La notizia del
maxi-concorso riservato a 300mila candidati docenti della scuola,
annunciata dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, continua a
destare reazioni diversificate: da una parte c'è chi plaude all'idea di
misurarsi con le prove già nel 2012, a 13 anni dall'ultimo 'concorsone;
dall'altra chi è contrario, perché avviare un'altra selezione con
centinaia di migliaia di abilitati che "premono" per essere assunti in
ruolo significherebbe ridurre ulteriormente il già scarno numero di
posti a disposizione. Negli tre ultimi anni la quantità di cattedre
libere, senza docente titolare, è stata in effetti abbattuta da almeno
tre fattori: la finanziaria del 2008, che tra il 2009 e il 2011 ha dato
il là al taglio di oltre 80mila posti, l'innalzamento dell'età
pensionabile e la ricollocazione forzata dei docenti soprannumerari.
Senza contare che lo scorso anno sono stati assunti ben 30mila nuovi
insegnanti, azzerando quasi del tutto la quantità di posti residui. Chi
accoglie la notizia con relativo ottimismo è comunque Rino Di Meglio,
coordinatore nazionale della Gilda degli
insegnanti:
"Il nostro sindacato - spiega a TMNews - chiede da molto tempo
che si riaprano le procedure concorsuali, perché non è possibile
bloccare i meccanismi di assunzione previsti per legge nella scuola. Si
tratta di un necessità impellenti: da una parte si permetterebbe,
infatti, di assumere gli attuali precari; dall'altra si darebbe
l'opportunità ai neo-laureati di acquisire un titolo fondamentale per
affacciarsi al mondo dell'insegnamento". Il rappresentante della Gilda,
comunque, non crede che il maxi-concorso possa tramutarsi nella panacea
di tutti i mali della scuola: "quello del reclutamento è un argomento
complesso - sottolinea Di Meglio - Basti pensare alla situazione delle
migliaia di laureati che hanno acquisito l'abilitazione nell'ultimo
biennio, senza però trovare accesso alle graduatorie ad esaurimento.
Oppure agli oltre 20mila che attendono di farlo con l'attivazione dei
Tfa per attivare i quali l'ex ministro Gelmini ha firmato due decreti
in extremis senza però definire del tutto la questione. Su questo punto
noi sindacati, non a caso, attendiamo di essere ancora convocati ed i
tempi si prospettano tutt'altro che brevi". Di Meglio, infine, rilancia
la proposta di allargare il numero di posti da assegnare ai giovani
permettendo, nel contempo, a coloro che sono più avanti nella carriera
di fare da tutor per le giovani leve di docenti oppure di accedere ad
un pensionamento part-time: "Questa soluzione - conclude il
sindacalista - darebbe anche una risposta all'attuale carenza di
posti". Anche secondo Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, "fare
un concorso pubblico per diventare insegnanti è una buona notizia, ma
il suo accesso andrebbe comunque riservato ai docenti che sono inseriti
nelle graduatorie esaurite: perché va bene aprire la scuola ai
neo-laureati - ha spiegato Pacifico - però contemporaneamente bisogna
stabilizzare, come ci dice l'Ue, i precari che hanno svolto almeno tre
anni di servizio". Secondo il leader dei sindacati in formazione è
indispensabile che il Miur nella selezione "tenga nella giusta
considerazione, dando loro un punteggio aggiuntivo, a coloro che
partecipando alla selezione concorsuale abbiano già svolte degli anni
di servizio, siano in possesso già di abilitazioni e specializzazioni.
Mettere questi insegnanti sullo stesso piano dei candidati neo-laureati
- ha concluso il rappresentante dell'Anief - non sarebbe corretto, anzi
per loro si rivelerebbe come l'ennesima beffa". Il rappresentante della
Gilda, comunque, non crede che il maxi-concorso possa tramutarsi nella
panacea di tutti i mali della scuola: "quello del reclutamento è un
argomento complesso - sottolinea Di Meglio - Basti pensare alla
situazione delle migliaia di laureati che hanno acquisito
l'abilitazione nell'ultimo biennio, senza però trovare accesso alle
graduatorie ad esaurimento. Oppure agli oltre 20mila che attendono di
farlo con l'attivazione dei Tfa per attivare i quali l'ex ministro
Gelmini ha firmato due decreti in extremis senza però definire del
tutto la questione. Su questo punto noi sindacati, non a caso,
attendiamo di essere ancora convocati ed i tempi si prospettano
tutt'altro che brevi".
Di Meglio, infine, rilancia la proposta di allargare il numero di posti
da assegnare ai giovani permettendo, nel contempo, a coloro che sono
più avanti nella carriera di fare da tutor per le giovani leve di
docenti oppure di accedere ad un pensionamento part-time: "Questa
soluzione - conclude il sindacalista - darebbe anche una risposta
all'attuale carenza di posti".
Anche secondo Marcello Pacifico, presidente dell'Anief, "fare un
concorso pubblico per diventare insegnanti è una buona notizia, ma il
suo accesso andrebbe comunque riservato ai docenti che sono inseriti
nelle graduatorie esaurite: perché va bene aprire la scuola ai
neo-laureati - ha spiegato Pacifico - però contemporaneamente bisogna
stabilizzare, come ci dice l'Ue, i precari che hanno svolto almeno tre
anni di servizio".
Secondo il leader dei sindacati in formazione è indispensabile che il
Miur nella selezione "tenga nella giusta considerazione, dando loro un
punteggio aggiuntivo, a coloro che partecipando alla selezione
concorsuale abbiano già svolte degli anni di servizio, siano in
possesso già di abilitazioni e specializzazioni. Mettere questi
insegnanti sullo stesso piano dei candidati neo-laureati - ha concluso
il rappresentante dell'Anief - non sarebbe corretto, anzi per loro si
rivelerebbe come l'ennesima beffa".
(TMNews)
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