Mentre si attende
ancora il decreto definitivo del nuovo piano della scuola siciliana,
dimensionata secondo il criterio misto nazionale e regionale,
che riduce di 146 il numero delle istituzioni scolastiche
della Sicilia, apportando un notevole taglio di 124 scuole del primo
settore, occorre cominciare a pensare a come saranno le nuove scuole
“accorpate”, “aggregate”, “fuse”.
Già circolano voci allarmanti di docenti vicari, ex sindaci, ex presidi
circa il destino delle scuole che saranno accorpate e qualcuno ha già
cominciato a pensare come smantellare di arredi e strutture le scuole
che saranno aggregate.
Pensando ai benefici che gli accorpamenti producono si comincia a
delineare il profilo di una scuola rinnovata che non
dovrebbe aggregare con il trattino i nomi delle precedenti istituzioni,
ma che dovrebbe assumere un nuovo nome ed una nuova identità.
Assegnare il nome ad una scuola significa tracciare un percorso
culturale che si leghi nel personaggio con il nome scelto e
valorizzarne alcune specifiche peculiarità.
Gli attuali nomi, nel rispetto della tradizione culturale e del
“titolare” della scuola, è bene che vengano conservati come nomi
specifici dei rispettivi plessi.
Il nuovo istituto che nasce non dovrebbe aggregare i pezzi o i
“cocci” di due realtà a volte differenti se non
contrastanti, ma aprirsi ad un nuovo progetto di scuola
“complessa” che, ricca di un maggior numero di studenti e di
personale, ottimizzando le risorse che tale beneficio
apporta, si riorganizza con metodologie rinnovate e
con uno spirito di scuola nuova, capace di crescere e di svilupparsi.
Una particolare attenzione va riservata al nuovo ufficio di segreteria
che aggrega le risorse esistenti e si proietta ad una più
efficiente organizzazione del lavoro, sempre più complesso che viene
oggi richiesto alle segreterie scolastiche.
Se i due plessi, come accade in provincia, aggregano scuole di comuni
diversi, è opportuno che venga garantita la presenza stabile o
per fasce orarie di un assistente amministrativo nella sede
distaccata, anche ai fini di un effettivo collegamento tra i
plessi e le innumerevoli emergenze del quotidiano scolastico.
I moderni strumenti di comunicazione informatica favoriscono una
interazione a distanza ed un positivo lavoro di cooperazione tra
i plessi ed anche la didattica ne potrà avere positivi benefici,
mettendo insieme le peculiarità dei docenti che confluiscono nel
nuovo istituto aggregato.
Il nuovo istituto che nasce dal piano di dimensionamento dovrebbe
costituire il modello di scuola rinnovata per il primo settore
nell’organizzazione di istituto comprensivo, mettendo in atto uno
specifico “curricolo verticale” che impegna i docenti a
progettare la vita scolastica in un’ottica di positiva e graduale
crescita, mediante lo sviluppo delle competenze; per il secondo settore
una scuola secondaria di secondo grado che valorizza i diversi
indirizzi e le tipologie di scelte degli studenti in una
positiva azione orientativa e formativa. Le risorse aggiuntive che
potranno emergere dall’aggregazione di potenziale capitale umano di
personale, oltre che di benefici economici, daranno sostegno allo
sviluppo di una scuola rinnovata.
Il compito del futuro dirigente, anche se viene riconfermato quello
della scuola con un maggior numero di studenti, sarà certamente non
facile e non può limitarsi a mettere soltanto “accanto” le due realtà,
bensì a costruire un nuovo percorso “insieme”, operando una nuova
accoglienza, senza diritti di primogenitura o di privilegi che
mortificano sul nascere lo spirito della nuova comunità
scolastica, proiettata ad un nuovo cammino di risveglio e di
ripresa verso una sempre maggiore qualità del servizio scolastico.
Giuseppe Adernò
g.aderno@alice.it