a 90 ore anno accademico,.;con €3.000,00-€7.000,00)
    Risposta:Lei ha MAI avuto in casa una professoressa?
    Pare di no,si rende conto cosa fa a casa per il suo lavoro?A volte non la vedo per ore,mica si mette comodo come me dopo le mie 7h 15′.
    DEVE FARE:
    A)Correzione dei compiti
    B)Preparazione della lezione succesiva
    C)Colloqui con i genitori (a scuola)niente money
    D)Scrutini sino alle 19:00 e.oltre… passa “niente money”
    E)Inserimento voti da casa con il pc con bolletta enel “E IO PAGO”
    F)Stampa per le tracce dei compiti ….E IO PAGO
    G)Visura homepage della scuoa:comuincazioni e ….
    H)Uso telefono di casa per questioni di lavoro con colleghi …E IO PAGO.
    I)Disponibilità sino alle ferie che sono dal 1/31 AGOSTO.
    Scusi adesso la lascio perchè la prof ha finito di preparare il pranzo.
    a DENTI STRETTI:Certo che non fà il doppio e triplo lavoro.
    Con simpatia
    ps Riscriverò ancora sull’argomento.

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    1. fornaciari marco il 23 ottobre 2012 alle 13:34:

    son d’accordo con lei marco

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    1. Maleopaint il 23 ottobre 2012 alle 13:20:

    Ma caro Cuoco,non facciamo finta di non sere che quasi tutti i prof danno lezioni private!profumatamente pagate e rigorosamente IN NERO .Se devono lavorare qualche ora in piú con lo stesso stendio,chiaramente ci perdono.Vedrai che la spuntano e riescono a restare con le loro scandalose 18 ore di lavoro settimanali,oppure avranno un aumento di stipendio.Accetto scommesse

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    1. Ottorino POMILIO il 23 ottobre 2012 alle 13:20:

    Tolti i Prof. “seri” (che comunque mi sembra di capire non arrivano alle 32 ore settimanali) il resto del tempo come lo impiegano ?
    Dando ripetizioni ?
    Facendo un secondo (o primo lavoro penso ai professori di materie tecniche) ?
    Ed i redditi saranno tutti alla luce del sole dato che sono sempre giustamente a lamentarsi della evasione … fatta però da altri !

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    1. franco epifanio il 23 ottobre 2012 alle 13:17:

    Caro Nicola Porro,hai fatto una fotografia precisa sul mondo della scuola.Quello che scrivi rispecchia esattamente la realtà in cui vive il mondo scolastico.
    Sì è verissimo,i vari partiti prendono le difese degli insegnanti solo per un calcolo di bottega,essendo gli operatori scolastici molto numerosi e quindi potrebbero tornare utili per il risultato delle prossime elezioni.
    Però ad onore del vero va detto che il partito che ha sempre avuto un maggiore interesse a prendere le difese della categoria scuola è il PD e la sinistra in generale,difatti la scuola ha sempre rappresentato un grande serbatoio di voti per la sinistra.
    Le ragioni di questo vanno ricercate sul fatto che
    la sinistra è da sempre il difensore d’ufficio dei vari fannulloni che si annidano nelle varie amministrazioni pubbliche.
    Ora l’intenzione meritevole del ministro che vorrebbe portare le ore di insegnamento a 24 ore settimanali,difficilmente potrà passare specialmente in questo periodo in cui saranno prossime le elezioni.
    Quello che dispiace è che anche il PDL si è accodato a fare ostruzionismo al ministro della scuola. A quelli del PdL mi sento di dire che loro
    con questo atteggiamento non raccoglieranno proprio nulla in termini di voti.Gli operatori scolastici oramai sono già indottrinati e,furbescamente,per tutelare i loro interessi,sanno già per chi votare.
    f.e.

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    1. mario il 23 ottobre 2012 alle 13:08:

    Mio caro Porro bisognerebbe scrivere quando si conosce l’argomento, non per fare “audience”. Mi sembra quantomeno INGENEROSO scrivere sulla categoria degli insegnanti senza tener conto che negli ultimi anni è stata continuamente bastonata. Faccio il vice preside, di fatto non ho giorno libero, lavoro a scuola e anche a casa, ho verifiche quasi settimanali da correggere, utilizzo la mia connessione internet per aggiornare le mie lezioni, mi aggiorno a mie spese ecc. ecc. e porto a casa meno soldi di un operaio Luxottica che ho contribuito a formare 3 anni fa… Serve altro? Troppo comodo dire che ci sono insegnanti poco validi e quindi si taglia a tutti! Si vada in cerca di chi non lavora e si premi chi invece si da da fare! Si può fare tranquillamente, solo che è più facile sparare nel mucchio e fare “audience” come fa lei. Non vedo l’ora che anche gli insegnanti possano avere un badge così potrò timbrare e tutti si accoderanno e aspetteranno pazientemente il loro turno, a prescindere da problemi disagi e quant’altro.
    Un cordiale saluto
    Mario De Bon

