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Spesa pubblica: Toscana: comprensivi a tutti i costi. I genitori protestano con e-mail e fb

Comunicati
La Toscana sta per eliminare tutte le scuole elementari e le scuole medie per sostituirle con istituti comprensivi anche dove finora i Comuni avevano resistito. La motivazione è che "crede negli istituti comprensivi", ma finora non ha mai voluto ascoltare chi la scuola la vive nel quotidiano, conosce vizi e virtù delle varie soluzioni organizzative e sa anche che DOVE IL COMPRENSIVO FINORA NON E' STATO FATTO, C'E' SENZ'ALTRO UN BUON MOTIVO.
Per evitare tagli che vanno ben oltre quanto richiesto dal Ministero (solo 8 gli accorpamenti necessari in Toscana, alcune decine quelli previsti), l’Associazione Genitori AGe Toscana ha inoltrato a tutti i genitori delle scuole interessate una petizione indirizzata al Presidente regionale Enrico Rossi, alla vicepresidente e assessore all’istruzione Stella Targetti, al Consiglio regionale e ai presidenti e assessori all’istruzione delle province toscane.
Fa indubbiamente pensare una Regione che nel 2009 denunciava i tagli inferti alla scuola pubblica e si impegnava “a scongiurarne gli effetti” e che adesso forza sull’istituzione di nuove scuole comprensive, con conseguenti tagli agli organici e caduta della qualità del servizio (sono previsti infatti istituti comprensivi che superano i 2000 alunni, bacini di utenza cittadini tagliati da un fiume, squilibri fra il numero di classi in uscita di un ordine di scuola e quelle di ingresso nel successivo all’interno dello stesso istituto). E per di più, senza coinvolgere in alcun modo i genitori, anzi ignorandone le proteste.

Va detto che Comuni e Province hanno deliberato gli accorpamenti PRIMA di conoscere ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011, che ha accolto le richieste della Conferenza delle Regioni in merito alla MEDIA REGIONALE DI RIFERIMENTO e alla GRADUALITA’ nell’applicazione della legge n. 111/2011. Adesso gli enti locali sarebbero disponibili a rivedere le delibere adottate, ma sono fermi in attesa di un segnale dalla Regione, un segnale che non arriva. Nulla di strano che i genitori tentino il tutto per tutto promuovendo una protesta via e-mail e facebook. Ecco il testo, con preghiera di diffusione a tutti i genitori interessati.

          Al Presidente Enrico Rossi
          Regione Toscana, enrico.rossi@regione.toscana.it,

          Al Vicepresidente Stella Targetti
          Assessore Scuola, università e ricerca
          Regione Toscana, stella.targetti@regione.toscana.it,

         Al Consiglio Regionale della Toscana,
          urp@consiglio.regione.toscana.it,

          Al dott. Elio Satti
          Dirigente Scuola, università e ricerca
          Regione Toscana, elio.satti@regione.toscana.it,

          Ai Presidenti e agli Assessori all’Istruzione
          delle Province della Toscana (presidente@provincia.fi.it, presidenza@provincia.pisa.it, presidente@provincia.lucca.it, presidente@provincia.arezzo.it , s.orsolini@provincia.livorno.it, f.fratoni@provincia.pistoia.it, presidente@provincia.siena.it, lgestri@provincia.prato.it, presidente@provincia.grosseto.it, o.angeli@provincia.ms.it)

e, p.c. All’Associazione Genitori
          A.Ge. Toscana, presidente@agetoscana.it



OGGETTO: Richiesta gradualità nell’istituzione di nuovi istituti comprensivi.


               Gentili Signori,

ci è giunta notizia che entro la fine di questo mese di gennaio 2012 codesta Regione procederà all’approvazione del piano di razionalizzazione della rete scolastica così come pervenuto dalle Province toscane.

Ciò CI SEMBRA SBAGLIATO in quanto Comuni e Province HANNO FATTO di istituire gli istituti comprensivi PRIMA che uscisse ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011 e quindi con la concreta prospettiva di perdere i dirigenti scolastici in tutte le scuole che non avessero 1000 alunni, un fondato timore che oggi non ha più motivo di essere.

