Dossier
Legambiente, oro blu 'fuorilegge' in 112 comuni - Dai rubinetti di un
milione di cittadini esce acqua potabile non sicura, con tracce di
boro, fluoruri e soprattutto arsenico in quantità superiore ai valori
stabiliti dalla legge. Lo denuncia un dossier di Legambiente e
Cittadinanzattiva, secondo cui sono 112 i comuni italiani interessati
da deroghe che servono a ''prendere tempo e ripristinare i valori al di
sotto dei limiti consentiti''. A tracciare la mappa dei comuni
'fuorilegge' e' il dossier ''Acque in deroga'', che ricostruisce la
questione delle deroghe dal 2003 a oggi. Attualmente i problemi si
registrano in tre regioni - il Lazio con 90 comuni coinvolti, la
Toscana con 21 e la Campania con uno - ma tra il 2003 e il 2009 anche
Emilia Romagna, Lombardia, Marche, Piemonte, Puglia, Sardegna, Sicilia,
Trentino Alto Adige, Umbria e Veneto hanno richiesto le deroghe,
triennali e rinnovabili due volte, concesse dal ministero della Salute
e, nel secondo rinnovo, dalla Commissione europea. "Il problema è che
in Italia lo strumento della deroga, inizialmente previsto solo come
misura transitoria per dare tempo alle autorità competenti di
realizzare gli interventi necessari, è stato adottato con leggerezza,
trasformandosi in un espediente per prendere tempo e alzare i limiti di
legge rispetto ad alcune sostanze fuori parametro", spiega Giorgio
Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente. '"Per fermare questa
cattiva abitudine è dovuta arrivare, nel 2010, la bocciatura della
Commissione europea, chiamata in causa dall'Italia per ottenere la
concessione del terzo triennio di deroga", rileva Zampetti. Lo stop di
Bruxelles "è giunto inaspettato, ma ha avuto il merito di innescare
un'accelerazione degli interventi di ripristino dei parametri
dell'acqua grazie a cui alcune amministrazioni comunali non hanno avuto
più bisogno di chiedere deroghe". Dopo gli interventi sono ancora 112 i
comuni 'fuorilegge', che dovranno mettersi in regola entro la fine del
2012 secondo quanto previsto dal decreto legislativo n. 31 del 2001.
Ciononostante, evidenzia il dossier, "in alcuni comuni del viterbese si
denunciano gravi ritardi nella realizzazione di impianti di
potabilizzazione, e in molti si sono registrati di recente valori di
molto superiori al limite concesso temporaneamente dalla deroga".
"Anche il settore delle acque potabili conferma come l'Italia sia il
Paese dove niente è più definitivo del provvisorio'', afferma Antonio
Gaudioso, neo segretario generale di Cittadinanzattiva. "Per assicurare
la tutela della salute dei cittadini, ai sindaci interessati chiediamo
un'operazione di trasparenza per quanto riguarda i dati di qualità
dell'acqua e un'informazione costante alla cittadinanza da realizzare
con il diretto coinvolgimento delle organizzazioni civiche".
LA SITUAZIONE NELLE REGIONI
LAZIO. La presenza di arsenico nella regione è di origine naturale, da
ricondursi alla natura vulcanica di gran parte del territorio. Per far
fronte alle situazioni più critiche, è stata nominata commissario
delegato la presidente della Regione Lazio ed è stato siglato un
protocollo d'intesa tra l'assessore all'Ambiente e il presidente della
Provincia di Viterbo. Il protocollo prevede una serie di interventi,
come l'installazione di dearsenificatori e progetti per la diluizione
delle acque, soprattutto per la provincia di Viterbo ed alcuni comuni a
nord di Roma. La spesa complessiva per gli interventi, finanziati dalla
Regione, ammonta a 11 milioni di euro. Il rientro nei limiti di legge è
fissato per tutti i comuni interessanti al 31 dicembre 2012.
Ciononostante, in alcuni comuni del viterbese si denunciano gravi
ritardi nella realizzazione di impianti di potabilizzazione, e in molti
(Capranica, Carbognano, Castel Sant'Elia, Civita Castellana, Farnese,
Ronciglione, Sutri, Vetralla, Villa San Giovanni in Tuscia e in alcune
frazioni di Viterbo) si sono registrati di recente valori di molto
superiori ai 20 µg/l, il limite concesso temporaneamente dalla deroga,
suscitando molte proteste da parte della cittadinanza.
CAMPANIA. La regione Campania è interessata dal parametro fluoruro,
presente nell'acqua destinata al consumo umano per cause naturali
(falda endogena di origine vulcanica). Al momento un solo comune è in
deroga, la frazione Tossici del comune di Nola, fino al 31 dicembre
2012. Altri 13 comuni sono stati interessati da deroghe fino alla
fine 2010 e alcuni di questi hanno richiesto un deroga per il 2011,
rifiutata dalla Commissione europea in quanto sarebbe stata la quarta
deroga, non prevista per legge. Gli interventi previsti per
ripristinare la qualità riguardano la costruzione di un nuovo
acquedotto per apportare acqua di qualità da altre fonti di
approvvigionamenti privi di contaminazione. L'ammontare degli
investimenti è pari a circa 30milioni di euro. Nel primo semestre 2011
sono state sostanzialmente completate le attività per la messa in
esercizio del tratto terminale del Sistema Alto e dell'intero sistema
di adduzione regionale denominato 'Sistema Primario'. Il quasi
completamento dei lavori dell'acquedotto ha consentito il rientro
del parametro fluoro.
TOSCANA. Nella regione attualmente le deroghe interessano i parametri
boro e arsenico in 21 comuni nelle province di Arezzo, Livorno, Pisa e
Siena. La Toscana ha messo in campo misure di emergenza in sostituzione
delle autorità locali, in particolare per azioni di informazione da
parte delle aziende sanitarie interessate e di coordinamento dei
diversi soggetti. I lavori previsti, che riguardano la costruzione di
sistemi di trattamento delle acque, sistemi di miscelazione, la
connessione a nuove aree di approvvigionamento idrico, e la costruzione
di nuovi acquedotti, hanno richiesto un investimento di circa 20
milioni di euro, e sono in linea con il cronoprogramma previsto che
stabilisce il rientro dei parametri in deroga entro dicembre 2012.
Il dossier è consultabile su www.legambiente.it
www.ansa.it