Nove studenti,
individuati dai professori come i promotori delle occupazioni dello
scorso autunno e come coloro che hanno causato danni materiali alla
scuola, sono stati puniti con il 5 in condotta delle pagelle di fine
trimestre. Tre genitori di questi ragazzi hanno deciso di opporsi a
questa decisione dei docenti, portando avanti un ricorso, appellandosi
a questioni formali con le quali queste sanzioni erano state adottate.
Una situazione per certi versi surreale.
L'OCCUPAZIONE – I fatti risalgono
all'occupazione della scuola d'arte modenese dal 28 novembre al 4
dicembre, periodo di grande subbuglio non solo nella nostra provincia,
ma un po in tutto il paese, con il movimento degli “indignati” e con
una serie di occupazioni e manifestazione. Durante quella settimana la
scuola ha subito danni materiali per oltre mille euro e i ragazzi – poi
puniti dal 5 in condotta - hanno sottratto documenti, registri, un pc
portatile e hanno manomesso l'impianto telefonico della scuola di via
Servi.
LA PUNIZIONE – I consigli di classe riuniti hanno deciso di sanzionare
gli studenti protagonisti di quei giorni di caos e danneggiamenti,
optando per il 5 in condotta nei “pagellini” del primo trimestre
dell'anno, oltre a decretare per i 9 studenti una decina di giorni di
sospensione con frequenza obbligatoria e l'esclusione dalle gite per
l'anno scolastico in corso.
I RICORSI – Alcune famiglie dei giovani indisciplinati hanno ben
pensato di appellarsi agli avvocati, contro la decisione dei docenti.
Con piccoli cavilli formali i genitori, convinti della buona condotta
dei rispettivi figli, stanno infatti cercando di far cambiare idea ai
professori del Venturi. Persino al Cgil è scesa in campo, esprimendo
solidarietà agli studenti sanzionati, ingiustamente secondo il
sindacato che sostiene la necessità di “difendere la scuola pubblica,
rigettando il modello Gelmini”.
Ecco allora che si comprende bene la vignetta, che ritrae un mondo
rivoltato, in cui regna incontrastata la parola
“deresponsabilizzazione”. Lo stesso Eugenio Sponzilli, preside
dell'Istituto Venturi, ha voluto sottolineare come l'atteggiamento dei
genitori che hanno fatto ricorso non corrisponda ad un atto di corretta
educazione. Vi è una grossa differenza tra il legittimo diritto ad
esprimere le proprie oppinioni da una parte– anche attraverso
manifestazioni dure come quelle intraprese da alcuni studenti o dai
gruppi antagonisti radicati nell'ambiente scolastico modenese – e
dall'altra parte il danneggiamento delle istituzioni e la lesione dei
diritti altrui. La scelta ferma e competente dei docenti del Venturi
rischia di essere rovesciata a favore di un'indulgenza priva di
significato, con buona pace della buona educazione, fine primo di una
famiglia e di una scuola che possano realmente definirsi tali.
(da
http://www.ilsitodimodena.it/)
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