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Riforma: La prima versione dell’intervista a 'La Repubblica' del ministro Francesco Profum

Sindacati
Il SISA, Sindacato Indipendente Scuola e Ambiente, ha reperito la prima versione dell’intervista a “La Repubblica” del ministro Francesco Profumo, frutto di un momento di sincerità. Ne forniamo di seguito il testo.

Ministro, ha detto che lascerà un’Italia migliore alla fine della sua esperienza di governo, che ritorneremo un grande paese. Come?

Viviamo al di sopra delle nostre possibilità, o meglio c’è una forte spesa pubblica, ma poiché sprechi e spese militari, nonché costi della politica, sono difficili da tagliare, ci rifaremo su scuola, pensioni e sanità, noi e quelli che andranno al governo dopo di noi. Per altro questi tagli sono i soli approvati dalle organizzazioni internazionali, tutte di orientamento liberista, come di fatto il nostro governo, e in questo modo lo spread resterà basso, evitando almeno di pagare interessi miliardari sulle aste periodiche che dobbiamo fare.

Ministro Profumo, l’esecutivo taglia la funzione pubblica e riduce i dipendenti statali, lei nella stagione 2012-2013 porterà 55mila nuovi insegnanti nelle scuole, come riesce ad applicare politiche alla Hollande all’interno di un governo tutto rigore e liberismo?

Intanto devo ringraziare voi operatori dei grandi mezzi di informazione, da dieci giorni parlate di tutte queste assunzioni e la maggioranza degli italiani ora ci crede, certo chi conosce la scuola sa che non è vero, ma il vostro lavoro è prezioso. Grazie anche per paragonarmi ad Hollande, che poi è tutto fumo e poco arrosto, visto che ora applica politiche di rigore pure lui, anche se aveva promosso più stato sociale per farsi eleggere. In realtà con le supplenze annuali più o meno tutti questi presunti 55mila insegnanti già lavoravano da anni, anzi, le dirò, che al netto dei pensionamenti, per i quali fingo di aver ripristinato il turn over che sempre c’è stato, mi mantengo nella linea dei tagli del ministro Gelmini, nel prossimo anno scolastico ci saranno in servizio meno insegnanti che l’anno passato e l’anno seguente ancora meno. I concorsi li organizzo per chi ha già vinto un concorso ed è abilitato, in realtà non li organizzo per i giovani o i neolaureati, anche perché abbiamo tolto il diritto ad abilitarsi attraverso un concorso. E questi giovani e neolaureati, poiché non sono abilitati, non possono partecipare. È solo un rimescolamento delle graduatorie attraverso cui facciamo credere agli italiani che stiamo creando nuovi posti di lavoro.

Dettagliamo i numeri in tutti e tre i gradi di scuola.

Lasci perdere il dettaglio, sono quelli dei contingenti stabiliti da anni, non c’è alcuna novità. Piuttosto devo ammettere che al concorso dovrò ammettere i diplomati magistrali pre-2002, perché purtroppo quello era un diploma abilitante. Al MIUR abbiam provato per anni a non riconoscere questa ovvietà, ma oramai ci siamo arresi.

In primavera avremo un nuovo concorso? Due nella stessa stagione dopo che il mondo della scuola è stato senza per tredici anni?

Ogni due anni ci sarà una nuova prova, questa del nuovo concorso in primavera l’ho buttata lì per prevenire ricorsi e sanare gli inevitabili errori che commetteremo bandendo quello di settembre, in realtà non so neanche io come e cosa faremo, ma le ripeto, tutta questa serie di nuovi concorsi per gli abilitati, non per i neolaureati, serve per scardinare le vecchie graduatorie e dividere i precari, più sono divisi, meno manifesteranno contro il governo presente e futuro.

I precari storici, che hanno vinto i concorsi del 1990, 1994, 1999, lamentano la lesione di un diritto e chiedono tutti i posti disponibili. È una notizia di oggi che sono entrati in ruolo un precario di 63 anni e uno di 65.

In realtà i posti sono tutti per loro, come detto, perché solo gli abilitati possono partecipare, la favola di portare giovani insegnanti in cattedra serve per convincere il paese del buon lavoro del governo. Piuttosto la vera novità, infischiandocene che si possa cambiare lavoro nella vita, anche se noi auspichiamo come governo che i giovani cambino molti lavori nel corso della loro vita, è quella della schedatura di tutti i precari che sono nelle graduatorie, attraverso l’INPS, vorremmo arrivare ad escludere dalla possibilità di partecipare al concorso coloro che per sopravvivere, avendo a volte anche 40 o 50 anni, svolgono altre attività. Insomma li vorremmo escludere dalla scuola, ma capisco che possa essere incostituzionale, vedremo di studiare meglio i termini della questione.

