Riflessioni
tratte da un articolo pubblicato su Aetnanet
del 1 Luglio 2012.
L’integrazione degli alunni disabili vale molto meno dell’insegnamento
della religione cattolica; questo in un paese laico come il nostro
suona proprio nuova. Ma a quanto pare il Ministro Profumo, la pensa
diversamente e così, mentre manda a casa decine di migliaia di docenti
con titoli ed esperienza pluriennale sul sostegno e li sostituisce con
docenti di laboratorio obbligati a seguire un corso ad hoc, gratuito e
veloce (e online anche), si inchina davanti all’altare ecclesiastico
della religione Cattolica e sigla un accordo tra Stato e Chiesa per
“qualificare maggiormente” gli insegnanti di Religione (che con la
Gelmini furono TUTTI immessi in ruolo) con un nuovi titoli di studio e
dando la possibilità fino al 2017, agli insegnanti che ancora non ne
sono in possesso di acquisirli.
Quindi la religione molto più importante e produttiva dell’insegnamento
e dell’integrazione degli alunni diversamente abili, tanto che lo Stato
Italiano riconosce agli insegnanti di religione il diritto di avere una
maggiore qualifica professionale mentre per i docenti di sostegno si
utilizza un metodo totalmente opposto, togliendo personale
specializzato e dequalificando l’insegnamento. Quando si parla di
Carità Cristiana.
Sembra anche che a margine dell’incontro con il Cardinale Bagnasco
(cari colleghi di sostegno, a lui dovevamo rivolgerci e non al Ministro
o ai politici) il Ministro della Pubblica Religion ….. pardon
Istruzione, abbia voluto ripercorrere l’evoluzione della normativa
sull’insegnamento della religione cattolica, dopo l’aggiornamento dei
Patti lateranensi nell’84 e le successive disposizioni collegate a
questa materia.
Peccato che al Ministro Profumo la memoria storica si fermi solo a
questo e non preveda il ricordo di quanto fu fatto per l’integrazione
scolastica in Italia, dalle manifestazioni del 68 alla prima Legge, la
n. 118 del 30 marzo 1971, dalla Legge n. 5l7 nel 1977 alla Legge n.
104/92.
Queste sono le Leggi che hanno fatto la storia dell’istruzione Italiana
e con le quali l’Italia si presentava al mondo come Nazione esempio per
i diritti dell’istruzione pubblica agli alunni diversamente abili.
Caro Ministro, e cari Ministri precedenti, questi 44 anni di storia che
voi state tentando di buttare nel cestino dell’indifferenza e della
politica del puro egoismo economico, sapranno ricordarsi di voi al
momento giusto ed allora non credo che la compiacenza del Clero potrà
esservi molto utile.
Prof. Giuseppe Crisà
giuseppe.crisa@istruzione.it