Carissimi,
con questo breve saluto auguro un proficuo anno di lavoro alla scuola
siciliana, una realtà che ho imparato a conoscere nei suoi aspetti
migliori come nelle sue criticità. In questi mesi di impegno
istituzionale ho avuto modo di apprezzare le tante realtà virtuose e di
comprendere le difficoltà e i limiti storici che tuttora affliggono la
nostra scuola. Limiti e difficoltà che colpiscono più duramente la
qualità del servizio in molte zone già fortemente svantaggiate sotto il
profilo economico e sociale. Pertanto, sento di dover ringraziare
innanzitutto il personale delle istituzioni scolastiche che operano in
queste aree della Sicilia, assicurando che l’Ufficio Scolastico
Regionale è costantemente vicino a tali situazioni anche con interventi
specifici messi a punto di concerto con il Ministero dell’Istruzione.
Ma, certamente, i progetti da soli non sono sufficienti: nella scuola
occorre avere fiducia. Lo ai nostri primi interlocutori, le famiglie,
alle quali chiedo di essere meno “giudicanti” e di assumere un
atteggiamento di collaborazione, per rafforzare quel patto formativo
che sta alla base dell’istruzione e dell’educazione dei loro figli.
Agli studenti chiedo di affidarsi con fiducia ai propri insegnanti,
nella consapevolezza che questi compiono al meglio il proprio mestiere
e che il lavoro dell’insegnante è strettamente connesso all’impegno dei
propri studenti. Agli insegnanti dico infine che conosco le difficoltà
del lavoro, ma anche le soddisfazioni del rapporto quotidiano con i
bambini e gli adolescenti in formazione. Chiedo loro uno sforzo
supplementare nei confronti dei ragazzi che incontrano maggiore
difficoltà. La sfida dell’apprendimento non ci chiama unicamente allo
sviluppo delle intelligenze e delle capacità di chi è naturalmente
portato allo studio e all’applicazione. E’ un principio professionale
ed etico ineludibile guardare alle capacità di ciascuno per
valorizzarne al meglio i talenti. Il nostro impegno più difficile
“nell’insegnare a chi non vuole imparare”, per parafrasare il titolo di
un saggio di qualche anno addietro, nel tenere sempre più vicini
alla scuola e lontani da ogni forma di emarginazione il maggior numero
di adolescenti. La scuola non è avulsa dal contesto in cui vive, ma mi
sento di poter rassicurare studenti, famiglie e operatori che la scuola
italiana e quella siciliana in particolare, pur in situazioni di forte
difficoltà, mantengono una compattezza e una comunità d’intenti
solidale che costituiscono la forza aggregante della sua quotidiana
azione di istruzione e di educazione. Un caro saluto.
Maria Luisa
Altomonte