F. D. Tosto, La
letteratura e il sacro. L’universo poetico (Ottocento e prima parte del
Novecento), vol. II, ESI, Napoli 2011
Il volume II del
progetto La letteratura e il sacro è interamente dedicato alla poesia
dell’Ottocento e della prima parte del Novecento. Il curatore
–Francesco Diego Tosto- ha raccolto e introdotto una miscellanea di
saggi orientati a documentare la presenza forte e variegata del sacro
nei versi dei poeti italiani. Partendo dalla religiosità di Monti,
Foscolo, Manzoni, Leopardi fino a giungere a Pascoli, D’Annunzio,
Ungaretti, Quasimodo e Montale, l’opera tende a mostrare il valore
della poesia nella sua funzione temporale ed universale, civile e
“religiosa”. Essa, per la sua natura questionante, indaga
l’inviolabile, alle origini del sacro, ai confini tra realtà e mistero,
e ritrova credenti e non credenti nella comune condivisione dello
stupore, della domanda e
dell’incontro.
Sia l’ombra dell’infinito in Carducci che l’escatologia popolare
presente nei versi di Belli, sia l’inquieta ironia crepuscolare e
futurista che la percezione del malessere esistenziale di Rebora, o il
viaggio terrestre e celeste di Luzi, sono tutte testimonianze
dell’impegno del poeta in direzione dei temi radicali anche in tempi di
erosione delle certezze relazionali e scientifiche. Il volume, con
un’ottima prefazione di P. Gibellini, si propone -tra scandalo e
profezia, tra timore e speranza, tra inquietudine e pace- come percorso
dialettico verso un nuovo umanesimo, un nuovo desiderio, verso una
visione antropologica della letteratura che rincorra il senso della
vita e trovi pace nella ricerca. Il testo si conclude, oltre che con
un’aggiornata bibliografia su temi e personaggi, con una rubrica,
intitolata Piccolo Zibaldone, contenente convegni, profili di poeti,
antologie di poesia religiosa, varie pubblicazioni e spunti di
riflessione, al fine di attestare un incessante processo dinamico della
letteratura “religiosa” italiana, spesso ridimensionata da pregiudizi
improduttivi e poco valorizzata nel suo ruolo di esigente scandaglio
spirituale.
F. D. Tosto, La letteratura e il sacro. L’universo poetico (Dalla
seconda metà del Novecento ai nostri giorni), vol. III, ESI, Napoli
2011, euro 40
Il volume III
del progetto La letteratura e il sacro, prefato da G. Langella,
continua il percorso intrapreso nel precedente volume, soffermandosi
ampiamente sulla poesia italiana dalla seconda metà del Novecento fino
all’epoca odierna. Si trova in esso una consistente raccolta di studi
relativi ai maggiori rappresentanti della poesia contemporanea, da
Pasolini a Caproni, da Turoldo a Luzi fino agli esiti più significativi
della lirica odierna, integrati ancor di più da ricche pagine, note
bibliografiche e spunti di ricerca presenti nel Piccolo Zibaldone.
Molti i temi trattati in linea con la religiosità del
poetare:dall’impurità estetica come perdita del sacro in Pasolini alla
risposta etico-laica di Sereni all’inquieto andare dell’uomo; dalla
poesia come “cruento atto esistenziale” in Cattafi alla poesia
dell’anima e dello spirito in Betocchi; e ancora, dalla felicità
respirabile dei versi della Guidacci all’oltraggio della parola insito
nella poetica di Zanzotto. Non manca certamente nel variegato panorama
la sensibilità religiosa di poetesse come E. Bono, A. Merini e C. Campo
in un crescendo via via sempre più vicino ai nostri giorni, a
testimonianza di una voce poetica presente e umanizzatrice della
cultura materialistica e tecnologica (esemplari in tal senso le
esperienze poetiche di Penna, Gatto, Bertolucci, Fortini, Erba, Raboni,
Cristini, Giudici, Bigongiari). Il ruolo della poesia, in sintesi, è un
atto di intelligenza e di amore, che si oppone all’oblio del sacro e si
impone come anelito verso la speranza di reinventare e dare un senso
alla vita umana. In tale direzione, il volume intende restituire al
sapere umanistico quella centralità che deteneva, di certo non meno
decisiva di quella delle scienze. Se le “umane lettere” sembrano al
giorno d’oggi assopite, di contro esistono tanti uomini ancora disposti
a scommettere su una nuova stagione poetica, fedele all’illustre
passato e persuasa di poter sempre infondere all’umanità un respiro
generoso e vitale.
F. D. Tosto, La letteratura e il sacro. Storia-Fonti-Metodi (secc.
XIX-XX), vol I, ESI, Napoli 2009, euro 41.00
Il volume,
prefato da G. Barberi Squarotti, si propone in un serrato confronto tra
letteratura e sacro di verificare la dimensione “religiosa” presente
nel panorama letterario italiano dell’Ottocento e del Novecento e di
legittimarne il significato non come finalità ma come ricerca di senso
e interrogazione dell’io. La “religiosità” di un’opera non è, pertanto,
un criterio riconducibile necessariamente ad una integralità di fede ma
consiste nella verifica delle ragioni spirituali dell’esistenza in essa
espresse. L’autore, dopo una sistematica esposizione del dibattito
sorto intorno alla questione negli ultimi due secoli e soprattutto nel
XIX e oltre, affronta una serie di problematiche, ancora oggi aperte,
non con l’intento di giungere ad una loro definizione ma di proporle
all’attenzione in una prospettiva critica e non confessionale: il
rapporto tra letteratura e domande radicali; la querelle intorno alla
poesia religiosa; l’ispirazione biblica nelle opere letterarie; il
possibile dialogo tra teologia e letteratura; la definizione di una
letteratura “cristiana” e “cattolica”; l’esistenza di una cristologia e
di una mariologia letterarie; lo spazio e il ruolo del sacerdozio
nell’ambito della scrittura artistica. Chiudono il manuale
corpose bibliografie sulle singole questioni, un’interessante
intervista a Mario Luzi e alcuni approfondimenti sulla relazione
esistente tra storia e forme letterarie “religiose” (G. Barberi
Squarotti), tra lettere e a-teologia (M. Naro), sulla Bibbia come
“Grande Codice” (B. Salvarani), sul rapporto tra scrittore-lettore
nella società contemporanea (D. Claudio) e sulla poesia come strumento
di ricerca di senso (G. Ladolfi). In conclusione, l’intimo nesso
tra letteratura e sacro tende a valorizzare la scienza del cuore umano,
la purezza che si esprime in parole e gesti artistici, il peso della
coscienza e dell’antropologia sulla storia. Ne scaturisce una rinnovata
considerazione della letteratura come deposito esistenziale, sapienza,
thesaurus contro l’afasia e l’agnosia del mondo contemporaneo.
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