Evitata airicorrenti la cancellazione dei gradoni e del trasferimento. Avevaragione l’Anief contro mestieranti azzeccagarbugli, incoltisindacalisti, complici politici. Per i giudici di Milano, è evidenteche il contraddittorio è stato correttamente instaurato già durante ilprocesso amministrativo riassunto ora al giudice del lavoro, come èpalese che la volontà del legislatore dal 1999 ad oggi è di consentire,all’atto dell’aggiornamento delle graduatorie, il trasferimento da unagraduatoria all’altra. E in tema di assunzione, rimane invalicabile ildovere dell’amministrazione, anche nelle vesti di datore di lavoroprivato, di assumere nel rispetto del principio costituzionale delmerito e della parità di trattamento, come i giudici costituzionalihanno ribadito nella sentenza n. 41/2011. Irrilevanti, ai fini delladecisione, le censure dei contro-interessati e del Miur circa laposizione dei restanti candidati inseriti tra gli ultimi immessi inruolo e i ricorrenti assistiti dagli avvocati Ganci, Miceli, Fusari eGuerinoni. “Finalmente - chiosa il presidente dell’Anief, prof.Marcello Pacifico - si chiude una pagina giuridica già vinta diversianni orsono: dopo la recente conferma dei provvedimenti cautelari ecommissariali avvenuta in quasi tutte le corti territoriali, negliscorsi mesi, in tema di inserimento a pettine dei ricorrenti per viadella riassunzione dei processi avviati tempo addietro, vi è la primasentenza di merito, emanata in tempi record e tanto attesa dal Miur dafargli accantonare 1.500 posti circa, riservati alle immissioni inruolo nella scorsa estate, su richiesta di sindacalisti e politici.Anief lo aveva detto in tutti i modi, invitando l’amministrazione a piùprudenti consigli anche nel recente incontro informale con ilsottosegretario Ugolini: di fronte a una volontà chiara dellegislatore, ad articoli tanto espliciti della Costituzione, a unagiurisprudenza così evidente, era e rimane auspicabile un’azioneconciliativa dell’amministrazione tesa a risolvere subito ilcontenzioso. Ora chiedo al capo dipartimento per la scuola, dott.ssaStellacci, di prendere atto della decisione dei giudici e di evitarenuove condanne per risarcire spese legali e danni subiti che pesanosempre, purtroppo, nelle sole tasche dei cittadini. Meno male cheancora in Italia il diritto non presta ascolto a ciarlatani, sirene oaffaristi ma al semplice buon senso”.
Anief.it