Leggendo il
Corriere , ieri mattina, Lorenzo
Dellai un po' si è irritato. Mentre in prima pagina Gian Antonio
Stella faceva i conti a «Quelle Regioni troppo speciali» invitando i
reggenti delle pur «necessarie autonomie» a «usarle sobriamente», il
presidente della Provincia di Trento continuava a insistere: «È
vero, per l' istruzione
spendiamo 1.520 euro contro 934 del resto d' Italia ma quei 934 euro
sono soldi dello Stato, i nostri abbiamo orgogliosamente deciso di
investirli così. Per norma costituzionale, un decimo di tutte
le nostre tasse va a Roma e con i restanti nove decimi ci finanziamo
tutto. Per capirci: dallo Stato non prendiamo neanche un euro e
su sanità, istruzione e ricerca la media pro capite di investimenti è
superiore non perché siamo spendaccioni.
Semplicemente
abbiamo deciso che gli insegnanti che dipendono dalla Provincia
meritino di più, che vogliamo standard più alti negli ospedali e che la
sperimentazione meriti tutti i 200 milioni che le riserviamo ogni anno.
Per dire: potevamo fare più strade e pagare meno i professori, o
puntare sulla Pubblica amministrazione invece che sulla scienza. È una
nostra libera scelta». Resta il fatto che la strada dei tagli è stata
intrapresa anche in Trentino: a dicembre il Consiglio regionale ha
approvato una mozione per ridurre del 25% la diaria netta. Quindi
qualcosa da tagliare c' era? «Certo, lo riconosco. La modifica è
operativa dal primo gennaio: a fine mese i nostri stipendi si
abbasseranno. È ovvio che in questo clima vada rivisto il costo delle
nostre attività». Qual è il suo
stipendio? «Io percepisco 6.000 euro come consigliere regionale e
provinciale, più 4.000 come presidente della Provincia e anche della
Regione, incarico semestrale a cui ci alterniamo con il presidente
della Provincia di Bolzano: 10.000 euro lordi al mese, totale di
indennità e diaria. Con la prossima busta paga questa cifra
calerà». E le buste paga di consiglieri e assessori? «I consiglieri guadagnano 6.000 euro lordi
al mese, gli assessori circa 8.000. Bisogna tenere conto del nostro
ordinamento: Trento ha 35 consiglieri provinciali, Bolzano
pure. Quando si riuniscono separatamente formano due distinti consigli
provinciali, quando si riuniscono in 70 sono il nostro Consiglio
regionale: due attività, un' unica indennità». Ma se i consiglieri
provinciali svolgono un doppio incarico al costo di uno e anche i
presidenti di Provincia si alternano alla guida del Consiglio
regionale, a questo punto la Regione non è un ente inutile? «È un'
istituzione di natura politica e non gestionale, ha un bilancio di 400
milioni di euro l' anno e competenze ordinamentali e sul Welfare. La
polemica sui costi della Regione è strumentale: consiglieri e
presidente sono già pagati in quanto amministratori della Provincia e
in totale la Regione ha meno di 300 dipendenti». Ci saranno settori
dove intervenire per razionalizzare. «Certo, e siamo già intervenuti:
nel 2006 abbiamo abolito i vitalizi per i consiglieri. Dal 2009, per
corrispondere all' obbligo di perequazione e solidarietà, con Bolzano
togliamo 500 milioni di euro l' anno dalle nostre entrate e ci siamo
assunti oneri per 100 milioni l' anno per finanziare funzioni dello
Stato: l' Università di Trento, per esempio, è statale ma dal 2010 è a
totale carico della nostra Provincia». Sì, ma i tagli? «È già al lavoro
una commissione della conferenza delle Regioni per arrivare a un
processo di autoriforma delle indennità: se verrà fuori che siamo fuori
dal criterio nazionale ci adegueremo all' istante». La Provincia ha 16
Comunità di valle, enti intermediari tra Comune e Provincia che
gestiscono welfare e urbanistica. «Tra presidenti, giunte e assemblee,
il loro costo annuale è di 1,5 milioni di euro: lo 0,003% del bilancio
della Provincia». E i consigli circoscrizionali? Sono 7 nella sola
Rovereto, 12 a Trento con una spesa di 226.272 euro in gettoni di
presenza : non esistono in città ben più grandi... «Non escludo che si
debba andare verso situazioni di gratuità, ma respingo l' idea che
città storicamente organizzate così debbano smantellarli solo perché
non sono metropoli». Ma non ci vede nessuno spreco? «Sono risorse che
il Comune decide di investire nella partecipazione dal basso. Per
contenere i costi non si incide sui meccanismi della democrazia. In
Trentino siamo solo mezzo milione, allora qui basterebbe un
amministratore delegato». Elsa Muschella (da
http://archiviostorico.corriere.it)