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Riforma: Una buona notizia: la politica si sta interessando degli organi collegiali della scuola. Proposta di testo unificato di riforma

Opinioni
Finalmente la politica si interessa nuovamente degli organi collegiali. Sono passati quarant’anni dalla loro istituzione, ne sono trascorsi almeno trenta in tentativi inutili per riformarli, forse è arrivata l’occasione buona per intervenire in modo significativo e, soprattutto,  con la condivisione trasversale ai due schieramenti parlamentari.
Come genitori non possiamo che auspicare che si faccia bene e in fretta. La scuola intera ne ha bisogno, i nostri ragazzi necessitano che docenti e genitori trovino forme efficaci di collaborazione, per una scuola rinnovata dal di dentro, nella quotidiana fatica per raggiungere risultati di qualità culturali ed educativi.
E’ un dato incontestabile e riprovato da tutte le ricerche nazionali ed internazionali “a parità di condizioni, anche nello stesso territorio, ci sono esiti profondamente diversi da scuola a scuola. E queste differenze, invece di assottigliarsi nel corso degli anni, aumentano” (Linee di azione del Ministro Profumo 2012). La differenza la fanno i docenti, i dirigenti, gli studenti,  i genitori, capaci di valorizzare le opportunità e di contenere le carenze, di costruire forme di collaborazioni incisive e tese al miglior servizio per gli allievi. Per troppo tempo si è favorito l’alibi delle responsabilità altrui, ma chi si è rimboccato le maniche con onestà intellettuale e sincera tensione educativa è riuscito a salvaguardare la qualità. Molte sono le scuole in ogni provincia del Paese che registrano valutazioni di primo livello e che reggono il confronto con le migliori esperienze internazionali.
Ebbene la proposta di riforma,  elaborata nella Commissione parlamentare, può aiutare molte scuole a superare le confusioni e i fraintendimenti per ricostruire alleanze e progettualità in grado di far fronte all’emergenza educativa, che grava pesantemente sulle scuole e sulle famiglie.
Ci si augura che la proposta divenga legge, possibilmente integrata da opportune modifiche e miglioramenti, ma già da ora si deve riconoscere che costituisce un punto di riferimento prezioso per individuare “criteri interpretativi autorevoli” in grado di rinnovare l’applicazione delle vecchie normative in vigore.
- In molte realtà scolastiche la cooperazione dei genitori viene sottovalutata, considerata superata dagli eventi e praticamente abolita dai numerosi cambiamenti, che si sono succeduti in questi decenni in modo spesso sconclusionato e contraddittorio. Inutilmente l’A.Ge. ha continuato a ribadire l’importanza della cooperazione dei genitori e la piena validità degli organi collegiali, nell’opinione pubblica ha avuto la meglio chi sostiene il contrario, prospettando un modello di scuola, autoreferenziale, chiuso in se stesso in difesa di vecchi adempimenti burocratici, restio a farsi carico delle debolezze che si confermano in ogni ricerca, nazionale o internazionale.
- In più occasioni si ripete  che l’autonomia favorisce la discrezionalità dei dirigenti nelle scelte, mentre  la proposta parlamentare ribadisce il contrario: l’autonomia valorizza la funzione educativa dei docenti, il diritto all'apprendimento e alla partecipazione degli alunni alla vita della scuola, la libertà di scelta dei genitori, il patto educativo tra famiglie e docenti e tra istituzione scolastica e territorio”.
- In molte scuole si nota un’insofferenza diffusa verso gli organi collegiali, ritenuti una struttura obsoleta e disfunzionale, mentre il  testo  conferma che “Le istituzioni scolastiche sono organizzate sulla base del principio della distinzione tra funzioni di indirizzo, funzioni di gestione e funzioni tecniche”; a cui corrispondono organi appositi, che devono opportunamente collegarsi in modo efficiente e integrato.
- Ne consegue che il vecchio “consiglio di istituto” viene denominato “consiglio di indirizzo”, a voler significare che spetta a  docenti, dirigenti, studenti e genitori  insieme “dare l’indirizzo generale all’attività scolastica, deliberando il piano dell’offerta formativa e il bilancio preventivo e consuntivo.