Per il prossimo concorso quello che sarà reso pubblico il 24 settembre, si attendono 200mila candidati 12mila posti, gli altri 190mila entreranno in una nuova graduatoria?

Ma no assolutamente, anche perché al 90% sono già tutti in graduatoria, salvo le poche eccezioni che come detto in altre circostanze dobbiamo contemplare, avendo una serie di ricorsi alla magistratura che ci obbligano in questo senso.

Il test preselettivo sarà a quiz. I contestati quiz.

Veda, prima di tutto questi quiz servono per dar lavoro a chi li stende, a chi li stampa, è una macchina già rodata coi concorsi per la docenza all’estero e quello per i dirigenti scolastici, nonché il TFA. Ci sono interessi, ovviamente privati, che vanno tutelati. Poi, con la scusa che ci dobbiamo avvicinare all’Europa, infileremo domande su francese, inglese, spagnolo e tedesco, in modo da riciclare qualche quiz del concorso per l’estero e inventare, insieme alle solite domande sbagliate, un buon criterio per ridurre a 60mila i partecipanti per le prove scritte e orali. Che se passassero tutti sarebbe un disastro organizzativo e va bene che pagheremo le commissioni esaminatrici, ma non ne possiamo creare più di un certo numero. Il concorso è per molti aspetti inutile, come le ho spiegato, visto che vi partecipano persone che aspettano da anni l’immissione in ruolo, ma serve a farci fare bella figura, Monti mi ha detto che è un ottimo colpo di immagine per il governo, ma non deve costare troppo, quindi i quiz sono un bel modo per contenere i costi.

Lei dovrebbe essere più severo coi suoi collaboratori, un concorso per presidi e una per i tirocini formativi sono diventati campi di battaglia. Un errore ogni cinque domande di test, impresentabile, e centinaia di ricorsi in tutta Italia.

Ho ereditato la preparazione di quei test da chi mi ha preceduto, tra gli estensori c’era qualcuno non all’altezza, ma in molti casi, come le ho spiegato prima, gli errori erano, di fatto, voluti. Mi lasci dire, ricordando la mia giovinezza, che se grande è la confusione sotto il cielo, più spazio di manovra ha il governo.

Ripartono le università con le tasse aumentate.

Noi non le abbiamo aumentate, abbiamo tagliato i fondi agli atenei, questi allora aumentano le tasse, ma ai cittadini sembra colpa loro e non nostra e noi ci salviamo l’anima.

Neppure per i fuori corso?

Gli studenti lavoratori - che sono la maggioranza in Italia - pagano come tutti gli altri e non hanno nemmeno lezioni serali, se va a Parigi o a Berlino la sera le università sono aperte. Per ora dico che aumenteremo le tasse ai ricchi, poi per via del Fiscal compact le aumenteremo a tutti.

Porterà avanti la questione dei prestiti d’onore agli universitari?

Sì, ora dico che mi ispiro ai paesi asiatici, non a quelli onerosi statunitensi, dico che dovranno essere restituiti in 5 anni dopo aver trovato lavoro. Ma sono tutte chiacchiere a favore del nostro governo, in realtà potremmo avere delle regole se fossero organizzati ed erogati dallo stato, ma poiché li lasciamo in mano a banche e finanziarie, saranno loro a deciderne i termini, probabilmente capestro, a danno degli studenti.

Ministro come sarà la scuola del futuro?

Mi piacerebbe risponderle che sarà presente nell’intera vita di una persona. Ma in realtà non sarà così. Mi piacerebbe garantire a tutti i docenti italiani l’anno sabbatico, perché possano, come in Germania, staccare, studiare e aggiornarsi. Ma non abbiamo soldi. Anzi il Fiscal compact che abbiamo approvato in parlamento a luglio, in un quadro di ottimo silenzio dell’informazione, ci obbliga per 20 anni a reperire 45 miliardi ciascun anno. 90 solo nei prossimi due. Poiché non facciamo patrimoniali, non troviamo gli evasori fiscali, non riusciamo a stroncare gli utili delle mafie, noi e i governi che ci seguiranno potremo solo tagliare e tagliare. A partire dalla scuola.
Quindi il solo futuro che vedo per la scuola è fatto di lacrime e sangue.

Postilla
Come SISA teniamo a sottolineare che se questo nostro, come comprensibile, è solo un artifizio letterario, per altro fondato su quei dati oggettivi che o il ministro non sa o se conosce preferisce tacere, ci fa piacere esserne stati estensori e augurarci che possa aiutare a far capire la realtà della scuola sia a quei colleghi che si nutrono di illusioni, sia a quegli italiani che purtroppo non conoscono lo specifico scolastico.

Il coordinamento nazionale SISA
sisasindacato@libero.it








Postato il Martedì, 04 settembre 2012 ore 06:00:00 CEST di Redazione
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