Nessun filo spinato
potrà fermare il vento’: dodici alunni dell’Istituto “G. Parini” di
Catania “ambasciatori “ della ‘giornata della memoria fanno lezione ai
compagni.
I dodici ragazzi di terza media dell’Istituto Parini che hanno
partecipato al Quirinale alla celebrazione della “giornata della
memoria” il 27 gennaio , hanno rievocato l’esperienza vissuta
presentando ai compagni anche delle classi seconde, una diligente
ricerca sul tema della Shoah
Intercalandosi negli interventi, hanno saputo trasmettere ai
compagni intense emozioni e forti suggestioni , raccontando quel che
essi stessi hanno provato ascoltando le testimonianze dei sopravvissuti
alla deportazione degli ebrei, visitando la sinagoga ebraica di Roma,
la mostra su “I Ghetti di Varsavia” allestita al Vittoriano e
partecipando alla cerimonia nel salone dei Corazzieri al Quirinale alla
presenza del Capo dello Stato.
Gli alunni si sono fatti “ambasciatori”di questo evento, presentando i
loro elaborati nati dalla volontà di “testimoniare per non
dimenticare la tragedia dell’olocausto”.
Il Preside Giuseppe Adernò ha introdotto i lavori invitando gli
alunni a riflettere sull’esigenza che la scuola promuova tali
iniziative al fine che gli alunni diventino ‘alfieri della memoria”, e
ricordando l’emozione del viaggio a Roma con gli alunni accompagnati
dal preside, dal vicepreside Francesco Cantarella e dalla
Professoressa Silvia Emmi .
I ragazzi della III N: Enrico e Marco Libro, Edoardo
Benintende, Carlotta Cosentino, Aurora Caruso e Giorgia
Scafile, hanno presentato un lavoro introduttivo sulla
Shoah e attraverso un percorso storico e le testimonianze di alcuni
sopravvissuti hanno evidenziato che «il tempo possiede una forza
devastante che potrebbe cancellare le tracce di questo tratto buio
della Storia. Come un mulino, esso macina tanto grano di uomini e di
vicende e rischia di travolgere e portare con sé anche la
consapevolezza di quanto è accaduto. Per questo motivo, è
indispensabile la persistenza della memoria; l’unica possibilità di un
rapporto positivo tra gli orrori dei campi di concentramento e di
sterminio e la nostra vita presente è la memoria, il ricordo di quanto
è accaduto per evitare che possa ripetersi. La memoria storica possiede
la capacità di sancire valori forti e immutabili: la libertà, il
rispetto del diritto, la democrazia. Sono valori e non oggetti; essi
non si possono acquistare una volta per tutte e perciò ogni generazione
li deve riconquistare, farli propri e svilupparli. Uno dei compiti più
importanti che la scuola è chiamata a svolgere è, appunto, quello di
evitare che il racconto dei superstiti possa cadere nell’indifferenza;
per questo il fare memoria del passato aiuta i giovani a dedicarsi al
loro futuro nella piena consapevolezza del passato.
"Sta a noi ragazzi , hanno detto,
imparare a scorgere i segni del pregiudizio e allontanarli da noi
stessi, prima che possano attecchire, trasformarsi in discriminazione e
degenerare in violenza. Il mondo viene spinto avanti dalle forze degli
uomini migliori e noi giovani dobbiamo apprendere a migliorare il mondo".
Alice Cascone, alunna della III O, partendo dalla frase che campeggiava
al Quirinale, ‘Nessun filo spinato potrà fermare il vento’, ha ribadito
la necessità per i giovani per farsi portatori dei valori della libertà
dell’individuo, e ha focalizzato l’attenzione sul problema della Shoah
in Italia commentando un documento sotto forma di decalogo in cui sono
fissate le basi del razzismo fascista - documento pubblicato
sulla rivista antisemita ‘La difesa della razza’ diretta da
Telesio Interlandi (1938). Infine, l’allieva ha proposto un percorso
nel ghetto ebreo di Roma, nella sinagoga e nel museo ebraico – tappe
significative del viaggio a Roma.
Tommaso Casaburi, Silvia Fallone e Michele Rampulla hanno percorso un
viaggio nella mostra sul ghetto di Varsavia allestita nelle sale del
Palazzo Vittoriano a Roma, ed attraverso immagini e documenti hanno
ripercorso la storia dei ghetti nazisti in Polonia dal 1939 al 1944 e
hanno rilevato come «da questa mostra molto intensa sia emersa la
negazione della dignità dell’uomo che è stata calpestata dal regime
nazista». Essi hanno ribadito la necessità «della documentazione, della
testimonianza e del ricordo che divengono così mezzi per non
dimenticare».
