Acquistare
saggezza, non abbandonarla, ma amarla, conservarla, esaltarla. La
saggezza è il principio di ogni intelligenza, essa entra nella mente e
sarà la delizia del cuore. Acquistare la saggezza conviene perché essa
ci ricompensa e ci libera da ogni azione di male. Acquistare, dal
latino “acquirere, acquisitare”, cioè comperare, procurare a sé,
ottenere. Acquistare saggezza, cioè acquistare esperienza, migliorare,
fare progressi, questo è l’invito che ci viene dalla meditazione dei
Proverbi di Salomone, il Saggio per eccellenza. Egli stesso chiese a
Dio un “cuore saggio e intelligente
per poter governare il popolo di Dio”. Un “cuore intelligente e
saggio”, cioè avere la capacità di agire secondo ragione, secondo un
criterio di prudenza e di equilibrio.
Acquistando la saggezza, ci viene la “spinta” a custodire il nostro
cuore più di ogni altra cosa, da essa ci dobbiamo aspettare cose buone
in quanto ci esorta a non camminare, a non entrare per il sentiero
degli empi, di allontanare da noi ogni perversità, di avere timore di
Dio perché solo così si ha vita.
La saggezza ci ricompensa in modo speciale, soprattutto, facendoci
capire di avere discernimento in quanto essa ci fa camminare nei
sentieri ritti e ci scamperà da molti mali, essa ci scioglie dai lacci
che possono farci inciampare e ci libera la mente, proteggendoci e
vegliando su di noi.
La saggezza chiama, fa udire la sua voce, insegna cose rette. La
saggezza vale più delle perle, essa sta con l’accorgimento e trova
conforto nella riflessione.
Sulle labbra dell’uomo intelligente si trova la saggezza. Chi è privo
di senno odia la saggezza, la bocca degli stolti è piena di violenza.
Ma la sapienza si può conoscere, la si può acquistare se si ha timore
di Dio, se ci si ritrae dal male e si ama il prossimo, e tutto questo
si può acquistare se compriamo non la sapienza “umana”, ma la sapienza
che proviene da Dio.
In questo periodo di “oscurità” bisognerebbe ritornare a consultare gli
insegnamenti di Salomone e dell’Apostolo Paolo, il quale, profondo
conoscitore del mondo giudaico e della filosofia greca, è arrivato a
dichiarare che è “meglio predicare la sapienza di Dio, occasione
favorevole per l’uomo, anziché confidarsi delle proprie elucubrazioni”;
egli fu mandato ad evangelizzare i “gentili” mediante la predicazione
della Croce di Cristo, potenza e sapienza di Dio.
Meditando sulla saggezza e fondando il “proprio cammino” su di essa,
l’uomo è come un albero piantato sulle rive di un fiume che riceve
abbondante acqua da per poter rimanere sempre rigoglioso e verde.
L’albero piantato sulle rive di un fiume non appassirà mai, così sarà
la vita di chi (spero di molti giovani) affonderà le sue radici
sulla sapienza e si “ciberà” di essa.
“Giovane, ascolta gli insegnamenti di tuo padre ed accogli la
riprensione di tua madre perché da loro troverai refrigerio alla tua
mente ed al tuo cuore”.
L’istruzione è il “cibo” della mente, ecco, alfine, cosa significa
“acquistare saggezza”, certamente non la si troverà al mercatino
rionale, su qualche bancarella, essa si trova, solamente, nei “posti
adatti” all’insegnamento ed all’azione pedagogica in cui il “legno
verde” (giovane) può trovare la “spinta propulsiva” affinché possa
crescere nella giusta dimensione.
Giuseppe Scaravilli
giuseppescaravilli@tiscali.it