Ma che bella
notizia! Con la Nota Ministeriale 3508 di questo mese si segna la
fine del precariato degli insegnanti
di sostegno. Detta in parole povere: abbiamo docenti non
specializzati in esubero? Con un bel corso online li mettiamo a fare il
sostegno. Abbiamo docenti precari qualificati per il sostegno?
Mandiamoli a casa. Del resto così siamo certi di ottenere alcuni
risultati imprescindibili:
1) Garantire agli alunni con disabilità l’attenzione di docenti che non
hanno scelto di esercitare l’insegnamento di sostegno, ma sono
costretti a riciclarsi per restare sulla piazza;
2) Garantire a quei giovani docenti che hanno studiato e si sono
formati per l’insegnamento di sostegno di restare a casa a fare i
disoccupati colti;
3) Garantire la minima inclusione degli alunni con disabilità ai quali
riversiamo con orgoglio una sorta di avanzo casuale diviso per materia
curriculare che ovviamente esclude del tutto la libertà di scelta.
Si è già scritto molto a questo proposito, ma nulla è cambiato. Già ad
oggi a mio parere la maggior parte degli insegnanti di sostegno non è
adeguatamente formata sulle disabilità gravissime, figuriamoci con un
corso on line impartito per restare a galla cosa potremo ottenere.
A mio giudizio per alcune patologie è carente a monte l’ipotesi
dell’insegnante di sostegno. La figura dovrebbe essere più specifica e
cucita su misura. O continueremo ad avere insegnanti di sostegno con
grande necessità di sostegno perché non sanno da dove iniziare. E di
certo non è colpa loro!
Tanto è che se faccio l’elenco dei cambiamenti che sto vivendo
attraverso Diletta emerge solo che lo Stato Sociale è sempre più
affievolito, che troppe famiglie (inclusa la sottoscritta) rimangono
schiacciate dalle corse, le guerre e le fatiche e non riescono più ad
avere il tempo neanche per combattere.
A settembre, unificheremo i plessi grazie alla Gelmini con un bel caos
di dirigenti e segreterie nomadi da un plesso all’altro. Pensiamo alla
gestione delle disabilità. Pensiamo alle ore di sostegno che vengono
assegnate sul plesso in “ movimento”.
Gli Assistenti Educativi Culturali sono rimasti a dieta e oramai sono
tutti ben in forma. Essi non mangiano più i pasti con gli alunni che
vengono aiutati o nutriti a seconda dalle situazioni da operatori resi
distanti nella logica del risparmio dei pasti. Qualcuno ha mai
verificato quanto pane, parmigiano, olio, pasta, e generi alimentari
vengono sottratti dalle mense? Ma li non c’è disabilità quindi si può
fare finta di nulla e anzi, si favorisce la dispersione delle cibarie
aumentando la mensa da 40 a 80 euro al mese.
Anche le gite rimangono ancora a buona decenza del corpo docente perché
la normativa di riferimento non impone ma consiglia. E quindi io ( e
come me tantissimi altri) per mandare Diletta al campo scuola tre
giorni ho dovuto scrivere lettere rassicuranti, assumermi
responsabilità, scendere a patti con chiunque e spendere 50 euro di
albergo in più perché due ore di riposo gambe di Diletta sono state
conteggiate come un giorno di uso della camera. Con grande garbo degli
albergatori che hanno affermato di non essere una casa di cura …
E altro giro altra corsa : tra poco finisce la scuola e giustamente noi
madri declassate a serie “ Z 1000” non possiamo lavorare, né produrre:
dobbiamo stare a casa a litigare con spiagge lagher o inaccessibili,
con il caldo torrido e le piaghe, con le piscine e il peso da sollevare
per un bagno, con costumi da 150 euro per poter scendere perché servono
anti decubito.
E siamo fortunate se possiamo nonostante tutto permetterci di farlo.
C’è chi sta in arresto in case piene di barriere, senza soldi neanche
per mangiare e passeggia di notte con la cedola IMU in mano. Perché la
casa è casa, anche se è l’unica risorsa di chi cura il proprio figlio e
usa la risorsa per non gravare sullo Stato.
Lo Stato ringrazia e aumenta la tassa a dispetto di milioni di euro
buttati in privilegi che concede ai privilegiati all’interno della
cosca dei finti colti al comando. Eppure anzi che sentirmi stanca sento
energia che si trasforma al mio interno, sento voglia di lotta. Sento
che il Paese Italia deve cambiare e credo che grazie a chi si soffere
cambierà in meglio per tutti.
Dal 9 giugno, ultimo giorno di scuola terrò un diario della nostra
vita. Mi piacerebbe che altri genitori nella mia situazione lo
facessero. E vorrei far valutare da un economista quanto risparmia lo
Stato grazie alle fatiche di tante madri e di tanti padri. Chissà se
questo servirà a far capire a qualcuno che il peso sociale è la
politica e non il cittadino?
Fabiana
Gianni - ilfattoquotidiano.it