Sta iniziando il
nuovo anno scolastico e molte scuole sono ancora alle presa della
raccolta dei banchi e delle sedie. Apprendiamo con soddisfazione che
l’Amministrazione Comunale di Ragusa al fine di assicurare il regolare
funzionamento delle istituzioni scolastiche per l'anno 2012/13 ha
programmato la fornitura di arredi per le scuole primarie e
secondarie di primo grado della città. Detta fornitura avverrà non
appena saranno completati da parte del Settore Pubblica Istruzione gli
atti necessari tenendo conto dell'effettivo fabbisogno di ogni scuola
per quanto concerne il numero di banchi, sedie, armadi, cattedre e la
sostituzione di arredi obsoleti. “Nonostante le difficoltà di cassa –
afferma l'Assessore alla pubblica istruzione Venerando Suizzo - le
scuole del nostro comune potranno iniziare adeguatamente il nuovo anno
scolastico senza particolari emergenze”.
“Alle direzioni didattiche – dichiara il Sindaco Nello Di Pasquale –
assegneremo inoltre dei fondi necessari per il funzionamento delle
scuole, destinando a tale scopo un importo di € 73.540,00”.
Belle, positive, soddisfacenti tali notizie, ma tutto ciò avviene a
Ragusa, capoluogo di provincia destinata a scomparire e non a
Catania, città metropolitana.
La crisi economica non ha colpito tutti i Comuni d’Italia? Come mai
tutto ciò su realizza in alcune realtà e si legge anche di alcuni
Comuni etnei che hanno deliberato la pulizia delle scuole, la
sistemazione degli spazi esterni.
Nelle scuole di Catania non è arrivata alcuna comunicazione circa gli
arredi scolastici promessi dallo scorso anno e bloccati per un ricorso
della gara di appalto e ancora oggi, inizio del secondo anno, si
rischia di dover far sedere i bambini per terra.
Se tutto ciò è possibile ed altrove avviene perché da noi non succede?
A buon intenditor… poche parole.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it