Con gli esami di Stato, che quest’anno per la prima volta
hanno avuto l’introduzione del “plico telematico” e le prove sono
arrivate direttamente al computer della commissione, si chiude l’anno
scolastico, tanto travagliato e colmo di amarezze e delusioni,
anche per la precarietà del momento storico culturale ed economico che
vive la nostra società.
Ai 497.310 studenti che concludono con gli esami di stato il
percorso di formazione scolastica si apre un nuovo orizzonte
proiettato verso gli studi universitari ed il non facile percorso di
inserimento nel lavoro.
La scuola “licenzia” studenti volenterosi ed impegnati, e ad alcuni
riconosce persino l’eccellenza e la lode. Tutto ciò dimostra che il
lavoro scolastico non è stato vano; i giovani, infatti, oltre
allo studio delle discipline, hanno acquisito e sviluppato competenze,
hanno messo in atto risorse e talenti che altrimenti sarebbero rimasti
inespressi ed ora con la bisaccia piena di nozioni e di valori si
incamminano nel sentiero della vita che guarda sempre più da vicino la
professione ed il lavoro.
Alcuni di essi hanno giù superato gli esami di ammissione alla
Bocconi o alle Accademie militari ed il voto finale degli esami
consentirà un migliore piazzamento nella graduatoria finale.
Non sarà un sentiero agevole ed i tempi sono tra quelli più neri,
specie nelle regioni del Meridione Molti studenti saranno
costretti ad andare fuori Nazione e forse anche fuori dall’Europa
per poter sviluppare meglio delle specializzazioni ed essere sicuri di
poter occupare con maggiore competenza un settore specifico nella
società dei bisogni. Alcuni decidono di iscriversi presso le
Università del Centro o del Nord Italia ove si garantiscono,
insieme ad una buona preparazione culturale, maggiori possibilità
lavorative e ampliamento dei campi di osservazione e di studio delle
realtà complesse quali sono le aziende e le industrie di oggi.
Di questi quasi cinquecento mila studenti molti saranno coloro che
cominceranno a bussare le porte di aziende ed imprese, presentando
curricula , disponibilità e buona volontà di avviarsi al lavoro, ma per
tanti di essi le porte resteranno chiuse e allora occorrerà ricorrere
ad espedienti , specie quando la famiglia non è in grado di sostenere a
lungo le legittime esigenze dei giovani di oggi.
Certamente le prospettive non sono rosee per nessuno e saranno pochi
coloro che veramente riusciranno a superare il guado ed alcuni
indubbiamente per merito.
La polemica circa il riconoscimento del merito proposto il Ministro
Profumo e contestato da alcune forse politiche che ritengono la scuola
luogo di omologazione, rivela come si è ancora tanto lontani dal
cambiamento di cultura che proietta l’impegno personale verso la
qualità dell’istruzione e la formazione, nell’ottica di un reale
processo di sviluppo sociale e culturale della popolazione.
Come lo scorso anno forse si riproporranno le polemiche circa il numero
maggiore di valutazioni alte nelle scuole del Meridione, quasi
un’eccessiva generosità dei docenti meridionali, ma, si constata
invece, come i voti finali, scaturiti da un credito alto conseguito nel
triennio, conferma l’impegno serio e costante degli studenti,
presupposto indispensabile e garanzia di uno stile di lavoro
personale per la costruzione del futuro di ciascuno.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it