Priorità a
sanità, scuola, ambiente e cultura. Intanto Viale Trastevere dà il via
al progetto Scuola in chiaro: "Passo importante verso gli open data"
Inizia a prendere forma l’agenda digitale del goveno Monti. In
occasione della presentazione del progetto “Scuola in chiaro”, il
ministro dell’Istruzione, Università e Ricerca, Francesco Profumo ha
annunciato che il ministero - a cui è stata affidata l’attività di
coordinamento dell’Innovazione – sta lavorando alla definizione dei
progetti prioritari. “Stiamo definendo le priorità sul versante dei
servizi – ha precisato Profumo – Il nostro impegno sarà dirottato verso
settori come la sanità, la mobilità, l’ambiente, il turismo e la
cultura, oltre ovviamente alla scuola”. Focus anche sui servizi di
e-government la cui messa a punto sarà decisa in collaborazione con il
ministero della Funzione e della Semplificazione. Come detto dal
ministro Patroni Griffi in commissione Affari Costituzionali della
Camera, al dipartimento per la Digitalizzazione e Innovazione
tecnologica (Ddi) sarà affidato il ruolo di “collante” tra i due
dicasteri.
Per quanto riguarda invece il versante delle reti - altro elemento
chiave dell’agenda digitale - il ministro dell’Istruzione ha ricordato
che il ministero dello Sviluppo economico si è già attivato “per il
proseguimento della realizzazione e dell’attuazione del Piano Nazionale
per la Banda Larga, bandendo, tramite Infratel-Invitalia, il quarto
bando di gara per la progettazione esecutiva e la realizzazione di
infrastrutture costituite da impianti in fibra ottica per una rete a
banda larga”.
Il bando, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 29 dicembre 2011,
riguarda le regioni Sicilia, Basilicata, Campania, Molise, Lazio,
Marche, Toscana, Sardegna e Veneto.
L’importo complessivo dei lavori supera i 69 milioni di euro e si
inserisce nel quarto intervento attuativo che prevede un investimento
di oltre 95 milioni per l’abilitazione all’offerta dei servizi a larga
banda, mediante la costruzione di circa 2.000 km di rete in fibra
ottica in oltre 400 aree comunali e sub comunali, in prevalenza in zone
ad alta intensità rurale e distretti produttivi, per una popolazione
potenzialmente servita di oltre 358.000 cittadini.
Nel programma digitale che il Miur sta dettagliando a fare la parte del
leone saranno le smart city, il cui bando – ha detto Profumo – “sarà
lanciato già la prossima settimana”. All’interno delle iniziative
legate alle città intelligenti si ascrive anche “Scuola in chiaro”.
“Vogliamo rendere la scuola trasparente e euesto processo va inserito
in un contesto più ampio, che contempli l’intero orizzonte della ‘smart
city’, cioè di una città in cui i servizi ai cittadini siano
accessibili, trasparenti, condivisi – ha sottolineato – Pertanto, il
Miur renderà disponibili i dati in possesso del proprio sistema
informativo, mentre lascerà alle scuole, nella loro autonomia, la
diffusione dei risultati sulle valutazioni degli apprendimenti e
dell’offerta formativa.
“In questa prospettiva sarà altrettanto importante che la scuola entri
a pieno diritto nell’innovazione del sistema Paese – ha proseguito il
ministro - adeguandosi alle esigenze educative delle nuove generazioni
di studenti, che ci chiedono competenze digitali, linguistiche,
organizzative e logiche all’insegna della massima innovazione”.
Attivo da oggi, il servizio “Scuola in chiaro, tramite sul sito del
Miur, fornirà dati continuamente aggiornati su ogni istituto: con
l’inserimento online di alcune semplici info le famiglie potranno
iscrivere i figli alla scuola prescelta. Il progetto coinvolgerà 11mila
scuola e circa 2 milioni di famiglie.
“Scuola in chiaro – ha spiegato Profumo – rappresenta il primo passo
verso una PA più moderna e trasparente, che tramite Internet, mette a
disposizione dei cittadini tutti i dati per accedere ai servizi. Questo
strumento rappresenta anche un’occasione per istituzioni scolastiche,
che potranno fornire tutti i dati sull’offerta didattica e la qualità,
con l’auspicio che il confronto reciproco inneschi meccanismi di
miglioramento dell’intero sistema, così come nelle filosofia degli open
data”. Il programma a lungo termine del Miur, infatti, è quello non
solo di rendere accessibili i dati via Web ma anche utilizzabili, dando
la stura all’open government.
di Federica Meta
(da http://www.corrierecomunicazioni.it)
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