Le parole dei ragazzi , accompagnate dalle proiezioni delle immagini
hanno attirato l’attenzione dei dei coetanei delle classi
terze ed hanno avuto molta presa sui più piccoli delle classi
seconde, i quali hanno seguito la “Lezione speciale” con grande
attenzione e partecipazione emotiva.,
Adrian Shahini ha comunicato la sua esperienza per aver
incontrato e colloquiato, durante la visita alla mostra del
ghetto di Varsavia , con un sopravvissuto: un vecchio signore di
origine inglese, il quale aveva organizzato una rivolta con i suoi
compagni ed era riuscito ad evadere dal campo di concentramento. Mentre
osservava le fotografie esposte alla mostra del ghetto, riconosceva un
volto noto e lo indicava alle telecamere, ed il suo volto
si rendeva visibilmente triste.
La cosa che più mi ha impressionato,
ha detto Adrian, è che l’anziano
sopravvissuto ha detto a noi ragazzi - che rappresentiamo di fatto ‘il
futuro’ - di raccontare queste storie; quindi, in qualche modo ci ha
incaricati di renderci partecipi di questo tragedia non solo come
osservatori esterni ai fatti, ma anche come oratori. Ci ha insomma
incaricato di diffondere le barbarie avvenute nei campi di
concentramento, in maniera da ricordare che cosa il genere umano è
stato capace di provocare.
Noi, ‘generazione del futuro’, abbiamo il dovere di
ricordare tutto ciò e di tramandarlo ai nostri successori, al futuro
più prossimo. Questo dovere può essere compiuto in tanti modi, anche
attraverso la ricerca, la documentazioni e tramite l’arte.
La lezione si è conclusa con uno spaccato sulla cinematografia
dedicata al genocidio ebraico., e sono state commentate
alcune pellicole quali il cortometraggio di Ettore Scola
’‘43-‘97’ , Il diario di Anna Frank di George Stevens, La vita è bella
di Roberto Benigni, Il bambino con il pigiama a righe di Mark
Hermann e Schindler’s List di Steven Spielberg.
Questi quattro film in un oceano di opere d’arte importanti e
monumentali si ricollegano al dovere di ricordare, di diffondere
la conoscenza sulla follia dell’Olocausto.
Martina Fisicaro ha concluso la “lezione-incontro”, con una
riflessione sulla ‘giornata della memoria’:proiettando e facendo
ascoltare la lettura della poesia di Primo Levi “Se questo è un uomo” recitata al
Quirinale da Gabriele Lavia, perché «essa riassume in modo intenso il
tema del degrado dell’essere umano, dell’annullamento della
personalità, della privazione della dignità subita dagli ebrei nei
Lager. Tutti abbiamo il diritto e il dovere di ricordare. Ricordare per
non negare; ricordare perché la storia insegna; ricordare perché
uomini, donne e bambini senza colpa sono stati torturati e portati alla
morte nei campi di concentramento” .
Ha quindi commentato il discorso del presidente della
Repubblica , il quale ha ribadito i principi della
Costituzione europea che devono essere avvalorati ed in
particolar modo il valore della pace che dà unità a
tutta l'Europa e al suo futuro. "La necessità di ‘coltivare conquiste’,
come la tutela sovranazionale dei diritti umani e delle libertà
fondamentali, è il modo più giusto e fecondo di rendere omaggio alla
memoria delle vittime della Shoah, al sacrifico alla resistenza, alla
rinascita del popolo ebraico".
Il messaggio forte di giovani “ambasciatori” : «Ricordare è un diritto civile che
tutti dobbiamo mettere in atto ….È giusto ricordare ciò che è stato per
evitare che risucceda,
Ricordare non è soltanto
ripetere soltanto i nomi e date, bensì “ricordare comprendendo …»
ha conquistato il numeroso pubblico di studenti, i quali hanno
trascorso un’ora di lezione “originale” presentata dai coetanei,
ma che, come ha detto il preside Adernò, complimentandosi per l’attenta
partecipazione da parte di tutti, è stata una vera “lezione di
vita”.
Silvia Emmi
docente di Lettere Istituto Parini