Lettere in
redazione
gentile redazione, anch'io vorrei dire qualcosa sulla questione del
sostegno, che sta diventando a coperta stretta sotto la quale tutti
vogliono stare, anche ora che si pensa di riconvertire i docenti in
esubero in docenti di sostegno. Premessa: in passato si è forse
esagerato, stabilendo un rapporto docente/alunni protatori di handicap
eccessivo (molti erano i rapporti 1:1 che, didatticamente, non sono
neppure positivi, perché provocano una relazione troppo esclusiva...).
Adesso si fa l'opposto: si eliminano le certificazioni il più
possibile, nel caso degli alunni dislessici si fa (anche correttamente)
a meno di qualsiasi docente di sostegno, addossando al consiglio di
classe la responsabilità dle progetto edicativo che, però, spesso
consiste solo nello stendere il Piano Educativo per- sonalizzato e
poi... poco altro. Quello che non va bene assolutamente è trasformare
un settore delicato come questo in una specie di cass aintegrazione per
i docenti perfdenti cattedra: la formazione non può che essere troppo
veloce e ovviamente, stante che il personale è di ruolo, andranno a
perdersi le cattedre dei docenti non di ruolo e, spesso, anche la loro
prospettiva di stabilizzazione. ma non credo si farà neppure un gran
servizio all'utenza: a me pare che sia questo, al di là dei problemi di
lavoro e di sistemazione, il problema maggiore. Personale che è di
fatto costretto a questa scelta potrebbe non trovarla gratificante e
forse non essere neppure troppo stimolato ad un impegno fattivo in
questo campo, mentre - proprio per la delicatezza del settore, questo è
il primo punto da considerare. Vorrei anche aggiungere che spesso, chi
fa sostegno - da specializzato e con tutti i crismi - appena può lascia
per la scuola normale e... tornare indietro non so quanto sia in questo
caso una opzione gradita... Dobbiamo cominciare, al di là di tutto, a
chiamare le cose con il loro nome...
Giulia Maino
oxford35@email.it