Il 21 marzo
alle ore 11 in tutte le scuole d’Italia è stato rispettato un minuto di
silenzio per la vittime della strage presso la scuola ebraica di Tolosa
Lo ha chiesto il Ministro Francesco Profumo inviando a tutte le scuole
una circolare straordinaria, diramata dalle Direzioni regionali. Questi
fatti aprono gli occhi degli studenti nel comprendere come la violenza
non produce nulla di buono ed il fanatismo o gli estremismi provocano
danni e disgrazie anche per dei poveri innocenti. La solidarietà della
scuola italiana alle comunità ebraiche costituisce un segno di
fratellanza umana e di ricerca dei valori comuni a vantaggio
dell’umanità.
Profumo fa suo l’invito del direttore de La Stampa Mario Calabresi
nell’auspicare che quel minuto sia di silenzio in tutte le aule
d’Europa: «Perché il tema dell’intolleranza dice il ministro -
travalica i confini della Francia. È così attuale e cruciale che deve
unire i Paesi dell’Ue, con un ruolo primario delle scuole nella
formazione delle coscienze». Spiega che il ministero ha da tempo
avviato un cammino sulla memoria. Un percorso che conduce anche ad
Auschwitz: «Io stesso ho voluto accompagnare, in occasione della
Giornata della memoria, un gruppo di ragazzi in quel campo di
sterminio. È stato un viaggio toccante, di forte partecipazione emotiva
oltre che di riflessione». Un sentimento che deve pervadere sempre di
più la scuola italiana: «Esiste già una forte attenzione ai temi della
tolleranza e dell’antisemitismo, e lavoro perché possa crescere ancora.
Ho di recente firmato al Quirinale un protocollo d’intesa con il
presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche Renzo Gattegna proprio
con questo scopo».
Prevede l’intensificarsi di programmi di didattica per i ragazzi, e
formazione per i docenti sulla memoria collettiva della Shoah. Con
iniziative sull’antisemitismo, il pregiudizio, il razzismo e il
negazionismo, «per promuovere la consapevolezza degli effetti abnormi
che genera l’odio dell’uomo contro l’uomo». Il ministro insiste: «La
sfida educativa, a scuola come all’università, è la più difficile che
abbiamo davanti, ma anche la più affascinante. Credo in una classe di
docenti chiamata a non trasmettere solo contenuti didattico-culturali.
Credo in una scuola capace di favorire i processi di inclusione in
un’Italia multiculturale e multietnica, e di educare a una cittadinanza
attiva e consapevole. Una scuola che formi le coscienze e prepari i
cittadini di domani». Una scuola che davanti ai piccoli uccisi a Tolosa
non può non reagire, anche solo per restare in silenzio un minuto.
Lastampa.it