Protagonisti,
cioè primi attori, primi combattenti, per essere artefici del nostro
futuro. Protagonisti, dal greco, protos ( primo ) e agonistès (attore,
combattente). Da un lungo periodo un grosso “pipistrello” aleggia sulla
nostra Italia, si chiama “Default” (difficoltà, crollo), ma si chiama
anche (e soprattutto) spread, crisi della situazione economica e
sociale, crisi della classe politica (mai caduta così in basso), crisi
delle istituzioni (non ci crede più nessuno), crisi dei valori, che non
esistono più. E di conseguenza…tutto crolla: la Borsa (cosa c’è dietro
questo crollo?), la sicurezza collettiva, lo stato d’animo della gente,
le alluvioni, i terremoti. Questo “pipistrello” aleggia in modo
minaccioso ed incute paura, ansietà, tristezza. Sembra che non ci sia
più niente da fare. Ma no! Non può essere così. Non è così!
C’è il nostro Presidente della Repubblica, Giorgio Napoletano, che
vigila, stimola, esorta, spinge a reagire. Ci sono le “navi della
legalità” con tanti giovani che manifestano nelle “piazze” per non
dimenticare Falcone e Borsellino, tutti gli altri magistrati e i tutori
dell’ordine barbaramente uccisi. Ci sono i ragazzi e le ragazze che
“gridano” il loro sdegno per il truce assassinio della piccola Melissa
a Brindisi. Ci sono i giovani in Calabria che si ribellano alla mafia.
C’è voglia di riappropriarsi delle “piazze” per dire no a questo
“pipistrello” di morte, angoscia e sventura.
C’è tanta gente che vuole lavorare e tirare “il carretto” per il bene
della propria famiglia, della propria città, per il bene dell’Italia.
C’è bisogno di ritornare nell’agorà, nella piazza, per riappropriarsi
delle Istituzioni locali, regionali, nazionali.
C’è il bisogno di riaffermare i nostri valori di appartenenza
nazionale, culturali, cristiani e di solidarietà sociali, ritornando ai
pensieri di libertà che nel “Risorgimento” hanno costruito l’Italia,
pensando a quanta gente si è prodigata per la crescita del nostro paese.
C’è bisogno di ritornare ad essere: motivati, decisi, pieni
d’entusiasmo, nelle scuole e ad ogni livello, occorre battere e
ribattere per ritornare a “vivere” questi valori.
“Entusiasmo”, cioè: ardore che spinge ad agire; esaltazione dell’animo
per un compito assegnato.
A proposito di entusiasmo, voglio proporre un esempio positivo.
Nello scorso mese di Aprile mi sono trovato a seguire la campagna
elettorale, per le amministrative, del mio amico Angelo che “con
ardore”, “trasporto”, “costanza e perseveranza”, si cimentava nei
comizi con notevole “decisione e tenacia” per la sua gente, la sua
città, ed esprimeva tutto il suo “entusiasmo” per raggiungere il suo
obiettivo: la vittoria delle proprie idee e del suo progetto politico.
Affacciandomi al balcone di casa mia e mirando sulla sinistra l’Etna,
il nostro Mongibello, e sulla destra il mare, che si staglia nei pressi
di Piazza Europa a Catania, estasiato da queste due stupende visioni,
mi sono messo a pensare alla campagna elettorale del mio amico Angelo,
“mi trasiu ‘npulici ‘nta ricchi” e mi son detto che veramente ci vuole
costanza ed entusiasmo per fare certe battaglie. “Costanza ed
entusiasmo”, per credere a ciò che si fa, a quello che si dice ed alle
azioni che si compie.
Perché in politica, come nella vita, c’è bisogno di un sano e corretto
“agonismo”. Agonismo, e non antagonismo, che molte volte si trasforma
in “virus patologico” e diventa rivalità, contrasto, conflitto che
portano solo a “non fare e non far fare niente”, o, peggio ancora, al
“muro contro muro” che blocca e fa crollare tutto. Ritornando al
precedente esempio del mio amico Angelo, egli ci ha dimostrato di avere
tanta costanza, sana “voglia agonistica” ed “entusiasmo”.
Costanza, in termini letterari – filosofici, significa, perseveranza e
stabilità delle proprie idee e dei propri sentimenti. L’aggettivo
costante può avere tre significati: a) che non subisce variazioni; b)
che è durevole, stabile; c) che è saldo nei suoi propositi,
perseverante. Una persona costante è: pertinace, tenace, persistente e
chi possiede costanza, ha forza d’animo, fermezza, perseveranza.
Entusiasmo è una parola greca “enthusiasmos, enthus, entheos”, quindi
“indiamento”, cioè, nella lingua e nella religione dell’antica Grecia,
si credeva che il soggetto (l’individuo) fosse “posseduto” da un dio
(theos). Soprattutto nelle manifestazioni epilettiche, questa
condizione veniva chiamata: “morbo sacro”.
Per quello che ci riguarda, l’entusiasmo, cioè l’ardore che spinge ad
agire, l’esaltazione dell’animo per compiere un’opera, un compito
assegnato, è quello che, in questi momenti bui, sovrastati dal
“pessimismo” del pipistrello, deve prendere il sopravento nel nostro
agire per sconfiggere ogni assillo negativo, affinché si possa
contrastare il “default” morale, civile, politico, economico e sociale
e ritornare ad essere “protagonisti del nostro futuro”.
Tutto ciò lo possiamo attuare se con entusiasmo ritorniamo agli
“antichi” valori della famiglia, del rispetto per il prossimo, della
costanza nel lavoro, onesto e dignitoso, dell’amore per la propria
città e per i propri concittadini. Dobbiamo far rinascere l’amore per
l’unità nazionale, raggiunta a caro prezzo, per il rispetto delle
istituzioni e, nello stesso tempo, riappropriarci, con un sano “spirito
agonistica”, delle nostre Istituzioni per non lasciarli nelle mani di
gente sprovveduta e mercenaria. L’ultimo aspetto che vorrei
sottolineare, per “poter rialzare la testa” e per avere il vero
entusiasmo, è quello di ritornare ai valori del cristianesimo ed al
messaggio evangelico di Cristo, solo così possiamo veramente essere
pervasi dall’entusiasmo, sapendo che Gesù è “l’Unico Fondamento” per
poter affrontare ogni avversità ed avviare un percorso da autentici
protagonisti del nostro avvenire.
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it