Uno studio
pubblicato sul British Educational Research Journal dai ricercatori
dell'Università di Sydney (Australia) sentenzia che ripetere l'anno non
aiuti i ragazzi a ''imparare la lezione'', per cui bisognerebbe pensare
ad altre modalità di scansione del percorso scolastico che
sostituiscano la bocciature con forme "educative più mirate". E' vero
che la bocciatura non sia una strategia vincente, anche se non in tutti
i casi valga quello che lo studio svolto in Australia ha dimostrato.
Infatti vi sono numerose esperienze che dimostrano il contrario,
ragazzi e ragazze che di fronte alla bocciatura hanno trovato nuove
energie per risalire la china e realizzare se stessi.La ricerca
australiana è difettosa in questo, da una parte evidenzia un fattore
che è ovvio, ossia che escludere uno studente da un percorso sia
negativo, dall'altra però sarebbe stato interessante chiedersi perchè
vi siano studenti bocciati che al posto di mettersi in un angolo della
nuova classe e vivere in disparte la scuola l'abbiano affrontata con
una passione nuova, arrivando a risultati che prima nemmeno
immaginavano. Questo è il problema, non perchè uno studente rifiutato
decada lentamente e inesorabilmente! Ce lo aveva già detto don Milani,
è la mancanza di amore che come è all'origine di una bocciatura così è
il fattore che demotiva e impedisce che uno studente ritrovi se stesso.
Sarebbe invece importante chiedersi perchè degli studenti che la scuola
perde o rifiuta si ritrovano, e lo sarebbe perchè questo è il problema
di ogni giorno, la conoscenza ha sempre un'origine affettiva. Senza
amore non c'è conoscenza. Per questo il problema dei ragazzi e delle
ragazze che la scuola boccia è il problema di che cosa vi stia
all'origine di ogni rapporto scolastico, se vi siano le pure regole
della scuola o lo sguardo d'amore di un insegnante verso i suoi
studenti, uno ad uno. E' infatti l'incontro con uno sguardo di amore
che recupera allo studio anche gli studenti che si pensano
irrecuperabili, come dimostrano tante esperienze che poggiano su adulti
che danno la vita per il bene dei loro studenti.
Detto questo, e quindi che la bocciatura può essere negativa ma anche
positiva, dipende da come viene affrontata, bisogna riconoscere che
sarebbe tempo di eliminarla dalla vita della scuola. Sarebbe
interessante introdurre nuove forme di recupero degli studenti in
difficoltà, forme di percorso che non li allontanino dalla classe con
cui hanno iniziato la loro avventura scolastica, ma che con percorsi
mirati permettano loro di "rimettersi in pista" come dice la ricerca
svolta in Australia
(di Gianni Mereghetti da Il Sussidiario)
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