Gli studenti
veneti primeggiano nelle prove di valutazione nazionale su istruzione e
apprendimento promosse dal ministero ma nei voti degli esami finali di
maturità o di laurea vengono superati dai colleghi delle altre regioni,
dove prevalgono scale di valutazione più generose. A sollevare il
problema è il capogruppo del Pdl in Regione Dario Bond, in relazione al
rapporto sulla scuola italiana curato dalla Fondazione Agnelli.
«Il Rapporto della Fondazione Agnelli conferma in maniera
inequivocabile - spiega Bond - che ci sono ancora troppe differenze di
preparazione tra gli alunni del nord, del Veneto in particolare, che
sono i più bravi, e quelli delle altre regioni d'Italia. Peccato che al
momento degli esami, da noi i cento e lode siano rari, mentre fioccano
in altre parti dello Stivale. Per questo ritorno sulla necessità di
fare ordine e imporre un criterio davvero meritocratico, altrimenti gli
studenti usciti dalle scuole venete continueranno a essere
discriminati. Il voto di maturità o di laurea continua, infatti, ad
avere un ruolo fondamentale nei concorsi o nell'accesso alla facoltà a
numero chiuso».
Lo studio della Fondazione Agnelli elaborato sulla base dei test
Invalsi somministrati nelle scuole dell'obbligo dimostra che tra gli
studenti veneti e quelli delle altre regioni ci siano anche dieci punti
di divario nella percentuale di risposte esatte. «È un abisso che non
si riscontra nei voti all'uscita del ciclo di studi, anzi qui le
proporzioni si ribaltano in modo del tutto paradossale», rimarca Bond,
che riprende la questione sollevata nell'estate del 2011 dall'assessore
alla formazione della provincia di Vicenza Morena Martini, la quale
aveva evidenziato la differenza nel numero di «centini» tra le diverse
realtà d'Italia.
«La nostra non è una battaglia folcloristica ma per il riconoscimento
della vera meritocrazia - prosegue Bond -. Non si può restare
indifferenti di fronte a un divario di questo tipo. Lo dico
nell'interesse di tutti gli studenti italiani, dei veneti (che non
meritano di essere discriminati) e degli altri, che hanno diritto a una
preparazione migliore e a voti commisurati alle reali capacità».
Bond, che già aveva sollevato la questione con l'ex ministro
all'Istruzione, Maria Stella Gelmini (senza peraltro ottenere
risposta), chiede al governatore Luca Zaia e alla giunta veneta di
farsi promotori di questa istanza presso il nuovo governo, in
particolare presso il nuovo ministro all'educazione: «Francesco Profumo
proviene dal mondo dell'Università e penso abbia toccato con mano
questa problematica. Dobbiamo imporre una logica di maggiore
efficienza, merito ed equità in tutto il Paese altrimenti continueremo
a viaggiare a diversa velocità. Promuovere il merito, soprattutto in
una fase di difficoltà come quella attuale, è nell'interesse di tutti».
(da http://www.ilgiornaledivicenza.it)
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