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    1. mario il 23 ottobre 2012 alle 12:54:

    Mio caro Porro bisognerebbe scrivere quando si conosce l’argomento, non per fare “audience”. Mi sembra quantomeno INGENEROSO

    Rating: -1 (from 15 votes)

    1. Luigi il 23 ottobre 2012 alle 12:49:

    Gentile signor Porro,
    Gentile signor Porro,
    sono un insegnante di scuola media. Comprendo che in questo periodo il “dagli addosso al docente” sia lo sport nazionale”, ma a volte ci vuole un po’ di originalità o, meglio, un po’ di “comprensione delle variabili”. Qui la variabile è che è vero che quello del docente è un bel mestiere, se non sei uno a cui piace lavorare. Fai verifiche brevi, non fai fare i temi, così non li correggi; in classe assegni qualche esercizio, mentre tu ti compili il registro … si, qualcuno fa così. Però bisogna considerare che c’è gente che insegna nei quartieri difficili, dove gli studenti ti insultano e ti sputano per 18 ore, e ora potrebbero farlo per 24 ore. Insegnare nelle scuole di Bari Vecchia o della Napoli difficile non è un mestiere per tutti. E’ per gente con gli attributi, o con la dedizione, faccia un po’ lei. Anche a questi vogliamo aumentare il carico di lavoro, che già comporta minacce di morte da parte di boss in erba di 14 anni? Mah!
    Ma veniamo a me. Io (“guarda un po’”, dirà lei) sono uno che già fa 21 ore, cioè 18 + 3 per gli stranieri. Sono infatti uno dei pochi che a scuola si sobbarca l’insegnamento della lingua italiana agli alunni stranieri. Lavoro in una scuola nella provincia di Vicenza in cui il 20% degli alunni è straniero. Ogni giorno scelgo e fotocopio per loro regole di grammatica e brani facilitati. Faccio il coordinatore della mia classe (smisto documenti, aiuto a compilare i moduli per l’iscrizione, inseguo i colleghi per fare loro firmare i verbali e i documenti); parlo con la preside dei problemi disciplinari in classe (ore e ore su come risolverli, quali punizioni dare, ecc). E poi correggo le verifiche: attualmente ho 50 alunni in due classi: faccio 4 temi, quattro verifiche di grammatica, 4 di geografia e quattro di storia all’anno. Si faccia i conti del mio lavoro a casa: 16 per 50 alunni per 15 minuti a verifica (ma lei sa che per correggere temi lunghi ci vogliono anche 30 minuti). Sono 200 ore. Ci aggiunga le verifiche del corso per stranieri: 44 all’anno per 15 sono altre 11 ore. Poi per contratto devo fare dalle 25 alle 40 ore di riunioni all’anno e dalle 15 alle 30 (con un max di 40 per consigli di classe e scrutini). Poi il preside organizza riunioni per commissioni e dipartimenti, per la programmazione e per l’aggiornamento; poi bisogna compilare il registro, avere rapporti con i genitori, scegliere i libri di testo, preparare le lezioni anche per gli alunni con problemi o disabilità varie, e tante altre cose che ora non mi vengono in mente. Le gite non le faccio più: non conviene economicamente.
    Detto questo, così riflette con più elementi prima di “sparare” in modo così poco equilibrato, sa cosa farà la riforma delle 24 ore? Chi lavora molto, come me, lavorerà un terzo delle ore in più. Chi non lavora bene, continuerà a non farlo. Tutti i lavoratori pubblici possono fare gli assenteisti, tranne noi, che abbiamo le classi. Noi non abbiamo amici che passano il badge, e che non possono essere licenziati perché li ha messi in quel posto il politico di turno. Insegnante si diventa per concorso o per graduatoria. Non si nasce insegnante, non è un titolo nobiliare. Anche lei, se le piace, può farlo. Anche un contadino o un operaio può farlo: basta che studi. Ma lo studio non è per tutti. Quando a 20 anni i miei amici andavano a bisbocciare in discoteca con le ragazze, io li invidiavo, ma dovevo preparare esami e concorsi. Non tutti possono studiare, così come non tutti possono affrontare il duro lavoro delle fabbriche. Non facciamo paragoni idioti: ognuno deve fare il lavoro per cui è portato. Ma tutti possono scegliere. Scelga anche lei: si informi bene, venga a vedere cosa si fa a scuola e raddrizzi il tiro. Simpaticamente, a presto

