Il concorso pubblico
per diventare dirigenti scolastici torna nel mirino delle autorità
giudiziarie. Dopo la pronuncia del Consiglio di Stato che ha confermato
la possibilità per i docenti precari di partecipare al bando, questa
volta Palazzo Spada è stato chiamato a esprimersi sulla legittimità
della gara che è stata bandita lo scorso luglio.
La vicenda ha inizio all'indomani dei test per le pre-selezioni: il
sindacato dei docenti Anief dopo aver contestato la presenza di alcuni
quesiti sbagliati tra quelli sorteggiati, decide di denunciare la
violazione. I 34mila candidati dovevano superare un test di 100 domande
a risposta multipla; per passarlo sarebbe stato necessario marcare la
casella giusta almeno 80 volte. Il primo settembre, da un elenco di
5mila quiz sono stati estratti i 100 che hanno costituito l'esame. Il
bando stabiliva che per la prova pre-selettiva sarebbe stato assegnato
un punteggio massimo di 100 per un test con tutte le risposte esatte.
L'Anief ha quindi avanzato un ricorso per oltre 2mila docenti
considerati non idonei, chiedendo al ministero dell'Istruzione di
nominare una commissione di esperti e rinnovare il
concorso.
In un primo momento il Tar del Lazio e
il Consiglio di Stato hanno respinto la richiesta di alcuni esclusi che
domandavano di poter partecipare agli scritti con riserva. Il motivo di
questa decisione, però, era che le ragioni sostenute dai ricorrenti
investivano “profili di legittimità dell'intera fase di selezione
basata su quiz a risposta multipla”, con la conseguenza che, qualora le
ragioni fossero risultate fondate, si sarebbe determinato “l'effetto
demolitorio dell'intera procedura con obbligo di rinnovazione della
stessa e il coinvolgimento di tutti i partecipanti al concorso”.
I giudici di Palazzo Spada hanno dato ragione al sindacato: l'intera
procedura concorsuale è da considerarsi illegittima. Con le ordinanze
n° 64 e 67 dell'11 gennaio 2012, il Consiglio di Stato ha osservato che
il ricorso deve essere, almeno in parte, sicuramente accolto: esso
rileva il carattere obiettivamente erroneo di alcuni quiz somministrati
e sottolinea a ragione che, in assenza di tali imprecisioni, gli
appellanti avrebbero potuto proseguire e accedere alle prove
successive. Un gruppo di docenti esclusi, grazie alle due ordinanze,
sarà fin da ora ammesso agli scritti. Per il giudizio di merito
definitivo si attende ora il responso del Tribunale amministrativo del
Lazio. Il verdetto del Consiglio di Stato, tuttavia, è stato chiaro:
l'intero concorso si è sviluppato in maniera illegittima. A rischio,
adesso, l'intera procedura concorsuale, che potrebbe essere
completamente annullata. (da Anief-Justice-Tv)
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