Guardare il 2012 con
“atteggiamento fiducioso” anche se in questi mesi il disagio e la
sofferenza sociale della crisi economica stringe come in una morsa
l’intera società civile è il monito del saggio Pastore che come Padre
buono guarda lontano e pensa ai giovani nella “convinzione che essi,
con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una
nuova speranza al mondo”.
Il desiderio di poter guardare con speranza fondata verso il
futuro è un diritto dei giovani che non hanno alcuna colpa
dell’attuale situazione e rimane un dovere per gli
adulti e gli educatori, i quali ancora una volta sono chiamati e
sollecitati dal Santo Padre ad essere “ autentici testimoni, e non meri
dispensatori di regole e di informazioni; testimoni che sappiano vedere
più lontano degli altri, perché la loro vita abbraccia spazi più ampi”.
Il Papa esorta i genitori “a non perdersi d’animo” nonostante le
difficoltà a saper guardare oltre le preoccupazioni per il futuro
ed i frenetici ritmi di vita che fanno perdere di
vista i valori essenziali.
Nel messaggio per la 45° Giornata Mondiale della Pace del
primo gennaio 2012 sul tema “Educare i giovani alla giustizia e alla
pace” Benedetto XVI si rivolge ai responsabili dell’educazione.
affinché “abbiano cura che ogni giovane possa scoprire la propria
vocazione” assicurando “alle famiglie che i loro figli possano avere un
cammino formativo non in contrasto con la loro coscienza e i loro
principi religiosi”.
Educare alla verità e alla libertà costituisce un impegno ed un
dovere per tutta la comunità civile dai politici agli operatori
dell’informazione, dai genitori ai docenti educatori, poiché la libertà
e la verità sono le fonti primarie dei valori dalle quali scaturiscono
diritti e doveri.
Ricercare la Verità , significa seguire Cristo che ha detto “Io sono la
via, la verità e la vita” , e quindi comprendere la vera identità
dell’uomo che Benedetto XVI definisce “ un essere che porta nel cuore
una sete di infinito, una sete di verità - non parziale, ma capace di
spiegare il senso della vita - perché è stato creato a immagine e
somiglianza di Dio”.
La verità, inoltre, che promuove e
induce al rispetto per ogni essere umano e
nella relazione con Dio l’uomo comprende anche il significato della
propria libertà.
Educare alla libertà significa rompere le
catene della schiavitù dalle cose materiali, dai
condizionamenti sociali ed economici, dall’oppressione ideologica
che mortifica il pensiero , dal peso del relativismo che, non
riconoscendo nulla come definitivo, lascia come ultima misura solo il
proprio io con le sue voglie, e sotto l’apparenza della libertà diventa
per ciascuno una prigione, perché separa l’uno dall’altro, riducendo
ciascuno a ritrovarsi chiuso dentro il proprio “io”.
Il retto uso della libertà è dunque centrale nella promozione della
giustizia e della pace, fondata sul rispetto per se stessi
e per l’altro, proiettata verso il bene comune, alimentata
da una generosa carità che si fa dono, attenzione ed
apertura verso gli altri per un cammino fruttuoso capace di
tracciare una scia luminosa, come la stella del Natale.
Il volto umano di una società dipende molto dal contributo
dell’educazione ai valori e tra questi il Santo Padre
evidenzia la giustizia e la pace
“Educare alla giustizia” in un mondo che tende “a ricorrere
esclusivamente ai criteri dell’utilità, del profitto e dell’avere” è un
impegno di tutti e di ciascuno. Si apprende non attraverso la
teoria o gli studi giuridici o nelle aule dei tribunali, ma nelle
scelte quotidiane delle piccole cose. La giustizia “non è una
semplice convenzione umana”, dice il Papa: infatti “ciò che è giusto” è
determinato non da un contratto ma “dall’identità profonda dell’essere
umano” creato da Dio. Oggi certe correnti della cultura moderna,
sostenute da principi economici razionalistici e individualisti, hanno
alienato il concetto di giustizia dalle sue radici trascendenti” con la
conseguenza di separarlo “dalla carità e dalla solidarietà”.
“La pace non è la semplice assenza di guerra e non può ridursi ad
assicurare l’equilibrio delle forze contrastanti”, ma è frutto
della giustizia ed effetto della carità”.. Per essere veramente
operatori di pace, occorre una diligente educazione alla
compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fraternità, ad
essere attivi all’interno della comunità scolastica e sociale e
restare sempre vigili e attenti alle questioni
nazionali ed internazionali in merito alla redistribuzione della
ricchezza, alla promozione della crescita, alla cooperazione per
lo sviluppo dei popoli e alla risoluzione dei conflitti”.
Il Papa il primo giorno dell’anno raccomanda ai giovani “ad
avere la pazienza e la tenacia di ricercare la giustizia e la pace, di
coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quando ciò può
comportare sacrificio e andare controcorrente” La giustizia e la pace
sono virtù e quindi dono di Dio, talenti da far fruttificare e
costruire giorno dopo giorno .
Invitando a guardare “con maggiore speranza al futuro”, il Santo
Padre lancia un accorato appello a tutti i giovani del
mondo e tutti coloro che vogliono seguire il Cristo : “Non lasciatevi
prendere dallo scoraggiamento di fronte alle difficoltà e non
abbandonatevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via
più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di
affrontare la fatica e il sacrificio … Siate coscienti di essere voi
stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più
vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più
desiderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo. Siate
consapevoli delle vostre potenzialità e non chiudetevi mai in voi
stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più luminoso per tutti. Non
siete mai soli. La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e
desidera offrirvi quanto ha di più prezioso: la possibilità di alzare
gli occhi a Dio, di incontrare Gesù Cristo, Colui che è la giustizia e
la pace”.
Queste parole di incoraggiamento e di conforto sono il viatico per il
nuovo anno che inizia e segna un altra tappa nella storia personale e
della comunità civile. Un anno caratterizzato da fosche nubi, ma è
sempre viva la certezza che al di là delle nuvole c’è sempre la luce e
il cielo azzurro
Giuseppe Adernò
redazione@aetnanet.org