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    1. Paolo Da Lama il 23 ottobre 2012 alle 12:46:

    Egr. Porro,
    il problema è che non solo la Scuola, ma ogni azienda pubblica, è principalmente un catino per l’occupazione.
    E’ il miglior viatico per il politico che si guadagna il consenso, per il sindacato che mantiene le tessere.
    Figuriamoci poi se qualcuno di azzarda a toccarle nel pieno della campagna elettorale.
    Ma nel caso della Scuola la circostanza assume i connotati del dramma, perchè assistere alle sceneggiate di piazza con pagliacci che battono tamburi gridando slogan con le bandiere rosse in mano invece di essere in cattedra a fare gli educatori dei nostri figli mette paura.
    Non è solo un fattore economico come da lei opportunamente descritto.
    E scommetto che la maggioranza di questi prof. ha pure il coraggio di parlare di etica.
    Di deontologia. Ma sempre di quella degli altri.
    Mandiamoli di nuovo a studiare e a imparare le regole base della disciplina in un bel collegio di quelli di una volta di cui mi parlava mio nonno.
    Fannulloni, diseducativi, asini e creatori di una bella fetta di Debito Pubblico.

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    1. Elisa il 23 ottobre 2012 alle 12:07:

    Caro Nicola Porro,
    non ho tempo per spiegarti quanto duro sia il lavoro del docente oggi, tra preparazione delle lezioni (ogni docente che fa seriamente il proprio lavoro prepara nei dettagli ogni singola lezione, cercando materiale multimediale, argomenti in grado di suscitare l’interesse degli alunni, attività che li coinvolgano in un apprendimento significativo dei contenuti proposti etc), correzione dei compiti in classe e delle attività svolte a casa, collegi dei docenti (uno al mese di 2 ore), consigli di classe (uno al mese per ogni classe), incontri con i genitori, programmazione del percorso didattico dell’intero anno scolastico, relazione finale e dettagliata del percorso educativo svolto in ogni classe, corsi d’aggiornamento (qualche volta autofinanziati perché l’iter burocratico è sempre troppo lento specie se si tratta di corsi tenuti all’estero). Aggiungo alle attività pratiche che ti ho appena elencato la considerazione dell’energia mentale, spirituale e fisica (la voce prima o poi va via a noi tutti) che occorre investire in ciascuna delle ore d’insegnamento per riuscire a indirizzare, interessare e in alcuni casi domare una platea di circa trenta adolescenti i quali quando entrano in classe sono profondamente immersi in tutt’altro tipo di coinvolgimento emotivo e psicologico (legato alle difficoltà esistenziali dell’adolescenza ma anche ai mille stimoli che ricevono dalla società racchiusa nel loro inseparabile i-phone). Tale è l’energia richiesta dall’ora di lezione che spesso dopo una o due ore ci si sente già esausti.
    Immagina se io giudicassi il lavoro di un presentatore televisivo o di un giornalista dall’ora di diretta o dall’articolo scritto. Non ti sembra un po’ superficiale il tuo giudizio?
    Sono laureata e specializzata in corsi post-lauream, eppure il mio lavoro viene valutato in termini economici meno di quello di un muratore (1300 euro mensili), non ti sembra mortificante? E non ti sembra mortificante parlare di casta per una classe sociale mortificata dagli aumenti continui del costo della vita e dal blocco degli scatti di carriera (legati solo all’anzianità- questo sì sarebbe da cambiare) con uno stipendio che è il più basso (dopo Grecia e Portogallo)del mondo occidentale?
    Mi sarei aspettata da un paese civile sull’orlo del default un minimo di attenzione e interesse nell’investire nella scuola e nell’istruzione, invece i conti come al solito li vogliono far pagare ai soliti noti con stipendio intorno ai mille euro… Mi parli di casta? Provo una rabbia fortissima perché purtroppo la miopia e il qualunquismo che hanno caratterizzato il tuo intervento regnano sovrani, e l’Italia va giù!

