In un momento
come questo, in cui si parla tanto di eccellenza e di un’università più
competitiva, non tutti sono a conoscenza che questa esiste già e che
rischia di scomparire.
Lo stabile di via Palestro 63, una delle sedi del Dipartimento di
Scienze dell’Antichità della Sapienza Università di Roma, ne è un
esempio.
L’edificio di via Palestro ospita la direzione di sei tra i tredici
Grandi Scavi d’Ateneo, impiegando il 63% (315.000 € per il 2010) del
totale dei fondi stanziati.
A questa sede, dunque, è stato negli anni riconosciuto dallo stesso
Ateneo un indubbio status di eccellenza.
Le ricerche archeologiche riguardano alcuni tra i siti più noti anche
al grande pubblico (come Ebla e Arslantepe) e si svolgono oltre che in
Italia anche in Siria, Turchia, Giordania, Sahara, Palestina, Iraq,
Etiopia, Libia e Malta, mettendo in pratica di fatto una strategia di
cooperazione culturale con i paesi del Mediterraneo.
Ospita, inoltre, gli archivi di queste missioni, gli uffici e le aule
in cui studenti, dottorandi, ricercatori e professori elaborano i dati
e studiano i materiali per pubblicazioni di conclamato livello
scientifico internazionale.
Parte dei materiali provenienti dagli scavi sono conservati nei due
musei presenti all’interno dello stabile, che garantiscono la tutela,
la valorizzazione e lo studio dei reperti.
Nello stabile sono anche presenti una biblioteca e un fondo librario,
fondamentali per la ricerca, lo studio e le attività didattiche a tutti
i livelli universitari.
La biblioteca e il fondo ospitano volumi non reperibili altrove e
proprio per questo vengono frequentate da docenti, ricercatori e
studenti provenienti da tutto il mondo.
I dati dell’ultimo rilevamento del gruppo interuniversitario per il
monitoraggio dei sistemi bibliotecari di Ateneo mostrano che, nel campo
della “Fruibilità” (dipendente direttamente dalla gestione interna
della singola biblioteca), il punteggio medio delle biblioteche della
Sapienza posiziona l’università al 70° posto su 77, mentre la
biblioteca di via Palestro, sulla base dei parametri individuali,
risulta al 14°.
Il cambiamento di destinazione d’uso di questa sede da “centro di
attività didattica e ricerca” a “residenza per studenti” (dalla
delibera del Senato Accademico del 9 marzo 2010) e la mancata
assegnazione di una sede alternativa, ci induce a riflettere sul
destino di chi studia, lavora e contribuisce a creare da 40 anni la
vera eccellenza di questo Ateneo.
L’edificio di via Palestro non è insostituibile in quanto spazio
fisico, ma è necessario garantire che le molteplici attività oggi
svolte al suo interno trovino una sede alternativa e adeguata a
comprendere la totalità degli organi di ricerca che, lavorando in
sinergia, hanno determinato negli anni, il raggiungimento
dell’eccellenza.
Alle richieste formali avanzate al Rettore, Luigi Frati, e alle
autorità competenti, ad oggi, non ha fatto seguito alcuna risposta.
Quando via Palestro sarà dismessa, quale sede ospiterà tutte le
attività in essa svolte?
Per quanto tempo verranno sospese le attività didattiche e la ricerca
in attesa di una nuova sede?
Dove andranno a finire i nostri libri, le nostre aule, la nostra
formazione?
Il sospetto è che non ci sia eccellenza che regga di fronte ad
interessi di carattere economico.
Studenti di
Archeologia
manliolomazzo@gmail.com