Nella società
politica attuale improntata a un ‘ etica leggera e
disarmante da “ furbetti del quartierino”, l’imperativo
categorico kantiano non è più certamente rassicurante - Ci
vuole un nuovo tipo di imperativo che, dando coerenza etica
all’ agire dell’individuo , evochi al tempo stesso un’altra coerenza ,
che superi i limiti dell’attualità della
responsabilità della scelta privata individuale e
obblighi l’uomo ad agire con la finalità di voler garantire anche
la vita delle generazioni future.
E allora non basterà più dire : “Agisci in modo che anche tu possa
volere che la tua massima diventi legge universale” ; bisognerà
piuttosto agire – come suggerisce Hans Jonas- in maniera tale che
la scelta nostra attuale possa farsi garante della“
integrità futura dell’uomo” come oggetto della nostra volontà.
Bisogna, in sostanza , agire in modo che le conseguenze delle nostre
azioni “ non distruggano” la sopravvivenza futura dell’umanità sulla
terra.
Mutatis mutandis , a proposito di equità fiscale, parafrasando, si può
dire che : nella condizione attuale di forte e grave crisi
economica della nostra società, l’imperativo categorico che
possa garantirci un avvenire ,non solo per noi, ma anche per le
generazioni future, più rassicurante e umano , è quello che
prescrive e impone a tutti di pagare le tasse, ognuno equamente
in proporzione alle proprie oggettive entrate di rendita e/o di
reddito , avendo contezza assoluta che l’evasione delle
tasse, se è azione che può soddisfare nell’immediato
agli egoistici interessi della persona come singolo
individuo, produce in realtà conseguenze deleterie per la collettività
non compatibili con la “ permanenza di un’autentica vita umana sulla
terra”, anzi, è certo che” le conseguenze di una tale disonesta
azione evasiva distruggono la possibilità futura di tale vita”-
Nuccio Palumbo
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