Le polemiche su
quanto accaduto il primo dicembre, in occasione della prima prova di
francese del concorso per l’insegnamento all’estero, non sono ancora
del tutto sopite.
Procediamo con ordine all’analisi dei documenti a disposizione per
tentare un bilancio.
Il concorso relativo alle prove di accertamento linguistico, riservate
al personale docente e ATA, per prestare servizio nelle istituzioni
scolastiche e universitarie all’estero, è stato indetto con decreto
interministeriale Mae – Miur ed il relativo bando è stato pubblicato in
Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie Speciale – Concorsi n. 83 del 18-10-2011.
http://www.leggioggi.it/2011/12/09/scuola-nella-bufera/
All’art.1 del bando “Indizione delle prove”, viene specificato che “le
prove di accertamento della conoscenza delle lingue straniere
(francese, inglese, spagnolo, tedesco)” sono finalizzate al
“conseguimento dell’idoneità utile all’inserimento nelle graduatorie
permanenti per l’individuazione del personale della scuola, docente e
ATA, con contratto a tempo indeterminato, sui posti di contingente,
determinati annualmente, relativi alle iniziative scolastiche, alle
istituzioni scolastiche italiane e straniere all’estero, alle Scuole
Europee ed alle istituzioni universitarie estere”.
Circa 36.000 le domande di partecipazione alla selezione da gestire.
Ai candidati, secondo quanto stabilito dall’art. 4 (“Modalità di
svolgimento delle prove”), comma 1, del bando sarebbero stati
somministrati dei test articolati in 40 quesiti a risposta multipla
nella lingua straniera oggetto della prova e la durata di ciascuna
prova veniva fissata in 45 minuti.
Chiaro per tutti: queste sono le regole del gioco per candidati e …
commissari inclusi!
Inoltre, al comma 4 del medesimo articolo viene precisato che “Per
ciascuna delle tre tipologie: SCC, SEU, LET sono predisposti distinti
questionari nelle lingue francese, inglese, spagnola e tedesca. I
candidati che concorrano per diverse tipologie di istituzioni
sostengono una prova di accertamento della conoscenza della lingua
prescelta per ciascuna tipologia richiesta. I candidati che concorrano
per una tipologia e per più aree linguistiche devono sostenere una
prova relativa a tale tipologia per ogni area linguistica richiesta. I
candidati che concorrano per diverse tipologie e per più aree
linguistiche devono sostenere una prova per ciascuna tipologia nonché
per ogni area linguistica richiesta”.
Di conseguenza, ogni singolo candidato poteva partecipare a più prove,
da svolgersi anche nello stesso giorno, secondo quanto previsto dal
diario pubblicato in Gazzetta Ufficiale – 4ª Serie Speciale – Concorsi
n. 90 del 15-11-2011. Il suddetto calendario, infatti, prevedeva una
suddivisione delle prove in considerazione della tipologia (lettorati,
personale Ata, Scuole Europee, Scuole e corsi) e dell’area (inglese,
francese, spagnolo, tedesco) per la quale ogni candidato aveva
presentato domanda di partecipazione.
In tale occasione, veniva ribadito che “Le prove di accertamento
linguistico si svolgeranno secondo le modalità indicate nell’art.4 del
sopra citato decreto interministeriale” e, come sovente accade in tutti
i concorsi, seguivano delle raccomandazioni per ricordare ai candidati
che “nella sede d’esame non si possono portare telefoni cellulari,
palmari, apparecchi ricetrasmittenti, calcolatrici, vocabolari,
dizionari, libri o pubblicazioni di qualunque specie, appunti, carta da
scrivere, ne’ borse o simili”.
Anche nel “foglio istruzioni della prova selettiva” – consultabile sia
sul sito del Mae che del Formez – attraverso il quale sono stati resi
noti ai candidati i parametri di valutazione, viene ricordato che “la
prova consta di 40 quesiti a risposta multipla con 3 o 4 alternative di
risposta (A, B, C, D) di cui una sola corretta. I quesiti, riferiti
alle 4 lingue previste dal bando, sono sorteggiati immediatamente prima
della prova, utilizzando il sistema informatico Formez che li estrae
casualmente dalla propria banca dati, assemblata per le specifiche
esigenze del Mae”.
Ma non è tutto!
Dopo i suggerimenti relativi alle modalità di consultazione del volume
dei test, si richiama l’attenzione dei candidati sulla seguente
circostanza: “Attenzione! Non è consentito a pena di esclusione:
Appropriarsi del volume contenente i test, che è di proprietà
dell’Amministrazione e come tale deve essere restituito pena, oltre
all’annullamento immediato della prova, l’eventuale adozione di ogni
altro provvedimento ai sensi della normativa vigente”.
1 dicembre 2011, primo giorno di prova: la commissione, dopo aver
consegnato il librone con tutte le domande dal quale sarebbero state
sorteggiate le 40 oggetto della prova, informa i candidati che ci
sarebbero stati anche quattro brani in lingua straniera con le relative
domande a cui rispondere.
Cambiare le regole, a gioco iniziato, non piace a nessuno, figuriamoci
se accade in occasione di un concorso! E se a volte, basta veramente
poco per scatenare la rivolta, in questo caso la protesta dei candidati
– che contestavano, giustamente, le prove originariamente non previste,
né nel bando né in altre successive comunicazioni – è degenerata
rapidamente.
Sarà pure stato per protesta, ma non condivido assolutamente il
comportamento di quei candidati “furbi” che usciti dall’aula hanno
portato con loro anche il librone dei quiz ancora sigillato.
Risultato immediato? La prova è stata annullata, ma la commissione non
ha considerato che tutti coloro i quali erano rimasti in possesso del
librone blu erano potenzialmente a conoscenza di tutti i quesiti delle
successive prove. Così il librone dalla copertina blu, da utilizzare
nella prova di francese, divenuto giallo per la prova di lingua
tedesca, conteneva di fatto le stesse domande.
Che motivo aveva la commissione di
modificare in itinere la prova? E come mai non sono stati effettuati i
controlli nei confronti dei candidati usciti con il libro delle
domande? Semplici carenze organizzative? Siamo tutti in attesa di
risposte, soprattutto i candidati onesti che hanno investito tempo e
denaro in questa selezione, fin troppo amareggiati e disillusi.
Sembra proprio una maledizione quella che si sta abbattendo sul mondo
della scuola. Fra i tanti candidati, qualcuno, con un pizzico di
malizia unito ad un acuto spirito di osservazione, non ha potuto fare a
meno di notare il messaggio subliminale contenuto in una delle domande
oggetto della prova in lingua inglese dove si chiedeva di individuare
la forma verbale corretta (save / saves / would have saved / were
saving) da inserire nella frase “Italian Education Minister,
Mariastella Gelmini, claims new reforms ________millions of euros”. Ma questa domanda non era già presente
all’ultimo concorso per dirigenti scolastici? In quella
occasione, contrariamente a quanto avvenuto nel caso in esame, l’art. 8
comma 10, del relativo bando di concorso aveva previsto la “notizia della pubblicazione della
batteria dei quesiti da cui saranno estrapolate le 100 domande da
sottoporre ai candidati”. I quiz sono ancora consultabili e, se proprio
siete curiosi, l’ex ministro dell’Istruzione è la protagonista della
domanda n. 231 dei quiz in lingua inglese.
Insomma, fra domande riciclate, commissari che non hanno assicurato la
regolarità delle procedure concorsuali e candidati furbetti ha perso,
ancora una volta, la certezza delle regole e del diritto. Ma il diritto
non è un gioco!
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