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Costume e società: Speciale del Sussidario.net sull’attentato alla scuola di Brindisi: un delitto territoriale, non politico. Intervista ad Alfredo Mantovano.

Rassegna stampa

E' evidente che c'è prudenza nell'identificare l'autore di un simile orribile crimine, fatto contro una scuola dal nome “significativo”, ma che soprattutto è frequentata da giovani ragazze, poco più che bambine. Un delitto che entra nella casistica degli orrori.
Mantovano, lei che idea si è fatta di questo attentato?
Credo che bisogna continuare ad avere un tratto di cautela sulla matrice di questo attentato, di questo orrendo crimine. Credo che anche la dichiarazione del procuratore di Brindisi vada presa in questo senso. Su un foglio bianco, io ci scriverei per metà la motivazione di un gesto isolato criminale, ma sull'altra metà resta la possibilità di una origine mafiosa del delitto.
C'è la dinamica di questo attentato che ha lasciato un po' perplessi e che è ovviamente oggetto di indagini: l'uso di bombole di gas, quando le organizzazioni mafiose hanno a disposizione esplosivi di ben altro genere e portata, ancora più devastanti.
Guardi può essere una domanda legittima che ci si può porre. Ma questo attentato, anche se fatto con bombole a gas, diventate un ordigno che è stato fatto esplodere con un comando a distanza, ha richiesto, in tutti i casi, una predisposizione, una fase preparativa per l' innesco, una preparazione abbastanza accurata e anche un'osservazione di quello che stava avvenendo. Quindi non è questo fatto che mi sembra determinante nel distinguere la matrice di questo attentato.
Che cosa c'è di altro da valutare?
Credo che si stia prendendo in considerazione anche il luogo da cui venivano queste ragazze, Melissa stessa. Cioè da Mesagne, una zona dove l'attività mafiosa della “Sacra Corona Unita” è stata intensa, dove recentemente ci sono state delle scarcerazioni di vecchi boss. Dove si è fatto anche un buon lavoro. Ecco, bisogna prendere in considerazione questo fatto per capire se non si sia creato un motivo molto forte all'interno di questa organizzazione mafiosa.
Ma l'effetto è stato devastante soprattutto perché si è colpito delle giovani ragazze? Guardi che anche in passato la mafia siciliana aveva fatto operazioni contro bambini, scuole. Non è una novità assoluta. Il motivo molto forte, scatenante, in quel caso era un'operazione criminale mirata a intimidire, mettere a tacere alcuni collaboratori di giustizia.
E' forse questa la pista che stanno cercando gli inquirenti?
Può darsi, siamo appena all'inizio ed è difficile valutare adesso quali sviluppi avranno le indagini. Ma nella mezza pagina bianca che porta a una matrice mafiosa, un avvertimento terrificante ad alcuni collaboratori di giustizia non è affatto da escludere.
Resta il contesto del territorio su cui lei aveva già richiamato l'attenzione.
Si è vero. In questo momento la provincia di Brindisi e la Puglia in generale sono in una situazione problematica per quanto riguarda gli equilibri della sua mafia e l'attività criminale. E in questo caso occorre che Brindisi e la Puglia diventino una questione nazionale da guardare con grande attenzione, da tenere costantemente sotto osservazione.
Lei non vede alcuna tempistica significativa rispetto alla situazione del Paese?
No, questa è una vicenda territoriale. L'unico risvolto temporale che ha fatto pensare a una matrice mafiosa è l'avvicinarsi del ventennale della strage di Capaci, dove appunto sono stati massacrati Giovanni Falcone e Francesca Morvillo, a cui la scuola è dedicata. Altro non vedo, nemmeno di natura politica. Parlo degli aspetti tempistici.
(Gianluigi Da Rold)

Ex sottosegretario agli Interni nel quarto governo Berlusconi,
Alfredo Mantovano è nato a Lecce, è un pugliese. A lui Gianluigi Da Rold ha chiesto un commento alla vicenda di Brindisi
Ex sottosegretario al ministero degli Interni nel quarto governo Berlusconi, Alfredo Mantovano è nato a Lecce, è un pugliese. Non è solo un politico di buon fiuto, ma è stato anche un bravo magistrato, uno che conosce quindi bene la realtà della malavita organizzata in Puglia, quella della “Sacra Corona Unita”.

 

Bomba a Brindisi, l'attentato alla scuola
Gli articoli relativi alla tragedia che ha colpito Brindisi alle 7:50 del 19 maggio 2012. Una bomba esplode fuori dal comprensorio scolastico Falcone-Morvillo e una ragazza di sedici anni rimane uccisa. Tantissima la paura per un attentato apparentemente senza un perché né una rivendicazione. Si vagliano tutte le piste, da quella del terrorismo, a quella della malavita organizzata per via della vicinanza con il ventennale della strage di Capaci. Ma non si esclude un gesto folle, di vendetta personale o tragico bullismo. Insomma chi è stato a strappare alla vita questa ragazzina di soli sedici anni?

21/05/2012
ATTENTATO BRINDISI/ Borsellino: cara mamma di Melissa, io non trovo pace ma la fede mi aiuta
INT. Rita Borsellino
RITA BORSELLINO si rivolge ai genitori di Melissa: Vivano il privilegio di avere avuto accanto a loro la figlia per 16 anni. La mancanza è dura, ma la fede nell’aldilà è di grande aiuto

 

20/05/2012
ATTENTATO BRINDISI/ L'inviato: la mafia non c'entra, colpa di un Breivik italiano
INT. Stefano Zurlo
«Un uomo in guerra con il mondo». È questa l’immagine usata dal procuratore di Brindisi per descrivere l'autore del folle gesto che ieri ha ucciso Melissa. Da Brindisi, STEFANO ZURLO

 

20/05/2012
MORTE MELISSA/ Che cosa c'è dietro l'attentato di Brindisi?
Gianluigi Da Rold
L'orrenda vicenda di Brindisi, l'attentato, la morte di una giovane studentessa, rischia di diventare un dannato e indecifrabile intrigo. Il commento di GIANLUIGI DA ROLD

 

20/05/2012
ATTENTATO BRINDISI/ Un testimone: ero a pochi passi, la città sembrava Beirut
INT. Gianluca Greco
Per GIANLUCA GRECO, a Brindisi sono anni che non avvengono omicidi mafiosi. Negli anni ’90 si erano verificati attentati dimostrativi, ma senza la volontà premeditata di colpire le persone

 

19/05/2012
BOMBA A BRINDISI/ Meluzzi: questa tragedia ci svela il senso della Croce
INT. Alessandro Meluzzi
La bomba davanti alla scuola di Brindisi pone l'interrogativo su chi sia l'autore. Per ALESSANDRO MELUZZI colpire innocenti non è una novità. Bisogna chiedersi a chi giova farlo

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Postato il Lunedì, 21 maggio 2012 ore 14:46:12 CEST di Salvatore Indelicato
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