La disoccupazione
giovanile non si arresta e arriva al 30%, interessando quindi un
giovane su tre. Per i sindacati, che chiedono tutele, e' ormai
emergenza sociale.
A novembre scorso, certifica l'Istat, gli occupati sono risultati
22.906 mila, in diminuzione dello 0,1% (-28 mila unita') rispetto a
ottobre. Il calo riguarda la sola componente femminile. Nel confronto
con lo stesso mese dell'anno precedente l'occupazione diminuisce dello
0,3% (-67 mila unita'). Il numero dei disoccupati, pari a 2.142 mila,
aumenta dello 0,7% (+15 mila unita') rispetto a ottobre. La crescita
riguarda la componente femminile. Su base annua il numero di
disoccupati aumenta del 5,6% (+114 mila unita'). Il tasso di
disoccupazione si attesta all'8,6%, in aumento di 0,1 punti percentuali
rispetto a ottobre e di 0,4 punti su base annua.
Il dato piu' preoccupante e' quello che riguarda il tasso di
disoccupazione giovanile che risulta pari al 30,1%, con un aumento di
0,9 punti percentuali rispetto a ottobre e di 1,8 punti su base annua.
Gli inattivi tra 15 e 64 anni diminuiscono dello 0,1% rispetto al mese
precedente. In confronto a ottobre, il tasso di inattivita' rimane
stabile e pari al 37,8%.
Se si considera il terzo trimestre dell'anno appena trascorso, il tasso
di disoccupazione dei giovani tra 15 e 24 anni sale dal 24,7% del terzo
trimestre del 2010 al 26,5%, con un picco del 39% per le donne del
Mezzogiorno.
La Cgil parla di ''situazione drammatica'' e, in vista del confronto
con il Governo, chiede ''un piano di tutele di emergenza per il 2012
coerente con una prospettiva organica di riforma degli ammortizzatori
sociali''. In particolare, i giovani del sindacato di Corso Italia
chiedono una riduzione delle attuali 46 forme conrattuali e ''un vero
piano per il lavoro che sappia indirizzare lo sviluppo verso i settori
piu' innovativi e la tutela dell'ambiente''.
Anche per la Cisl la situazione della disoccupazione giovanile e' di
''emergenza sociale''. Per il segretario generale aggiunto della Cisl,
Giorgio Santini ''questo quadro mostra che il primo intervento
necessario per il lavoro riguarda un piano di sviluppo produttivo e di
incentivi alla crescita. In particolare sono assolutamente urgenti la
cantierizzazione di piccole e grandi opere annunciata dal Ministero
dello Sviluppo Economico insieme agli investimenti produttivi a partire
dai molti settori investiti dalle ristrutturazioni e ai necessari
interventi che favoriscano il reimpiego dei lavoratori e nuove
assunzioni''.
La Uilm, infine, tramite il suo segretario generale, Rocco Palombella,
chiede che il problema venga affrontato a partire gia' dalla scuola
''applicando norme ancor piu' semplificate rispetto a quelle previste
dalla riforma Biagi relative alle istituzioni formative che intendano
aiutare gli studenti in cerca di lavoro'' e ricordando anche che ''da
questa crisi si esce tutti insieme, perche' siamo indissolubilmente
legati gli uni agli altri''. (ASCA)
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