Vi preghiamo pertanto di sospendere la costituzione di nuovi istituti comprensivi, nell’ottica di GRADUALITA’ richiesta dalla Conferenza delle Regioni e concessa dal Ministero dell’Istruzione, in modo che sia possibile valutare se “l’operazione di aggregazione, per motivi legati alle condizioni geografiche, socioeconomiche e alla storia del territorio, nonché alla situazione dell’edilizia scolastica” risulti “una forzatura quantitativa rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni”, COINVOLGENDO IN QUESTA RIFLESSIONE ANCHE LE FAMIGLIE, ciò che finora non è stato fatto.
L’attuale bozza di riorganizzazione della rete scolastica ci sembra non tenere conto del fatto che:
-        Gli istituti comprensivi sono stati istituiti per i territori montani, ove la distanza fra i centri abitati è maggiore e la viabilità difficoltosa;
-        Gli istituti comprensivi sono tornati in auge con l’ ‘onda anomala’ del Ministro Luigi Berlinguer, naufragata una dozzina di anni fa con il suo progetto di riforma dei cicli scolastici;
-        Gli istituti comprensivi sono nuovamente tornati in auge ogni volta che si è parlato di tagli di risorse alla scuola pubblica;
-        Gli istituti comprensivi sono stati resi obbligatori con 15 luglio 2011, n. 111, che ha anche posto il limite di 1000 alunni per mantenere l’autonomia;
-        delle Regioni ha chiesto che si possa fare riferimento alla MEDIA REGIONALE di riferimento (per cui in Toscana è sufficiente tagliare solo 8 scuole, il 2% del totale e non di più);
-        ha chiesto inoltre che si operasse con GRADUALITA’  a un’attenta VALUTAZIONE DEI BISOGNI DEL TERRITORIO proponendo che “Dove si valuti che l’operazione di aggregazione, per motivi legati alle condizioni geografiche, socioeconomiche e alla “storia” del territorio, nonché alla situazione dell’edilizia scolastica, non corrisponda alla auspicata finalità, ma risulti piuttosto una forzatura ‘quantitativa’ rispetto alle scelte ed ai comportamenti delle famiglie e degli alunni, sono mantenute le direzioni didattiche e le scuole medie, oggi autonome, pur nel rispetto dei parametri numerici”;
-        Il Ministero dell’Istruzione ha accolto, con ministeriale Prot. n. A00DGPER 10309 del 13.12.2011, le richieste della Conferenza delle Regioni;
-        COMUNI E PROVINCE HANNO DELIBERATO PRIMA CHE USCISSE MINISTERIALE CHE ACCOGLIEVA LE RICHIESTE DELLE REGIONI;
-        Gli enti locali sarebbero disponibili a tornare sui propri passi ma, come riferisce l’Assessore all’istruzione di Prato, SONO FERMI IN ATTESA DI INDICAZIONI (da parte di chi, se non dalla Regione?) per attuare la gradualità nell’applicazione;
-        La creazione degli istituti comprensivi riduce ulteriormente il numero di occupati nella scuola, ben oltre quanto richiesto dalle varie leggi finanziarie, che si sono succedute negli anni;
-        è la regione più virtuosa, in quanto le altre Regioni hanno fino al 30% di scuole da accorpare, mentre per noi è sufficiente accorpare 8 istituti, ad esempio quelli che nel capoluogo regionale hanno un numero di alunni ben inferiore a 1000;
PER CUI NON E’ NECESSARIO CREARE GLI ISTITUTI COMPRENSIVI, LA’ DOVE, PER MOTIVATE RAGIONI, FINORA NON SONO STATI ISTITUITI
Come famiglie, riteniamo inoltre che l’istituzione di nuovi istituti comprensivi là dove ora funzionano Direzioni didattiche e Scuole medie non risponda adeguatamente alle necessità delle famiglie e dei territori perché:
-        È SOLO APPARENTE, in quanto è dimostrato che i Collegi dei docenti non dialogano, pur essendo riuniti in istituto comprensivo da dieci o più anni;
Dirigente scolastico e segreteria fanno fatica a rispondere alle richieste di personale e utenza di due ordini di scuole così radicalmente diversi, per cui SERVIZIO SCOLASTICO DECADE;
-        DOVE i comprensivi NON SONO STATI FINORA CREATI ESISTONO EVIDENTI PROBLEMI di edilizia scolastica, viabilità, numero degli alunni (si parla di nuovi istituti con oltre 2.000 alunni, assolutamente ingestibili, con grave penalizzazione degli alunni stessi);
-        le nuove proposte spaccano i territori secondo un CRITERIO RAGIONIERISTICO, che non tiene conto dei problemi oggettivi (es.: numero delle sezioni primarie e secondarie di I grado all’interno dello stesso istituto; bacini di utenza; viabilità; fiumi);
-        Gli istituti comprensivi LIMITANO GENITORI DI SCEGLIERE per i propri figli creando bacini di utenza più piccoli e rendendo ancora più difficile conciliare i tempi della famiglia con gli spostamenti che divengono necessari;
-        I GENITORI NON SONO STATI CONSULTATI e comunque non si è tenuto conto del loro parere;
-        Riportiamo anche il timore di un Preside che guida validamente da oltre 25 anni una scuola media: Annettere una media di poche centinaia di alunni a una scuola elementare di mille alunni porta a una perdita di identità della scuola media: è pertanto preferibile OPERARE ACCORPAMENTI ORIZZONTALI (fra scuole medie) E NON VERTICALI.
PERTANTO, SE NON VOLETE ESSERE RESPONSABILI DI UN DANNO NON RIPARABILE A UNA SCUOLA CHE FINORA E’ ANDATA AVANTI CON FATICA MA CON ONORE
PER FAVORE
FERMATE L’ISTITUZIONE DI NUOVI COMPRENSIVI
ATTUATE ’ COME LE ALTRE REGIONI
COINVOLGETE I GENITORI
Grazie
Nome, Scuola, Città


 agetoscana@age.it








Postato il Lunedì, 16 gennaio 2012 ore 15:20:05 CET di Redazione
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