- Al dirigente spetta dare attuazione alle indicazioni del Consiglio, “gestendo le risorse  umane, finanziarie e strumentali e rispondendo dei risultati del servizio agli organismi istituzionalmente competenti”.
- Per le funzioni tecniche si prevede l’istituzioni dei dipartimenti dei docenti, suddivisi per aree disciplinari, ma forse questi non sono sufficienti. Tra i genitori è sentita l’esigenza che sia previsto ancora il consiglio di classe come organo tecnico – organizzativo, che preveda il gruppo docenti di classe, che organizzi e coordini i differenti  interventi disciplinari, in collaborazione con i rappresentanti dei genitori e degli studenti per gli aspetti educativi ed organizzativi della vita di classe.
- A sottolineare l’esigenza che, già da ora, ogni scuola concretizzi, come previsto da normative vigenti, momenti di “autovalutazione”, si prevede l’istituzione di un apposito “nucleo di valutazione dell’efficienza e dell’efficacia e della qualità complessiva del servizio scolastico”.
“Il Nucleo di valutazione, coinvolgendo gli operatori scolastici, gli studenti, le famiglie predispone un rapporto annuale di autovalutazione, anche sulla base dei criteri degli indicatori nazionali e degli altri strumenti di rilevazione forniti dall’INVALSI. Tale rapporto è assunto come parametro di riferimento per l'elaborazione del piano dell'offerta formativa e del programma annuale delle attività”.
- In questi anni si è percepita la necessità che le singole scuole uscissero dall’isolamento, in cui sono state rinchiuse dalla soppressione dei distretti e dei consigli scolastici provinciali. Molte scuole, con intraprendenza creativa, hanno costituito associazioni di scuole, diventando interlocutori autorevoli nei riguardi di comuni, province e regioni in riferimento alle problematiche scolastiche.
Il testo unificato avvalora queste iniziative prevedendo “l’istituzione a livello regionale e nazionale di Consigli delle autonomie scolastiche, composto da rappresentanti eletti rispettivamente dai dirigenti e dai presidenti dei consigli di indirizzo delle istituzioni scolastiche autonome”.
- Nel testo unificato si trova, infine,  a una vera sorpresa per noi genitori, genitori associati che per decenni abbiamo tenuto accesa l’istanza che accanto ai consigli scolastici ci fossero associazioni numerose e capaci di alimentare i propri rappresentanti con un sostegno efficace e costruttivo. Si prevede espressamente che “Le istituzioni scolastiche, nell'ambito dell'autonomia organizzativa e didattica riconosciuta dalla legge, valorizzano la partecipazione alle attività della scuola degli studenti e delle famiglie, di cui garantiscono l'esercizio dei diritti di riunione e di Associazione”.
- A conferma del valore dell’associazione si arriva ad asserire per i docenti che “L'associazionismo …costituisce libera espressione della professionalità docente e può svolgersi anche all'interno delle istituzioni scolastiche, che ne favoriscono la presenza e l'attività e ne tutelano la possibilità di comunicazione anche attraverso appositi spazi.  A livello nazionale, regionale e delle singole istituzioni scolastiche e formative, le associazioni professionali accreditate ai sensi della normativa vigente in materia sono consultate in merito alla didattica e alla formazione iniziale e permanente dei docenti e valorizzate nelle loro funzioni valorizzate nelle loro funzioni propositive”.

Da quanto evidenziato molti sono le opportunità che la nuova proposta di riforma suggerisce a tutte le istituzioni scolastiche. C’è da sperare che il percorso di approvazione sia rapido e per quanto possibile migliorativo. Possiamo, comunque, cogliere da subito il messaggio di fondo, che entrambi gli schieramenti politici ci inviano: non c’è miglior strategia per rinnovare la scuola del rilancio deciso e condiviso di “una cooperazione efficace tra genitori e scuola”.

Giuseppe Richiedei
http://giusepperichiedei.blogspot.com








Postato il Martedì, 20 marzo 2012 ore 08:00:00 CET di Redazione
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