Anief ricorda
l’illegittimità e l’incostituzionalità della norma che blocca la
progressione di carriera per gli anni 2010-2013 e ribadisce il valore
dell’una tantum dell’assegno percepito. Chiarisce il perché della
richiesta di astensione al voto, laddove, non sono state presentate le
liste Anief.
Apprendiamo dal comunicato della CISL, increduli, che un atto
amministrativo, un decreto, è superiore a una norma di legge (art. 9,
c. 23, L. 122/2010), che per stessa ammissione della CISL, ha tolto
qualcosa ai lavoratori (gli anni 2010-2013, infatti, sono
irrecuperabili ai fini della progressione di carriera).
Apprendiamo, senza parole, anche, che il sindacato auspica da
spettatore che qualcuno in Parlamento presenti degli emendamenti per
recuperare il mal tolto. L’Anief, in sua assenza, come ha fatto in
questi anni, si adopererà in tal senso per sensibilizzare i nostri
parlamentari. Ribadiamo il valore dell’una tantum sui soldi ottenuti
per il 2010, fornendo un’interpretazione un po’ diversa sul blocco
biennale che è stato prorogato nei cedolini di gennaio per due anni,
d’ufficio, con un clic, perché dopo quel biennio si sarebbe maturato un
gradino, proprio quando si erano recuperati i soldi per l’anno
precedente (non si vedeva, quindi, la necessità). Saremo felici di
essere smentiti quando i nostri amici troveranno i soldi anche per il
2011 e otterranno dal MEF il ritorno all’anzianità che dovevamo
maturare nel cedolino 2010. Sul biennio e non sul triennio, si ricorda
che il mille-proroghe è intervenuto dopo.
Sul pensionamento, l’amministrazione, ha concesso, per usare le parole
della CISL, la possibilità di rimanere in servizio al personale con 40
anni di contributi maturati entro il 31 agosto 2012, proprio perché gli
anni 2010-2013 non sono valutabili per legge per la progressione di
carriera, quindi, gli ha concesso di lavorare due anni in più per avere
gli stessi contributi che gli spettavano con due anni di lavoro in meno.
Sui ricorsi, ovviamente, se non si è in grado di sensibilizzare il
Parlamento, e si ritiene una norma illegittima o incostituzionale, è
ovvio che si proclama almeno uno sciopero o si organizza un ricorso per
ottenere giustizia e perché no, dal giudice delle leggi, l’abrogazione
della norma. Sul punto, ricordiamo anche l’articolo 1 agli amici della
CISL, ma bastano gli articoli 36, 39, oppure spiegare ai lavoratori
come un contratto lo si possa non firmare ma non bloccare.
Grazie al punto 5 di cui all’intesa del 4 febbraio 2011 firmata dalla
CISL, è stato adottato dal Governo il conseguente atto d’indirizzo
all’ARAN, il 17 febbraio 2011, per la firma del nuovo contratto: a
partire dal 2014, essendo per legge, bloccato il contratto fino al
2013, si applica la riforma Brunetta che sostituisce l’attuale sistema
dell’anzianità retributiva con quello premiale, definendo tre nuove
fasce di retribuzione (il 25% non prenderà più l’aumento di stipendio,
il 50% prenderà qualcosa in meno del restante 25% che prenderà qualcosa
in più, mentre i soldi alle scuole saranno erogati per livello di
performance)
Sull’operato della CISL, saranno i lavoratori, se debitamente
informati, a scegliere se hanno operato da sindacalisti o meno.
Infine, sulla richiesta dell’Anief di astenersi dal voto RSU nelle
scuole dove non sono presenti le sue liste, non si comprende lo
sgomento del grande sindacato: a parte che l’astensione è una libera
scelta, in assenza di alternative e se siamo in campo è perché vogliamo
essere alternativi. Ma poi, saremo felici di confrontarci nelle
assemblee sindacali in orario di servizio, come avviene nei comizi
pubblici, con gli amici della CISL per discutere di questi problemi e
degli altri della scuola; c’è un piccolo problema, la CISL sindacato
rappresentativo per il triennio 2006-2009 nel comparto scuola, la cui
rappresentatività è stata prorogata grazie al decreto Brunetta per il
triennio 2009-2012 per via del rinvio delle elezioni RSU, ha firmato un
accordo secondo cui le assemblee in orario di servizio possono essere
convocate soltanto da quei sindacati che hanno firmato il precedente
contratto in quanto rappresentativi. Quindi, l’Anief non può indire
un’assemblea sindacale in orario di servizio per dibattere i problemi
della scuola e per avviare la sua campagna elettorale al fine di
diventare rappresentativa. Questo comporta necessariamente che l’Anief
potrà presentare poche liste e quindi deve necessariamente chiamare ai
colleghi a una maggiore attenzione sulle scelte di voto, il cui quorum
influisce sul risultato elettorale complessivo ai fini del calcolo
della rappresentatività (media del 5% tra deleghe registrate al 31
dicembre, e voti raccolti tra quelli espressi il 5-7 marzo 2012).
Pretendere che l’Anief inviti a votare la CISL, a questo punto, avrebbe
offeso la nostra intelligenza. Visto che non possiamo parlare ai
colleghi in orario di servizio, dentro le scuole, comunque, ringraziamo
la CISL per averci dato l’occasione di utilizzare il web per dare la
nostra informazione, sperando di non stancare i lettori per sterili
polemiche, visto che la categoria sa leggere e scrivere e può studiarsi
da sola la normativa richiamata.
(da Anief)
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