Lettere in
redazione,
Mi chiedo se
finalmente ci troviamo davanti alla soluzione del grande enigma della
vita: esiste il punto “G”?. In questi ultimi mesi abbiamo dati
sufficienti per affermare di si.
Infatti dopo le ultime notizie (leggere il link www.aetnanet.org/catania-scuola-notizie-2477654.html)
sullo “spending review” (ma perché tutti i casini che ci riguardano
vengono espressi in termini inglesi?), scopriamo che il famigerato
punto “G”, interessa non ombelichi, deretani, seni o altro ma la zona…
della scuola. Già cari colleghi il punto “G” degli anni precedenti era
rappresentato dalla G…elmini, Ministro della Pubblica d..Istruzione,
che tanto ha fatto per alunni e docenti della scuola pubblica italiana,
ma la linea continuativa del punto “G”, ci porta quest’anno
nientedimeno che il Ministro G…iarda che, anch’esso molto attento ai
problemi della scuola, riprende alcune geniali idee del passato per
chiudere in bellezza con la Scuola Pubblica. Tra questi due punti.
viaggiano, apatici e incredibilmente addormentati, il punto P..rofumo
(probabilmente troppo occupato a sostenere l’Unicredit per pensare alla
scuola) ed il punto S..indacati che, dopo aver abbaiato alla luna negli
anni scorsi, hanno preso un anno sabbatico per riposarsi e quindi sono
scomparsi dalla scena (solo dalla scena però, non dal cedolino).
In questo scenario di punti, tenendo in considerazione la sensibilità
del punto “G”, che tutti noi vorremmo toccare (e stringere, con
entrambe le mani), le notizie si rincorrono allegramente: dalla
riconversione dei soprannumerari a docenti di sostegno (alcune
categorie di collaboratori ecologici hanno fatto richiesta anche loro,
non si sa mai) all’eliminazione totale della figura del docente di
sostegno, convertendo alla mission tutti i docenti della scuola (una
sorta di crociata contro gli infedeli mangia-stipendi), oltre
ovviamente, alla sfilza di tagli, taglietti e tagliolini (è ora di
pranzo, credo che ci stiano bene) che, ormai, non interessano più
nessuno.
E ritornando al punto “G..iarda”attuale, considerando che proviene
dall’Univesità Cattolica di Milano dove è stato anche docente (quindi
Istruzione Privata non Pubblica), capisco il motivo per cui si occupa
di revisione della“spending review”, alla lettera la revisione della
“Spesa Pubblica”: non certo spesa Privata.
Crisà Giuseppe
giuseppe.crisa@istruzione.it