Non credo ( non ci ho
mai creduto) che l’economia delle Borse sia conciliabile con l’etica
cristiana, né che la legge del profitto, che regola i mercati, possa
convivere facilmente con i principi della solidarietà caritatevole.
Così come non pare credibile che una concezione materialistica,
egoistica, corporativistica, lobbistica, affaristica e “finanziaria”
della storia- come quella attuale- possa essere sufficiente a dirigere
le coscienze e garantire un armonioso ed equo, civile e democratico
progresso sociale. Non fosse altro perché non è credibile che vi possa
essere vera giustizia ed equità, vera libertà e democrazia , quando si
viene informati che singole famiglie detengono patrimoni superiori a
quelli di 150 milioni di concittadini messi insieme, o che il 50% del
reddito nazionale risulta essere concentrato nelle mani di 300mila
persone!
Di fronte a questi squilibri mostruosi, la coscienza cristiana non può
che turbarsi e disorientarsi, specie quando cresce, per mancanza di
lavoro, non solo la disoccupazione e il disagio esistenziale dei
giovanile, privi di futuro e di prospettive, ma anche , in maniera
impressionante, il numero dei suicidi fra imprenditori e lavoratori
autonomi, e fra la povera gente che non riesce più a sbarcare il
lunario con 400 euro al mese di pensione!
E tutto questo, mentre politici vanesi e corrotti scialano in località
e alberghi di lusso, a spese della collettività; spregiudicati
tesorieri di partiti trafugano milioni di euro illecitamente, truffando
lo Stato; e la frode fiscale supera la spaventosa cifra dei 270
miliardi di euro, equivalente a circa un quinto del prodotto interno
lordo!
Se non ora, quando il momento di chiedersi:
In che società viviamo? Ci dicono : globale, informatica, post
industriale, post comunista post -liberista, post-moderna, post di
tutto.
E se fosse già, post-umana? Sarebbe già ora di indignarsi!
Nuccio Palumbo
antonino11palumbo@gmail.com