“Fermiamo il
nuovo concorso”. Il Capogruppo Lega Nord Commissione Istruzione del
Senato, Mario Pittoni, scende in campo a sostegno dei docenti precari
in rivolta contro il concorso. Il senatore leghista contesta
l’operazione voluta dal Ministro Profumo, e non condivide la battuta di
quest’ultimo secondo cui “protestare è legittimo ma non è di alcuna
utilità”. L’esponente del Carroccio plaude invece alla “sollevazione
degli insegnanti precari contro l’annunciata riesumazione di vecchi
meccanismi concorsuali che premiano tutto meno che il merito, e che -
proprio per questo - si sperava ormai consegnati alla storia. Il
ministro ci consenta di dissentire. Se si vuole affrontare seriamente i
problemi, serve prima di tutto un quadro completo e approfondito della
situazione. Questo significa ascoltare tutte le parti interessate.
Tutte”. Lo stesso Giorgio Israel, ricorda il senatore, si è chiesto sul
Gazzettino se non sia elementare buon senso che prima di escogitare
rimedi per la scuola si faccia un’analisi dei suoi mali. “Se gli
insegnanti precari si organizzano contro il nuovo-vecchio concorso –
prosegue Pittoni - è perché il ministro dà la sensazione di
muoversi senza avere chiaro il quadro della complessa realtà della
nostra istruzione, puntando al semplice tornaconto mediatico. Come
quando si prende il merito delle recenti immissioni in ruolo e di
quelle del prossimo anno, dimenticando, si fa per dire, che sono
contenute nel piano di stabilizzazioni triennale definito da una legge
del Governo precedente. Nel caso del bando di concorso annunciato per
il 24 settembre prossimo, lo scontro nasce dall’avere ignorato due
suggerimenti che ci eravamo permessi di portare all’attenzione
del ministro già al suo insediamento: tenere conto delle
peculiarità delle quattro categorie interessate e cioè insegnanti
iscritti nelle graduatorie provinciali ad esaurimento, nuovi abilitati
non ancora iscritti in alcuna graduatorie, abilitandi e non abilitati
che hanno maturato un certo periodo di servizio; intervenire sulla
disomogeneità di valutazione sul territorio, segnalata da tutte le
indagini internazionali, che penalizza pesantemente la parte più
avanzata del Paese, che poi tiene in piedi l’intera baracca. Sul tavolo
del ministro c’è un nostro progetto per avviare un percorso di
riequilibrio”. E invece il ministro Profumo, sempre secondo Pittoni,
“alla faccia della spending review, che con la riforma del reclutamento
di là da venire imporrebbe di risparmiare almeno questi soldi, cioè
milioni di euro, viste le centinaia di migliaia di insegnanti titolati
ancora in lista d’attesa per la cattedra, presenta un concorso che si
rifà a un decreto interministeriale del 1998, il quale non consente la
partecipazione di chi si è laureato nell’ultimo decennio. Con tanti
saluti all’annunciata apertura ai giovani”. Contraddittoria, secondo
Pittoni, è anche “l’affermazione di voler operare in modo che si
svuotino al più presto le graduatorie ad esaurimento”. La nuova tornata
concorsuale “porta infatti all’eliminazione delle vecchie graduatorie
di merito, che in molte regioni soprattutto del Nord sono esaurite.
Questo negli ultimi tempi ha consentito il 100 per cento delle
immissioni in ruolo dalle graduatorie provinciali ad esaurimento,
accelerandone così il processo di svuotamento. Ciò adesso non sarà più
possibile, dovendo rispettare il tetto del 50 per cento previsto in
presenza di vincitori del nuovo concorso che - in assenza di
aggiornamento delle regole su base regionale, come da noi chiesto a
gran voce per garantire un minimo di omogeneità di valutazione -
favorirà chi arriva dalle aree dove i punteggi crescono più velocemente
del lievito”.
Vincenzo
Brancatisano
vi.bra@fastwebnet.it