Si
terrà il 10 febbraio
presso il polo didattico della Facoltà di Scienze Politiche di
Catania dalle ore 9,30 alle ore 17,30 la Conferenza
Regionale per la Valorizzazione e l’insegnamento nelle
scuole della Storia, Letteratura e patrimonio linguistico
della Sicilia, in applicazione della Legge regionale n.9 del 31
maggio 2011.
Attesa da tempo e quasi sognata dal compianto Prof. Santi Correnti, il
primo docente universitario della Storia di Sicilia,l’assemblea
regionale ha finalmente legiferato in merito ad un diritto di
organizzazione dei programma scolastici, utilizzando la quota del 20%
del monte ore annuale per offrire a tutti gli studenti in modo
sistematico ed ordinato un percorso formativo di conoscenza e di studio
del patrimonio storico, artistico, letterario e linguistico della
nostra terra di Sicilia.
All’incontro, dopo l’apertura dei lavori da parte del Prof.
Giuseppe Barone, Preside della Facoltà di Scienze Politiche
seguiranno i saluti del presidente della regione Raffaele
Lombardo, dell’Assessore regionale Mario Centorrino, del
direttore generale del MIUR Maria Luisa Altomonte, dell’Assessore
ai Beni culturali e all’identità siciliana Sebastiano Messineo, del
direttore del dipartimento regionale Istruzione e formazione Ludovico
Albert e dell’on. Nicola D’Agostino deputato all’ARS e proponente
la legge 9/2011
Seguiranno gli interventi dei docenti Giovanni Ruffino
dell’Università di Palermo e Domenico Ligresti, Salvatore Trovato
e Gabriella Alfieri dell’Università di Catania
Dopo una breve colazione a cura degli studenti dell’Alberghiero di
Catania si aprirà il dibattito e concluderà i lavori l’assessore
regionale Mario Centorrino.
La presentazione , diffusione e discussione della legge regionale ed
ancor più una puntuale proposta attuativa nella scuola è quanto mai
necessaria e si auspica che per il prossimo anno si possa costruire un
percorso didattico rispondente a tale norma.
Mentre si diffonde al Nord la cultura dell’appartenenza, utilizzando
anche forme secessioniste, per la scuola siciliana occorre rilanciare
un percorso di specifica formazione regionale.
E’ bene che i nostri ragazzi conoscano in maniere più
approfondita i personaggi siciliani della storia e della
letteratura italiana, distinguano i segni e le documentazione
artistiche greco romane e delle diverse dominazioni
dell’Isola, arabi, normanni, aragonesi; sappiano apprezzare il
valore della lingua siciliana che non è un comune dialetto
regionale.
La legge è fatta , occorre metterla in pratica e la cultura della
sicilianità che gli scrittori chiamano “sicilitudine” si alimenta di
cultura, di studio, di grande amore per la propria
terra, che si diffonde e si dimostra facendo conoscere,
apprezzare e amare ai giovani il nostro ricco patrimonio di
arte e di cultura.
Giuseppe
Adernò
g.aderno@alice.it