«La situazione
è talmente drammatica che è impensabile in questo momento far svolgere
la prova scritta ai ragazzi. Dobbiamo essere pronti a gestire
situazioni di panico, e non abbiamo aule». Carla Farina, responsabile
dell’istruzione del Comune di Mirandola, spiega che quello degli esami
scolastici è un bel rompicapo, per questo la città di Pico ha deciso di
adottare il “modello Aquila”, cioè lo svolgimento della sola prova
orale. Farina precisa che l’ok finale deve essere dato dal ministero
dell’Istruzione, ma che questa è l’ipotesi più probabile. A Mirandola,
i ragazzi che devono affrontare la prova di fine anno sono oltre 600,
di cui 400 delle scuole superiori, e oltre 200 delle medie (nove
classi). Le sedi e le date saranno comunicate dopo il 4 giugno. Per
quanto riguarda gli scrutini, Farina spiega che si svolgeranno
regolarmente proprio nel Centro di coordinamento soccorsi, tra le aule
agibili della scuola media «Francesco Montanari» e le tre tende che
sono state messe a disposizione per i docenti. «Quella della prova
d’esame semplificata è stata una scelta molto difficile per noi, dal
momento che l’esame rappresenta un passaggio fondamentale tra la scuola
e il mondo dell’università o del lavoro. Ma dobbiamo anche valutare la
componente psicologica: da me vengono ragazzi che piangono», racconta.
Per l’anno prossimo si vedrà. Gli edifici scolastici di Mirandola sono
stati duramente danneggiati dal sisma, al punto che si è sfiorata la
tragedia (dopo la scossa del 20 maggio era stata fatta un’accurata
selezione delle scuole agibili). «Nella Dante Alighieri è crollato il
tetto, nella sua succursale è slittato il piano superiore. Altre due
scuole sono letteralmente implose», riferisce la responsabile del
servizio istruzione, ricordando come la gestione dell’emergenza, per
volontà della Regione Emilia-Romagna, sia rimasta in capo ai Comuni (a
differenza della Lombardia). Al gazebo allestito dal Comune per dare
informazioni sulla scuola si presenta anche uno studente indiano
accompagnato dal papà. Per lui, che frequenta il primo anno di scuola
superiore, l’anno scolastico è finito, gli fa sapere Farina: «Pensa a
settembre».
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