    Rating: +17 (from 43 votes)

    1. andrea il 23 ottobre 2012 alle 12:01:

    la scuola ha bisogno di aggiornamento insegnanti, di laboratori, di intonaci che non cadono sulla testa di chi la scuola la vive. basta con i tagli,con il blocco degli stipendi, degli scatti di anzianità. l’unica cosa che stanno pensando i nostri politici e quello di aumentare le lezioni frontali dei docenti. una scuola che vale comincia con la soddisfazione di chi ci lavora e non con l’indignazione e lo scarso credito sociale del docente

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    Il ministro dell’Istruzione, Profumo, ha inserito nell’ultima legge di stabilità l’aumento, a parità di stipendio, dell’orario di lavoro per professori di scuola. La legge prevede il passaggio da 18 ore settimanali a 24. In cambio i professori otterrebbero 15 giorni di vacanze in più all’anno.
    Si tratta di una buona proposta. Ed è precisamente per questo motivo che essa non passerà. Il coro dei contrari è unanime: dai professori ai sindacati. Dal Pd al Pdl. In un momento in cui a tutti è chiesto un grande sacrificio, la casta delle nostre scuole non ci sta. Appoggiata dalla politica che la considera, proprio per la sua numerosità, un bacino elettorale da non contrariare. I contribuenti sopportano più tasse, hanno meno detrazioni, le imprese pagano più che nel resto d’Europa, le aziende private sono costrette a fare contratti di solidarietà, le fabbriche chiudono, abbiamo almeno un milione di pensionati (tra esodati e ricongiunzioni onerose) in ambasce, ma i nostri professori considerano un loro diritto intoccabile lavorare 18 ore alla settimana. E l’aumento di sei ore viene considerato pericoloso. Per essere precisi un insegnante di italiano lavora circa 700-800 ore l’anno, per 165-175 giorni. Fate un conto su voi stessi.
    Sindacati e professori dicono che lavorano anche al di fuori dell’aula. Sacrosanto. Ma per quale motivo non hanno mai voluto quantificarlo nei loro contratti collettivi? Per quale motivo la maggioranza dei nostri insegnanti gode di fatto di più ferie di quante essi avrebbero sulla carta? Motivo per il quale possono allegramente considerare l’aumento delle ferie proposto dal governo (da 35 giorni a 50) non come un miglioramento della loro vita lavorativa, ma come qualcosa che già hanno in tasca.
    Cosa insegna questa storia?
    Insegnanti, politici e sindacati come prima cosa obiettano che con questo innalzamento dell’orario di lavoro, verrebbero meno le necessità di supplenza e dunque ci sarebbe minore necessità di ricorrere a insegnanti precari per coprire i buchi. È precisamente il motivo per cui Profumo ha pensato la norma: i dipendenti pubblici lavorino di più, così da contribuire alla riduzione dei costi dello Stato. Questa obiezione tradisce il senso ultimo delle palle ideologiche sulla formazione che si sentono in giro. La pubblica istruzione non è pensata per le generazioni future, ma come ammortizzatore sociale per il lavoro. Ciò che contano non sono gli studenti e la qualità dell’istruzione, ma la possibilità di impiegare più personale. Almeno abbiate il coraggio di dirlo chiaramente, senza ipocrisie: la scuola non serve a formare studenti, ma a generare posti di lavoro. Qualche sospetto lo avevamo da tempo: dietro a tante belle questioni pedagogiche, il passaggio alle tre maestre elementari poggiava le sue radici più profonde e nobili nella necessità di triplicare le cattedre.
    La scuola è l’ultimo residuo del consociativismo che ha generato irresponsabilmente il nostro debito pubblico. Sinistra e destra a parole dicono che si deve investire nel futuro dei giovani, in pratica perseguono solo il loro interesse clientelare e corporativo di coccolare una vasta base elettorale, che soprattutto in campagna elettorale è molto utile. I politici, per la gran parte contrari all’innalzamento dell’orario di lavoro, cadono in una contraddizione clamorosa. Da una parte si mostrano indignati per gli aumenti della pressione fiscale e dall’altra ne sono responsabili mettendosi contro ad ogni tentativo serio di taglio e riorganizzazione della spesa pubblica.
    L’ultima considerazione riguarda quei numerosi professori che ancora svolgono il loro dovere con coscienza e serietà. Che già oggi lavorano 24-30 ore alla settimana, senza alcun riconoscimento pubblico, che amano i loro studenti e la propria missione. E che vedono la professione schiacciata da un conformismo al ribasso in cui ai diritti sindacali non corrisponda alcun dovere educativo. Dal punto di vista lavorativo sono proprio costoro i primi a pagare il micidiale accordo consociativo basato sullo scambio: poco lavoro, poco stipendio.
    E gli studenti? A no, quelli non contano. Sono solo uno strumento di lavoro.









Postato il Sabato, 27 ottobre 2012 ore 14:07:08 CEST di Salvatore Indelicato
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