Se il
10,5% degli studenti si accontenta di questa scuola, il 29,3% ha
dichiarato di annoiarsi, mentre il 7,1% prova agitazione e il 2,6%
addirittura è infelice, e un ragazzo infelice sarà un futuro
depresso. L'ultima indagine di Telefono azzurro ed Eurispes non
lascia spazi ad altre considerazioni che non sia un rinnovamento del
modo di fare istruzione e con un po' di buona volontà i termini ci
sarebbero, benché ancora tutte da sperimentare, tant'è che il
59,1% dei ragazzi vorrebbe insegnanti più preparati e più aggiornati.
Si ripropone dunque una vecchia questione che sarebbe risolvibile solo
se periodicamente i docenti venissero aggiornati soprattutto sulle
nuove tecnologie che, se sono pane quotidiano per i ragazzi, risultano
strumenti ostici e astrusi per la gran parte dei professori la cui età
media supera i 52 anni, risultando quelli più vecchi d'Europa (lo sa
Fornero?). Ma cosa vorrebbero i nostri alunni? Più sport e
attività pratiche insieme a informatica, nuove tecnologie e
lingue straniere, mentre il 7,8% vorrebbe più spazio per la musica e un
4% pure per eduzione sessuale.
In alcune scuole di frontiera, come quella di Caivano nel napoletano,
ciò che invece manca sono proprio gli alunni, tant'è che oltre il 50%
non si presenta e la preside-coraggio deve rincorrerli per strada ma
poi in aula deve pure sostituire i professori che si assentano per non
avere a che fare con situazioni ben al di fuori della legalità. E' in
scuole come queste che i docenti chiedono subito il trasferimento
e ai supplenti non resta altro di accomodare nel miglior modo
possibile, con un ribaltamento di ruoli che colpevolizza ancora lo
Stato insensibile a incentivare i professori più capaci per farli
rimanere in queste periferiche trincee. Scuola di grandi contraddizioni
la nostra, visto che in altre realtà, non solo si usano le Lim (lavagne
interattive multimediali) regolarmente, insieme coi laboratori, ma si
dotano i ragazzi perfino degli Ipad, le famose tablet, con cui
interagiscono sia in classe e sia a casa coi loro docenti
inviando e ricevendo compiti e consigli, brani, traduzioni e problemi.
Una rivoluzione copernicana irreversibile che eliminerà libri e
interrogazioni tradizionali e pure la lezione frontale, mentre qualche
emerito pedagogista suggerisce di incominciare a educare i giovani coi
videogiochi che consentirebbero un apprendimento galileano: provando e
riprovando, con gratifiche e punizioni; e dove è pure possibile
ricreare gruppi-bande contrapposte. Didattica in fermento? Forse, anche
se il vero problema rimane quello di rendere felice gli alunni.
Pasquale Almirante
(da La Sicilia dell' 11/12/2011)